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Economia

Unioncamere, aumentano imprese e addetti in Sicilia

Redazione

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Sicilia: il sistema imprenditoriale si assesta dopo la grande crisi
pandemica.
  Nel 2023 aumentano le imprese solo nei settori innovativi e delle
costruzioni
mentre hanno più addetti agricoltura, commercio e turismo, crollo nelle
costruzioni.
Cresce l’import e cala l’export.
Fallimenti: diminuiscono gli stati di crisi, composizioni negoziate a
quota 48

Palermo, 24 gennaio 2024 – Migliora nel 2023 il quadro del sistema
imprenditoriale siciliano, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio
economico di Unioncamere Sicilia a confronto con il 2022. “I dati –
spiega Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – mostrano un
assestamento dopo la crisi pandemica, con un aumento evidente di imprese
solo nei settori innovativi che, però, riducono il personale, mentre in
altri settori, a fronte di una maggiore chiusura di aziende, si rafforza
il ricorso a nuova occupazione, e questo accade soprattutto in
agricoltura, commercio e turismo, settori fortemente sostenuti e
incentivati dalle politiche dei governi nazionale e regionale. Invece le
costruzioni, a seguito del blocco del ‘Superbonus 110%’, hanno
rinunciato ad una forte quota di manodopera. Questo – secondo Pace –
significa che il tessuto imprenditoriale siciliano sta imboccando
concretamente la strada verso la sostenibilità economica della
transizione”.
Nel 2023 il numero di imprese in Sicilia è cresciuto di 2.488 unità
(saldo fra 20.571 nuove iscrizioni e 18.083 cessazioni, +0,52%), con
Catania in testa (+875), seguita da Palermo (+836) e Ragusa (+411),
ultima Enna, unica in negativo, a -24. Ma gli unici settori a registrare
un saldo positivo sono quelli delle imprese innovative non classificate
(+8.367), e delle costruzioni (+28, che però viene dal +327 del 2022
“drogato” dal Superbonus), che compensano il calo di imprese di tutti
gli altri settori, con segni più evidenti di cessazioni di imprese in
agricoltura (-1.291), industria (-620), commercio (-2.755) e alloggi e
ristorazione (-641).
Aumentano, invece, di 12.678 unità – e in quasi tutti i settori . gli
addetti (da 1.175.579 a 1.188.257); in particolare, agricoltura
(+1.520), commercio (+4.185) e turismo nel suo complesso (+7.577),
mentre perdono occupati l’industria (-254) e le imprese innovative
(-2.270) e crollano le costruzioni (-3.547).
Sul fronte della bilancia commerciale della Sicilia, a dati provvisori,
nello scorso anno il saldo è negativo per circa 343 milioni di euro.
Infatti. le attività economiche siciliane hanno importato più merci per
un valore di 5 miliardi e 645 milioni (+260 milioni), ma hanno venduto
di meno all’estero, pari a 3 miliardi e 644 milioni (-603 milioni).
Quanto all’export, rilevanti aumenti si sono registrati nelle province
di Trapani (112 milioni contro 75,5 del 2022), Palermo (93 milioni
contro 73), Agrigento (81,9 milioni contro 55,1), Enna (8.6 milioni
contro 3,8), Catania (598 milioni contro 526). Si conferma il già
rilevato crollo delle esportazioni a causa della minore vendita
all’estero di prodotti petroliferi raffinati: in provincia di Siracusa
(da 3 miliardi e 7 milioni del 2022 a 2 miliardi e 301 milioni dello
scorso anno) e in quella di Messina (da 343 milioni a 317).
Caltanissetta, con la raffineria di Gela, scende da 39,5 a 32,9 milioni,
e Ragusa, con gli impianti legati al petrolifero, passa da 123 a 98,6
milioni.
“Un dato molto confortante – analizza Santa Vaccaro, segretario generale
di Unioncamere Sicilia – viene dal numero di imprese finite in stato di
crisi, che complessivamente nel 2023 sono state 82.107 a fronte di
86.272 del 2022. Delle procedure che si sono aperte nel 2023 –
sottolinea Vaccaro – quelle in scioglimento o liquidazione sono 21.265,
cioè 4.599 in meno rispetto all’anno precedente. E grande interesse sta
riscuotendo la nuova procedura di composizione negoziata della crisi per
evitare il fallimento, che nel 2023 ha visto 44 istanze di attivazione
presso le speciali commissioni delle Camere di commercio e già altre 4
nei primi quindici giorni del 2024, per un totale di 48, con la Sicilia
al nono posto nella classifica nazionale”.

Ufficio stampa: Michele Guccione 348/2668034

Economia

Porto di Trapani: richiesta urgente di un Consiglio comunale straordinario e aperto

Direttore

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Alla luce della crescente preoccupazione per il futuro del porto di Trapani – i cui lavori di dragaggio risultano ancora fermi per motivi legati a vicende giudiziarie – e prendendo spunto dall’articolo pubblicato oggi sul Giornale di Sicilia, relativo alla lettera del sindaco Giacomo Tranchida indirizzata alla Commissaria straordinaria dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, avv. Annalisa Tardino, nella quale si annuncia un imminente incontro con gli operatori portuali, esprimiamo soddisfazione per questa iniziativa. Allo stesso tempo, tuttavia, riteniamo indispensabile e non più rinviabile la convocazione di un Consiglio comunale straordinario e aperto, interamente dedicato alla situazione dello scalo trapanese, con particolare attenzione al tema del pescaggio e allo stato dei lavori di dragaggio.

Il porto di Trapani, anche in termini di fatturato e di occupazione, rappresenta la più grande industria di tutta la Sicilia occidentale e, proprio per queste ragioni, non può essere considerato soltanto un’infrastruttura destinata agli operatori portuali, ai lavoratori, ai tecnici o ai marittimi che vi operano quotidianamente. Il porto riguarda l’intera comunità trapanese, la città nella sua interezza, la sua anima, la sua storia e il suo futuro.

Già lunedì scorso il dott. Filippo Amodeo, delegato di Sicindustria Trapani, aveva formalizzato la richiesta di convocazione del Consiglio comunale e, in precedenza, sia il Presidente del Consiglio comunale sia il Sindaco avevano condiviso la necessità di affrontare pubblicamente questa tematica cruciale.

Il porto costituisce la principale “industria” della città di Trapani e, grazie all’indotto e alle attività produttive collegate, rappresenta una risorsa strategica per l’intera Sicilia occidentale. Tuttavia, è sotto gli occhi di tutti come, sul fronte degli investimenti, Trapani non abbia ricevuto la stessa attenzione e lo stesso impegno riservati ad altri scali, come quello di Palermo. Ancora più grave è la situazione attuale, segnata dal blocco dei lavori di dragaggio e delle opere connesse, una condizione ormai insostenibile e non più procrastinabile.

Per queste ragioni chiediamo con forza la convocazione di un Consiglio comunale straordinario e aperto, che coinvolga istituzioni, operatori del settore, associazioni di categoria, cittadini e rappresentanti dell’Autorità portuale. Il porto non è solo una questione tecnica o settoriale: è una questione di interesse collettivo, che riguarda la città nella sua dimensione economica, sociale e identitaria.

Oggi più che mai è necessario un confronto pubblico, trasparente e costruttivo per affrontare il tema del pescaggio e le sue profonde implicazioni economiche. I milioni di euro già investiti non possono tradursi in un porto fermo a un pescaggio di appena otto metri. È urgente definire un cronoprogramma chiaro, pubblico e verificabile, che consenta agli imprenditori di pianificare, agli armatori di investire e alle istituzioni di monitorare l’effettivo avanzamento degli interventi.

In assenza di certezze, il rischio concreto è quello di vanificare gli sforzi compiuti fino a oggi. Se necessario, si intervenga anche a livello governativo per sbloccare le autorizzazioni e superare le lentezze burocratiche che continuano a rallentare un’opera strategica per il futuro del nostro territorio.

Siamo convinti che, per il suo valore economico, strategico e sociale, il porto rappresenti oggi il tema politico più serio e urgente per la città di Trapani. Per questo motivo chiediamo che il Consiglio comunale straordinario venga convocato con la massima urgenza, a tutela degli interessi della città e a sostegno delle future attività dell’Autorità di Sistema Portuale.

Gaspare Panfalone
Delegato provinciale ASAMAR Sicilia

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Economia

Borghi marinari, un milione di euro per interventi di recupero e valorizzazione

Marilu Giacalone

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Contributi a fondo perduto per interventi di restauro e riqualificazione di edifici, porti, spazi pubblici e altre aree legate alla pesca

È questo l’obiettivo dell’avviso da un milione di euro pubblicato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea.

«Questa iniziativa – dichiara l’assessore Luca Sammartino – rappresenta un’opportunità importante per stimolare lo sviluppo sostenibile delle piccole comunità costiere siciliane. L’obiettivo è quello di preservare e valorizzare il patrimonio storico e culturale legato ai borghi marinari della Sicilia, rafforzando la loro identità e promuovendo un turismo sostenibile. Gli interventi proposti dovranno contribuire alla creazione di percorsi culturali, strutture turistiche, musei, aree espositive e spazi di fruizione dedicati sia alla pesca che alle tradizioni artigianali locali: una grande occasione per la nostra Isola».

Ogni progetto può ricevere un contributo massimo di 250 mila euro, che coprirà fino al cento per cento dei costi, permettendo così di mettere in atto iniziative di grande valore per la conservazione e la promozione dei borghi marinari. Possono presentare la propria candidatura Comuni, enti pubblici, Gal della pesca, associazioni culturali e soggetti privati senza scopo di lucro che sono già attivi nel settore e che possiedono beni riconosciuti nel Registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari (Reimar).

La partecipazione è aperta anche in forma associata, favorendo così la collaborazione tra enti pubblici e privati per interventi di maggiore impatto. Le proposte dovranno essere presentate entro il 3 novembre prossimo. Le richieste vanno inviate tramite Pec all’indirizzo dipartimento.pesca@certmail.regione.sicilia.it.
Per maggiori dettagli è possibile consultare l’avviso a questo link.

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Economia

“Non si dice più fallito”: dalla Legge “Salvasuicidi” ad oggi. Domani Incontro nazionale a Mazara del Vallo

Redazione

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Sabato 11 ottobre, al CineTeatro Rivoli, la II edizione del convegno “Il ruolo del Codice della Crisi nel rilancio dell’economia italiana”
Per la seconda volta Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, si trasformerà in un luogo di confronto tra alti rappresentanti del mondo delle istituzioni, magistrati, avvocati, professionisti e accademici per affrontare un tema cruciale per la sopravvivenza delle aziende e per la vita degli stessi imprenditori che, grazie alle nuove normative, conosciute con il termine giornalistico di “Legge salvasuicidi”, non devono più subire il peso di sentirsi chiamare “falliti”. Sabato 11 ottobre, dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30, il CineTeatro Rivoli accoglierà la II edizione del convegno “Il ruolo del Codice della Crisi nel rilancio dell’economia italiana”, un evento fortemente voluto e organizzato dall’avvocato Antonio Giulio Alagna e dal dottor Salvatore Castiglione e moderato dalla giornalista Licia Raimondi.

Accreditato per il rilascio di crediti formativi presso gli ordini professionali degli avvocati di Marsala, dei consulenti del lavoro di Trapani e dei commercialisti ed esperti contabili di Marsala e Trapani, l’evento si avvale della partecipazione della confederazione datoriale FederTerziario, della collaborazione de Il Sole 24 Ore come media partner ed è patrocinato dall’assessorato regionale siciliano alle Attività Produttive. Info e contatti: 0923 1893837.

Il commento dell’assessore Edy Tamajo

«Il Codice della Crisi – ha commentato l’assessore Edy Tamajo – è uno strumento strategico per sostenere e rilanciare le imprese. Presso l’assessorato è attiva una commissione per il contrasto alla crisi d’impresa, che presiedo, e che vede insieme ordini professionali, Inps, Abi, Agenzia delle Entrate e altri soggetti qualificati. Lavoriamo su temi come la composizione negoziata, studi e proposte concrete a supporto del tessuto produttivo. Il convegno di Mazara dimostra quanto sia importante il dialogo tra istituzioni e professionisti per rafforzare la competitività della nostra economia».

I relatori “Il ruolo del Codice della Crisi nel rilancio dell’economia italiana”

Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali del presidente del Tribunale di Marsala, Alfonso Malato, dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo, del presidente del Libero Consorzio di Trapani e sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, insieme a figure di rilievo come Eraldo Minella, direttore generale Servizi professionali e formazione Il Sole 24 Ore, l’avvocato Emanuela D’Aversa di FederTerziario, l’avvocato Giuseppe Spada, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Marsala, Salvatore Miceli, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Trapani, e Ignazio Urso, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Marsala.

La prospettiva giuridica sarà affidata, tra gli altri, proprio all’avvocato Antonio Giulio Alagna, al procuratore della Repubblica di Gela, Salvatore Vella, al presidente della sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, Enzo Agate, a Francesco Paolo Pizzo, coordinatore della sezione civile del Tribunale di Marsala e all’avvocato Salvatore Russo, presidente della commissione per la Composizione negoziata della crisi della Regione Campania. Spiccano inoltre i contributi di figure come il vice segretario generale di Unioncamere, Sandro Pettinato, di Giannicola Rocca, gestore della crisi d’impresa e di Roberto Eduardo, presidente degli organismi di Composizione Crisi Sovraindebitamento – Rete Italia Presidium Debitores.

Il convegno accoglierà anche il contributo di autorevoli accademici ed esperti di livello nazionale: il professore Giulio Andreani dello studio legale Gianni & Origoni – Il Sole 24 Ore, il professore Alessandro Danovi dell’Università di Bergamo e Bocconi, commissario straordinario del gruppo Ilva, il professore Gianpaolo Basile dell’Universitas Mercatorum e La Sapienza, già advisor presso la commissione Regi del Parlamento Europeo, il professore Andrea Panizza dell’Università di Ferrara e del Piemonte Orientale, il professore Marcello Pollio, dell’Università UniPegaso, presidente Commissione Studi e Risanamento d’Impresa CNDCEC, il professore Ciro Lenti, esperto di composizione della crisi da sovraindebitamento e Alessandro Turchi dell’Università di Bergamo.

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