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Cultura

Palermo Comic Convention: grande entusiasmo per l’inizio della manifestazione

Matteo Ferrandes

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Taglio del nastro per Palermo Comin Convention che ha debuttato ieri, giovedì 14 settembre, con un grande apporto di pubblico nonostante la giornata feriale. Bagno di folla per la sensei Yumiko Igarashi, creatrice di Candy Candy e Georgie. Questa sera grande attesa per il live da due ore di Giorgio Vanni, il re delle sigle tv, che riporterà il pubblico di Palermo Comic Convention negli anni d’oro di cartoni animati anni ’90 e 2000. La manifestazione, che si svolge ai Cantieri Culturali alla Zisa, durerà fino a domenica 17 settembre.

«Saranno giornate piene di attività – afferma Alessio Riolo, direttore generale di Palermo Comic Convention – . Quest’anno abbiamo intensificato la nostra presenza all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa e già i grandi ospiti internazionali hanno mostrato il loro eccezionale valore che esalta gli appuntamenti culturali della manifestazione. Durante queste giornate si alterneranno diverse attività e workshop, conferenze, masterclass, proiezioni live, musica dal vivo nonché imperdibili appuntamenti. Quest’anno abbiamo potenziato anche il comparto cinema e serie TV con la presenza di due star internazionali come Sylvester McCoy, settima reincarnazione del Doctor Who, la più longeva serie tv al mondo che quest’anno compie 60 anni. Inoltre, sarà nostro ospite l’attore Stanislav Yanevski della saga di Harry Potter. Ce ne sarà per tutti i gusti. Palermo Comic Convention non è un evento solo per appassionati ma una manifestazione per tutti e per famiglie: invito tutti a trascorrere una giornata ai Cantieri Culturali con noi».

Continuano oggi e nei prossimi giorni i tornei di videogiochi e di giochi da tavolo: le due aree, rispettivamente all’interno della “Sala Perriera” del “Noz” che già nella prima giornata sono state prese d’assalto dai videogiocatori e dagli appassionati di Giochi di Ruolo.

«Abbiamo investito molto su questo tipo di attività – dice Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività Produttive – , devo dire che le fiere e questi luoghi di aggregazione, sono i luoghi dove si instaurano delle relazioni commerciali importanti. Ci sono momenti di aggregazione e molte aziende possono farsi conoscere con serenità, mostrando marchi e le loro ricchezze. Abbiamo quindi supportato con piacere Palermo Comic Convention che è una manifestazione è molto sentita e molto attesa da questa nostra meravigliosa città. Per noi è un motivo di orgoglio aver aiutato e finanziato Palermo Comic Convention».

Alle ore 12 di oggi, particolare incontro che unisce il gaming all’ecologia intitolato “La sfida ambientalista del gaming: è possibile parlare di educazione ambientale con i videogiochi?”, come i titoli più moderni sono riusciti a creare mondi fantastici, in grado di farci riflettere sul nostro futuro a cura di Aurelio Sanguinetti di Legambiente Palermo.

«L’Amministrazione comunale – afferma il sindaco di Palermo Roberto Lagalla – è lieta di appoggiare questa manifestazione che racchiude cultura e divertimento, mettendo insieme diverse generazioni e diverse tipologie di pubblico e lo fa mettendo a disposizione uno spazio come i Cantieri culturali alla Zisa che negli ultimi mesi stanno vivendo un momento di rinascita, ospitando tante kermesse dal valore anche sociale».

Alle 19, poi, Adrian Fartade, creator e divulgatore scientifico, illustrerà al Cinema De Seta le storie vere dietro i racconti di alieni ed ufo con un panel intitolato “Cerchi nel grano, Alieni fantasma e Leggende Metropolitane”.
«Ancora una volta accanto a Palermo Comic Convention: il Comune di Palermo scommette su manifestazioni come questa – dichiara Pietro Canella, assessore comunale alla Cultura – che hanno una grande attrattività e grande importanza perché attirano un pubblico eterogeneo e variegato, che si immerge nel mondo fantastico dei Comics. Sia giovani, sia una generazione più matura che rivive l’epoca della giovinezza. È sicuramente una manifestazione che si ripete a Palermo perché l’Amministrazione crede molto in questa iniziativa».

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Cultura

Pantelleria, inaugurato il busto a dr. Zurzolo tra gente commossa, riconoscente e affiatata

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L’opera è stata realizzata dal M° Michele Cossyro

Si è svolta ieri, 7 dicembre 2025, la cerimonia di scopertura del busto dedicato al compianto dottor Michele Zurzolo.

In una silenziosa Piazza Perugia, le gente arrivava quasi in punta di piedi, per non disturbare un momento che sarebbe stato prezioso per quel sito e per la comunità pantesca tutta.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto la celebrazione annunciando diversi interventi tra cui quello di Maria Casano, che ha promosso l’idea, quello della moglie Anna Maria Brignone, delle due nipoti.

“Il Dottore Michele Zurzolo, nel corso della sua vita professionale, si è dedicato anima e corpo a tutta questa comunità e oserei dire anche a tutta la cittadinanza di Pantelleria – Ha esordito il primo cittadino – Ma molti di voi hanno avuto anche la possibilità di conoscere un amico, una persona che ha fatto della sua professione una storia di vita.  Lui era una persona di altri tempi e lo ha dimostrato. Abbiamo ritenuto come di regola accade quando una persona si contraddistingue in questa vita terrena per le sue attività, per le sue azioni, per le sue gesta, di ricordarlo in una maniera particolare.  Abbiamo deciso di fare un busto commemorativo e di posizionarlo in questa piazza Perugia che è sostanzialmente il cuore di questa contrada.”

Di poi i ringraziamenti alla giunta comunale e, in modo particolare, ai consiglieri Giuseppe Maddalena e Nadia Ferrandes che hanno perorato il progetto, fino al suo completamento.
Così, dopo i toccanti pensieri dei familiari del dr. Zurzolo, l’intervento di Michele Cossyro. L’artista che ha portato il nome di Pantelleria nel mondo con le sue opere ha ben accolto l’invito a realizzare la richiesta, facendo una vera copia non solo delle sembianze, ma anche dell’espressione del medico. Realizzando un basamento singolare, in pietra lavica, ha poi come proseguito l’opera con il busto di bronzo, adesso lucido e liscio.  

Tra i presenti anche il presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Spata, diversi politici, i presidenti dei circoli e di alcune associazioni importanti, tutti testimoni della benevolenza, dell’umiltà, della nobiltà di un uomo coraggioso, che metteva il paziente sopra ogni altra esigenza e pensiero, elargendo diagnosi sempre precise e puntuali e mai sbagliate, nonostante la strumentazione dell’epoca, a Pantelleria.

Va ricordato, non in ultimo, che il Dr. Zurzolo era un grande studioso originario della Calabria, eppure, egli aveva eletto Pantelleria come sede della sua dimora e del suo lavoro, dove ha affrontato vita e professione sempre con un immancabile e inestimabile sorriso bonario e rassicurante.

La toccante cerimonia si è conclusa con la benedizione di Don Ramses.

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Cultura

Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore

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Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrà la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.

Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.

Antonino Maggiore, classe 1982, è un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creatività, nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non è alla sua prima opera. Negli anni ha già pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
Le note strane” è un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilità ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.

Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.

L’ingresso è libero

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Cultura

I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera

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Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.

Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.

Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.

Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.

Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare

da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.

Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:

Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia

Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.

La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.

Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.

Orazio Ferrara


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