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Cultura

Comune Favignana in convenzione con Unipa: raccolta toponomastica non cartografata Isole Minori

Matteo Ferrandes

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I luoghi parlano.
I loro nomi, significativi e non casuali, raccontano storie di popolazioni, identitร  culturali e sociali. Un patrimonio che va tutelato e salvaguardato. Il Comune di Favignana ha sottoscritto una convenzione con lโ€™Universitร  di Palermo e il Centro di studi filologici e linguistici siciliani per lโ€™avvio di un’importante ricerca.

Il progetto, che coinvolge tutte le comunitร  delle isole minori e degli arcipelaghi della Sicilia, mira a raccogliere toponomi tradizionali delle contrade, della costa, delle porzioni di mare, ovvero quel repertorio microtoponomastico isolano non cartografato nelle carte ufficiali che vive soltanto nelle pratiche di denominazione e nellโ€™oralitร  degli abitanti del luogo, gli anziani, i pastori, i contadini ma, soprattutto, i pescatori locali.

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Cultura

Cucina italiana patrimonio Unesco. Il contributo di Pantelleria

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Lo zibibbo di Pantelleria contribuisce al prima dell’Italia nei patrimoni dell’agroalimentare

La notizia con titoloni la apprendiamo da SkyTg24 che spiega come si sia arrivati all’approvazione della candidatura all’unanimitร , “riconoscendo il valore culturale e comunitario delle tradizioni culinarie italiane“.

Cosรฌ l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite annovera ufficialmente la cucina italiana nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanitร , “riconoscendone il ruolo sociale, culturale ed identitario” .

L’aspetto sociale della cucina italiana
Della cucina italiana รจ stato soprattutto valorizzata la pratica quotidiana, molto radicata, dellaย  sulla condivisione del cibo, sulla trasmissione dei saperi gastronomici e sul rispetto degli ingredienti, punti cardini per l’Unesco nel senso di comunitร  e condivisione
Infatti, la cura che gli italiani mettono nella cucina, dalla scelta dei prodotti, alla preparazione degli alimenti, all’apparecchiare la tavola per condividere cibo, conversazioni, rappresenta un modo no solo di trasmettere la memoria di un paese, ma anche la relazione tra le persone.

Il dossier di Pier Luigi Petrilloย 
Il dossier, studiato a New Delhi e redatto da Pier Luigi Petrillo, pone l’accento sugli “sforzi compiuti dalle comunitร  italiane negli ultimi sessant’anni, con il contributo di istituzioni e realtร  culturali attive nella tutela e nella divulgazione delle tradizioni gastronomiche. Tra queste, l’Unesco cita la rivista La Cucina Italiana, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi, considerate testimonianze dell’impegno nel preservare e trasmettere saperi, tecniche e valori legati al cibo“. Il lavoro congiunto di questi organismi ha consentito di mettere in evidenza il carattere partecipativo e diffuso delle pratiche culinarie nazionali, offrendo una visione articolata del patrimonio immateriale associato alla cucina.

L’Italia prima nei patrimoni legati all’agroalimentare
ย Questo riconoscimento all’Italia consolida un record nell’agroalimentare a livello internazionale. “Su ventuno tradizioni riconosciute dall’Unesco, nove riguardano infatti pratiche collegate al cibo e alla cultura agricola. Oltre alla cucina italiana, figurano l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la transumanza, la costruzione dei muretti a secco, la coltivazione ad alberello dello zibibbo di Pantelleria, la dieta mediterranea, la cerca e cava del tartufo, i sistemi irrigui tradizionali e l’allevamento dei cavalli lipizzani. Questo insieme di riconoscimenti sottolinea la continuitร  tra storia agricola, tradizioni locali e innovazione, elementi che rappresentano un tratto distintivo del patrimonio culturale del Paese e contribuiscono alla sua valorizzazione a livello internazionale“.

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Cultura

La Ruota nella Terra di San Paolo: un trovatello a Solarino nel 1820

Laura Liistro

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Nel pomeriggio del 24 luglio 1820, alle ore sedici, nella piccola comunitร  di San Paolo Solarino, allora ancora feudo dei Requesens e lontana dallโ€™essere il Comune autonomo che diventerร  solo decenni piรน tardi, veniva registrato un episodio che, pur nella sua drammatica ordinarietร , ci restituisce un vivido spaccato della societร  siciliana nel pieno dellโ€™epoca borbonica.

Il ritrovamento nella notte

Estratto documento pagina 1 in cui si descrive il ritrovamento

Secondo quanto riportato negli atti civili dal don Giuseppe Miano, Eletto di Polizia e Ufficiale dello Stato Civile, nella notte tra il 23 e il 24 luglio, alle ore due, la campanella posta accanto alla ruota dellโ€™Annunziata, presso la Casa dei Proietti in una strada del borgo al n. 29, squillรฒ nel silenzio della notte.
Quel suono, breve e discreto, era tutto ciรฒ che restava del gesto anonimo di chi, nellโ€™oscuritร , aveva deposto un neonato, incapace โ€” o impossibilitato โ€” di occuparsene.
La prima a intervenire fu Maria Sbrinsi, quarantโ€™anni, impiegata nella Casa dei Proietti, che insieme al โ€œParrucuโ€ Don Antonino De Benedittis, figura religiosa e assistenziale di riferimento, trovรฒ il bambino โ€œinvoluto in alcuni pannoliniโ€, ma โ€œsenza alcun segno apparente sul corpoโ€.
Nessuna medaglietta, nessun nastro diviso in due, nessun biglietto: nessun indizio di una possibile futura rivendicazione materna.
Un trovatello anonimo, consegnato al destino.
Come prevedeva la consuetudine โ€” e la paura di una mortalitร  infantile altissima โ€” il neonato fu battezzato lo stesso giorno da Don Antonino De Benedittis, che gli diede il nome di Concetto.
Un nuovo nome per una nuova vita, almeno nelle intenzioni delle istituzioni assistenziali dellโ€™epoca.

Solarino nel 1820: una ruota che gira tra povertร  e fede

Nel 1820 Solarino era ancora Terra di San Paolo, parte del feudo dei Requesens: un piccolo centro rurale, dipendente ecclesiasticamente e amministrativamente da Siracusa, lontano dalle trasformazioni che investivano i grandi centri dellโ€™isola e, soprattutto, distante dai moti rivoluzionari che proprio in quellโ€™anno scuotevano il Regno delle Due Sicilie.
La Casa dei Proietti dellโ€™Annunziata costituiva uno dei rari presidi di assistenza per i neonati abbandonati, inserita nella piรน ampia rete di istituzioni caritative siciliane sviluppatesi tra XVI e XVIII secolo.
La ruota, dispositivo semplice ma cruciale, garantiva lโ€™anonimato a chi non poteva rivelare la propria identitร  e offriva ai bambini una possibilitร  di sopravvivenza altrimenti negata.
Una volta registrato, il piccolo Concetto veniva affidato โ€” come stabiliva la normativa borbonica โ€” a una nutrice, pagata con una mesata in tarรฌ, incaricata di allattarlo e crescerlo fino ai cinque anni. Solarino, non essendo ancora Comune, dipendeva per questi oneri dallโ€™amministrazione superiore, mentre il tessuto sociale locale contribuiva spesso in modo informale allโ€™accudimento dei bambini.
Trascorsa la prima infanzia, come molti altri proietti maschi, Concetto sarebbe stato avviato al lavoro presso artigiani o contadini, in un percorso che univa assistenza, controllo sociale e necessitร  economiche.

Una memoria che riaffiora

Estratto documento Nota Lato pagina in cui si dichiara battezzato il โ€œtrovatello โ€œ con il nome Concetto

Lโ€™atto del 24 luglio 1820 รจ molto piรน di una semplice registrazione amministrativa.
รˆ una finestra su un mondo in cui fede, povertร , solidarietร  e norme borboniche si intrecciavano nella gestione dei piรน fragili.
Il pianto del neonato Concetto โ€” raccolto dalla ruota dellโ€™Annunziata nella notte dei moti siciliani โ€” รจ una delle tante voci che emergono dalla storia silenziosa della Terra di San Paolo.
Un episodio minore solo in apparenza: un frammento prezioso del vissuto collettivo, che ricorda quanto profonde siano le radici della cura, dellโ€™abbandono e della misericordia nella comunitร  solarinese.
Rileggendo oggi quellโ€™episodio, emerge quanto certe problematiche sociali, pur mutate nelle forme, restino purtroppo attuali.
Lโ€™abbandono dei neonati, allora affidato a una ruota discreta e protetta, oggi si manifesta in contesti drammatici e pericolosi: nei cassonetti, nei campi o in luoghi isolati, con rischi spesso mortali. La memoria di Concetto e della Casa dei Proietti ci ricorda che la soluzione non puรฒ essere solo lโ€™atto di pietร , ma la costruzione di sistemi di protezione chiari, accessibili e sicuri, capaci di garantire dignitร  e vita ai piรน fragili.
Se la societร  odierna riuscisse a ripensare la cura dellโ€™infanzia con la stessa attenzione, ma con strumenti moderni e coordinati โ€” educazione, sostegno economico, punti di accoglienza sicuri โ€” molte tragedie potrebbero essere prevenute.
In questo senso, la ruota dellโ€™Annunziata non รจ solo un reperto del passato, ma un monito: la civiltร  si misura dalla capacitร  di proteggere chi non ha voce, ieri come oggi.

ย Laura Liistro

Fonte storica
Questa ricostruzione รจ tratta da un documento originale conservato presso lโ€™Archivio Storico di Siracusa
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Cultura

Pantelleria, Ministero di Accolitato a Franco Palumbo e Giuseppe Crimi: 21 dicembre con il Vescovo

Direttore

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In Chiesa Matrice Ss Salvatore, domenica 21 dicembre sarรฒ una giornata particolare per la comunitร  strettamente religiosa di Pantelleria.ย 
Se, infatti, da una parte avremo l’anniversario dell’arrivo sull’isola delle Suore delle Poverelle, dall’atro durante la stessa celebrazione Eucaristica di ringraziamento delle ore 11:00, il nostro Vescovo Angelo Giurdanella conferirร  il Ministero dellโ€™Accolitato a Franco Palumbo e Giuseppe Crimi.

Per saperne di piรน:ย Suore delle Poverelle, 80 anni di professione a Pantelleria. Messa con il Vescovo Giurdanella

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