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Cultura

Pantelleria, dal diario del capitano Martello / 2 “Con un ferito verso l’ospedale di Khamma”

Redazione

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Il capitano Francesco Martello non è l’unico militare italiano dell’isola di Pantelleria a provare doloroso stupore per quella ignominiosa “bandiera bianca” innalzata al Semaforo, anche molti altri provano dolore e rabbia e non intendono arrendersi affatto per cui, ignorando deliberatamente l’ordine di resa dell’ammiraglio Pavesi, cercano d’imbastire una certa resistenza per contrastare lo sbarco nemico.

La resistenza
La batteria di Cuddia Randazzo (Khamma)

Alcune batterie costiere continuano a sparare contro le navi e i mezzi da sbarco britannici, tanto che gli Alleati sono costretti a continuare i loro micidiali bombardamenti aerei a tappeto.
Al porto solo il fermo e subitaneo intervento degli ufficiali evita che i loro soldati aprano il fuoco sugli inglesi. Si racconta che ad una postazione verso Mursia un ufficiale sia stato giustiziato dai propri uomini per aver innalzato la bandiera bianca. In quelle ore il caos è totale.

La più restia ad arrendersi è la batteria da 76/40 di Cuddia Randazzo, sopra Khamma, che continua imperterrita a cannoneggiare per ore. Solo nel primo pomeriggio, finiti i colpi, cesserà di sparare.
Comanda quella batteria di militi della MILMART (tutti di Pantelleria) un incredibile e sfegatato personaggio, l’ufficiale pantesco avv. Tommaso Pinna, di cui a tutt’oggi, malgrado incessanti ricerche, non siamo riusciti a trovare né una foto né tantomeno notizie.

Eppure il personaggio meriterebbe essere ricordato. Ed è verso quella batteria, considerato l’ultimo centro di resistenza dell’isola, che in quelle ore si dirigono molti militari che non intendono consegnarsi prigionieri al nemico.

Anche il nostro capitano Martello, con parte dei suoi uomini, prende quella direzione. Ma continuiamo a leggere le pagine del suo diario, datate sempre 11 giugno 1943. “Ci allontaniamo da quel luogo andando verso Tracino (frazione sopra Kamma, nda). Dopo circa 20 minuti di cammino, ecco che vediamo una nuova formazione di Fortezze volanti. Sono 12, non sanno certamente della resa dell’isola e ad un bel momento vediamo che aprono il loro ventre e lasciano venir giù i loro ordigni di distruzione e di morte. Avviene un fuggi fuggi, ognuno cerca un riparo, le donne gridano, i fanciulli chiamano le madri, qualcuno cade, si rialza, corre ancora mentre il sibilo della bomba che viene giù fa aumentare di più il panico. Sentiamo il possente scoppio, la terra trema. Poi tutto silenzio.

Diradatasi un po’ la nube di fumo e di polvere, vedo della gente che scappa ancora all’impazzata. Ho vicino a me solo l’attendente e un altro soldato di Nardò, un certo Marinaci. Il gruppetto iniziale si è così tutto frazionato. Arrivo a Tracino, la borgata è deserta, ma tutta intatta, non avendo sofferto nessun bombardamento. Solo i magazzini viveri hanno le porte aperte, i borghesi portano via quanto vi è. Proseguo ancora la mia strada andando verso Camma. In una casetta situata sulla strada vi è ancora il Comandante di quel settore ed in queste vicinanze è ferma un’autocarretta. Mentre domando se mi potessero accompagnare a Camma, ecco che arriva su di una carretta di battaglione un ferito dell’ultima incursione. Camma è ancora lontana. Il ferito, avute le prime cure, deve essere condotto a quella borgata ove si trova l’ospedale.
Soffre. Bisogna arrivare il più presto possibile, ma il cavallo va troppo piano. Si decide di trasportarlo con l’autocarretta ed io approfitto per andare in quel luogo. Si arriva a Camma. Sono le 18, si porta il ferito all’ospedale ed io chiedo asilo per quella notte ad una famiglia conoscente”.

Da questo stralcio del diario abbiamo la conferma che gli Alleati stanno continuando i bombardamenti, malgrado la resa ufficiale, quindi ci sono ancora centri di resistenza in atto.

L’ospedale di Khamma

Il gruppo del capitano Martello ha preso la via per la parte montuosa interna dell’isola per cui giunge prima a Tracino, per poi scendere a Kamma.
L’ospedale di Kamma cui accenna il Nostro è l’ospedale militare da campo n° 139, diretto dal bravo capitano medico Enzo Girone, che nell’immediato dopoguerra pubblicherà le sue interessanti memorie in un libro col titolo “L’isola disperata / Pantelleria 1942 1943” (Milano, Edizioni Ariminum, 1946).

Coadiuvano il Girone i tenenti medici Antonio Cappello e Consuelo Tonso. A questa equipe sanitaria e al suo indefesso lavoro si devono i tanti interventi medici e chirurgici in favore dei militari e della popolazione civile di Pantelleria. Essi saranno sempre ricordati da tutti i panteschi come gli angeli benefici di quei tristi e cupi anni di guerra.

Altra figura d’eccezione residente a Kamma in quei giorni è il tenente cappellano militare don Olivo Bernardis da San Vito di Fagagna (Udine), classe 1912. Uomo dal coraggio e dal carisma eccezionali, non a caso è un reduce del fronte greco, dove si è comportato da prode, come dimostra la concessione della medaglia di bronzo al valor militare. Sentiamone la motivazione: “Durante un lungo periodo di aspri combattimenti, con sprezzo del pericolo si portava nelle primissime linee per animare i combattenti e recare aiuto morale e materiale ai feriti. Nell’assolvimento di questa sua umana e patriottica missione rimaneva ferito; al posto di medicazione, dava la precedenza agli altri colpiti e si faceva curare per ultimo.

Fronte greco, 31 dicembre 19 gennaio 1941”.

Intanto anche a Kamma ogni resistenza è cessata e il capitano Francesco Martello, che ha diversi amici in quella contrada, decide di passarvi la notte.

Orazio Ferrara

(2 – continua)

Può interessare: Pantelleria 1943, Francesco Martello difensore della piazzaforte. Dal diario del capitano di Galatone – I parte

Foto: Allies occupy Pantelleria

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Pantelleria nel romanzo di Giusy Andaloro “La porta dimensionale”, ora su Amazon

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“La porta dimensionale”, la seconda opera letteraria di Giusy Andaloro, che dopo l’esordio come autrice con le poesie, approda nel romanzo. Anche questo ultimo libro è dedicato a Pantelleria, ma qui l’autrice compie una narrazione seducente, fatta di misteri, passioni, scirocco e mare.

Un’isola.
Un amore impossibile.
Una maledizione che attraversa i secoli.
Quando il passato torna a reclamare il suo prezzo, l’amore diventa l’unica via di salvezza. . .

All’alba, Victoria approda a Pantelleria, un’isola selvaggia e magnetica, dove le scogliere di ossidiana si tuffano in un mare profondo e misterioso.
L’aria è carica di presagi e ogni ombra sembra sussurrare storie perdute.
Fin dal primo istante, Victoria percepisce un richiamo impossibile da ignorare: frammenti di ricordi sepolti,
volti dimenticati, emozioni sopite da secoli.
Ma chi o cosa la sta aspettando davvero su quest’isola sospesa tra realtà e leggenda?
Il destino si manifesta negli occhi di Battista, un uomo dal passato tormentato e dal fascino selvaggio, il cui sguardo nasconde segreti che attraversano i secoli.
Tra Victoria e Battista scatta un legame inspiegabile, un’attrazione ancestrale, che sfida ogni logica e ogni ragione.
Ma l’ombra di un’antica maledizione incombe sulle loro vite:
“Tutto ciò che hai conquistato lo perderai, come è sempre stato e sempre sarà per la tua famiglia.”
Il vento di Scirocco porta con sé il peso di queste parole, e Victoria sente il brivido del destino percorrerle la schiena.
Mentre esplorano l’isola, il confine tra passato e presente si assottiglia.
I dammusi silenziosi, le viuzze scoscese, le scogliere nere e il mare profondo diventano testimoni di enigmi che aspettano di essere risolti.
Antiche voci risuonano tra le mura, ombre invisibili li osservano dall’acqua, e un portale dimenticato tra le dimensioni attende di essere riaperto, celando un amore antico e una colpa che reclama giustizia.
Ogni scoperta è un colpo di scena, ogni passo un rischio mortale, e ogni scelta potrebbe cambiare il corso delle loro vite per sempre.
Victoria e Battista devono affrontare enigmi che sfidano la logica e le leggi del tempo, mentre il passato minaccia di risucchiarli in un ciclo di dolore eterno.
Riusciranno a spezzare la catena del destino, o la maledizione li separerà per sempre?
In questo romanzo, suspense, mistero e passione si intrecciano alla magia primordiale di Pantelleria: il vento scuote le rocce, il mare custodisce verità sommerse e il cielo al tramonto si tinge di rosso come un presagio ineluttabile.
Ogni pagina è un viaggio tra emozioni profonde, pericoli nascosti e rivelazioni che cambiano la vita.
I lettori saranno catturati da un mondo dove l’amore e il destino si confrontano in un duello senza tempo.
L’isola di Pantelleria diventa protagonista, magnetica e incantata, avvolgendo i personaggi in un’avventura mozzafiato tra passione, mistero e segreti secolari.

“La Porta Dimensionale: Amore e Mistero Oltre il Confine” è il romanzo perfetto per chi ama thriller romantici, storie misteriose, segreti sepolti dal tempo, portali dimenticati e avventure che tengono il cuore in sospeso fino all’ultima pagina.
Ogni momento, ogni sguardo, ogni segreto potrebbe cambiare tutto, e ogni lettore sarà trascinato in un mondo dove la realtà e il mistero si fondono in un’unica esperienza indimenticabile.
Victoria e Battista scopriranno che l’amore può essere più potente di ogni maledizione…ma il destino non si arrende facilmente, e solo chi ha il coraggio di affrontarlo fino in fondo potrà decidere il proprio futuro.
Alcuni segreti non dovrebbero mai essere risvegliati.
Alcuni amori, però, sono disposti a rischiare tutto.

Immergiti nel mistero e scopri il segreto che attraversa i secoli. 

Disponibile in formato ebook su Amazon.

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Pantelleria, il Centro Giamporcaro omaggia il Vescovo de “Le poesie di Lillo”

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Il Centro Giamporcaro, per mani del suo Presidente Anna Rita Gabriele, fa omaggio del libro di poesie di Lillo di Bonsulton  al Vescovo Giurdanella

Il Giamporcaro partecipa attivamente al Villaggio di Natale, messo in scena presso Piazza Cavour di Pantelleria. Scopo essenziale per il Centro Culturale è la vendita di due libri, il cui provento verrà utilizzato per la realizzazione della statua dedicata all’asino pantesco: un modo per esaudire il desiderio di un uomo particolare, pantesco di adozione, che tanto si è speso per la cultura e la società di Pantelleria.

Tra animazioni, artigianato, e altro ancora si è creata un’atmosfera singolare, accogliente, nel pieno centro del Capoluogo, nonostante il meteo un pò ballerino.

Nella mattinata di ieri, 22 dicembre 2025, lo stand riservato al Giamporcaro ha ricevuto l’inaspettata visita del nuovo parroco, Don Ramesh, e del Vescovo Angelo Giurdanella, con quel suo fare accogliente e luminoso. L’alto prelato in questi giorni è a Pantelleria per una serie di eventi, come l’anniversario delle Suore delle Poverelle, e per portare la propria parola nella comunità tra messe ed incontri e visitando associazioni come l’Albero Azzurro.

Il Presidente Anna Rita Gabriele ha colto l’occasione per fare un dono a sua eminenza: il libro “Le poesie di Lillo”.
Un gesto che rimarrà nella memoria del Centro Culturale ma, sicuramente, anche dello stesso alto prelato.

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I dolci siciliani delle feste: un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

Barbara Conti

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I dolci siciliani che non possono mancare sulle tavole delle feste Un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

In Sicilia, il Natale non è solo una festa: è un rito collettivo che passa dalle mani alle cucine, dai ricordi alle tavole imbandite. Ogni provincia custodisce un patrimonio di dolci che raccontano storie antiche, influenze arabe, creatività contadina e un amore profondo per la condivisione. Pantelleria, con la sua identità forte e mediterranea, partecipa a questo mosaico portando in tavola sapori unici, ma accogliendo anche i grandi classici della tradizione siciliana. Di seguito, ho fatto una selezione dei dolci che non possono mancare nelle case siciliane durante le feste.

Buccellato: il re delle feste
Il buccellato è forse il dolce natalizio più rappresentativo dell’isola. Un anello di pasta frolla ripieno di fichi secchi, mandorle, noci, uva passa e scorze d’arancia. Ogni famiglia ha la sua versione, ogni provincia la sua sfumatura. È un dolce che profuma di casa, di pazienza e di mani che impastano insieme. Cubbaita e torrone alle mandorle La Sicilia non rinuncia mai ai suoi torroni: mandorle di Avola, miele, zucchero e la magia del caramello. La cubbaita, di origine araba, è una lastra croccante di sesamo e miele: semplice, essenziale, irresistibile.

Pignolata o Pagnuccata
Piccole palline di pasta fritta, ricoperte di miele e decorate con zuccherini colorati. È il dolce della festa, del gioco, dei bambini che rubano i pezzetti con le dita. In molte case si prepara ancora in grandi teglie da condividere con vicini e parenti.
Biscotti di mandorla Ricci, morbidi, profumati: i biscotti di mandorla sono un simbolo della pasticceria siciliana. 
A Natale diventano un dono prezioso, spesso preparati in casa e offerti come gesto di affetto.

Scorzette d’arancia candite e glassate
Le arance siciliane, regine dell’inverno, diventano protagoniste anche nei dolci.
Le scorzette candite o immerse nel cioccolato fondente sono un classico elegante e profumato, perfetto per chiudere un pranzo importante. I geli: agrumi, cannella e tradizione Il gelo di arancia, di limone, di mandarino o di cannella è un dessert leggero, digestivo e profondamente identitario. È il modo più semplice per portare in tavola il profumo degli agrumeti siciliani.

I dolci di Pantelleria: un’identità che profuma di isola Pantelleria aggiunge alla tavola delle feste la sua anima unica:

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Mustazzola pantesca Un dolce antico, speziato, spesso preparato per le grandi occasioni. La sua forma e il suo impasto raccontano la storia dell’isola e delle sue contaminazioni mediterranee.
Il cous cous dolce (nelle famiglie che lo tramandano)
Una preparazione rara, ma ancora viva in alcune case: semola lavorata a mano, frutta secca, miele, agrumi. Un ponte tra Sicilia e Nord Africa che trova a Pantelleria la sua naturale dimora.

Biscotti al passito
Il passito di Pantelleria, oro liquido dell’isola, diventa ingrediente per biscotti aromatici e intensi, perfetti per accompagnare un brindisi di fine pasto. Perché questi dolci resistono al tempo Ogni dolce siciliano è un racconto: parla di famiglie, di stagioni, di ingredienti poveri trasformati in tesori.

A Natale, più che in ogni altro momento dell’anno, questi sapori diventano un ponte tra generazioni, un modo per ritrovarsi e riconoscersi. Pantelleria, con la sua identità forte e il suo spirito comunitario, continua a custodire e reinterpretare queste tradizioni, mantenendo vivo un patrimonio che appartiene a tutta la Sicilia.

Barbara Conti

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