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Foto del giorno

Sicilia, il lago Pozzillo fotografato da satellite: drammatico simbolo di siccità

Giuliana Raffaelli

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Il lago Pozzillo, uno dei cuori idrici della Sicilia in provincia di Enna, è diventato oggi simbolo di siccità. Una siccità che sta investendo non solo il sud Italia e l’intero territorio nazionale, ma tutta Europa.

L’immagine è stata scattata il 16 luglio scorso dal satellite Copernicus Sentinel-2, del progetto congiunto di osservazione della Terra di Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa), ed è stata scelta come foto del giorno del 23 luglio. Dal laconico titolo “Drought in Southern Italy” (“Siccità nell’Italia meridionale”) è diventata immediatamente una foto simbolo, dolorosa lacrima della nostra meravigliosa terra.

Pur nella sua bellezza essa mostra infatti una situazione drammatica. Un lacerto di acqua del volume di 23 milioni di metri cubi, che è solo il 15% della sua capacità massima, il 25% in meno rispetto a luglio 2020. La peggiore siccità dell’ultimo decennio.

Un dato drammatico che non fa altro che sottolineare una tendenza non solo siciliana ma globale. Secondo l’Osservatorio Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) si tratta di una situazione che coinvolge tutti i bacini idrici siciliani: ad oggi (luglio 2021) i trinacri hanno a disposizione solo 443 milioni di metri cubi di acqua nei loro bacini, ossia 78 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (luglio 2020). A questo ritmo in pochi anni i bacini potrebbero prosciugarsi completamente.

L’emergenza siccità. L’emergenza siccità sta colpendo non solo il sud Italia, ma anche il resto del territorio nazionale. I dati degli ultimi 50 anni parlano di una perdita di 5 miliardi di metri cubi d’acqua.

Ed è sotto gli occhi di tutti il clima di questa estate, sempre più segnata da grande caldo e violenti temporali. Mentre al sud è già emergenza per le temperature elevate (a Pantelleria in questa stagione la colonnina di mercurio ha molte volte superato i 40 gradi) al nord i forti temporale stanno facendo smottare intere aree. Indice di un clima sempre più tropicale. E questa tropicalizzazione ha già fatto perdere, secondo Coldiretti, più i 14 miliardi di euro in 10 anni, tra cali di produzione agricola nazionale e danni a strutture e infrastrutture.

I dati dell’European Severe Weather Database (aggiornati al solstizio d’estate) parlano di circa 200 eventi climatici estremi da inizio anno. Eppure in Italia non piove a sufficienza: la siccità sta portando via ampie fette di bacini idrici, come dimostrato dalla foto dell’Esa. E non va meglio nel resto d’Europa, dove si assiste allo stesso trend. Negli ultimi 14 anni, la mancanza di precipitazioni e l’aumento delle temperature ha portato all’evaporazione dell’umidità nel suolo e alla diminuzione di volumi di acqua immagazzinati nei bacini idrici.

Anche l’Agenzia europea per l’ambiente (European environment agency, EEA) ha da tempo sottolineato che la siccità impatterà sempre più fortemente sull’agricoltura. Entro la fine di questo secolo si potrebbe assistere alla desertificazione di vaste aree dell’Europa, da Spagna a Grecia, passando anche per l’Italia. E nel 2040 lo stress idrico nazionale (ovvero il rapporto tra fabbisogno di acqua e approvvigionamento idrico) rientrerà nella fascia critica “alta”, la quarta su cinque.

Pensare che per far rientrare pian piano l’emergenza climatica, senza entrare nel merito delle grandi rivoluzioni green dei colossi energivori, basterebbe anche un saggio utilizzo dell’acqua fatto quotidianamente da cittadini e amministrazioni. Ma in Italia manca completamente questa cultura e l’“oro blu” sembra non essere preso nella giusta considerazione. I dati nazionali parlano di acquedotti che perdono il 42% dell’acqua immessa in rete e di famiglie che consumano, o meglio sprecano, in media 220 litri al giorno per abitante, una quantità assurdamente elevata se considera la media europea di 165 litri pro capite.

(Credit immagine: https://www.copernicus.eu)

Giuliana Raffaelli

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

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Cultura

Pantelleria, l’isola dal cielo fatato: nebulosa Elmetto di Thor di Leonardo Puleo

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Il cielo di Pantelleria sembra un mondo a sè, una zona del paradiso terrestre con un suo spirito e una sua poesia. Un teatro di fate che giocano con le stelle per creare suggestioni uniche al mondo.

Lo sa bene il nostro artista del cielo: Leonardo Puleo che con il suo telescopio e la sua Nicon cattura quelle stelle, rendendole protagoniste di  sogni, viaggi fantastici in cui perdersi.

In copertina l’ultimo dei mirabili capolavori di Leo Leo (il suo nome d’arte), dove vediamo la

Nebulosa Elmo di Thor 
NGC 2359 (nota anche come Nebulosa Elmetto di Thor e Gum 4) è una nebulosa a emissione situata nella costellazione del Cane Maggiore.
Si pensi che reperire la sua esatta posizione non è affatto semplice; l’unico modo meno difficile è seguire l’allineamento tra le stelle  e  Canis Majoris e poi, proseguendo di circa due volte la loro distanza, deviare la direzione di circa 10° verso est.
Ma il nostro astronomo per passione l’ha beccata in tutto il suo splendore, nella sua iridescenza e bellezza.

Pantelleria ancora una volta ci stupisce e porge un nuovo argomento anche turistico: perchè, ci scommetto che osservare le stelle da qui non ha eguali.

Marina Cozzo

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cronaca

Pantelleria, pneumatico appollaiato su un muro in pieno centro di Khamma

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La foto ritrae uno pneumatico abbandonato su un muro di cinta, in prossimità del piazzale antistante la Chiesa San Francesco di Khamma.

La contrada è tutta curata e questa vista, nel cuore pulsante di Khamma, non depone a decoro.

 

 

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Ambiente

Pantelleria, Via Trapani con tombino ballerino – Foto del giorno

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Diversi lettori ci hanno mandato una serie di foto che ritraggono il tombino ballerino, che giace a Via Trapani.

Lo abbiamo definito ballerino poichè, ogni qualvolta si presenta un fenomeno di pioggia, il coperchio della fogna si solleva con l’acqua che vi penetra, facendo fuoriuscire i liquami stagnanti e fetidi sulla nota strada di Pantelleria Centro.

Gli stessi lettori ci hanno riferito nelle loro email di aver segnalato il problema, nel tempo, soprattutto: per gli olezzi sgradevoli; per il pericolo rappresentato dal coperchio stesso quale motivo di inciampo o caduta; il tratto interessato è sdrucciolevole.

Ecco altre immagini

 

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