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Cultura

Pantelleria all’etΓ  del bronzo. Viaggio nel tempo con prof. Cattani

Redazione

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Ieri, al Parco Archeologico di Mursia si Γ¨ svolto l’evento: “La fusione del bronzo a Pantelleria 3500 anni fa: dal rinvenimento archeologico alla ricostruzione della catena operativa.” Durante questa giornata, i partecipanti hanno avuto l’opportunitΓ  di visitare il villaggio dell’etΓ  del Bronzo di Mursia e assistere a una dimostrazione delle tecniche di fusione del metallo.
L’attivitΓ  ha permesso di esplorare le tecniche di fusione del bronzo, grazie alle quali sono state realizzate repliche di oggetti rinvenuti negli scavi del villaggio dell’etΓ  del Bronzo di Mursia. Un vero e proprio tuffo nel passato, per comprendere come vivevano e lavoravano i nostri antenati.
L’evento Γ¨ stato organizzato dall’UniversitΓ  di Bologna, con il sostegno del Comune di Pantelleria e del Rotary Club Pantelleria. Le dimostrazioni sono state arricchite dalla professionalitΓ  del gruppo “Tre Spade”, che ha saputo ricreare fedelmente le antiche tecniche di lavorazione del metallo.

foto di Clara Garsia 2024
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Cultura

Pantelleria, I racconti del vecchio marinaio pantesco

Orazio Ferrara

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In viaggio con patrun Vito

Il sole scendeva lento sul porto vecchio di Pantelleria, tingendo di rosso scuro le pietre di lava delle parate difensive del castello a guardia sempiterna dello specchio di mare antistante. Era un pomeriggio inoltrato di uno dei primi anni Sessanta e io, curioso come sempre di cose di mare, mi fermai ad osservare un vecchio marinaio seduto, tranquillo e silenzioso, su una bitta della banchina.

Poteva avere sui settant’anni e la salsedine e il maestrale di tutti quegli anni gli avevano modellato il viso come una fitta e intricata ragnatela, che non metteva affatto repulsione, anzi lo rendeva del tutto simpatico, facendomi subito riandare con la mente ai vecchi marinai di Salgari, i cui romanzi di mare in quel tempo erano una delle mie letture preferite. Il vecchio marinaio era intento a battere con forti colpi, ripetutamente. la sua pipa sulla suola di una scarpa, ma a me sembrΓ² che non volesse scrollarsi soltanto della cenere, piuttosto dei pensieri molesti, carico gravoso e ineludibile che ti regala la vecchiaia. Alla mia domanda se avesse mai fatto parte di un equipaggio di un veliero pantesco dei tempi andati, alzΓ² lo sguardo tra il meravigliato e l’indispettito e con la pipa a mezz’aria.

Ma cosa poteva mai interessare a quel ragazzotto, che sembrava tornare allora allora da una giornata di mare passata tra gli scogli di punta San Leonardo, di un tempo ormai irrimediabilmente perduto? Poi parlΓ² con voce roca come ghiaia che si muove sotto le onde del mare e disse: β€œSugn’ statu prima picciotto β€˜Γ¬ varca appoi marenaro”.

Dunque prima mozzo e poi marinaio, quindi una vita sul mare fin da giovanissimo Dette queste parole si tacque e caricΓ² lentamente la pipa con del tabacco nero come la pece e l’accese. Sembrava che il colloquio fosse finito lΓ¬, quando riprese a parlare con quella sua voce roca, che sapeva di mare antico.

β€œFici lu primu viaggiu da Pantiddraria a Napule ca varca β€˜i patrun Vitu”. A questo punto, per il lettore che non intende bene il siciliano, continuo il racconto in italiano, salvo, per inciso, qualche espressione dialettale. β€œAllora ero picciotto β€˜Γ¬ varca. Era il 1903, o forse il 1904, chi si nni ricorda cchiΓΉ e in quegli anni patron Vito era il capitano di veliero piΓΉ sperto di Pantelleria e dopo β€˜u Signuri nostru era il mare ad avere tutta la sua devozione.

In navigazione, pur con tutta la sua indiscussa bravura in cose di mare, non era mai arrogante perchΓ© soleva ripetere β€œCu mari e cu venti β€˜un tti fa valenti” (Con il mare e con i venti non essere arrogante o peggio spavaldo).

β€œIl veliero di patrun Vito non era grande, ma era solido e forte come una pietra nivura della nostra isola. Si chiamava β€œMadonna di Trapani” ed era stato varato nei cantieri di Amalfi nell’anno 1890, se non ricordo male. Ha navigato, attrezzato poi con un motore, fino alla vigilia dell’ultima guerra.

Ai miei tempi andava solo a vela. Aveva due alberi e bompresso e dispiegava una velatura, che lo faceva filare dritto sul mare come una freccia. Allora le barche avevano ancora un’anima di tela, bianca come le ali di un angelo. Il giorno della partenza, che per me era l’inizio del primo viaggio per mare come picciotto, la stiva era piena zeppa fino all’orlo. I sacchi piΓΉ pesanti erano lΓ¬, i capperi di Bommarino. Quelli che si mettono sotto sale, carnosi, quelli che danno sapore a tutto quel che mangi. E poi, le cassette, con la stoffa sopra per non farle scaldare, dell’uva passa piΓΉ bella, quella della contrada di Grazia di Sopra. Seccata al sole nostro africano, dolce come il miele, la nostra Zibibbo, trasformata in oro, doveva arrivare a Napoli al piΓΉ presto possibile, dove la gente danarosa la voleva per i loro dolci.

Patron Vito fu categorico: da Pantelleria a Napoli senza scali in porti intermedi. Se Dio vuole, in tre giorni. E cosΓ¬ fu. Uscimmo dal porto con il vento buono, lasciandoci presto alle spalle β€˜a petra β€˜i fora. La brezza gonfiava la vela maestra come il petto di un galletto in amore. Sette, a volte otto nodi, in pieno giorno. Un trotto regolare. Potevi quasi sentirla, la barca che mangiava il mare, spinta solo da quelle tele spiegate e dalla bravura di Vito e del nostromo Turi.

Il capitano Vito non dormiva. Stava lΓ¬, con il timone in mano, a parlare con il vento e con le onde, a sentire l’odore del mare che cambiava. Dalla costa siciliana fino a che non vedevi altro che blu. Non voleva fermarsi. Non per Messina, non per Salerno. Doveva essere un viaggio diretto. Un viaggio cui dovevano vantarsi, al ritorno, tutti i marinai dell’equipaggio nelle lunghe serate invernali pantesche davanti a un buon bicchiere di vino passito. La vita a bordo era semplice: pane, cipolla e qualche sarda salata.

Il silenzio

Ma la cosa piΓΉ bella era il silenzio. Solo lo scricchiolio del legno, il vento che fischiava nelle sartie e il suono delle onde che si aprivano, inchinandosi, sotto la prua. Per tre giorni e tre notti vedemmo solo l’orizzonte. Poi, all’alba del quarto giorno, quando il sole cominciava a spuntare, eccola. La sagoma grande, colorata, di Napoli, all’ombra del suo gigante nero, il Vesuvio.

Solo in quel momento patrun Vitu tirΓ² un sospiro che sembrava quello del mare intero. Attraccammo, e il carico era perfetto. I capperi profumavano, l’uva passa era intatta. Era cosΓ¬, allora. L’abilitΓ  e il coraggio di un uomo di mare pantesco e i frutti della sua terra.

Oggi, ci sono i motori, e quella meravigliosa sensazione di andare per mare spinti solo dal vento di β€˜u Signuri nostru … quella non la senti più”. E si tacque, battΓ© piΓΉ volte la pipa sulla suola della scarpa per scrollare la cenere e si perse, silenzioso, nei suoi pensieri antichi incrostati di salsedine.

Β 

Orazio Ferrara

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Personaggi

E’ morta Ornella Vanoni, un’artista di grande di stile, simpatia e sagacia

Direttore

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“Io voglio vivere finchΓ¨ do alla vita qualcosa”
Il mondo della musica perde una vera icona… “senza fine”

La voce tra le piΓΉ imitate e seducenti della musica italiana si Γ¨ spenta per sempre.
Ornella Vanoni Γ¨ morta a 91 anni, nella sua casa di Milano, colpita da un arresto cardiocircolatorio.Β  I soccorritori sono arrivati quando ormai era troppo tardi.Β 

Classe ’34, con lei si chiude un sipario dello spettacolo senza tempo e senza repliche. L’artista, che aveva esordito nello spettacolo a teatro con Strehiler,Β  non era solo una cantante, era un simbolo capace di attraversare epoche senza mai diventare fuori moda.Β 
All’attivo si contano quasi settant’anni di carriera eΒ  oltre 55 milioni di dischi venduti, che hannoΒ  scolpito la sua voce nella memoria mondiale.Β 

La personalitΓ  forte, caratterizzata spesso da sferzate pungenti, era dotata di grande intelligenza e capacitΓ  da riuscire a cantare sul palco duettando con giovani big della canzone italiana.

Negli ultimi anni era diventata la presenza fissa piΓΉ attesa da Fabio Fazio, forse piΓΉ della Littizzetto, che superava in simpatia e spontaneitΓ .Β 
Lo scorso giugno venne insignita della laurea honoris causa. Durante la cerimoni seppe manifestare la sua regale umiltΓ .

Parlando della morte, la cantante milanese cosΓ¬ si Γ¨ espressa “Io non voglio morire troppo grande. Io voglio vivere finchΓ¨ alla vita do qualcosa e la vita mi dΓ . Il giorno in cui non dΓ² piΓΉ o non mi dΓ , io non voglio vivere.”

Ieri sera se ne è così come ha vissuto, con stile, senza clamore. 
Di lei rimarranno le sue canzoni intramontabili, impresse addosso al suo pubblico come cicatrici dolci.

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Cultura

Gran GalΓ  delle Lady Chef – Prima Edizione Siciliana

Redazione

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Gran GalΓ  delle Lady Chef – Prima Edizione Siciliana

Il 24 e 25 novembre, presso l’Hotel Casena dei Colli di Palermo, si svolgerΓ  la prima edizione del Gran GalΓ  delle Lady Chef, promosso dall’Unione Regionale Cuochi Siciliani

Un evento che intende valorizzare il ruolo delle donne chef, protagoniste della cucina professionale siciliana, e celebrare la loro competenza, dedizione e passione.

Il comparto Lady Chef, nato ventinove anni fa, ha come obiettivo quello di mettere in risalto la figura femminile nelle cucine e di contribuire al superamento del divario di genere. Il Gran GalΓ  sarΓ  dunque un’occasione di incontro e di festa, ma anche di riflessione e confronto, nel segno dello spirito associazionistico che anima l’Unione Regionale Cuochi Siciliani.
All’interno della manifestazione si terrΓ  la selezione regionale del Concorso Cirio, che decreterΓ  la Lady Chef siciliana chiamata a rappresentare la regione nella fase nazionale dei Campionati della Cucina Italiana a Rimini

β€œUna vera e propria festa – ha dichiarato la Coordinatrice Regionale, Chef Rosi Napoli – che vuole essere anche un momento di condivisione, riflessione e confronto”. Le Lady Chef provenienti da tutte le province siciliane si ritroveranno a Palermo per vivere insieme due giornate intense, all’insegna della collaborazione e della professionalitΓ .

β€œCelebreremo la bellezza – ha concluso Chef Napoli – quella che rimane anche sui volti stanchi dopo ore di lavoro. Celebreremo i sacrifici, la competenza e la forza delle nostre meravigliose Lady Chef.”

A moderare l’evento sarΓ  la food blogger e Lady Chef, Barbara Conti, Segretario Provinciale APCI di Ragusa, che accompagnerΓ  il pubblico in questo viaggio di memoria, territorio e passione culinaria.

Per consultare il programma completoΒ  epotere prendere parte alla Cena di Gala, aperta a tutti, andate sulla pagina facebook Lady Chef Regione Sicilia

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