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Cultura

Pantelleria, Andrea Ferrandes Cavaliere della Corona D’Italia e Canonico di Khamma

Redazione

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Illustre cittadino pantesco, contemporaneo ad altro grande sacerdote e cioè don Luigi Sturzo, con il quale condivise gli studi ecclesiali in quel di Caltagirone (Ct), ma di diversa fede politica.

Il nostro concittadino, Cavaliere della Corona d’Italia, fu uomo di grande virtù,, combattente nella prima guerra mondiale, visceralmente legato alla sua gente ed alla sua terra, nella quale esercitò, oltre alla primaria funzione di sacerdote, le attività più svariate.
Fu tra l’altro professore e non solo di religione, ma di matematica, di francese, di latino, fu altresì autore di libretti poetico/politici (vedi: “La vestale di Trieste” e “In morte di Guglielmo Oberdan”), delegato comunale nelle contrade di Khamma e Tracino.
Venne chiamato,  personalmente, per il suo valore, da Benito Mussolini a fare parte della Camera dei Deputati in Parlamento, ma, cortesemente e formalmente rispose alla chiamata, come testimoniano amici e parenti dell’epoca, con le seguenti parole:
“Eccellenza, ringraziando per l’alta considerazione in cui la S. V. tiene la mia persona, La prego di voler accettare la mia ferma decisione di servire la causa che ci accomuna, con tutto il mio impegno, ma dalla mia terra, fra la mia gente.”
Mantenne il suo fermo proposito fino alla fine dei suoi giorni.
Il Cav. Can. Ferrandes fu tra l’altro un precursore dei tempi attuali.
Allora, come già in passato, l’agricoltura pantesca aveva quasi un solo cespite e cioè lo zibibbo, che si spediva fresco nelle cosiddette gabbiette ai mercati generali di ogni dove, oppure, a stagione inoltrata, si produceva l’uva passa, lavoro che impegnava tutte le famiglie degli agricoltori nei mesi di agosto e settembre, a portare a termine l’annata.
Ebbene, il nostro Cappellano, come tutti lo chiamavano, sapeva che nessuno era in grado in quel periodo di frequentare le funzioni religiose, visto che anche i mezzi di trasporto allora erano solo, o il famoso “asino di Pantelleria” o i propri piedi.
Pertanto, annualmente “profittava” di questa contingenza e, preparatosi  il suo baule da viaggio in legno, dalla mia famiglia ereditato,  partiva alla volta delle grandi città europee, per le sue “ferie”, come si direbbe oggi.
Altra sua prerogativa era il clergyman, allora una grande novità.  Il canonico Ferrandes, non appena celebrata la Santa Messa mattutina, si toglieva gli abiti talari e, indossati pantaloni e giacca grigio scuro, colletto presbiteriale e borsalino in feltro scuro, sigaretta in bocca, partiva per la vicina Delegazione Comunale, da dove disbrigava le sue mille attività giornaliere.
Persona gioviale, amatissima da tutta la popolazione (allora più numerosa di oggi) che ricorreva a lui per ogni difficoltà di carattere familiare, societaria, amministrativa o quant’altro potesse affliggere l’umanità locale di quei tempi.
Fu presidente onorario di tutti i circoli ricreativi, e socio fondatore del “Trieste”, che gli deve il suo nome , ambito ospite in occasione di festeggiamenti, matrimoniali e non, religiosi, come la purtroppo quasi scomparsa festa di San Giuseppe, durante la quale molti paesani usavano addobbare con trini, merletti e preziosi ricami l’altare del Santo che si premuravano di allestire nelle proprie case, e che don Andrea andava a benedire, felice anche di  assaggiare i dolci tradizionali di cui era particolarmente ghiotto (mustazzoli, sfinci, ravioli).
Uomo di spirito, dalle facili e burlesche battute, alla sua morte, avvenuta nel luglio del 1943, in pieno periodo di guerra, fu sepolto alla meglio in una nicchia cimiteriale.
In epoca successiva, promotore un suo nipote, grazie a una colletta popolare, fu eretta in suo onore una cappelletta a lui riservata nel cimitero sulla cuddia di Khamma.
Riesumata la salma, ebbe l’onore postumo di venire portato in processione dal cimitero alla cosiddetta Posta vecchia, con al seguito tutta la popolazione delle sue contrade, con in testa al corteo il sindaco e le autorità; quindi, celebrato il rito in suffragio, risalita al cimitero e sepoltura definitiva nella nuova cappella.
Per finire, fu uomo di cultura e di aggregazione sociale di grande valore, si adoperò enormemente per la salvaguardia e il consolidamento della chiesa di San Francesco d’Assisi, vivendo l’intera sua vita nella umile canonica della stessa, davanti alla quale, su terreno di famiglia, fece costruire una stanza in legno come sua biblioteca. Fine intellettuale e insieme uomo del popolo, vero pantesco, vero italiano.
Intorno all’anno 2000, il Comune,  intitolò con il suo nome  una via a Cunitro, fra Khamma e Tracino, laddove si trova una sorta di altarino all’aperto.
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Cultura

Palermo, «Chiudi gli occhi»: dalle parole del poeta romantico Nâzım Hikmet, la mostra di Lauriola, da Artètika

Marilu Giacalone

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Si inaugura, mercoledì 7 giugno, la mostra di stampo ecologista che analizza il rapporto uomo – natura, in un momento di disastri naturali, epidemie e alluvioni
«Anima mia, chiudi gli occhi piano piano e come s’affonda nell’acqua, immergiti nel sonno, nuda e vestita di bianco». Questi i primi versi della poesia “Chiudi gli occhi”, del più importante poeta turco del Novecento, il rivoluzionario romantico Nâzım Hikmet, che dà il nome all’ultima mostra della pittrice romana Giusy Lauriola in cui l’artista analizza il rapporto uomo – natura in un momento di disastri naturali, epidemie e alluvioni. Sarà inaugurata mercoledì 7 giugno, alle ore 19,00 alla galleria d’arte Artétika di via Giorgio Castriota, 15 a Palermo e sarà visitabile fino al 21 giugno. Ingresso libero dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

La gallerista Esmeralda Magistrelli: “Celebriamo l’arte al femminile”

Al vernissage della mostra “Chiudi gli occhi”, di mercoledì 7 giugno, alle ore 19,00, l’artista Giusy Lauriola e la curatrice, Federica Di Stefano, racconteranno le dieci grandi opere che la compongono, tra cui un trittico e due dittici. «Portiamo in piccolo, negli spazi della galleria Artètika di Palermo, la stessa mostra già esposta, con grande successo, all’Aranciera di San Sisto a Roma – spiega Esmeralda Magistrelli, testa e anima di Artètika -. Siamo entusiaste di proseguire l’attività culturale della nostra galleria con una grande professionista e di continuare ad esporre l’arte al femminile. In questa occasione l’artista è donna, la curatrice è donna e la gallerista è donna. Meglio di così!».

Lo stile e il messaggio ecologista di Giusy Lauriola

La serie di opere della pittrice romana Giusy Lauriola, Chiudi gli Occhi, racconta un dualismo tra elementi della natura e oggetti legati alla sfera della quotidianità, rimandando ad una fruizione dell’ambiente consapevole. «Il titolo della mostra – spiega l’artista – vuole invitare a chiudere gli occhi con cui normalmente vediamo il mondo per aprirli ad una visione diversa. La relazione tra essere umano e natura, in un periodo in cui l’ambiente è infestato da epidemie, alluvioni e altri disastri, ha bisogno di un cambio di rotta. Nella natura, rappresentata da foglie, fiori e arbusti – prosegue -, fanno capolino sedie, poltrone e arredamenti che evocano la presenza dell’uomo che, se decide di entrare in relazione, deve rispettare i ritmi della natura. Il tutto con colori forti come inno alla gioia e alla vita».

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Spettacolo

Aprilia – Pantelleria, grande successo per Il ritorno de Le Cossyriane

Giovanni Di Micco

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E’ stato un vero successo lo spettacolo “Il ritorno de Le Cossyriane tra donne e madonne”.
Realizzato nel cortile de La Cooperativa La Corsira di Borgo Le Ferriere, per gentile concessione del suo presidente Franco Ferreri, il pomeriggio di intrattenimento ha visto tornare insieme il gruppo di donne che negli anni ha realizzato spesso piccole rappresentazioni.
Dopo il successo ottenuto in un  breve sipario presso il teatro Europa di Aprilia, in occasione del Gemellaggio Aprilia-Pantelleria, lo scorso giugno, il gruppo, distanziatosi per i motivi sanitari da covid,  si è ritrovato più energico e motivato che mai, mettendo in scena due piccoli momenti “teatrali” alternati a poesie e battute, il tutto rigorosamente in pantesco anche da parte della conduttrice-regista Marina Cozzo.
L’evento è dedicato alla Madonna della Margana, che si celebra proprio stasera con processione, fiaccolata e messa, sempre presso La Coop. La Corsyra, organizzato dalla comunità pantesca dell’Agro Pontino.
Il pubblico era costituito da apriliani, da panteschi residenti in zona e da panteschi arrivati dall’isola appositamente.

Così le performance, ideate da Caterina D’Aietti e rielaborate con il contributo di tutti, hanno visto due cast:
Pranzo di Natale, Teresa D’Aietti, Enza D’Aietti, Annamaria Ferrandes, Salvino Maggiore e Caterina D’Aietti, in un finale inatteso. Esilarante, riportando la tipicità di certi contesti, Pranzo di Natale ha trascinato il pubblico in una dimensione tanto famigliare per i panteschi, quanto curiosa.
Tutti bravissimi interpreti, ciascuno con la sua caratteristica che rendeva i personaggi reali e la mini-commedia molto divertente.

Ne La prova del cuoco pantesca hanno eccelso le capacità trasformistiche delle protagonistiche, Angelina Valenza Anna Magrin e Angela Belvisi, spalleggiate da Sandra Milo che si è lanciata in un tango con il M° Roberto Sperati.
Anche qui l’attenzione è stata portata sul dialetto e sul cibo pantesco, con cura e passione.
Nei ringraziamenti finali, Le Cossyriane hanno fatto menzione ad Annamaria Ferrandes, per le acconciature di tutto il cast complessivo, Francesco Brignone per la partecipazione al trucco.

Giovanni Di Micco

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Personaggi

Tony Sperandeo nel corto di Stefania Rossella

Marilu Giacalone

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Si intitola “La Fune” il prossimo cortometraggio scritto e diretto dalla regista Stefania Rossella Grassi. Sempre un tema sociale.

Dopo il buon esordio alla regia con Preludio, diretto con il collega Tommaso Scutari, la Grassi dirige il grande Attore Siciliano, Tony Sperandeo, che ha recitato per: Giuseppe Tornatore, Vittorio Taviani, Pasquale Squitieri, Michael Cimino,Marco Risi, Roberto Benigni, Marco Tullio Giordano, e molti altri grandi Registi. Proprio con il film di Giordano, I Cento Passi, Sperandeo vinse il David di Donatello. Oggi è candidato ai Nastri D’argento quale miglior attore non protagonista della fortunata serie di Ficarra e Picone, “Incastrati”. Ed è stata proprio una telefonata tra Stefania Rossella Grassi e Salvatore Ficarra, ad ispirare alla Regista la scrittura di un sceneggiatura molto originale.
Il primo ciak è previsto per la seconda settimana di Luglio nella bellissima Regione Campania. Il cortometraggio sarà prodotto dalla The Dizy Productions srl della produttrice ed attrice Melina Arena, in coproduzione con Daniele Gramiccia, Stefania Rossella Grassi ed Enzo Morzillo.
Sul set insieme a Sperandeo ci saranno attori di risalto del nostro panorama cinematografico e televisivo quali: Gianni Ferreri, Lorenzo Fantastichini, Costantino Comito, Martina Marotta e Melina Arena.

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