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Cronaca

DDA Palermo, fermo per 23 indagati: Evitata probabile “guerra di mafia” – V I D E O

Redazione

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Indiziati anche a Mazara del Vallo, Partanna, Campobello di M., Castelvetrano 

I CARABINIERI DEL NUCLEO INVESTIGATIVO DI AGRIGENTO ESEGUONO UN PROVVEDIMENTO DI FERMO DI INDIZIATI DI DELITTO EMESSO DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI PALERMO NEI CONFRONTI DI 23 PERSONE. EVITATA UNA PROBABILE “GUERRA” DI MAFIA. 

All’alba di oggi, 17 dicembre 2024, i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, in Agrigento, Favara (AG), Canicattì (AG), Porto Empedocle (AG), Santa Margherita Belice (AG), Mazara del Vallo (TP), Partanna (TP), Campobello di Mazara (TP), Castelvetrano (TP) e Gela (CL), con il supporto dei colleghi dei Comandi Provinciali di Palermo, Trapani e Caltanissetta, del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia, dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi e del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo, hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia – sottoponendo a fermo 23 indagati, tutti cittadini italiani, gravemente indiziati, a vario titolo, di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”, di far parte di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altro.

Contestualmente sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori 20 soggetti indagati nel medesimo procedimento penale.

Il suddetto provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2021 a tutt’oggi, aventi ad oggetto la ricostruzione dell’organigramma e delle attività criminali delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento/Villaseta, con probabilmente a capo rispettivamente M. F., pregiudicato di anni 49, e C. P., pregiudicato di anni 39, a dimostrazione che, pur essendo stata sensibilmente intaccata nel corso degli anni da varie operazioni, “cosa nostra” agrigentina è tutt’oggi pienamente operante, dotata di ingenti disponibilità economiche e di numerose armi, per di più in un contesto caratterizzato da una instabilità degli equilibri mafiosi faticosamente raggiunti nel tempo, cui si aggiungono i sempre più pericolosi, persistenti e documentati collegamenti tra gli associati ristretti all’interno del circuito carcerario e gli ambienti criminali esterni.

È stato riscontrato, infatti, un sistematico utilizzo di apparecchi telefonici da parte degli uomini d’onore, o di soggetti contigui al sodalizio, durante i rispettivi periodi di detenzione, lasciandone in tal modo inalterate le capacità di comando e consentendo loro di mantenere i contatti con i correi in libertà e di impartire ordini e direttive.

Le attività dell’associazione mafiosa

La capacità dell’associazione mafiosa di controllare le dinamiche criminali del territorio è emersa in modo evidente, essendosi raccolti chiari elementi dimostrativi della commissione di numerosi reati (estorsioni, detenzioni di armi, incendi e danneggiamenti) tutti realizzati avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p.

Nel corso dell’attività investigativa, si ritiene dunque che i sodali, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”:

  • costringevano l’amministratore di una società aggiudicataria dei lavori di raccolta e di trasporto di rifiuti nel Comune di Agrigento, ad assumere quali operai almeno cinque persone a loro legate per vincoli familiari o comunque di loro fiducia; 
  • costringevano il legale rappresentante di una società di carburanti ad interrompere il rapporto lavorativo con un dipendente per sostituirlo con un’altra persona a loro gradita;
  • davano fuoco, al fine di danneggiarli, a due autocarri intestati a una ditta di costruzioni; 
  • costringevano l’amministratore della società aggiudicataria dei lavori di riqualificazione della Piazza della Concordia del quartiere di Villaseta, ad assumere quale operaio una persona a loro gradita; inoltre costringevano anche la ditta aggiudicataria in subappalto degli stessi lavori ad assumere operai a loro graditi;
  • consumavano una rapina presso il distributore DB di Villaseta, durante la quale s’impossessavano della somma di 400 euro che sottraevano al dipendente utilizzando violenza e minaccia; 
  • costringevano il titolare di un bar di Agrigento ed i suoi dipendenti, ad erogare loro cibi e bevande senza pagarne il corrispettivo, così procurando a sé l’ingiusto profitto conseguente alla consumazione gratuita di generi alimentari;
  • costringevano, mediante ripetuti atti di violenza e minacce esplicite, il titolare di un esercizio commerciale di Agrigento a corrispondere loro mensilmente la somma di 1.000 euro, così procurando a sé e ad altri l’ingiusto profitto conseguente all’indebita acquisizione della somma di denaro; 
  • davano fuoco, al fine di danneggiarlo, a un furgone intestato ad una rivendita di bevande di Porto Empedocle; 
  • in altra circostanza esplodevano diversi colpi d’arma da fuoco nei confronti della saracinesca della suddetta rivendita; 
  • esplodevano, quale azione dimostrativa a scopo d’intimidazione, diversi colpi di arma da fuoco in direzione della porta d’ingresso dell’abitazione di un uomo di Agrigento, resosi colpevole di aver avuto un litigio con il figlio di uno dei sodali.

Il monopolio nel traffico di sostanze stupefacenti

Oltre a quanto sopra descritto, gli esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta risultano, inoltre, avere diretto e promosso due ulteriori distinte associazioni dedite al traffico di sostanza stupefacente che hanno acquisito in piena sinergia tra loro, il monopolio di siffatto redditizio settore criminale nella provincia di Agrigento.

Entrambi i sodalizi criminali hanno, peraltro, dimostrato di possedere una non comune capacità di approvvigionamento mediante l’attivazione di contatti e rapporti commerciali non solo con i gruppi criminali delle altre province siciliane ma anche con altri gruppi sia nazionali che esteri (Belgio, Germania e Stati Uniti). Numerosissimi sono stati i trasporti di ingente sostanza stupefacente e la sua relativa cessione a terzi al fine di essere ulteriormente rivenduta al dettaglio.

Gli atti intimidatori

Nel corso dell’indagine, infatti, sono stati sequestrati oltre 100 kg di hashish, oltre 6 kg di cocaina e, lo scorso mese di novembre, anche la somma in contanti di 120.000,00 euro contenuta in cinque pacchi sottovuoto occultati all’interno di un’autovettura. Le più recenti risultanze investigative hanno registrato un’improvvisa e allarmante recrudescenza di gravi atti intimidatori realizzati anche mediante l’utilizzo di armi, probabilmente dovuta sia all’imposizione del rispetto della “competenza” territoriale sia ai tentativi di osteggiare l’egemonia del gruppo mafioso allo stato al vertice della famiglia di Agrigento-Villaseta.

Si profilava, pertanto, il concreto rischio che potesse verificarsi un crescendo di azioni intimidatorie che avrebbe potuto portare alla commissione di reati ancora più gravi, ovvero quella che gli stessi indagati definiscono una vera e propria “guerra” di mafia.

Nel corso dell’odierna operazione di polizia giudiziaria, le perquisizioni effettuate presso i soggetti sottoposti a fermo e presso gli altri indagati, hanno permesso di rinvenire e sequestrare vari quantitativi di sostanza stupefacente di tipo cocaina, hashish e denaro contante, nonché di trarre in arresto in flagranza di reato un ulteriore soggetto trovato in possesso di circa 200 gr. di sostanza stupefacente di tipo cocaina e 2.700 euro in contanti.

Ultimate le formalità di rito, tutti i fermati sono stati tradotti presso varie Case Circondariali della Sicilia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la posizione degli indagati non è definitivamente accertata e il successivo giudizio di merito servirà a verificare le loro effettive responsabilità.

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Ambiente

Ora Legale 2025, impatti sorpresa su energia e benessere

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Come il cambio d’orario impatta sul consumo energetico
Con l’arrivo della primavera, l’ora legale sta per fare il suo ritorno. Il 30 marzo 2025, infatti, tornerà il consueto cambio d’orario, spostando le lancette in avanti di un’ora. Sebbene l’ora legale sia stata introdotta con l’intento di ridurre i consumi energetici, gli effetti concreti sul risparmio energetico sono ancora oggetto di dibattito. In questo articolo, esamineremo gli impatti che questa modifica ha sull’ambiente e sulle bollette.

Gli effetti dell’ora legale sul consumo energetico
L’ora legale, che prevede lo spostamento delle lancette in avanti di un’ora, è stata introdotta per cercare di ridurre i consumi energetici durante i mesi estivi. Il principio su cui si basa questa modifica oraria è semplice: con più ore di luce naturale alla sera, si dovrebbe ridurre l’uso delle luci artificiali e quindi il consumo di energia. Sebbene questo possa sembrare un vantaggio immediato, i risultati non sono sempre stati così positivi come ci si aspetta.

Infatti, gli effetti sul risparmio energetico sono stati oggetto di numerosi studi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), l’impatto del cambio d’orario sui consumi è modesto. In media, il risparmio energetico è pari a circa lo 0,3% dei consumi annuali di energia elettrica. Questo dato, seppur positivo, potrebbe sembrare inferiore alle aspettative iniziali. Inoltre, l’efficacia dell’ora legale dipende da vari fattori, tra cui l’efficienza energetica degli edifici e l’aumento dell’uso di dispositivi elettronici.

Un altro punto importante riguarda il cambiamento nelle abitudini quotidiane. Mentre inizialmente si pensava che l’ora legale potesse contribuire significativamente a ridurre i consumi, la realtà è che l’uso di tecnologie moderne ha portato a un paradosso: con più ore di luce, aumentano anche le attività che consumano energia, come l’uso di elettrodomestici e dispositivi elettronici. Pertanto, se da un lato si guadagna in luce naturale, dall’altro si perde in efficienza energetica.

Gli impatti sul benessere e sulle abitudini quotidiane
Oltre agli effetti sul consumo energetico, l’ora legale ha un impatto significativo sulle persone. Cambiare l’orario ha ripercussioni sul nostro ritmo circadiano, ovvero il nostro orologio biologico interno. Questo può causare un periodo di adattamento durante il quale si sperimentano effetti negativi come fatica, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno.

Il passaggio all’ora legale può influire sulla qualità del sonno, soprattutto nelle prime settimane dopo il cambio d’orario. Sebbene la luce solare in più al pomeriggio sembri vantaggiosa, può ridurre la qualità del riposo notturno, aumentando il rischio di stress e alterando la produttività lavorativa. Inoltre, l’adattamento al nuovo orario può incidere sul benessere psicologico, causando stanchezza e nervosismo, un fenomeno più evidente nei paesi che adottano l’ora legale, con persone che lamentano problemi di sonno anche settimane dopo il cambiamento.

La prospettiva futura: l’ora legale è ancora utile?
Molti paesi stanno riconsiderando l’utilità dell’ora legale, e l’Italia ha partecipato a un dibattito europeo per valutare la possibilità di abolire il cambio d’orario annuale, optando per una scelta stabile tra ora solare e ora legale. Sebbene l’adozione dell’ora legale sembri allineata agli obiettivi di sostenibilità, i benefici in termini di risparmio energetico sono stati inferiori alle aspettative. Con l’evoluzione delle tecnologie energetiche e la gestione dei consumi, la modifica costante dell’orario potrebbe non essere più giustificata.

In futuro, molte nazioni potrebbero eliminare il cambio d’orario, scegliendo un orario stabile che risponda meglio alle esigenze moderne e alle sfide climatiche. L’ora legale del 2025 potrebbe essere l’ultima in cui ci si interroga sulla sua utilità, poiché, seppur con effetti limitati sul consumo energetico, gli impatti sul benessere sono evidenti. L’evoluzione delle politiche energetiche potrebbe portare a un ripensamento definitivo per un risparmio più efficiente e sostenibile.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/ora-legale-2025-effetti/ 

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Ambiente

Pantelleria, nuova gestione dei rifiuti nell’isola. Ecco chi si è aggiudicato l’appalto

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Aggiudicazione definitiva servizio di gestione integrata dei rifiuti nell’isola di

Pantelleria

Il Comune di Pantelleria ha affidato, in via definitiva il servizio di gestione integrata dei rifiuti nell’isola di Pantelleria, alla Costituenda A.T.I. ECO BURGUS SRL – I.CO.S. SRL – S.E.A.P. SRL con il punteggio complessivo di 97 punti e con il ribasso del 1,697% sull’importo a base d’asta di € 12.164.859,76 e, pertanto per l’importo netto di € 11.958.422,09 oltre oneri della sicurezza pari ad € 183.624,00 non soggetti a ribasso, per un totale di € 12.142.046,09.

La storia della Società Consortile ECO BURGUS a.r.l. inizia nell’Ottobre 2007 quando tre società (Cucchiara s.r.l. – Rubbino s.n.c. – AL.TA. Servizi s.r.l.) operanti nel settore dei rifiuti hanno deciso di consorziarsi col fine di ottimizzare i costi e migliorare la qualità dei servizi offerti. La sede centrale è a Carini in provincia di Palermo.

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Ambiente

Incontro informativo su specie esotiche invasive a Pantelleria Lunedì 31 marzo presso il Centro Visite di Punta Spadillo

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Incontro informativo sulle specie alloctone invasive a Pantelleria

Lunedì 31 marzo presso il Centro Visite di Punta Spadillo

 Lunedì 31 marzo, alle ore 18.30, presso i locali del Centro Visite di Punta Spadillo, si terrà un incontro organizzato dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, rivolto a vivaisti, portatori di interesse e cittadini interessati. Il tema dell’incontro sarà la presenza delle specie alloctone invasive sull’isola e la normativa nazionale ed europea che ne regola il controllo.

 

Ospite dell’iniziativa sarà il Prof. Tommaso La Mantia del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, che illustrerà cosa si intende per specie alloctona invasiva, i rischi legati alla loro diffusione e gli interventi necessari per la loro eradicazione.

 

Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ente Parco all’indirizzo mail:

educazioneambientale@parconazionalepantelleria.it o al numero di telefono 0923 569412

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