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Cultura

Pantelleria, Tremarco (Lega): proficuo incontro con Assessore Regionale Samonà

Redazione

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“La valorizzazione del patrimonio storico-culturale Pantesco deve essere uno dei cardini su cui creare un programma elettorale concreto in vista delle comunali, questo é stato e continuerà ad essere il nostro impegno. La presenza dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, per inaugurare le due esposizioni dei reperti ritrovati a Pantelleria, conferma l’impegno politico dell’assessorato nel proseguire sul percorso tracciato in questi due anni e mezzo.

“Rilevante anche la presenza del nuovo direttore del Parco Archeologico Felice Crescente” – prosegue Federico Tremarco – “che da subito ha dato massima disponibilità per il nostro territorio. Il mese scorso infatti, sempre qui a Pantelleria, ho avuto modo di incontrarlo per condividere obiettivi raggiunti e criticità ancora presenti che vanno superate per la fruizione dei siti di interesse archeologico. Ieri pomeriggio insieme ai dirigenti locali del partito abbiamo poi incontrato l’Assessore Samonà. Visione e concretezza hanno caratterizzato l’incontro a cui hanno partecipato anche alcune associazioni di volontariato impegnate sul territorio.

“Abbiamo dato risalto all’importanza del Terzo Settore, realtà indispensabile per un progetto serio e ben strutturato. Il nostro patrimonio storico va raccontato partendo anche dalle esperienze vissute sul territorio e le associazioni sono il valore aggiunto che darà una svolta in questo percorso di valorizzazione. L’Assessore Samonà, a cui rivolgo anche il mio ringraziamento personale, ha dimostrato che Pantelleria può e deve tornare ad essere una attrattiva storico-culturale rilevante nel contesto turistico nazionale e che l’identità Siciliana e Pantesca sono valori a cui non dobbiamo mai rinunciare.

“Ringrazio l’Assessore Samonà, il Direttore del Parco Archeologico Crescente, Federico Tremarco e i militanti della Lega Pantelleria per l’impegno costante e concreto per il territorio”, lo dichiara Francesco Cannia, coordinatore provinciale della Lega Sicilia. “Sarò presto a Pantelleria”, continua Cannia, “per incontrare personalmente i Panteschi e coloro che ci hanno sostenuto in questi anni”.

Cultura

Palermo, 8 novembre presso Istituto Corradini: incontro sul giudice ragazzino Rosario Livatino ucciso da mafia

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Incontro su Rosario Livatino: venerdì 8 novembre all’Istituto Marcellino Corradini con il giornalista Davide Romano

 

Venerdì 8 novembre, dalle ore 8 alle 13, l’Istituto Marcellino Corradini di Palermo ospiterà un incontro dedicato alla figura del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 ad Agrigento. La giornata vedrà protagonista il giornalista e scrittore Davide Romano, fondatore della Compagnia del Vangelo e impegnato da anni nel dialogo interreligioso e nella promozione dei valori di giustizia e legalità.

Il programma dell’incontro prevede la proiezione di un film che ripercorre la vita e il sacrificio del giudice Livatino, beatificato dalla Chiesa cattolica il 9 maggio 2021 come “martire della giustizia e della fede”. Livatino, soprannominato il giudice ragazzino per la sua giovane età, era noto per il suo profondo senso di responsabilità e per la sua fede cristiana, che guidava il suo operato anche nei momenti più difficili della sua carriera giudiziaria. Durante il dibattito che seguirà la proiezione, Davide Romano dialogherà con gli alunni su come Livatino rappresenti un modello di giustizia vissuta con umiltà e coraggio.

“Rosario Livatino non è solo un simbolo della lotta alla mafia, ma un esempio di come la giustizia possa essere vissuta con fede e integrità,” ha dichiarato Davide Romano. “Il sacrificio di Livatino è un monito per tutti noi, soprattutto per i giovani, che hanno il compito di costruire una società più giusta. La sua vita ci insegna che la legalità non è un concetto astratto, ma una scelta quotidiana che richiede coraggio.”

Suor Anna Oliveri, direttrice dell’Istituto Marcellino Corradini, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Abbiamo voluto fortemente questo incontro perché crediamo che la figura di Livatino sia fondamentale per trasmettere ai ragazzi i valori della giustizia e del coraggio civile. L’impegno della nostra scuola è educare non solo alla conoscenza, ma anche alla responsabilità morale.”

Questo incontro fa parte di un ciclo di iniziative dell’Istituto Marcellino Corradini volte a sensibilizzare gli studenti su tematiche di forte impatto sociale, offrendo loro l’occasione di confrontarsi con personalità di spicco, veri e propri “supereroi” dei nostri tempi, con l’obiettivo di promuovere una cultura basata sulla legalità e la solidarietà.

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Cultura

Ragusa, Massimo Giannini parlerà di Autonomia Differenziata alla Scuola Beni Comuni

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Massimo Giannini a Ragusa

inaugura nuovo ciclo di incontri tematici per l’anno 2024-‘25

 

Il prossimo 9 novembre alle ore 17, presso la sede del Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, sarà avviato il nuovo ciclo – per la nuova stagione – con la presenza di Massimo Giannini, editorialista de “La Repubblica” e scrittore.
Parlerà di Autonomia differenziata colloquiando con il magistrato, Bruno Giordano, e il giornalista, capo redattore de “La Repubblica” di Palermo, Marco Patucchi.

Per l’occasione, l’evento sarà aperto al pubblico, non solo ai soci, che potrà conoscere, in anteprima, l’articolato e nutrito programma che la Scuola dei Beni Comuni intende realizzare in questo nuovo anno.
Verranno, inoltre, fornite tutte le informazioni per aderire alla stessa, in qualità di soci, e assicurarsi la possibilità di sentire dalla viva voce degli autorevoli ospiti, trattazioni di elevato interesse collettivo.

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Fervono i preparativi per il secondo anno formativo della Scuola dei Beni Comuni, non solo comunità fortemente coesa e in formazione permanente, ma anche crogiuolo di pensieri che si intersecano e che coinvolgono persone con il costante e quotidiano desiderio di costruire spazi di dialogo e di libertà, fondati, appunto, sui Beni Comuni.

Anche per l’anno 2024-‘25, la Scuola dei Beni Comuni si propone di promuovere un percorso collettivo di formazione costante, con il supporto di autorevoli docenti. Dopo la pausa estiva, riprende la programmazione degli incontri che hanno portato a Ragusa diverse personalità del mondo culturale, politico, sociale, toccando tematiche di ampio spettro, spesso anticipatarie di temi scottanti.

 

Giuseppe Nativo

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Cultura

La Sicilia è stata il primo avamposto dell’umanità nel Mediterraneo: la scoperta

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“Speriamo di ricostruire non solo i tempi dell’occupazione umana, ma anche l’ambiente in cui queste persone vivevano e come hanno negoziato con eventi naturali come terremoti, cambiamenti climatici e ambientali e forse anche eruzioni vulcaniche”

di Francesca Zavettieri da Meteoweb.eu

 

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Plos One, le prime comunità umane potrebbero aver raggiunto la Sicilia durante il Paleolitico superiore. L’ipotesi è frutto di un’analisi condotta dai ricercatori della Washington University di St. Louis, guidati da Ilaria Patania, che hanno esaminato 25 grotte sottomarine e ripari situati sotto le rocce. La maggior parte di queste cavità era stata identificata tra il 1870 e gli anni ’90. Il team ha anche eseguito indagini terrestri e subacquee in aree costiere precedentemente inesplorate, scoprendo tre nuovi siti contenenti sedimenti archeologici di potenziale rilevanza.

  

La prima colonizzazione in Sicilia

“Comprendere le tempistiche della prima colonizzazione in Sicilia – spiega Patania – fornisce dati chiave per il modello e la modalità della prima espansione dell’Homo sapiens nel Mediterraneo. La Sicilia è considerata da molti studiosi la prima isola della regione ad essere stata occupata in modo permanente dagli antenati umani, ma non esistono ancora molte informazioni sulle comunità che raggiunsero la zona“.

“Questa ricerca – aggiunge TR Kidder, collega di Patania e coautore dello studio – dimostra che per rivelare nuovi modelli è importante pensare fuori dagli schemi. Era stato dato per scontato che i siti sulla costa meridionale della Sicilia fossero troppo danneggiati per fornire informazioni utili, mentre i luoghi sottomarini hanno offerto un terreno completamente nuovo da studiare e ci permettono di riconsiderare le rotte migratorie dei primi antenati dell’uomo moderno“.

Gli esperti osservano che la Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo e che le sue acque erano ben note ai marinai del passato, i quali attribuivano un’aura di mitologia alle difficili condizioni di navigazione dello stretto. La ricercatrice principale, di origini siciliane, ha dichiarato di essere sempre stata interessata al modo in cui gli esseri umani hanno raggiunto gli ambienti marginali. “In queste aree – spiega – negli scenari positivi si vive in perfetta armonia con la natura, ma in caso di difficoltà possono verificarsi vere e proprie catastrofi“.

Risalire all’arrivo dell’uomo in Sicilia

Sebbene gli storici concordino sul fatto che gli esseri umani siano arrivati in Sicilia 16mila anni dopo l’ultimo massimo glaciale, molti hanno espresso dubbi, dato che si sa che gli esseri umani si sono dispersi via terra in Siberia circa 30 mila anni prima. Per verificare se questa discrepanza fosse rappresentativa dei movimenti umani, gli autori dello studio hanno analizzato vari siti nella Sicilia sud-orientale. Quando possibile, hanno anche considerato le testimonianze di pescatori e lavoratori locali, oltre che i responsabili degli scavi precedenti.

“Siamo ancora in una fase iniziale del progetto – osserva Patania – ma abbiamo già identificato e valutato oltre 40 siti di interesse, di cui 17 sono stati ricollocati con maggiore precisione rispetto alle analisi condotte finora”. Secondo i ricercatori, due dei nuovi siti analizzati potrebbero contenere tracce di occupazione umana del Paleolitico superiore, inclusi resti di fauna fossile. Ad esempio, la zona di Corruggi, nella punta più a sud dell’isola, potrebbe aver ospitato un ponte di terra che collegava la Sicilia a Malta. “Gli scavi hanno portato alla luce i denti di un asino selvatico e degli utensili di pietra – sottolinea Patania – analizzare i resti di questa struttura potrebbe darci un’idea dell’ultima tappa delle migrazioni umane“.

Infine, nella grotta chiamata Campolato, i ricercatori hanno scoperto prove di cambiamenti del livello del mare causati dall’ultima glaciazione e da un terremoto localizzato che è ancora in fase di studio. “Speriamo di ricostruire non solo i tempi dell’occupazione umana, ma anche l’ambiente in cui queste persone vivevano e come hanno negoziato con eventi naturali come terremoti, cambiamenti climatici e ambientali e forse anche eruzioni vulcaniche“, conclude Patania.

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