Connect with us

Cultura

Pantelleria e la Chiesa del Rosariello nella Città Murata. Parte 2 – fine

Orazio Ferrara

Published

-

I lavori di riattazione della chiesa del Rosariello terminarono nell’anno 1772, come attestava una lapide affissa sulla porta d’ingresso, che recitava (fonte lo storico Pietro Brignone Boccanera): “D. O. M. Templum hoc sumptibus militum A. pede reedificatum. Gubernatore D. Francisco Masnata T. C. exercituum M. S. Ferdinandi IV. Rectoribus Sar. Vivo Benedicto Salsedo et Mag. Ioanne Valentia – anno D.n. 1772″. (Dio Ottimo Massimo. Questo tempio fu ricostruito dalle fondamenta a spese dei soldati. Governatore Don Francisco Masnata Tenente Colonnello degli eserciti di M. S. Ferdinando IV. Rettori Sar. Benedetto Salsedo e Mag. Giovanni Valenza – Nell’anno del Signore 1772).

Sempre lo storico Boccanera ci viene poi in aiuto sull’esatta ubicazione della chiesa del Rosariello, scrivendo nel suo “Cenni storici su Pantelleria”, Partanna 1908: “Essa con grande probabilità, come si rileva dalla sua posizione dentro l’antica cittadella, anzi proprio ai piedi ed allato la scala del Castello, era di antica data, coeva forse alla città ed al Castello primitivo, in epoca araba, ovvero al tempo della ricostruzione ed ingrandimento di questo, sotto Carlo V e Filippo I”.

Quindi l’edificio sacro era contiguo al castello e precisamente alla torre di San Barnaba. Non c’è tema di sbagliare, Boccanera la vede di persona ancora esistente mentre scrive i suoi “Cenni”. D’altronde una conferma ulteriore, se necessaria, ci viene dal notar Angelo D’Aietti, storico affidabile, che, nel suo documentatissimo “Il libro dell’isola di Pantelleria” (Trevi, 1978), scrive: “Nella recente guerra il Castello ebbe la sua parte; fu mobilitato, fu armato di una mitragliera e tornò a fare fuoco dopo tanti secoli di silenzio.

Si buscò qualche bomba, che smozzicò l’angolo Nord Est della torre di S. Barnaba, che a guerra finita fu restaurata. Tra le pietre messe in opera per la rappezzatura capitò una pietra con il rilievo di una croce, che era piantata nell’altare della chiesa del Rosariello.
La pietra ora è murata poco al di sotto del davanzale dell’artistica finestra che si apre nella facciata Est della torre di S. Barnaba. Questa pietra con la croce scolpita ci fece a lungo considerare la pietà religiosa dei nostri antenati, che pure nell’atto di edificare una fortezza non dimenticavano il pensiero di Dio, ma poi scoprimmo la verità”.

Dunque le maestranze, nel riattare la torre di San Barnaba, utilizzarono la pietra con la croce scolpita dell’altare del Rosariello, che si trovava lì accanto tra le macerie del contiguo vecchio edificio religioso, letteralmente polverizzato in uno dei tanti bombardamenti terroristici degli Alleati in quel periodo.

Ma torniamo alla riedificazione del Rosariello del 1772.

Benché rifatta da capo, la chiesa restava ancora troppo angusta per i soldati della guarnigione e le loro famiglie. Il Boccanera la definisce “la più piccola e modesta di quelle del paese”. Così con regio dispaccio del 2 febbraio 1785 venne concessa in uso ai soldati del castello la nuova e più ampia chiesa del SS Rosario presso l’abolito ospizio dei padri cappuccini (piazza Cavour).

Successivamente l’antico Rosariello, restando sempre di proprietà governativa, venne dapprima adibito a caserma dei soldati, poi a magazzino di casermaggio e infine a camerone dei coatti. Da alcuni cartari militari, risalenti all’anno 1818, si evince l’esistenza di una “Real chiesa del castello nell’isola di Pantelleria”, senza specificarne l’intitolazione (SS Rosario anch’essa?), comunque dovrebbe trattarsi di una chiesa-cappella in un locale a piano terra all’interno del castello, come conferma una planimetria dell’epoca.
Ancora nel 1854 questa “Real chiesa” aveva un suo proprio cappellano militare.

(2 – fine)

Orazio Ferrara

Può interessare:
La chiesa del Rosariello nella Città Murata / 1

Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Spettacolo

Top 10 di film e serie TV attualmente più popolari in Italia – La classifica di JustWatch

Redazione

Published

on

Ecco la Top 10 di file e serie TV redatta da JustWatch, la più grande guida al mondo di contenuti in streaming in grado di aggregare in un unico posto film, serie TV ed eventi sportivi da centinaia di piattaforme di streaming in tutto il mondo.

Film


 Per i film, al vertice della classifica settimanale troviamo “Vermiglio” di Maura Delpero, un’opera intensa che intreccia il ciclo della natura con il tumulto dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale. In quattro stagioni, il film narra la trasformazione di una famiglia, sconvolta dall’arrivo di un soldato rifugiato proprio mentre il mondo ritrova la pace. Una storia potente e poetica, che esplora il confine tra perdita e rinascita.

In seconda posizione si piazza “Nosferatu il vampiro”, che riporta in sala il classico intramontabile del cinema espressionista. La pellicola segue il giovane agente immobiliare Hutter, inviato nei misteriosi Carpazi per trattare con il conte Orlok, una figura sinistra e inquietante che nasconde un oscuro segreto. Una storia gotica di tensione e mistero che continua ad affascinare generazioni di spettatori.

Chiude il podio “It Ends with Us – Siamo noi a dire basta”, tratto dall’omonimo bestseller. Il film racconta la storia di Lily Bloom, una donna che lotta per superare un passato doloroso mentre cerca di costruire un futuro migliore a Boston. Divisa tra il nuovo amore per l’intenso neurochirurgo Ryle Kincaid e il ritorno improvviso del suo primo amore, Atlas Corrigan, Lily si trova a fare i conti con scelte difficili che mettono alla prova la sua forza interiore. Una vicenda emozionante e profonda che esplora l’amore, la resilienza e il coraggio.

Serie TV

 Per le serie TV, al primo posto della classifica settimanale troviamo “M – Il Figlio del secolo”, una miniserie tratta dal libro di Antonio Scurati che esplora l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Il racconto si concentra sugli eventi chiave tra il 1919, anno della fondazione dei Fasci italiani di combattimento, e il 1925, con il celebre discorso in Parlamento che segna simbolicamente l’inizio del ventennio fascista. Un’opera intensa che svela i retroscena di un periodo cruciale della storia italiana.

In seconda posizione risale “Squid Game”, trainata dall’attesissima nuova stagione. La serie ripropone il suo crudo e avvincente intreccio, in cui centinaia di partecipanti disperati accettano di competere in giochi per bambini, ignari del prezzo mortale che potrebbero pagare. Con colpi di scena imprevedibili e un ritmo serrato, continua a conquistare il pubblico globale.

A chiudere il podio è “American Priveral”, un’avvincente epopea ambientata nel 1857 nella frontiera occidentale americana. La serie racconta la brutale lotta per il controllo delle terre selvagge del West, dove gruppi rivali si affrontano in una sanguinosa lotta per la sopravvivenza. Con una narrazione intensa e un’ambientazione suggestiva, la serie dipinge un affresco crudele e realistico della storia americana.

A questa pagina è presente la tabella contenente la classifica completa aggiornata in tempo reale e riferita agli ultimi 7 giorni anche oltre la 10ma posizione.

Speriamo che la notizia possa essere interessante da condividere con i vostri lettori e resto a disposizione per eventuali domande sulla ricerca.

Questa settimana, JustWatch ha deciso di mettere in evidenza la lista delle serie TV simili a “Squid Game” e dove guardarle in streaming in Italia. L’attesissima seconda stagione del fenomeno globale è arrivata su Netflix a fine dicembre, tenendo il pubblico con il fiato sospeso in attesa della terza stagione. La lista completa è disponibile a questa pagina: https://www.justwatch.com/it/guida/squid-game-serie-tv-simili-streaming

Continue Reading

Attualità

Pantelleria -Progetto MER, al via mappatura nazionale praterie di posidonia con Nave Fugro Discovery

Direttore

Published

on

PROGETTO MER (MARINE ECOSYSTEM RESTORATION) INTERVENTO MAPPATURA NAZIONALE DELLE PRATERIE DI POSIDONIA OCEANICA E CYMODOCEA NODOSA 

Il rende noto, tramite ordinanza, che dal 22/01/2025 al 31/01/2025   si effettuerà la mappatura nazionale delle praterie di posidonia, tramite rilievi Liadar Bathymetry e indagini geofisiche. 
Ad occuparsi dello studio gli operatori a bordo della nave Fugro Discovery.
Dal che si rende necessario mantenersi ad una distanza fino a 500 metri dal natante, considerato a manovrabilità limitata, ai sensi della regola 3) lett. II) del Regolamento Internazionale per Prevenire gli abbordi in mare.

Da uno stralcio dell’atto ufficiale

O R D I N A
Articolo 1
(Obblighi e divieti)
Nel suddetto periodo, quando all’interno delle acque di giurisdizione di questa Autorità Marittima,
tutte le unità in navigazione devono mantenersi ad una distanza non inferiore ai 500 metri dalla
M/N “FUGRO DISCOVERY”
I comandanti/conducenti delle unità in transito in prossimità dell’unità interessata dalle indagini
geomorfologiche, dovranno, secondo perizia marinaresca, transitare alla minima velocità consentita
per il governo in sicurezza dell’unità, evitando di creare movimenti ondosi nonché valutando
l’eventuale adozione di misure aggiuntive suggerite dalla buona perizia marinaresca al fine di
prevenire situazioni di potenziale pericolo.

Di seguito il documento integrale: m_inf.A4725D3.CPPAN_REG_ORDINANZE(R).0000002.16-01-2025

Continue Reading

Cultura

Domani il Pizza Day, passione casalinga in 4 famiglie su 10

Direttore

Published

on

Il valore della “pizza economy” nel mondo sale a quasi 160 miliardi di euro
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu
16 Gen 2025 | 09:47
 

La passione degli italiani per la pizza è così radicata che in quattro famiglie su dieci (40%) si prepara in casa, magari ricorrendo all’uso di farine speciali o di ingredienti gourmet. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti-Ixe’ diffusa in occasione della Giornata internazionale della pizza che si celebra il 17 gennaio. Un simbolo dell’Italia a tavola conosciuto in tutto il mondo, per un fatturato globale in costante crescita, tanto da aver raggiunto nel 2024 il valore record di circa 160 miliardi di euro, secondo un’elaborazione Coldiretti su dati Vpa Research.

La preparazione fai da te risponde peraltro alle nuove tendenze di mercato verso le pizze gourmet e artigianali che sta influenzando i comportamenti d’acquisto, con i consumatori che preferiscono gusti unici e ingredienti di alta qualità. Un esempio sono le farine di grani antichi salvati dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori, ma anche l’aggiunta di prodotti a Denominazione di origine o a chilometro zero, da aggiungere a salsa di pomodoro e mozzarella, meglio se Made in Italy.

La pizza in casa risolve peraltro – sottolinea Coldiretti – anche il problema dell’originalità degli ingredienti in un’Italia dove quasi due pizze su tre servite sono preparate con prodotti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, come mozzarella lituana, concentrato di pomodoro cinese, olio tunisino o farina da grano ungherese. E’ anche per questo che Coldiretti ha lanciato una grande mobilitazione per una legge europea di iniziativa popolare per l’etichettatura di origine obbligatoria su tutti i prodotti alimentari in commercio nella Ue.

Se si guarda al dato italiano, nel complesso la pizza genera un fatturato che ha oltrepassato i 15 miliardi di euro, come sottolineato dalla Coldiretti. L’occupazione nel settore riguarda più di 100.000 lavoratori a tempo pieno, cifra che sale a 200.000 durante i fine settimana. Ogni anno in Italia – prosegue la Coldiretti – vengono prodotte 2,7 miliardi di pizze, il che implica un consumo annuo di 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio d’oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

La passione per la pizza, nata a Napoli, è comunque ormai un fenomeno globale, con gli Stati Uniti che detengono il primato dei consumatori, con 13 chili pro capite all’anno, mentre in Europa sono gli italiani a guidare la classifica, con 7,8 chili annui. Seguono gli spagnoli con 4,3 chili, i francesi e i tedeschi con 4,2, i britannici con 4, i belgi con 3,8, i portoghesi con 3,6 e gli austriaci, che con 3,3 chili annui, chiudono la classifica.

Non a caso, nel dicembre 2017, l’“Arte dei Pizzaiuoli napoletani” è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco, riconoscendo così il legame profondo tra questa tradizione e la cultura italiana.

Continue Reading

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza