Cultura
๐๐๐ญ๐ซ๐ข๐ฆ๐จ๐ง๐ข ๐ฏ๐ข๐ฏ๐ข ๐ข๐ง ๐๐ข๐๐ฅ๐จ๐ ๐จ: ๐ ๐๐๐ง๐ญ๐๐ฅ๐ฅ๐๐ซ๐ข๐ ๐ฅ’๐จ๐ฉ๐๐ซ๐ ๐๐๐ข ๐ฉ๐ฎ๐ฉ๐ข ๐ฌ๐ข๐๐ข๐ฅ๐ข๐๐ง๐ข
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ย
LโAssociazione per la conservazione delle tradizioni popolari – ETS /
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, in
collaborazione con il Parco Nazionale Isola di Pantelleria e il Comune
di Pantelleria, organizza โ๐๐ง๐ญ๐๐ซ(๐)๐๐๐ญ๐ข๐จ๐ง.
๐๐๐ญ๐ซ๐ข๐ฆ๐จ๐ง๐ข ๐ฏ๐ข๐ฏ๐ข ๐ข๐ง ๐๐ข๐๐ฅ๐จ๐ ๐จโ una serie di
appuntamenti di scambio tra i tre Elementi siciliani iscritti nella
Lista Patrimonio Immateriale UNESCO.
ย ๐๐๐ซ๐ญ๐๐๐ขฬ ๐๐ ๐จ๐ญ๐ญ๐จ๐๐ซ๐ ๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐จ๐ซ๐ ๐๐.๐๐
๐ฉ๐ซ๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ฅโ๐จ๐ซ๐๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐จ “๐๐ฎ๐ง๐ญ๐จ๐ฅ๐ฎ๐๐” ๐๐จ๐ง ๐๐จ๐ฌ๐๐จ
– ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐๐๐๐ซ๐ ๐๐๐ฅ ๐๐๐ง๐ญ๐ข๐ฌ๐ฌ๐ข๐ฆ๐จ
๐๐๐ฅ๐ฏ๐๐ญ๐จ๐ซ๐, avrร luogo lโ๐ข๐ง๐๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐จ ๐ฉ๐ฎ๐๐๐ฅ๐ข๐๐จ su:
Opera dei pupi, Arte della costruzione dei muretti a secco e pratica
agricola della vite ad alberello di Pantelleria. A seguire, (ore 19) la
Compagnia Brigliadoro metterร in scena lo ๐ฌ๐ฉ๐๐ญ๐ญ๐๐๐จ๐ฅ๐จ: โDuello
di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelicaโ.
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo piรน presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in unโacqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. Lโamore di sempre: โti voglio bene, โun cuore soloโ, โti amerรฒ per sempreโ precedute da un nome femminile e tante altre scritte, ereditร amorose di generazioni di giovani panteschi. Una perรฒ faceva a pugni con tutte le altre, โMariuccia buttanaโ. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo cosรฌ ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciรฒ a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. โIl veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente lโinvisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto โi varca, avevamo da diverse ore passatu lโisola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma โogni marinaio sa che โCu ventu e cu mari nun si fa cuntrattuโ (Col vento e col mare non si fa contratto). Cosรฌ allโimprovviso il cielo cambiรฒ.
Una linea nera si stese sullโorizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono lโun lโaltro muti e attoniti. Il capitano Vito salรฌ sul ponte e scrutรฒ quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sullโacqua.
Il nostromo Turi colse lโansia e il timore degli altri uomini dellโequipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perchรฉ la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perchรฉ egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprรฌ il baule sotto il timone e ne trasse un coltello dโossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso โMantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghiaโ.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrรฒ dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciรฒ con il coltello dโossidiana una grande croce nellโaria e recitรฒ a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtรน di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levรฒ dal mare. La vorticosa colonna dโacqua si dissolse e il cielo si aprรฌ allโazzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornรฒ al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: โAdesso a casaโ. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve allโorizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrรฒ in velocitร nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dellโisola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perchรฉ non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farloโ.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girรฒ le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse lโarrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

Cultura
Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi
Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerร studenti, artigiani, istituzioni e comunitร del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrร presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrร il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrร rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Cittร del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunitร mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra cittร per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra cittร siciliana come Sciacca, ma anche di altre cittร d’Italia โ Torre del Greco e Alghero โ e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle cittร del corallo. L’obiettivo รจ avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinchรฉ questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente”ย – cosรฌ affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alรญ, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrร un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” รจ un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.
Cultura
Solarino: lโincendio del 1944, la memoria perduta e i documenti spariti
Nel dicembre del 1944, un incendio devastรฒ il Municipio di Solarino, distruggendo gran parte degli archivi storici della cittร e cancellando documenti fondamentali, tra cui gli atti comunali della fondazione. Quellโevento segnรฒ una ferita indelebile nella memoria collettiva della comunitร , lasciando un vuoto che ancora oggi non รจ stato colmato. Se alcuni documenti furono salvati dallโincendio, oggi non esistono tracce ufficiali nellโArchivio Storico Centrale. Tutto lascia intendere che siano finiti in collezioni private non autorizzate, sottratti alla fruizione pubblica e alla stessa cittadinanza.
Una situazione inaccettabile, che trasforma un bene pubblico in patrimonio di pochi, privando Solarino della propria storia e compromettendo la possibilitร di ricostruire dati amministrativi, catastali e sociali fondamentali. Le modalitร con cui lโincendio e la gestione dellโevento furono affrontate sollevano interrogativi inquietanti. Lโinerzia delle autoritร comunali dellโepoca e la rapiditร con cui i documenti andarono perduti alimentano il sospetto che dietro alla distruzione ci sia stata piรน negligenza che casualitร , se non vere responsabilitร organizzate. Oggi, decenni dopo, quella negligenza si traduce in un fenomeno diffuso: molti privati detengono ancora materiali che dovrebbero appartenere al patrimonio pubblico. Il quadro attuale impone unโazione immediata e risoluta.

Chiunque possieda documenti ufficiali di Solarino ha il dovere legale e morale di restituirli allโArchivio Storico comunale, dove possano essere catalogati, conservati e resi accessibili a studiosi, cittadini e scuole. La mancata restituzione non รจ solo un danno culturale: รจ una violazione della legge e dei principi fondamentali di trasparenza e pubblicitร del patrimonio pubblico.
Solarino rischia di perdere per sempre pezzi irripetibili della propria storia se non si interviene con determinazione.
LโArchivio Storico deve essere messo in sicurezza, dotato di spazi idonei, personale qualificato e strumenti digitali per garantire la consultazione pubblica. Ogni documento recuperato dalle collezioni private deve tornare alla comunitร : รจ lโunico modo per trasformare la memoria perduta in patrimonio condiviso e impedire che la storia venga decisa da pochi privilegiati. Lโincendio del 1944 resta un monito: la memoria di Solarino non puรฒ essere cancellata dallโinerzia, dallโincuria o dallโinteresse privato.
La cittร ha il diritto di conoscere la propria storia, e chi detiene documenti pubblici senza autorizzazione deve restituirli senza indugio. ร una questione di giustizia storica, civile e amministrativa: il tempo della tolleranza รจ finito.
Laura Liistro
Le immagini sono tratte dall’archivio del Comune di Solarino
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