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Economia

Sicilia – Democrazia Partecipata, nel 2022 un comune su 4 inadempiente

Direttore

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Inadempiente un Comune su 4, senza regolamento uno su 5
Nel corso dell’anno impegnate somme pari al 60% dei fondi disponibili
Tra i segnali positivi 13 Comuni che attivano l’iter per la prima volta.

Prosegue nel 2023 il monitoraggio civico di www.spendiamolinsieme.it

A oltre otto anni dall’entrata in vigore della legge regionale siciliana sulla democrazia
partecipata un Comune su quattro risulta inadempiente. Nel 2022 infatti sono state 96
su 391 (24,8%) le città che non hanno attivato i processi e sono destinate a perdere le
somme disponibili.

È uno dei dati rilevati e pubblicati, a conclusione dell’anno, da Spendiamoli Insieme, il
progetto di monitoraggio civico sulla democrazia partecipata realizzato
dall’associazione non profit Parliament Watch Italia (PWI).

Gli stanziamenti

Sul fronte della spesa, nel 2022 i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” hanno trovato
traccia di impegni complessivamente per 2.668.344 € (274.838 € nell’Agrigentino,
130.142 nel Nisseno, 481.938 nel Catanese, 133.526 nell’Ennese, 705.450 nel Messinese,
492.355 nel Palermitano, 117.280 nel Ragusano, 143.733 nel Siracusano, 189.082 nel
Trapanese). Il totale di poco più di due milioni e mezzo di euro equivale a circa il 60%
delle somme effettivamente disponibili.

I comuni inadempienti

Restano tuttora senza regolamento di democrazia partecipata – obbligatorio dal 2019
– 85 Comuni, più di un quinto del totale (21,4%). Nel dettaglio mancano 9 regolamenti
nell’Agrigentino, 4 nel Nisseno, 15 nel Catanese, 4 nell’Ennese, 25 nel Messinese, 18 nel
Palermitano, 3 nel Ragusano, 3 nel Siracusano, 4 nel Trapanese.

Diversi però anche i segnali positivi registrati nel corso dell’anno. Tra questi l’adozione
del regolamento in 12 Comuni, tra cui Palermo. Gli altri sono Castrofilippo
nell’Agrigentino, Mirabella Imbaccari nel Catanese, Gagliano Castelferrato e Leonforte
nell’Ennese, Limina nel Messinese, Terrasini, Bolognetta e Altofonte nel Palermitano,
Lentini nel Siracusano, Valderice ed Erice nel Trapanese.

Nel 2022 anche altri 13 Comuni hanno dato segnali altrettanto importanti, risvegliandosi
e attivando per la prima volta da sempre – o per la prima volta dopo molti anni – i
propri processi di democrazia partecipata: Reitano nel Messinese, Vittoria nel
Ragusano, Buscemi nel Siracusano e Montallegro nell’Agrigentino che si erano attivate
solo nel 2017, Capo d’Orlando (Area metropolitana di Messina) che si era attivato solo
nel 2018, Scaletta Zanclea nel Messinese che è stata inadempiente negli anni 2019,
2020 e 2021, Carlentini nel Siracusano, Castronovo di Sicilia, Ustica e Borgetto nel
Palermitano che erano fermi dal 2019.

E poi ci sono le prime volte assolute. Pachino nel Siracusano e Santa Croce Camerina
nel Ragusano hanno adottato entrambi il regolamento nel 2021 ed entrambi hanno
messo in moto per la prima volta il meccanismo della democrazia partecipata nel
2022. Infine, Isola delle Femmine (Area Metropolitana di Palermo): non ha ancora il
regolamento ma quest’anno ha svolto il processo di democrazia partecipata secondo i
dettami di legge.

«Nel 2022 – spiega il team di Spendiamoli Insieme – i nostri ricercatori hanno raccolto,
analizzato e pubblicato sul sito web di progetto 895 documenti, tra Regolamenti, Avvisi
e Esiti, cioè gli atti che i Comuni producono per avviare e svolgere il processo di
democrazia partecipata. Nella sezione “Rassegna Stampa” sono stati pubblicati 321
post, tra articoli tratti dalla stampa locale e brevi notizie principalmente dedicate alle
scadenze dei processi locali e curate dal team di progetto. Nella sezione “Gli
approfondimenti” sono stati pubblicati 46 testi di analisi dei dati e storie dei territori. Il
lavoro di monitoraggio civico di Spendiamoli Insieme proseguirà nel 2023 con la
speranza che la democrazia partecipata in Sicilia sia, anno dopo anno, più efficace,
coinvolgente, inclusiva. Partecipata per davvero».

Per approfondimenti: www.spendiamolinsieme.it 
si può fare riferimento alla pubblicazione online:
– Il 2022 della democrazia partecipata in Sicilia
Per informazioni e chiarimenti: Giuseppe D’Avella, tel. 348 958 4581

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Ambiente

Ora solare 2025, stanotte si cambia. La storia nella Prima Guerra Mondiale

Redazione

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Le lancette andranno spostate indietro di un’ora, dalle ore 3 di notte andranno posizionate alle ore 2. Si avrà un’ora in più di luce al mattino e si dormirà un’ora in più. Nei sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi, secondo Terna, c’è stato un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro.

Mentre è caduta nell’oblio da sette anni, come un orologio fermo, la proposta della Commissione europea di abolire l’avvicendamento, era stata presentata nel 2018. Un po’ di storia Se l’invenzione dell’ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin, in Italia l’ora legale è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con la Pasqua.
Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle ricadute sull’alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico e le abitudini sociali e personali di ognuno di noi.

Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi

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Cronaca

La “guerra” dell’Ora Legale in Europa: Commissione UE vuole abolizione. Domani lancette indietro

Redazione

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Tra risparmio energetico nullo e impatti sulla salute, la Commissione Europea dichiara l’ora legale una “assurdità”, ma la necessaria maggioranza degli Stati membri continua a mancare
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu

Il conto alla rovescia per l’abolizione del cambio stagionale dell’ora sembra essersi interrotto a metà strada, bloccato da un muro di veti incrociati nel Consiglio dell’Unione Europea. Nonostante la volontà popolare e la spinta della Commissione, l’alternanza tra ora solare e legale, nata negli anni ’70 per ragioni di risparmio energetico, continua a scandire le nostre vite 2 volte l’anno. La Commissione Europea, forte di un parere schiacciante espresso da 4,6 milioni di cittadini – un record per una consultazione pubblica UE – che si sono dichiarati a favore della fine di questa pratica, ha da tempo avanzato la proposta di abolizione. Il Parlamento Europeo ha fatto la sua parte, votando a favore nel 2019 e stabilendo il 2021 come anno limite per il cambiamento.

“Un ritmo che non conviene più”
Eppure, a diversi anni di distanza, nulla è cambiato. Il commissario UE per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha ribadito a Strasburgo la posizione della Commissione: lo spostamento delle lancette “non ha più alcun fine“. “L’iniziativa nacque in risposta alla crisi energetica, ma oggi non produce più alcun risparmio energetico per nessun settore, ma anzi porta complicazioni inutili“, ha dichiarato il commissario, annunciando un’ulteriore “analisi più approfondita con uno studio dettagliato” per superare l’attuale stallo.

Le motivazioni della Commissione non sono solo economiche: l’attenzione si sposta sempre più sugli impatti sulla salute e sull’umore, in particolare per bambini e anziani, che “patiscono le conseguenze maggiori” di questo “mini-jet lag” semestrale. Recenti studi, infatti, suggeriscono un impatto negativo sui ritmi circadiani, che in alcuni Paesi del Sud Europa vengono mitigati dalla scelta di rimanere con l’ora legale permanente.

Il blocco degli Stati Membri
Nonostante il chiaro segnale dei cittadini, con Tzitzikostas che sottolinea come “i cittadini europei vogliono la fine di questa assurdità“, il processo decisionale si è incagliato. “Gli Stati membri al Consiglio non hanno ancora raggiunto una posizione univoca” ha concluso il commissario.

Il nodo cruciale risiede nel Consiglio, dove per definire una posizione è necessaria una maggioranza qualificata di Stati membri, consenso che al momento non esiste. L’assenza di tale maggioranza stoppa l’iter legislativo, nonostante la Spagna abbia recentemente riaperto la discussione a livello europeo, con il premier Pedro Sanchez, secondo cui il cambio d’ora “francamente non ha senso“.

In sostanza, per adottare la legislazione che porrebbe fine ai cambi stagionali è necessario l’accordo sia del Parlamento Europeo che del Consiglio. Fino a quando gli Stati membri non troveranno un terreno comune, la “battaglia” per un orario stabile è destinata a rimanere sospesa. L’orologio biologico e quello dell’economia europea continueranno a disallinearsi 2 volte l’anno, in attesa di una decisione che l’Europa, per ora, non riesce a prendere.

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Economia

Pantelleria tra 85 comuni con bus gratis per under 20

Direttore

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In provincia di Trapani: Pantelleria, Partanna, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Marsala, Favignana

L’ultima finanziaria regionale ha fissato in 85 i comuni siciliani che beneficeranno dell’intervento, grazie ad un fondo da due milioni di euro per coprire le spese del trasporto pubblico urbano dei giovani di età inferiore ai vent’anni.

L’intervento è riservato ai residenti nei comuni dotati di servizio di trasporto urbano e appartenenti a famiglie con un Isee non superiore a 25.000 euro. 
Saranno gli enti poi ad avviare i bandi comunali e ad assegnare il bonus in base alla cronologia delle domande presentate.

I contributi più consistenti per il bonus trasporti ai giovani sono andati alle tre Città metropolitane di Palermo (110.757 euro), Catania (67.846) e Messina (60.920). In provincia di Trapani, 33.432, così distribuiti: Pantelleria 13.050 euro; Partanna 13.167; Castellammare del Golfo 20.199; Castelvetrano 34.092; Marsala 45.864; Favignana: 6.099.

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