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IL calcio in lutto per Sinisa Mihajlovic: lo struggente comunicato della famiglia

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di Peppe Caridi di Meteoweb.eu
 

 
 
 
Sinisa Mihajlovic è morto nel primo pomeriggio di oggi. La famiglia Mihahjlovic ha diramato un comunicato nel quale annuncia la scomparsa del tecnico serbo, definendo la sua morte “ingiusta e prematura“. “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic“.

 
 
“Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti – prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic -. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato“.

Sinisa Mihajlovic, vita e prodezze di un uomo straordinario

L’uomo nato due volte ha vissuto mille vite senza mai girare le spalle al destino ma guardandolo sempre negli occhi, senza paura. Come faceva in campo, ha giocato fino all’ultimo, senza mai darsi per sconfitto, fedele al suo temperamento da combattente cresciuto nella Vukovar di Tito. “Mi sono rotto di piangere, non ho più lacrime. Ora mi godo ogni momento”, dichiarò nel novembre del 2019 Sinisa Mihajlovic quando, dopo aver annunciato quattro mesi prima di essere affetto da leucemia mieloide acuta, strappò sorrisi pieni di commozione ringraziando per l’affetto e la vicinanza dei tifosi del Bologna e dei suoi fan, impazienti di ritrovarlo sulla panchina dei rossoblù. L’ex centrocampista serbo esploso nelle file del Vojvodina e poi nella Stella Rossa prima di trovare un nuovo amore e una seconda patria in Italia prima alla Roma, poi alla Sampdoria, Lazio e Inter non si è mai sentito un eroe per quello che stava affrontando. “Sono un uomo, forte e con carattere, che non si arrende mai. Ma sempre un uomo, con tutte le sue fragilità”, confessò raccogliendo il pensiero traversale di tanti nelle sue stesse condizioni, alle prese con una malattia che spesso non dà scampo e a chi riesce a farcela lascia comunque minato il corpo e lo spirito.

Per oltre due anni e mezzo ha dato forza e coraggio a quanti come lui sono scesi in campo per sfidare una malattia che dopo averla domata lo scorso marzo è tornato a colpire il suo fisico dopo vari cicli di chemioterapia e un trapianto di midollo osseo donatogli da un ragazzo degli Stati Uniti, Paese che non amava dopo il bombardamento Nato della Serbia.Dotato di un sinistro potente e preciso, è ritenuto uno dei maggiori specialisti della sua generazione nell’esecuzione di calci piazzati, reputazione acquisita durante la sua militanza nelle fila della Stella Rossa, tanto che il suo tiro (spesso scagliato oltre i 150 chilometri orari) divenne oggetto di studio di alcuni ricercatori del dipartimento di fisica dell’Università di Belgrado. Soprannominato ‘Sergente’ per via del forte temperamento, aveva scritto nel destino diventasse allenatore pieno di pathos, per la decisione e la severità con cui sprona i propri giocatori a dare il meglio di sé stessi, oltre che per la tendenza a dare fiducia agli elementi più giovani della rosa. Iniziò la sua avventura da tecnico facendo il vice allenatore all’Inter guidata da Roberto Mancini, per poi approdare a Bologna, Catania, Fiorentina, diventare ct della Serbia (mancando la qualificazione ai Mondiali del 2014) per poi tornare in Italia, alla guida di Milan e Torino.

Dopo una parentesi allo Sporting Lisbona durata lo spazio di appena nove giorni (sollevato dall’incarico dal nuovo presidente), si era accasato nel 2019 nuovamente sulla panchina del Bologna in sostituzione dell’esonerato Filippo Inzaghi. In carriera ha conquistato una Coppa dei Campioni nel 1990-91 con la Stella Rossa, una Coppa delle Coppe e una Coppa Uefa con la Lazio (nel 1998 e nel 1999), tre campionati jugoslavi (uno con il Vojvodina e due con la Stella Rossa), due scudetti con Lazio (1999-2000) e Inter (2005-2006), quattro Coppe Italia (due in biancoceleste e due in nerazzurro) e tre Supercoppa italiana. Guascone e spesso irriverente (“Con Mourinho non posso parlare di calcio perché non ha mai giocato e non può capire”), amava ricordare la sua Serbia, prima bombardata e poi abbandonata. Miha non era veloce ma, come gli riconoscevano i suoi avversari, sapeva sempre dove finiva la palla. E forse nonostante la sua grinta e il suo sorriso, la sua forza e le sue battute sagaci che facevano sempre la felicità dei titolisti, era consapevole di quale fosse il suo destino. “La leucemia? Spero dopo questa esperienza di uscire come uomo migliore. Nella vita precedente, la pazienza non era il mio forte ma la pazienza in questi casi la devi avere per forza”, ammise senza pietismi. Con la sua ‘partita’ ha reso più forti tutti coloro che lo hanno amato.

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Pantelleria, Massimo Gorgone nel toccante ricordo dell’ex vice comandante di GdiF Alberto Di Nino

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Riceviamo un toccante pensiero dell’ex vicecomandante della Guardia di Finanza di Pantelleria, Alberto di Nino dedicato al suo amico Massimo Gorgone, prematuramente scomparso qualche giorno fa e di cui domenica si sono celebrati i funerali.

Spett.le redazione
ho prestato servizio presso la GdiF di Pantelleria per 48 mesi (2017-2021) gli ultimi 30 dei quali con la carica di vice comandante.

Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare fin da subito Massimo Gorgone; sono stato suo ospite in innumerevoli occasioni, anche dopo il trasferimento dall’isola, stringendo un fraterno rapporto con lui, Laura e le loro splendide figlie che mi facevano dimenticare la mia numerosa prole lasciata a Trieste.

Quando il suo “corpo era ancora caldo” sono stato tempestato di telefonate che mi avvertivano del malore che l’aveva stroncato.

Come se la famiglia Gorgone non fosse già stata pesantemente colpita dalla scomparsa di suo fratello Aurelio, da tutta l’isola conosciuto, scrivo questa comunicazione per  dare un saluto pubblico a Massimo e  lasciare un nostro ricordo fotografico (scattato il 18.07.2019, il mio compleanno).
Su Massimo e Famiglia avrei da raccontare 4 anni… ma pur se utilizzassi le più belle frasi, non tornerebbe tra i suoi affetti.

Un abbraccio a tutta l’isola ed in particolare a Laura, Giulia e Claudia di cui oggi ricorre l’11°, tristissimo, compleanno.

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Lutto nel mondo della TV italiana: è morto Maurizio Costanzo

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E’ morto poco fa nella sua città natale, Roma, Maurizio Costanzo.

All’età di 84 anni, l’istrionico giornalista, conduttore tv, autore di spettacoli e di canzoni, sceneggiatore e qualche volta anche attore in sit-com, per Canale 5, chiude il suo ultimo sipario.

Così il suo ufficio stampa ne dà notizia
 
Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). Ha raggiunto la grande popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk-show Bontà loro. Ma il suo nome è legato anche al Maurizio Costanzo show, in onda dal 1982 su Mediaset. Tra i suoi programmi più noti, anche Buona domenica. Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collab. con G. Dotto), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l’Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022). Dal 1995 è sposato con Maria De Filippi. 

I messaggi di cordoglio dalla politica allo spettacolo

“Ci lascia Maurizio Costanzo: icona del giornalismo e della tv, che ha saputo raccontare anni difficili con coraggio e professionalità. Grazie per aver portato nelle case degli italiani cultura, simpatia e gentilezza. Un pensiero a sua moglie Maria e ai suoi cari. Buon viaggio”. Lo scrive su Twitter la premier Giorgia Meloni.

“E’ terribile, è morto nostro padre, mio padre, tuo padre, l’inventore della nostra tv, quella con tanti ospiti, quella con diverse voci”. Così lo storico dell’arte e sottosegretario Vittorio Sgarbi che ha appreso della notizia della morte di Maurizio Costanzo mentre era collegato con La7 a L’Aria Che Tira. – Riporta ANSA

Poi ancora.

“Ho sempre pensato che questo giorno non sarebbe arrivato mai. Per la persona che sei, la cultura che hai sempre elargito e la tua sagace ironia, questo paese perde TANTISSIMO. Abbraccio infinitamente Maria, Gabriele, Camilla e Saverio. Eri Vita. Buon viaggio”. Così in un tweet il ricordo di Simona Ventura.

“È un grande dolore. Ci conoscevamo da sempre, gli volevo bene. Ciao, Maurizio”. Gianni Morandi

In copertina immagine da facebook

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Pantelleria, Nonna Francesca Sana festeggia 100 anni: bella, ilare e felice

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Oggi abbiamo festeggiato i 100 anni della Signora FRANCESCA SANA.

Sorridente, gioviale e molto contenta delle attenzioni ricevute, la Signora Francesca festeggia oggi un secolo di vita in ottima forma e con i suoi parenti che la coccolano.
A portare auguri, fiori e torta da parte dell’Amministrazione Comunale e dei dipendenti dell’Ente, stamattina, sono andati gli Assessori Leonardo Ferreri, Angelo Parisi e Francesca Marrucci e la Vice Presidente del Consiglio Comunale, Sabina Esposito, che da bambina giocava proprio a casa della signora.

La Signora Francesca è una delle pochissime centenarie ancora sull’isola, anzi, l’Amministrazione Comunale invita i parenti di altri panteschi che hanno raggiunto il ragguardevole traguardo, a contattare l’Amministrazione Comunale per festeggiarli insieme.

La Signora Francesca è testimone vivente degli ultimi 100 anni dell’isola e della sua comunità e un pezzo di Storia pantesca.
Un augurio sincero e di cuore alla dolcissima Francesca e la comunità pantesca tutta si unisce ai festeggiamenti in suo onore.

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