Comunità
Pantelleria nella storia di Aprilia
Siamo in dirittura d’arrivo: il gemellaggio Aprilia-Pantelleria è prossimo.
A palazzo comunale della città pontina è tutto un fermento e tutti si stanno adoperando affinchè tutto proceda in maniera perfetta, piacevole e memorabile.
Sarà una tre giorni, in Aprilia, di diversi momenti, di visite istituzionali, del territorio, spunti artistici e altro ancora.
Ma ecco come nasce tutto questo e come arrivano i panteschi a Aprilia.
Pantelleria, alias Cossira, l’isola accarezzata dai venti, l’isola baciata dal sole africano e bagnata dal mare blu cobalto, l’isola del buon gusto dei capperi e del passito, l’isola di agricoltori sagaci ed intraprendenti, ancor prima che di pescatori di viola, pizzerrè e munaceddre .
La posizione geografica è singolare: tanto vicina alle coste siciliane, quanto più lo è a quelle tunisine e definita “vedetta del Mediterraneo”.
Così i panteschi, dovendosi difendere e proteggere da continue invasioni arabe (vedi il pirata Solimano nel 1500 – “mamma li turchi”) spagnole, normanne, francesi, curarono poco la pesca, se non per mero diletto, dovendosi rifugiare nell’entro terra e costruendo abitazioni in pietra lavica, i cosiddetti “dammusi”, che diventarono tutt’uno con il paesaggio, dando luogo ad un suggestivo spettacolo di colore nero lucente, accompagnato da una alberatura di un verde tipico esclusivo del posto. E di pietra erano, anche, le “recinzioni” degli appezzamenti terrieri per riparare le colture dell’isola.
L’isola, per le suddette caratteristiche, venne definita la Perla Nera del Mediterraneo che, tra le sue aguzze rocce di ossidiana custodisce gelosamente piccoli terrazzamenti prevalentemente dedicati a vigneto, e affiancati da “giardini” sempre di pietra nera come la notte e che avvolgono amorevolmente un singolo agrume: “ù jardinu pantiscu”.
Nel contadino pantesco c’è intelligenza, ma anche molta dedizione: produrre nelle riarse “garche” isolane gioielli come le arance vaniglia o l’uva zibibbo, non è cosa per tutti. Lì, le colture si alimentano esclusivamente di sole, sostanze minerali-vulcaniche ma soprattutto di tanto amore, abnegazione e talento di questo popolo, nato per fare bene, per trasformare le terre in giardini fioriti di quel verde acceso dei vigneti, che esprimono, al contempo, augurio e speranza di vita.
Come succede a tutti gli isolani, l’aumento della popolazione che non trova più sufficientemente possibilità di sostentamento, li costringe ad emigrare per tentare nuove avventure e nuovi successi di impegno e di lavoro, dirigendosi, dapprima verso la vicina Tunisia e Libia e poi, dopo la seconda guerra mondiale, approdare in Sicilia, ma soprattutto nel Lazio.
Vale la pena ricordare con orgoglio che tutti i nostri giovani studenti dell’epoca erano trilingue: pantesco, italiano, francese.
E così agli albori della città di Aprilia, approdarono, uno alla volta, su richiamo del compare o del cugino, uomini intraprendenti e determinati che decisero di portare la loro arte in una zona dedita prevalentemente alla pastorizia.
Acquistarono distese immense, in quello che era il territorio apriliano dell’epoca, per allestire vigneti di Merlot, Trebbiano, uva Italia e Sangiovese e lanciando in quel paesino di pochi abitanti ed un unico centro (P.zza Roma) una nuova tendenza economica.
Ebbero, se così si può dire, occhio clinico, anche questa volta, poiché capirono che la zona pontina era perfetta per l’agricoltura: la terra ricca, il clima, le distese pianeggianti.
Questa impresa fu la loro fortuna, ma anche quella della città, che ha ricevuto il benefico effetto della presenza pantesca: Il Conte Pandolfo (la cui tenuta era nella zona di Via Gramsci); Francesco Valenza, con grandi proprietà (nei pressi di Via Mascagni) e a Campoverde; Peppe Giglio, che si collocò a Campo di Carne; Pietro Belvisi, in quella che era chiamata Via Rosatelli, Giovanni Errera; Peppe Maccotta, Giacomo Bonomo.
Questi i pionieri panteschi, che, unitisi in consorzio, fondarono la prima cantina sociale di Aprilia, l’Enotria, alla cui presidenza nominarono l’Avv. Valenza (naturalmente pantesco!) e successivamente quella Colli del Cavaliere, cantine che hanno costituito, per un lungo periodo di tempo, il fiore all’occhiello del successo apriliano a livello nazionale.
In Aprilia non arrivarono soltanto agricoltori e vinicoltori ma anche insegnanti, commercianti e professionisti a dimostrazione di una varietà espressiva di questo popolo ingegnoso, tra cui, consentite di citare (non escludo la debolezza) l’Avv. Giovanni Battista Cozzo. Pertanto se Aprilia è potuta trasformarsi da borgo rurale di poche migliaia di abitanti in una città vera e propria di oltre 70.000 abitanti, è perché le sue basi (ù ppidementu) furono realizzate anche e sopratutto con l’intelletto e la cultura della comunità pantesca, che nel ventennio 1960-1980 diventò la più potente e imponente del città pontina.
Insomma, il cuore di Pantelleria pulsa tra le mura di questa fortunata località laziale, integrandosi, nel modo migliore con tutto il resto della collettività (all’epoca eterogenea per origini e cultura) e contribuendo sostanzialmente e nobilmente a generare una popolazione solida, costruttiva e molto legata al territorio ereditato.
A cura di Marina Cozzo
Sociale
Giornata mondiale per la Pace. Pellegrino (FI) “Richiesto impegno delle istituzioni. Sicilia dotata di buona legge bipartisan”
“Il 2 ottobre, anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale della pace, che mai come quest’anno e mai come in questi giorni deve essere la nostra massima aspirazione e il punto di arrivo del nostro impegno come uomini delle istituzioni. Già dal 2019, la Sicilia si è dotata di una buona legge, frutto di una iniziativa bipartisan con primo firmatario l’on. Lupo e sostenuta da me come Presidente della Commissione Affari Istituzionali, che ha proprio la finalità di promuovere la cultura della pace, della convivenza fra i popoli e del dialogo fra le nazioni.
Anche grazie agli strumenti offerti da questa legge ed al lavoro del Comitato permanente per la pace e la lotta al razzismo dobbiamo aumentare gli sforzi perché, anche nel Mediterraneo e nel martoriato Medio Oriente, si fermino le armi, le violenze di qualunque tipo contro i civili, le violazioni del diritto internazionale e dell’inviolabile diritto alla vita.
Mi farò portavoce e promotore, anche il raccordo col Comitato regionale, di adeguate iniziative sul piano regionale che affermino ancora una volta la strenua volontà di Pace del popolo siciliano.”
Lo dichiara Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana in occasione della giornata internazionale per la pace, recepita in Sicilia con la legge regionale 11 del 20 giugno 2019.
Sociale
Federfarma Palermo – Oltre 500 persone alla raccolta fondi per la casa d’accoglienza di pazienti oncologici
Festa di San Vincenzo de’ Paoli: oltre 500 persone hanno aderito
al concerto benefico e alla raccolta fondi
per la casa d’accoglienza di malati oncologici
Palermo, 30 settembre 2024 – Oltre 500 persone, fra le quali il sindaco
Roberto Lagalla, hanno accolto l’invito del parroco della chiesa di San
Vincenzo de’ Paoli di via dei Quartieri, p. Calogero Di Fiore, e si sono
riunite ieri pomeriggio nella Villa del Gattopardo, messa a disposizione
dalla Fondazione Tommaso Dragotto, per partecipare, al culmine dei
festeggiamenti per San Vincenzo de’ Paoli, alla S. Messa officiata dal
Vicario episcopale don Silvio Sgro e, a seguire, al concerto di
beneficenza “Ricomincio da te” scritto ed eseguito dallo stesso parroco
p. Di Fiore con il gruppo parrocchiale “Nuova Aurora”.
Sono stati raccolti fondi per garantire il funzionamento della casa di
accoglienza parrocchiale di via dei Quartieri che offre un tetto e
ospitalità ai pazienti oncologici meno abbienti e loro familiari,
ricoverati presso la Casa di cura La Maddalena e altri reparti
oncologici cittadini.
La solidarietà, che servirà ad aiutare anche i tanti bisognosi assistiti
dalla parrocchia, ha coinvolto anche quest’anno tanti benefattori
istituzionali, fra i quali la Fondazione Grimaldi, Federfarma Palermo,
l’Ordine dei farmacisti di Palermo, imprenditori e professionisti.
“Da diversi anni – ha dichiarato Roberto Tobia, presidente di Federfarma
Palermo – sosteniamo la tenace opera assistenziale di p. Di Fiore.
Questo nostro impegno ha come effetto anche quello di rafforzare il
ruolo sociale delle farmacie territoriali di prossimità e il loro legame
con i cittadini e con le comunità di cui sono al costante servizio. Il
fatto che quest’anno abbiano partecipato così tante persone in più
all’iniziativa benefica della parrocchia ci dà conferma del
consolidamento dello stretto legame tra le farmacie e la città tutta, e
dimostra anche che i frutti di questa e altre iniziative di solidarietà
vengono apprezzati e sostenuti sempre di più. Noi farmacisti
continueremo il nostro impegno accanto a p. Calogero Di Fiore”.
L’imprenditore Tommaso Dragotto, presidente dell’omonima Fondazione,
così ha spiegato la scelta di mettere a disposizione la Villa del
Gattopardo: “P. Di Fiore è un vulcano – ha detto Dragotto – è
mingherlino, ma il tanto che fa è opera di una grande testa e di un
grande cuore. Non gli si poteva dire di no – ha scherzato Dragotto – .
In verità la bellezza della sua iniziativa ben si sposa con la bellezza
di questo monumento, che è parte integrante del quartiere San Lorenzo
così come la Chiesa, e tutte le persone che lavorano con noi sono una
costola viva del quartiere e della parrocchia. Il nostro legame è
fortissimo ed è naturale aprire la Villa al quartiere e a queste
iniziative che tanto bene fanno a chi ci vive”.
Personaggi
Tremarco (Lega Pantelleria): “Solidarietà al Ministro Salvini, processato per aver difeso l’Italia”
La Lega Pantelleria esprime piena solidarietà al Ministro Matteo Salvini, sottoposto a un processo per aver semplicemente fatto ciò che ogni buon rappresentante del popolo dovrebbe fare: difendere i confini della nostra nazione e rispettare il mandato ricevuto dagli elettori.
Come sottolineato da Federico Tremarco, rappresentante della Lega e assessore comunale a Pantelleria, “Salvini ha operato in piena coerenza con i valori che hanno portato la Lega a ottenere un forte sostegno popolare nelle urne: sicurezza, sovranità nazionale e il rispetto delle regole. Le sue azioni, durante la gestione del caso Open Arms, non sono altro che un atto di responsabilità verso gli italiani, che chiedevano con forza il controllo dei flussi migratori e il rispetto delle leggi.”
Matteo Salvini ha preso decisioni difficili, ma necessarie, nel contesto di un’Europa che troppo spesso ha lasciato sola l’Italia nell’affrontare l’emergenza migratoria. Le politiche sull’immigrazione del Ministro non solo rispettavano il mandato ricevuto dagli elettori, ma erano il risultato di una strategia condivisa all’interno del governo per contrastare l’immigrazione clandestina e proteggere il nostro Paese.
Eppure, oggi assistiamo a un processo e una richiesta di condanna che potrebbero apparire, più che come una questione giudiziaria, come una manovra orchestrata da chi, politicamente, ha fallito nel difendere gli interessi dell’Italia. Sinistra e Movimento 5 Stelle, incapaci di contrastare Salvini nelle urne, sembrano aver trovato nelle aule dei tribunali un nuovo campo di battaglia. Non si può fare a meno di notare come molti di coloro che attaccano il Ministro abbiano, in passato, favorito politiche migratorie lassiste e inefficaci, che hanno messo in pericolo la sicurezza del nostro Paese.
Tremarco aggiunge: “Non dobbiamo dimenticare che Salvini ha agito nell’interesse degli italiani, seguendo il principio di responsabilità che gli elettori della Lega hanno apprezzato e premiato. Tentare di criminalizzare un Ministro che ha cercato di far rispettare le leggi e difendere la sovranità del nostro Paese appare come un tentativo politico di screditare un’intera visione che molti italiani condividono”.
La Lega Pantelleria, dunque, si schiera fermamente al fianco del Ministro Salvini, convinta che la giustizia non si piegherà a logiche politiche e che ogni rappresentante del popolo debba poter operare senza il timore di essere perseguitato per aver fatto ciò che il suo ruolo gli imponeva.
Salvini non è solo, conclude Tremarco. “Con lui ci sono milioni di italiani che hanno scelto di affidargli la difesa del nostro Paese. Non ci fermeranno”.
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