Sociale
Popolo d’Israele, la tua storia ti chiama alla pace. Un appello
Popolo d’Israele, figlio di una storia plurimillenaria di sofferenza, esilio e speranza, oggi ti trovi in un crocevia che mette alla prova la tua anima e il tuo futuro. La guerra con i palestinesi, il sangue che scorre nelle strade di Gaza e della Cisgiordania, non può essere la tua eredità. Il Talmud dice: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Quante vite si stanno spegnendo ora, mentre le cicatrici della tua stessa storia ci ricordano il dolore dell’ingiustizia e dell’oppressione?
In questi giorni bui, risuonano le parole di Elie Wiesel, sopravvissuto alla Shoah, che ci ammoniva: “Il contrario dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza”. Noi non possiamo essere indifferenti alla sofferenza, alle lacrime delle madri, alle grida dei figli. Non possiamo distogliere lo sguardo pensando che la guerra e la violenza possano in qualche modo essere una soluzione, quando in realtà non fanno altro che perpetuare cicli di vendetta e disperazione.
Popolo d’Israele, sei nato dal fuoco della persecuzione, dall’orrore di un genocidio. Gli ebrei della diaspora hanno cercato per secoli un rifugio, un luogo di pace. Ma come può la pace germogliare dal sangue versato su una terra condivisa? Martin Buber, uno dei tuoi più grandi filosofi, ci ha insegnato che il rapporto con l’altro deve essere di dialogo, non di scontro: “Il vero dialogo implica il riconoscimento reciproco, e questo è l’inizio della pace”.
Oggi, il mondo ti osserva. Non con l’odio, ma con una speranza che riposa sulle tue spalle. Ricorda le parole di Abraham Joshua Heschel, il rabbino che marciò con Martin Luther King: “Poiché la libertà è il dono più grande che Dio ha dato all’umanità, non possiamo mai giustificare l’oppressione o la sofferenza imposta agli altri”. Popolo d’Israele, sei stato schiavo in Egitto, hai conosciuto la sofferenza dell’esilio e dell’oppressione. Non permettere che il tuo dolore diventi la ragione per infliggerne altro.
Non possiamo ignorare la paura e il dolore che hai vissuto, le sirene che risuonano, la minaccia costante di razzi e attentati. Ma è proprio da questo dolore condiviso, da questa comune umanità ferita, che può sorgere un nuovo patto di convivenza. Shimon Peres, uno dei padri fondatori di Israele, disse: “Non ci sono vincitori in una guerra. O perdiamo tutti o vinciamo insieme”. Il vero trionfo non sarà militare, ma la capacità di costruire un futuro di coesistenza.
La Bibbia, cuore pulsante della tua storia, grida per la giustizia. Isaia, il profeta della pace, proclamava: “Forgeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci; nessuna nazione alzerà la spada contro un’altra nazione, e non impareranno più la guerra”. Questo è il tuo destino, non la guerra, non la distruzione, ma la costruzione di un futuro di pace.
Il dialogo deve nascere tra la gente comune, tra te e i palestinesi che vivono fianco a fianco, nonostante tutto. Amos Oz, scrittore e voce della tua coscienza, affermava: “La pace non è il matrimonio di due amanti; è piuttosto un compromesso tra due nemici”. Questo è il coraggio richiesto: non di impugnare le armi, ma di abbassarle, guardando negli occhi chi ti sembra nemico e cercando un terreno comune.
Popolo d’Israele, sei una nazione costruita sulla speranza, sulla promessa di un futuro diverso. Non lasciare che questa promessa venga spezzata dalla violenza. Ricorda le parole del tuo stesso Talmud: “Non devi completare il lavoro, ma non sei libero di abbandonarlo”. La pace è un cammino lungo, difficile, ma necessario. Se non ora, quando?
La tua storia ti chiama a essere un modello per l’umanità, a dimostrare che anche nelle terre più contese, nelle situazioni più disperate, la pace è possibile. Io ti supplico: non dimenticare chi sei, non dimenticare da dove vieni. E soprattutto, non dimenticare dove sei diretto.
Davide Romano
Cronaca
Truffe sanitarie via SMS e numeri 893 a sovrapprezzo
Consumerismo invita alla massima prudenza e chiede verifiche su sicurezza e gestione dei dati sanitari
Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di cittadini che ricevono falsi SMS o messaggi WhatsApp apparentemente inviati dal Centro Unico di Prenotazione (CUP) da parte di aziende sanitarie.
Nel testo si invita l’utente a contattare “urgentemente” un numero di telefono per verificare la propria prenotazione o risolvere presunte “anomalie” legate a prestazioni sanitarie. Ma si tratta di un raggiro.
Numeri a pagamento e finti CUP
I messaggi riportano numeri che iniziano con il prefisso 893, talvolta camuffati come recapiti “ufficiali” di uffici amministrativi (es. “Uffici CUUP” o “Servizio CUP Regionale”).
In realtà, i numeri 893 sono numeri a tariffa speciale con sovrapprezzo, utilizzati per addebitare costi elevati al chiamante.
“Chi richiama rischia di vedersi addebitati importi anche molto alti sul credito telefonico o in bolletta. È la classica truffa del richiamo: un messaggio credibile, un nome istituzionale e un numero a pagamento mascherato da servizio pubblico”, spiega Giovanni Riccobono, direttore generale di Consumerismo No Profit e Responsabile dello Sportello +Tutela di Trapani.
Il fenomeno è stato segnalato anche da diversi cittadini trapanesi, che hanno ricevuto messaggi contenenti falsi riferimenti a prenotazioni sanitarie realmente effettuate, inducendo così la vittima a credere alla veridicità della comunicazione.
I consigli di Consumerismo
Consumerismo invita i cittadini a prestare massima attenzione e a non rispondere mai a messaggi che chiedono di chiamare numeri con prefissi 893, 895 o 899, o che contengono link sospetti.
In caso di ricezione di questi SMS:
1. Non cliccare e non richiamare.
2. Bloccare il numero e segnalare l’SMS alla Polizia Postale (www.commissariatodips.it).
3. Contattare direttamente il CUP della propria ASP utilizzando solo i numeri ufficiali reperibili sul sito istituzionale.
Chi gestisce dati deve garantire sicurezza, non vulnerabilità – conclude Riccobono – la priorità, in un mondo in cui i dati rappresentano il nuovo petrolio, deve essere quella di garantire sistemi di sicurezza all’avanguardia da parte di chi li tratta. Ogni soggetto che gestisce informazioni personali e sanitarie deve essere consapevole della propria responsabilità: una falla nella protezione dei dati non è solo un problema tecnico, ma un rischio concreto per i cittadini, che possono diventare vittime di frodi e truffe digitali»
Qual è, quindi, il problema?
Nonostante le tecnologie facciano ormai parte delle nostre vite, talvolta ci troviamo impreparati di fronte alle truffe. A livello collettivo, manca ancora una presa di coscienza di un’alfabetizzazione digitale che, in questo caso, riuscirebbe a proteggerci da questi messaggi e ad aumentare la nostra capacità critica.
Da un lato è quindi necessario un maggiore controllo che eviti queste spiacevoli situazioni e dall’altro, invece, è necessario che i cittadini abbiano la capacità di difendersi.
Bisognerebbe prestare più attenzione a queste tematiche tra i banchi di scuola, per esempio, in modo che le future generazioni non solo utilizzino questi strumenti ma siano anche consapevoli di come sia corretto utilizzarli.
Ed è anche necessario sensibilizzare un’altra fascia di popolazione, quella più adulta, che probabilmente è quella più soggetta a questo tipo di truffe.
Giada Zona
Salute
Pantelleria, Rotary Club e Amministrazione Comunale insieme nella Giornata Mondiale della Polio
La Torre del Comune illuminata con il logo End Polio Now
Come ogni anno, oggi 24 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della polio, data che ricorda la nascita di Jonas Salk, lo scienziato che sviluppò il primo vaccino antipolio nel 1955. Il Rotary International è in prima linea nel sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione contro questa malattia e celebra i progressi compiuti nel suo processo di eradicazione globale.
Una lotta alla poliomielite formalizzata dal Rotary e dai suoi partner nel 1988 con il lancio della Global Polio Eradication Initiative. I progressi di questa battaglia hanno permesso nel 2002 di dichiarare l’Europa libera dalla polio. Nel 2019, poi, il poliovirus è stato eradicato a livello mondiale ma risulta ancora endemico in alcune regioni dell’Asia quali Pakistan e Afghanistan.
Ogni anno i Rotary Club organizzano eventi di raccolta fondi e altre iniziative per sostenere il progetto End Polio Now. Quest’anno il Rotary Club Pantelleria, presieduto da Enza Pavia, ha chiesto la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura e alla Salute coordinato dal Vicesindaco Adele Pineda per illuminare di rosso la facciata del Palazzo Comunale nella giornata del 24 ottobre come avverrà anche in altri Comuni italiani e per proiettare il logo del progetto sulla facciata dell’orologio.
World Polio Day anche a Pantelleria, un semplice gesto per sensibilizzare sul progetto che vedrà altri eventi durante l’anno.
Sociale
Pantelleria, ecco quando portare indumenti alla Caritas
La Chiesa Forania di Pantelleria ha reso noto il calendario di deposito indumenti usati, presso la Caritas presso la Parrocchia SS Salvatore del Capoluogo.
Il nuovo calendario avrà inizio da Lunedì 27 Ottobre nei giorni di:
LUNEDI
MERCOLEDI
VENERDI
dalle ore 9:30 alle 11:00.
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