Cultura
Salvatore Palombi protagonista del film “Non si può morire ballando”. Intervista all’attore di Pantelleria
Salvatore Palombi è protagonista del film “Non si può morire ballando”, in uscita in questi giorni in tutta Italia.

L’attore, che interpreta il ruolo di Gianluca, è reduce dal successo ottenuto con il tour teatrale del musical A Chorus Line di Chiara Noschese.

Ha iniziato la sua carriera nell’accademica con Gigi Proietti, con cui ha poi lavorato fianco a fianco, Successivamente anche in importanti opere con Lavia, Roncon e Risi.
Salvatore è nipote diretto dell’indimenticabile Turi Rizzo, famoso pasticcere di Pantelleria, che ha portato la sua arte dolciaria a Latina, tra glii anni ’50/60.
Il suo legame con l’isola è fortissimo e vi torna appena libero dai suoi impegni lavorativi.

Ha rilasciato una intervista per il nostro giornale, mentre si sta spostando da una città all’altra d’Italia per presentare il film diretto da Andrea Castoldi.
- Cosa significa il titolo? “Gianluca lotta contro una rara malattia autoimmune che lo porterà alla morte. Il ballo è la sua passione e fa da contraltare alla morte. Quindi abbiamo i contrasti tra: vita, morte e movimento.”
- Come si è approcciato ad un copione simile? “In punta di piedi. L’argomento è estremamente delicato e difficile è impersonare un ruolo simile. Ho cominciato a costruire il personaggio partendo dagli spunti che a sceneggiatura mi suggeriva: chi è Gianluca, il punto della sua vita che si trova a vivere da malato, il rapporto con il fratello. Infatti la trama vede: due fratelli, Gianluca e Massimiliano, che vivono il dramma di una malattia da un’angolazione diversa dello stesso letto di un ospedale. Uno, Massimiliano, è seduto su una sedia. L’altro, Gianluca, su quel letto è sdraiato da settimane a causa di una malattia rara chiamata “le cellule dormienti. Ho messo in luce e affiancato le mie esperienze personali e poi il confronto con il regista e la sua visione del personaggio”.
- .La sua carriera nasce e si consolida nel teatro, è il primo film per lei? Come si trova nel passaggio e dove si sente più l’attore Salvatore Palombi? “La mia carriera nasce con il teatro dove mi sono formato. Ma ho partecipato già a cortometraggi e partecipato a due film: uno “Muro di gomma” di Marco Risi e l’altro “Blood bags”. Dove mi sento più Salvatore Palombi? Sono sempre io! Il cinema e il teatro sono mezzi vicini ma differenti. A teatro sei sul palcoscenico e devi far sentire la voce fino all’ultima fila della platea. Nel cinema qualsiasi movimento del sopracciglio può diventare una cosa gigantesca e devi calibrare la tua recitazione”.
E allora, non resta che correre nelle sale cinematografiche, che di seguito riportiamo, per vedere il movimento di sopracciglio di Salvatore Palombi nel suo “Gianluca” in “Non si può morire ballando”. Siamo certi che il piglio pantesco uscirà fuori, per rendere l’interpretazione ancor più appassionante e avvincente.
Ad majora, Salvatore!

Sale e date





Cultura
Pantelleria, Ministero di Accolitato a Franco Palumbo e Giuseppe Crimi: 21 dicembre con il Vescovo
In Chiesa Matrice Ss Salvatore, domenica 21 dicembre sarò una giornata particolare per la comunità strettamente religiosa di Pantelleria.
Se, infatti, da una parte avremo l’anniversario dell’arrivo sull’isola delle Suore delle Poverelle, dall’atro durante la stessa celebrazione Eucaristica di ringraziamento delle ore 11:00, il nostro Vescovo Angelo Giurdanella conferirà il Ministero dell’Accolitato a Franco Palumbo e Giuseppe Crimi.
Per saperne di più: Suore delle Poverelle, 80 anni di professione a Pantelleria. Messa con il Vescovo Giurdanella
Cultura
Pantelleria, Sold out per Antonino Maggiore e il suo libro “Le note stonate”
Presentazione con mini spettacolo per un pubblico di ogni età
Sold out al Circolo Ogigia, sempre magistralmente capitanato da Florinda Valenzain occasione della presentazione del libro di Antonino Maggiore “Le note stonate”.
Il pomeriggio culturale Centro ha ottenuto un tale successo da superare le previsioni degli organizzatori.
Un pubblico così nutrito, sfidando il vento e il gelo, ha totalmente gremito la sala dello storico circolo di Pantelleria Centro. Persone di ogni età è accorsa a conoscere la nuova opera del musicista pantesco.
Moderata da Franca Zona, esperta e raffinata scrittrice, e da Giovanna Drago, insegnante sensibile e preparata, la presentazione ha alternato momenti di pura e intimistica commozione a quelli di leggerezza e sobrietà, esattamente come lo stesso libro, “Le note stonate” (Casa Editrice Menna – Avellino) fa e induce a fare durante la lettura.

Antonino Maggiore, presentato come uomo e come scrittore da Franca Zona, è definito “maestro per passione”. “Le note stonate” viene scritto in quattro giorni, o meglio notti. La stesura è nata come un “viaggio segreto” da condividere con poche persone. E così, inizialmente è stato: l’autore aveva mandato ciò che egli stesso ha definito un opuscolo, a Giovanna Drago la quale immediatamente inizia un’opera di convincimento alla pubblicazione che svolta quando la collega lo invita a riflettere sul ruolo degli insegnanti che devono essere anche degli educatori, in un contesto storico dove spicca la fragilità degli alunni.
Da qui, l’invio alla casa editrice e parte tutta questa nuova avventura da cui si appalesa la personalità di Antonino Maggiore.
L’entusiastico approccio non solo alla lettura, ma all’ascolto del libro “Le note stonate” era palese ancor più pensando alle ondate di sentimenti e percezioni che da esso scaturiscono.

Per sorpresa del protagonista del pomeriggio letterario, un capannello di suoi alunni, ad un certo punto, lo ha circondato in un coro canoro, o meglio, in abbraccio canoro, affettuoso e leggiadro per la tenera età.
Un sipario, un piccolo ma dolce spettacolo che ha reso ancora più apprezzato l’evento de “Le note stonate”.

Cultura
Suore delle Poverelle, 80 anni di professione a Pantelleria. Messa con il Vescovo Giurdanella
80° di Professione Religiosa sull’isola
Per gli 80 anni di professione religiosa sull’isola, sono previsti grandi festeggiamenti.
Sabato 20 dicembre ore 20.00 VEGLIA DI PREGHIERA “MENDICANTI DI LUCE” in Chiesa Madre SS Salvatore;
Domenica 21 dicembre ore 11.00 Chiesa Madre CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI RINGRAZIAMENTO presieduta dal nostro Vescovo Angelo Giurdanella a cui seguirà un rinfresco in oratorio.
Suore delle Poverelle a Pantelleria
La presenza delle Suore Poverelle a Pantelleria risale al lontano 1945, quando il primo gruppo di sei suore fu destinato all’ospedale di Khamma. Da allora si sono susseguiti anni di servizio operoso, di dono gratuito verso i malati, gli anziani, i bambini e la comunità tutta. Una presenza silenziosa ma attiva, fatta di dedizione, disponibilità, ascolto, accoglienza, attenzione ai più deboli e ai più bisognosi ma anche di gioia e di affetto, di entusiasmo e di vitalità.
Fondazione della congregazione
La congregazione ha origine nel 1864 a Bergamo, per opera di Don Luigi Maria Palazzolo.
Il sacerdote realizzò un’associazione di volontarie, per curare la gestione di un oratorio destinato alle ragazze povere del rione popolare di San Bernardino. Le donne si occupavano dell’insegnamento del catechismo e di varie attività caritatevoli a vantaggio della gioventù derelitta.
Le suore, dette delle Poverelle, da allora continuano a dedicarsi alle opere a favore della gioventù, aggiungendo tra le loro finalità la visita ai poveri e agli ammalati a domicilio, la cura degli orfani e, più tardi, l’insegnamento. Nel 1875 aprirono la prima filiale a Vicenza e l’anno successivo a Brescia e a Breganze.
Vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 5 gennaio 1919.
Le religiose dell’istituto ampliarono rapidamente il loro ambito di azione.
Infatti, nel 1919 fondarono una casa a Roma, dove vennero loro affidati i servizi domestici presso il pontificio collegio Urbano di Propaganda Fide. Nel 1922 aprirono a Grumello del Monte un centro per la cura e la riabilitazione dei disabili gravi. Poi, nel 1926 presero ad assistere le detenute del carcere di Bergamo e a partire dal 1931 si dedicarono all’assistenza delle comunità di emigrati italiani in Francia, Belgio e Lussemburgo. Nel 1952, fondando una casa in Congo, si aprirono all’apostolato missionario. In occasione dell’epidemia di ebola verificatasi nel maggio 1995 a Kikwit (Congo), alcuni ammalati furono ospitati presso un ospedale diretto dalle suore. Le religiose continuarono la loro opera di assistenza anche quando si capì che il contagio era quasi inevitabile.
Sei di loro, tutte provenienti dalla Lombardia, contrassero la malattia e morirono.
Le Suore delle Poverelle si dedicano all’istruzione, alla gestione di orfanotrofi e case famiglia, all’assistenza agli emarginati e agli ammalati.
Oltre che in Italia, le suore sono presenti in Brasile, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Kenya, Malawi, Perù e Svizzera; la sede generalizia è a Bergamo.
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