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Comunità

Pantelleria, la comunità di Khamma piange Maria Bonomo, la commare di tutti

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Commare Maria era chiamata da tutti, perchè con ciascun singolo abitante dell’isola e in modo particolare della sua contrada, aveva un legame affettivo importante.

 

Così ora, Khamma, piangerà la perdita di Maria Bonomo, in Salerno,  donna mite e pia dedita al prossimo.

Scauriota di nascita e ultima di sei figli, era infaticabile donna di casa dai mille mestieri che svolgeva con dovizia e passione, trasmettendo ai figli Annamaria, Giuseppina e Felice, i veri valori della vita.

Questi i motivi per cui si sentirà la mancanza di commare Maria, detta briciola ma da sposata scivolà, e con lei una luce di Khamma si è spenta.

I funerali si terranno presso la chiesa San Francesco D’Assisi di Khamma, alle ore 16,30.

La redazione si unisce al cordoglio da estendere a tutti i famigliari.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Ambiente

Pantelleria, tanta partecipazione all’ultima uscita del ciclo “Vulcania”. Intervista a Giovanni Bonomo

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Terminate le “Escursioni di Primavera” contraddistinte dal ciclo di “Vulcania”, organizzate da: Centro Giamporcaro, Associazione Arma Aeronautica Pantelleria e CAI Pantelleria

Con l’uscita di domenica25 maggio 2025, sono terminate le Escursioni di Primavera. Questa sessione è stata caratterizzata dal cosiddetto ciclo “Vulcania” tre escursioni dedicate alla località francese, in altrettanti siti antichissimi di grande rilievo dal punto di vista vulcanologico.

Abbiamo intervistato Giovanni Bonomo, una delle guide, nonchè degli organizzatori di queste passeggiate dove la narrazione della storia si interseca amabilmente con gli scenari naturali dell’isola. 
Signor Bonomo dove avete concentrato le visite in queste “Escursioni di Primavera”?  Noi da molto tempo facciamo attività anche con il professore Silvo Rotolo, che è il maggiore esperto degli studi. Con questi abbiamo fatto conferenze, escursioni, che ci hanno avvicinato ancor più all’affasciante mondo della vulcanologia. Ne faremo ancora.
I siti che interessano il progetto Vulcania, questa volta sono stati l’oro calderico del Lago, le caldere di Ghirlanda e domenica a Cinque Denti, da cui si può vedere alcune stratigrafie delle varie esplosioni pliniane, abbiamo circa 9 esplosioni pliniane qui a Pantelleria. 

Queste sono le escursioni di primavera, ma la primavera è finita. Cosa state progettando? Il prossimo molto allettante, organizzato sempre dalle tre associazioni, l’Arma Aeronautica, il Centro Giamporcaro e, probabilmente, anche al Club Alpino, da svolgersi in autunno un ciclo di escursioni sui resti della Seconda Guerra Mondiale: abbiamo questo importante patrimonio della Seconda Guerra Mondiale. Sarà una occasione per visitare patrimonio bellico che abbiamo ereditato dalla fortificazione dell’isola. 

Anche ieri, con lei, c’era l’insostituibile Adriana Licari, sempre pronta, piena di energia? “Si si, lei era presente sia per il piacere di esserci sia come componente del Centro Giamporcaro che presidente dell’Associazione Arma Aeronautica di Pantelleria.”

Ma la domanda vera, che potrei rivolgere anche alla signora Licari, è: come è nata questa sua passione e predisposizione verso questa attività?Ma sai quando eravamo piccoli, quando sei piccolo giri attorno ad una batteria, poi cresci e ampli il giro. Fino a quando sui 18 anni mi sono iscritto al WWF, che mandava una rivista: si chiama Panda.
“Poi gli obbrobri della politica: volevano mettere un blocco di cemento armato dicendo che era un porto, ma non era nessun porto perché avrebbe distrutto Cala Levante. Da qui è scattata una maggior sensibilità verso la tutela dell’ambiente e di Pantelleria.
“Nell’88 già cominciavamo a voler fare conoscere l’isola per farla amare e quindi difendere.
“Cominciano le escursioni soprattutto per portare in giro la gente anche in inverno. Inoltre una signora ci aveva contattati con questo scopo, durante l’inverno. Da qui è nato tutto.”

Quella delle escursioni ormai è diventata adesso una consuetudine a Pantelleria,  ma quindi l’avete avviata voi?Sì, noi abbiamo cominciato quando eravamo piccoli, giravamo là, poi abbiamo cominciato nell’88 facendo una grande escursione, diciamo.”

Ma quando parli di voi chi siete?  “Ma per esempio siamo membri il Centro Giamporcaro, adesso c’è l’Associazione Aeronautica,  il Club Alpino. Ma c’è anche la nostra amica Giuliana Serracchioli che lei quasi tutte le domeniche con degli amici fa queste uscite.
Ma non dobbiamo dimenticare che adesso ci sono le guide, c’è Stefano Ruggeri che ha fatto il libro Le pietre della fede.”

Mi dica, come uno spot, che  l’altro giorno c’era sempre il solito che contesta, è faticoso, ma bisogna essere equipaggiati e quant’altro?Ci sono delle escursioni più impegnative, naturalmente, parlando di chilometri e chilometri da percorrere, ma di solito sono molto semplici, Di solito noi, facciamo dei percorsi agevoli.

Giovanni Bonomo, una fonte senza fine di conoscenza dell’isola dal suolo (grande agricoltore, uomo della terra), agli strati magmatici, fino alle viscere.
A 63 anni sempre in gioco nelle molteplici attività che si svolgono a Pantelleria, senza perdere una battuta, perchè lui l’isola l’ama dal suo intimo fino al cielo cristallino sopra le nuvole: è come un gabbiano che sornione sorvola e controlla che tutto proceda come Natura pantesca comanda.

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Personaggi

FISA (Federazione Salvamento Acquatico), ecco chi è il suo Presidente Raffale Perrotta

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Un Cavaliere Silente delle Onde: un faro di speranza sconosciuto nelle tempeste

Abbiamo molto spesso menzionato, nei nostri articoli sulla Federazione Italiana Salvamento Acquatico, il Presidente Raffaele Perrotta, figura velata da una dolce e lieve bruma di mistero.

Tanti i racconti, tante le ipotesi e stiamo cercando di capire  chi sia veramente il leader dell’associazione che prepara migliaia di uomini e donne in Italia per salvare vite.

Il nome, quasi introvabile sui social, ma di cui sorpeggiano storie non dette, sussurri di gratitudine che si propagano tra chi ha incrociato il pericolo tra le onde.

Si narra di una figura enigmatica, un “cavaliere silente” che veglia sull’infinita distesa blu, pronto a intervenire, a insegnare quando la necessità si fa sentire, senza clamore, senza chiedere nulla in cambio.
Questa figura, con la sua dedizione e la sua competenza silenziosa, incarna un ideale di professionalità che stride con una tendenza sempre più allarmante: la superficialità con cui, talvolta, vengono concepiti decreti legge che impattano direttamente sulla sicurezza e sull’efficacia del soccorso in mare.

Tutto sappiamo dei presidenti di salvamento Genova Giuseppe Marino e della FIN Paolo Barelli rispettivamente uno commercialista l’altro nuotare nello stile dorso.

Come un’ombra che danza sulla cresta dell’onda, appare sui giornali e quando intervistato dando informazioni e avvisi che vanno ben oltre una semplice consapevolezza del mondo del soccorso.

Questo Perrotta non indossa armature scintillanti né porta insegne riconoscibili, ma sembra possedere non la profonda conoscenza che si evidenzia nella maestria con cui affronta e risponde a domande presso complicate a cui sembra rispondere con accurata semplicità ma sovrannaturale perfezione come se provenisse proprio da quel triste mondo del pericolo.

La sua esistenza sembra dimostrare un monito silenzioso sull’importanza di una preparazione meticolosa e di una profonda competenza, qualità che dovrebbero essere imprescindibili per chiunque operi nel delicato ambito del salvataggio in mare, e ancor più per chi ha la responsabilità di legiferare in materia.

Coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare la sua strada parlano di un addestramento impeccabile, di tecniche di soccorso apprese chissà dove e messe in pratica con una precisione chirurgica non solo in mare ma nei fiumi e persino sulla terra.

La professionalità di Raffaele Perrotta

Ma l’azione di Perrotta non si limita al salvataggio fisico. Con parole misurate, con gesti sicuri, sembra infondere nelle persone che si avvicinano al mondo del soccorso una nuova fiducia, un richiamo ai valori di solidarietà e resilienza che spesso la paura, l’ignoranza, il potere e la politica rischiano di offuscare a svantaggio del popolo. Da dove proviene questa professionalità? Questo rispetto per la complessità del mare e per la vulnerabilità umana, sembrano talvolta mancare in quelle stanze dove vengono elaborate norme che, per mancanza di una visione esperta e competente, rischiano di compromettere proprio l’efficacia di interventi salvavita come quelli compiuti da questo Cavaliere Silente.

È un istruttore ombra, si mormora. Appare all’improvviso durante le esercitazioni di soccorso in mare, dispensando consigli preziosi, affinando le tecniche degli altri, svelando segreti ancestrali per affrontare le insidie del mare. Poi, con la stessa rapidità con cui è arrivato, svanisce, lasciando a chi gli chieda quale sia il suo lavoro un semplice e triste sorriso. La sua azione formativa, svolta con umiltà e profonda conoscenza, contrasta con l’arroganza di chi, senza la dovuta esperienza e professionalità, basti leggere ogni sua informazione nel tentativo di plasmare con professionalità e avvertimento quei decreti la cui complessa realtà del soccorso potrebbero diventare essi stessi un rischio per la vita di chi in acqua si dovesse trovare in vera difficoltà e di chi è chiamato a prestare aiuto.

Ma allora chi è questo angelo custode silenzioso?

Un ex membro di forze speciali con un passato misterioso? Un eremita del mare che ha fatto della salvaguardia degli altri la sua missione? Un fanatico? Un guardiano ancestrale che incarna lo spirito stesso dell’oceano? Le ipotesi si rincorrono come le onde sulla riva, ma nessuno sembra avere la risposta definitiva. Indipendentemente dalla sua identità, la sua dedizione ci spinge a riflettere sull’importanza di un approccio competente e consapevole alle dinamiche del mare e del soccorso, un approccio che dovrebbe guidare anche chi ha la responsabilità di emanare leggi in materia, per evitare di compromettere un sistema di salvataggio che figure come il Cavaliere Silente incarnano con tanta abnegazione.

Lasciamo la dolce e lieve bruma dov’è

E forse è proprio questo il suo fascino. Non cerca la gloria, non desidera riconoscimenti. La sua ricompensa è la consapevolezza di aver alleviato una sofferenza, di aver riportato la speranza dove sembrava perduta. Il cavaliere silente delle onde continua la sua invisibile ronda, un faro di altruismo in un mondo spesso troppo distratto, un eroe senza nome che incarna la più nobile delle cause: la cura del prossimo, nel vasto e imprevedibile regno del mare e forse chissà dove.
La sua professionalità silenziosa è un richiamo urgente alla necessità che anche chi legifera in materia di soccorso in mare lo faccia con la stessa serietà, competenza e profonda consapevolezza della posta in gioco “LA VITA”, evitando di minare, con decisioni superficiali e prive di visione esperta, l’efficacia di un sistema vitale per la sicurezza di tutti.

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Sociale

Strage di Capaci – Pantelleria oggi ha commemorato la giornata dedicata alle vittime di mafia

Marilu Giacalone

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Giornata della Legalità – 23 Maggio 2025
Nel ricordo di Giovanni Falcone e delle vittime della Strage di Capaci
Questa mattina, sul Lungomare di Pantelleria, si è svolta la cerimonia commemorativa con la deposizione di una corona d’alloro in memoria del giudice Giovanni Falcone, della magistrata Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, uccisi nella strage mafiosa del 23 maggio 1992.

Un momento di raccoglimento e riflessione per riaffermare, insieme alla cittadinanza e alle istituzioni, l’impegno costante del Comune di Pantelleria nella promozione della legalità, della giustizia e della memoria attiva.

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e avrà anche una fine.

– Giovanni Falcone

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