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Cultura

Pantelleria 1943, Francesco Martello difensore della piazzaforte. Dal diario del capitano di Galatone – I parte

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Dal diario del capitano galatonese Francesco Martello /  Un difensore della piazzaforte di Pantelleria nel 1943

Si deve alla intelligente lungimiranza della prof.ssa Teresa Gatto della città di Galatone (LE), nonché al suo certosino e paziente lavoro di recupero di scritti ormai ingialliti dal lungo tempo trascorso e a volte quasi indecifrabili per la loro scoloritura, se oggi siamo in grado di leggere e meditare le pagine, a volte davvero struggenti, del diario di guerra e di prigionia di un suo zio materno, il capitano Francesco Maria Martello dei Granatieri di Sardegna, nativo di Galatone, uno dei difensori dell’isola di Pantelleria nel 1943.

Il diario del Capitano Martello

Il diario è stato pubblicato in un libro del 2020, a cura sempre della Gatto, per i tipi dell’Editrice Salentina di Galatina col titolo “Ricordi. Diario di guerra e di prigionia”. Il diario riveste un certo interesse per gli storici e gli studiosi, che si occupano della controversa caduta della piazzaforte di Pantelleria nel giugno del ’43 ad opera degli anglo-americani. Esso è un’ulteriore testimonianza, ma ne sono ormai uscite tante altre al riguardo, che la guarnigione dell’isola non era per niente fiaccata nel morale e tantomeno pronta ad arrendersi. Eppure una vulgata nazionale, che oggi però fa acqua da tutte le parti, afferma il contrario, ciò fa il paio con l’altro falso storico duro a morire, che la guarnigione dell’isola, dopo circa un mese di eroica e testarda resistenza malgrado i diuturni e terroristici bombardamenti degli Alleati, l’11 giugno 1943 si sia arresa senza sparare nemmeno un colpo.

Questa tesi si deve alla propaganda anglo-americana del tempo che voleva dimostrare all’opinione pubblica internazionale come una piazzaforte nemica si fosse arresa senza combattere solo a seguito di “offesa aerea”. Questa bugiarda vulgata venne poi confermata dalla fervida fantasia di Winston Churchill, che raccontò della perdita di un unico soldato inglese per il calcio ricevuto da un ostinato e irriducibile asino pantesco. Così oltre al danno si ebbe anche la beffa per gli sfortunati difensori di Pantelleria, malgrado la loro ostinata resistenza per più di un mese e costata loro lacrime e sangue. Eppure non andò così. L’ignominiosa resa della piazzaforte si dovette solo all’incompetenza e alla pavidità, se non peggio, dei capi militari, in primis dell’ammiraglio Pavesi. Ma andiamo con ordine e torniamo al capitano Francesco Maria Martello dei Granatieri di Sardegna. Il Nostro nasce a Galatone in provincia di Lecce il 23 luglio 1907 da Giuseppe Maria e Carmela Paolina Riccardi, che appartengono ad agiate famiglie di proprietari terrieri della zona. Francesco compie i suoi studi presso l’Istituto per Geometri “Francesco Calasso” in Lecce, dove consegue il relativo diploma.

La chiamata alla leva

La chiamata alla leva lo vede frequentare il corso di allievo ufficiale di

complemento alla Scuola di Reclutamento del Corpo d’Armata di Bari, da cui ne esce col grado di sottotenente. In questo periodo è in forza al 2° Reggimento Granatieri di Sardegna. Dal suo foglio matricolare ricaviamo una succinta descrizione fisica: statura 1.75, torace 0.84, capelli neri forma liscia, naso e mento regolari, occhi castani, colorito roseo, dentatura normale. Ritornato alla vita civile, Francesco Martello esercita la professione di geometra nella sua città natale, Galatone, dove, per le sue spiccate doti umane e professionali, raccoglie la stima e la benevolenza di tutti i compaesani. Nel 1939 è richiamato alle armi per alcuni mesi e riceve la nomina a tenente, quindi successivamente si trasferisce a Taranto, dove conosce Gianna, una ragazza di Avetrana, che sarà il grande e unico amore di tutta una vita e che ricorderà poi in pagine accorate e struggenti nelle sue memorie di prigionia. Il 31 ottobre 1941 è nominato capitano.

L’assegnazione alla guarnigione di Pantelleria

Richiamato nuovamente alle armi in data 11 dicembre del ‘42, parte per Siracusa, venendo infine assegnato alla guarnigione dell’isola di Pantelleria. Qui l’11 giugno 1943 viene fatto prigioniero degli Alleati. Trascorre la prigionia in diversi assolati e terribili campi di concentramento del Nord-Africa, prima in Tunisia, poi in Algeria e infine in Marocco. Per le terribili condizioni di vita di questi campi, veri e propri lager, contrae una grave malattia che lo prostra fortemente nel fisico, ma non nel morale.

A riguardo di questi famigerati campi nord-africani degli Alleati, in particolare quelli in mano dei francesi che uguagliavano in mortalità nientemeno che i lager tedeschi, si veda la testimonianza di Giuseppe Ferrara, anch’egli uno dei difensori della piazza di Pantelleria, nel suo libro “Memorie di un 2° Capo della Regia Marina” (Aviani & Aviani Editori, 2011). A causa del continuo peggiorare della malattia, il Martello viene rimpatriato e il 24 luglio del 1944 sbarca a Taranto, dove viene subito ricoverato nel locale ospedale militare. Il 1° ottobre di quello stesso anno viene quindi mandato in convalescenza a Galatone, ma le sue condizioni di salute non fanno che peggiorare sempre più. Il 17 gennaio 1945 il capitano Francesco Maria Martello dei Granatieri di Sardegna muore.

Ha solo 37 anni e non ha potuto coronare il suo sogno d’amore con Gianna. Appena giunto nell’isola di Pantelleria, il capitano Martello ebbe il comando di una compagnia di fucilieri, attestata in località “Cuddia Bruciata” e posta a difesa del vicino aeroporto della Margana. In quel medesimo caposaldo c’era anche una compagnia di mitragliatrici agli ordini del capitano Fortunato Di Pumpo. Il diario di Francesco Martello ha inizio proprio il giorno della resa dell’isola, l’11 giugno 1943. Il giorno precedente, il 10, la guarnigione, e per essa l’ammiraglio Pavesi, ha respinto sdegnosamente e coraggiosamente l’ennesimo invito alla resa fatto dal nemico.

I raids dei bombardieri

Nella notte tra il 10 e l’11 continuano quindi ininterrottamente i devastanti raids dei bombardieri inglesi Vickers Wellington.

In quelle ore da tregenda Martello e la sua compagnia sono avvicendati per riposo nei sicuri hangar del campo di Margana. Intanto, in quelle stesse drammatiche ore, nell’animo dell’ammiraglio Pavesi, matura l’inopinata decisione di arrendersi. Del come e del perché, il comandante italiano della piazza sia passato dal fermo rifiuto alla resa del giorno precedente a quello di arrendersi senza condizioni del giorno successivo, resta a tutt’oggi ancora un mistero insoluto.

E’ quello che possiamo denominare l’enigma Pavesi. Eppure sarebbe bastato attendere alcune ore e sarebbe giunta l’autorizzazione alla resa di Mussolini, autorizzazione che peraltro si aspettava da un momento all’altro. La guarnigione per la sua indomita resistenza avrebbe sicuramente ricevuto l’onore delle armi da parte dell’avversario e perfino l’ammiraglio sarebbe stato insignito di una prestigiosa onorificenza. E invece si preferì mandare ignominiosamente tutto a carte quarantotto Ma vediamo la pagina del diario del capitano Martello riguardante quel fatidico giorno 11.

Giorno 11 ore 11

“11.6.1943 –(Ricordi) Ore 11, sono da poche ore al campo d’aviazione, riposavo tranquillamente e, che dolce sonno che facevo, in quanto la sicurezza del luogo mi consentiva finalmente, dopo tante notti insonni, di riposare con calma e senza timore.

Da tredici giorni che non si dormiva, non si mangiava, non ci potevamo concedere un po’ di riposo. Si era proprio arrivati al non se ne può più. Ancora nel sonno sentiamo lo scoppio delle bombe, ma, o per la stanchezza o per la sicurezza del luogo in cui eravamo, continuavamo a dormire. Un bel momento degli scoppi fanno tremare l’hangar ed uno squillo di tromba mi fa balzare dal lettino. Suona l’allarme. Scappo giù e incontro l’ufficiale di servizio al quale domando: “Che c’è di nuovo?” “Gli Inglesi sbarcano”, egli mi risponde, “bisogna difendere l’aeroporto”.

Raduno subito la compagnia, do ordini ai miei due ufficiali e in pochissimo tempo tutti siamo al nostro posto. Passano circa 15 minuti in questa trepida attesa; ognuno attende il nemico per misurarsi, per vendicarsi dei tragici momenti dei bombardamenti aerei. Poi mi viene trasmesso un ordine: “Non sparare, l’isola si arrende”.

Arriva l’ordine: “Si facciano saltare gli hangar”

Poco dopo ancora un altro ordine: “Sgombrare l’aeroporto, si facciano saltare gli hangar”. Tragici momenti; si spezzano i fucili, si rompono le mitragliatrici, si distrugge tutto. In un angolo arde un bel fuoco, getto là tutto ciò che non deve capitare in mano al nemico: segreti, pianta topografica, giornale di contabilità, denari ed il cuore mi si stringe. Poi assieme a delle donne, a dei bambini e con altri miei soldati ci allontaniamo da quel posto andando nel senso opposto a quello dello sbarco.

Il segnale della resa

Sono circa le ore 12; al semaforo, dove sino a poco prima garriva la nostra bandiera di combattimento, sventola ora un drappo bianco!… E’ il segnale della resa. Non abbiamo potuto vendicare i nostri morti”.

L’interessante pagina diaristica del Martello merita alcune opportune considerazioni. Il morale delle truppe della guarnigione non è crollato affatto ed è ancora alto, tant’è che il capitano Martello e i suoi uomini sono pronti a rispettare la consegna militare ricevuta e quindi a difendere ad oltranza l’aeroporto contro lo sbarco del nemico. D’altronde appena il giorno precedente ci si era rifiutati di arrendersi alle preponderanti forze dell’avversario, quindi sono genuini lo stupore e l’amarezza del Nostro per quell’incredibile improvviso ordine di resa e vedere “dove sino a poco prima garriva la nostra bandiera di combattimento, sventola ora un drappo bianco!”. Anche la testimonianza del Ferrara, nel suo già citato “Memorie di un 2° Capo della Regia Marina”, racconta che non c’era stato alcun segno di cedimento dei marinai ai suoi ordini durante i terribili bombardamenti. Eppure Ferrara e i suoi venti marinai erano a guardia e a difesa di un grosso deposito di carburante a Villa Silvia. Se pur una soltanto delle migliaia di bombe, sganciate dagli anglo-americani, fosse caduta nelle vicinanze del deposito sarebbe scoppiato l’inferno, sarebbero stati tutti polverizzati.

Il Martello sente anche l’ordine “si facciano saltare gli hangar”, che peraltro erano già stati minati in previsione di un’invasione. Ma non si fecero affatto saltare e, utilizzati dagli aerei alleati, portarono poi successivamente morte e distruzione alle popolazioni siciliane.

Ciò è alto tradimento, roba da corte marziale, da plotone di esecuzione.

(1 – continua)

Orazio Ferrara

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Cultura

Pantelleria, Punto di Facilitazione Digitale gratuito dal lunedì al venerdì su appuntamento. I dettagli

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Dal lunedì al venerdì, su appuntamento è possibile partecipare alla facilitazione digitale gratuita, organizzata per avvicinare i cittadini al mondo digitale e del web.

I centri di facilitazione digitale sono punti di accesso fisico (es. biblioteche, scuole, centri sociali, etc.), che offrono servizi di facilitazione e/o educazione digitale in presenza e online per l’acquisizione di competenze digitali e, quindi, ai servizi dell’amministrazione.

Gli appuntamenti dovranno essere fissati direttamente con il dott Inzerillo Giovanni, contattandolo al numero 3386766104

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Spettacolo

Marsala, il Musical “Blues Brothers in Missione per conto di Dio” apre la “XVII Rassegna Lo Stagnone scene di uno spettacolo”

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Sabato 14 dicembre alle ore 21,30 il teatro Impero accoglierà uno dei più iconici spettacoli musicali con 45 artisti, musicisti dal vivo e un corpo di ballo per trasportare la platea nella Chicago degli anni ’80 e soprattutto nell’atmosfera irriverente e intramontabile dei due fratelli “Blues”. Si tratta di uno spettacolo della Compagnia Sipario, con la regia di Vito Scarpitta e la direzione artistica di Enza Giacalone
 
“Uno show esplosivo, con quarantacinque artisti, band dal vivo e dieci ballerine pronte a farvi scatenare al ritmo dei Blues Brothers”. Apre a suon di Musical – con lo spettacolo dal titolo: “Blues Brothers in Missione per conto di Dio” – la “XVII Rassegna Lo Stagnone scene di uno spettacolo” realizzata dalla Compagnia teatrale “Sipario” diretta da Vito Scarpitta. L’appuntamento è per sabato 14 dicembre alle ore 21,30 nel teatro Impero di Marsala dove saranno proprio gli interpreti della Compagnia Sipario, i padroni di casa, ad esibirsi mettendo in scena uno degli spettacoli più iconici del genere. “È un Musical o una commedia musicale? Di certo è un capolavoro degli anni 80, un capolavoro “irriverente” e intramontabile – spiega il regista Vito Scarpitta –. Siamo a Chicago e Jake Blues esce di prigione per buona condotta e ad attenderlo, su un’auto truccata, la Bluesmobile, c’è suo fratello Elwood, da cui apprende che l’orfanotrofio in cui entrambi sono stati allevati rischia di essere chiuso per cinquemila dollari di tasse arretrate. Convinti di essere in missione per conto di Dio i Blues brothers riuniscono la vecchia band e organizzano un grande concerto benefico mentre fuggono da polizia, una banda di musicisti, il proprietario di un locale, la fidanzata di Jake e i nazisti dell’Illinois che li vogliono fare fuori. Il musical si colora di balli molli disarticolati e le canzoni che sono eseguite in veri e propri videoclip d’annata – su tutte Think di Aretha Franklin. È la musica che determina il ritmo dell’azione e delle gag e fa (s)correre la storia attraverso le peripezie dei due debosciati e sboccati antieroi. The Blues Brothers voleva essere soprattutto un omaggio alla musica nera statunitense, ma finì per cambiare la storia del cinema. Noi oggi vi proponiamo una versione unica, fedele nelle canzoni ma diversa nel racconto, ma soprattutto irriverentemente “brillante”. Le coreografie sono a cura di Francesca Rosolia della “Destination Dance”, la direzione musicale di Eugenia Sciacca, la direzione artistica di Enza Giacalone.
 
Per informazioni, prenotazioni e prevendita è possibile chiamare ai numeri 320.8011864 – 338.2615790 o rivolgersi presso la Pro Loco in via XI Maggio o presso I Viaggi dello Stagnone, in via Dei Mille n. 45. tel. 0923.956105 o anche On line su https://www.liveticket.it/compagniateatralesipario
 
Quello appena citato è solo il primo appuntamento della XVII Rassegna teatrale “Lo Stagnone – scene di uno spettacolo”, che vedrà in scena artisti di livello nazionale ed oltre: Debora Caprioglio, Francesco Baccini, Maurizio Casagrande, ma anche Antonio Grosso, Alessandro Idonea, Tiziana Foschi e Antonio Pisu.
 
Sono nove gli spettacoli in cartellone, tutti nel Teatro Impero dal 14 dicembre al 27 aprile.
 
La rassegna organizzata dalla Compagnia teatrale “Sipario” presieduta da Vito Scarpitta, con il patrocinio e la compartecipazione del Comune di Marsala, proseguirà domenica 12 gennaio alle ore 18 con “Archi e Frecce in quartet” di e con Francesco Baccini che a Marsala presenta le più belle canzoni della sua discografia in una veste acustica completamente nuova: la sua voce sarà accompagnata dal suo piano, dal quartetto d’archi femminile Alter Echo String Quartet e dalla chitarra di Michele Cusato.
 
Venerdì 31 gennaio alle ore 21,30 sarà la volta de “Il viaggio di papà” di Maurizio Casagrande. La storia di padre e figlio che non si conoscono e provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, decidono così di fare un viaggio insieme, sperando che questa esperienza possa abbattere il muro che li divide. I due si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, ma non un’isola come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno non è quello che sembra. Si tratta di una commedia di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà e con Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino e Arianna Pucci, regia Maurizio Casagrande, canzoni originali, Ania Cecilia.
 
Domenica 9 febbraio alle ore 18 si aprirà il sipario per Antonio Grosso in “Una compagnia di pazzi”.  In una fredda alba del 1945, nel nosocomio campano tre persone sono ricoverate: Umberto, taciturno e sempre arrabbiato, faceva il cantante ma è stato rinchiuso dal regime, considerato troppo legata agli ambienti comunisti; Federico, di sessant’anni rinchiuso perché omicida di un gerarca fascista; Benni, un ragazzo abbandonato dalla nascita che vive passando da un manicomio all’altro. Condividono il manicomio due infermieri, rimasti lì, mentre tutto intorno infuria la seconda guerra mondiale. In quell’oasi di pazzi, una settimana al mese arriva anche il direttore che nasconde una cassaforte, così interessante, che gli stessi pazzi decidono di approfittarne appropriandosi del ricco tesoro, decisi a fuggire da quel luogo di prigionia per scappare e rifugiarsi in un paese che li accolga da uomini liberi e ricchi.
 
Sabato 22 febbraio alle ore 21,30 sarà la volta de: “Le Stelle del Varietà – Il grande Show all’italiana” con Band dal vivo. Si tratta di un evento fuori abbonamento.
 
Domenica 9 marzo alle ore 18 l’atteso spettacolo: “Non fui gentile, fui Gentileschi” La vita di Artemisia Gentileschi narrata da sé medesima con Debora Caprioglio che vestirà i panni dell’artista in un intenso assolo di Roberto D’Alessandro (che cura anche la regia) e Federico Valdi che porterà la platea nello studio di pittura di Artemisia, dove lei è intenta a dipingere. Ci racconta di sé a partire dall’infanzia. La perdita della madre, la vita di una bambina in una Roma del seicento. Artemisia capisce da subito quanto è difficile vivere in un mondo di uomini. Grazie al padre conosce i più grandi pittori, addirittura Caravaggio. Ed il padre la affida ad un suo amico perché impari e migliori nell’arte della pittura, Agostino Tassi. Ma il Tassi un giorno abusa di lei. Questo trauma e il processo che ne è derivato, segnano profondamente la vita artistica di Artemisia. Tutto quello che ne consegue e tutto quello che lei ha compiuto per affrancarsi e affermarsi in un mondo dominato ferocemente da uomini, la rendono una figura di riferimento per la lotta dei diritti delle donne.
 
Domenica 23 marzo alle ore 18 calcherà le scene “La Banda degli Onesti” con la regia Alessandro Idonea
 
Saranno gli attori: Alessandro Idonea, Vincenzo Volo, Giovanna Criscuolo, Rosario Minardi, Giuseppe Brancato e Luigi Nicotra a dare vita sulle scene alla pièce che vuole essere l’omaggio a Totò e Peppino, i due mostri sacri della commedia all’italiana. Si tratta de “La banda degli onesti”, versione teatrale del famoso film, girato da Camillo Mastrocinque nel 1956, con la sceneggiatura scritta a quattro mani dal mitico tandem Age & Scarpelli. “Il nostro allestimento – spiega il regista Alessandro Idonea – è una versione teatrale della “Banda degli onesti” arricchita da invenzioni nuove, sviluppate sulla linea dei personaggi originali. Dunque, nonostante si mantenga la sceneggiatura di Age &Scarpelli, maestri di satira e umorismo popolaresco, si è cercato di dare un’autonomia espressiva, che consenta l’uso di forme e immagini più dinamiche e moderne”. Lo spettacolo conta sui costumi di Noa Prealoni, sulle scene di Claudio La Fata e sulle Musiche di Aldo Giordano. Si tratta di una produzione Gags.
 
Domenica 13 aprile ore 18 la Compagnia teatrale Sipario presenta “PENSACI GIACOMINO” di Luigi Pirandello. In scena: Vito Scarpitta e Enza Giacalone, con Gilda Giacalone, Federico Scarpitta, Salvo Lo Grasso Giuseppe Todaro, Enza Maria Billardello e la piccola Greta Scarpitta. Un classico del teatro rigorosamente in lingua e reso ancor più intenso dai sottofondi musicali suonati dal vivo al pianoforte dal maestro Michele Pellegrino. Una commedia dal finale intenso e commovente con la regia di Vito Scarpitta e scene di Andrea Perrera.
 
Domenica 27 aprile alle 18 “Facci un’altra Faccia” di Tiziana Foschi con la regia di Antonio Pisu. È l’antico gioco della parodia: trasformare persone in personaggi e situazioni quotidiane in ciò che vale la pena di raccontare. “Del resto le storie di uomini e di donne sono sempre state il bersaglio della mia curiosità – spiega Tiziana – e il trasformismo l’abito ideale alla mia timidezza. Le mie facce sono proiezioni di realismo, sono facce contemporanee, che raccontano l’attualità, ma anche facce di sogno cinico e garbato. Sono i tanti connotati che ho. “La faccia e l’unica zona del corpo che mostriamo nuda”.

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Modica celebra la “Scaccia modicana” con l’evento “Scacciapensieri”. Il 6 dicembre nel cuore barocco Po

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MODICA – Una giornata interamente dedicata alla Scaccia modicana, simbolo della tradizione gastronomica locale, in programma venerdì 6 dicembre a Modica, grazie al progetto “Scacciapensieri”, promosso dal Comune di Modica e cofinanziato dalla Regione Siciliana nell’ambito del bando “Sicilia che piace”. L’evento si propone di valorizzare uno dei prodotti più iconici della cucina modicana, la “Scaccia”, un’autentica eccellenza che unisce storia, cultura e sapori unici.

L’iniziativa sarà un’occasione per riscoprire l’importanza di questa preparazione antica, celebrata non solo come alimento, ma anche come patrimonio identitario del territorio. Il programma prenderà il via nella mattinata presso la Società Operaia Mutuo Soccorso di Modica, dove, con prenotazione obbligatoria sul sito wwww.scacciapensieri.online, si terrà un laboratorio esperienziale dedicato alla realizzazione della Scaccia, guidato da Elisa Rizza Moncada. I partecipanti, turisti compresi, avranno l’opportunità di apprendere i segreti delle tecniche tradizionali: dalla preparazione dell’impasto alla chiusura tipica.

Un momento di condivisione che si propone di tramandare alle nuove generazioni la maestria artigianale legata a questo prodotto, simbolo della cucina familiare modicana. Nel pomeriggio l’attenzione si sposterà presso il Palazzo della Cultura, dove si terrà un convegno dal titolo “Pane, panificati e focacce, un viaggio verso la Dop”. Questo appuntamento approfondirà la ricchezza del patrimonio gastronomico degli Iblei, con un viaggio attraverso le tradizioni del pane e dei prodotti da forno, fondamentali per la cultura alimentare locale. Il convegno vedrà la partecipazione di panificatori, storici e docenti universitari che offriranno prospettive diverse sull’evoluzione di queste preparazioni nel tempo. Ospite speciale sarà Gioacchino Bonsignore, giornalista del Tg5 e curatore della rubrica “Gusto”, che porterà il suo contributo sul ruolo delle eccellenze locali nel panorama gastronomico nazionale.

Tra gli interventi anche quelli del deputato regionale on. Ignazio Abbate, del commissario del Libero Consorzio, Patrizia Valenti, dell’assessore Giorgio Massari del Comune di Ragusa, degli studiosi Paolo Guarnaccia e Alfio Spina, del maestro assaggiatore Giuseppe Cicero e del segretario territoriale Cna, Carmelo Caccamo. A seguire è prevista una degustazione delle Scacce modicane e del “pane cunzatu”, preparati dai migliori panificatori della città e serviti dagli studenti dell’istituto alberghiero Principi Grimaldi di Modica coordinati dal docente Giovanni Roccasalva.

“Scacciapensieri non è solo un omaggio alla Scaccia, ma una celebrazione delle radici culturali e gastronomiche di Modica, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra i cittadini, il territorio e le sue eccellenze – spiega il sindaco di Modica, Maria Monisteri – L’iniziativa si propone inoltre di attrarre visitatori e turisti, offrendo loro un’esperienza autentica e coinvolgente, capace di raccontare la storia di una città attraverso i suoi sapori”.

L’iniziativa fa capo al bando “Sicilia che piace” promosso dalla Regione Siciliana – Assessorato alle Attività Produttive, ed è concepita per coniugare promozione turistica e identità culturale locale. “Questo evento rappresenta un’occasione unica per far scoprire la nostra tradizione gastronomica e creare una connessione autentica con il territorio – sottolinea l’assessore al Turismo e Sviluppo Economico, Tino Antoci – La Scaccia è il simbolo del nostro passato e del nostro futuro; promuoverla significa valorizzare tutta la filiera agroalimentare degli Iblei. Ma stiamo lavorando, in sinergia anche con i Comuni vicini, alla valorizzazione del nostro Pane di pasta dura degli Iblei con l’obiettivo di ottenere il marchio Dop”. Per informazioni e prenotazioni è possibile visitare il sito dedicato www.scacciapensieri.online

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