Cultura
Missione Marte compiuta! I primi passi di Perseverance
Il libro di storia delle esplorazioni spaziali si arricchisce di un nuovo affascinante capitolo.
Partito il 30 luglio 2020 da Cape Canaveral (Florida), dopo 203 giorni di viaggio e circa 300 milioni di miglia percorse (472 milioni di chilometri), il rover della Nasa Perseverance (il più grande e avanzato mai spedito su un altro pianeta) è ammartato con successo alle 15.55 (ora della California, 21.55 in Italia) di ieri, giovedì 18 febbraio 2021. La conferma del “touchdown” (atterraggio) è stata data in diretta dal centro di controllo della missione, il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa nel sud della California.
La manovra è stata delicatissima: i media parlano di “sette minuti di terrore” durante i quali la sonda è passata da 20 mila chilometri orari a zero. E dopo aver aperto il paracadute, il robot (delle dimensioni di un’auto) ha inviato la sua prima fotografia (immagine sottostante) della superfici del pianeta e ha iniziato poi a passeggiare alla ricerca di indizi di vita.

Questo l’obiettivo della missione (denominata Mars 2020): raccogliere campioni di suolo marziano da portare sulla Terra nel 2031, in una missione di rientro in collaborazione con Esa (l’agenzia spaziale europea) e Italia. Nei prossimi anni si porterà avanti il lavoro iniziato da Curiosity e Opportunity i cui dati hanno permesso di ipotizzare che in un lontanissimo passato (si parla di diversi miliardi di anni fa) su Marte c’era acqua e, quindi, vita. Gli scienziati (tredici nel mondo e detti “Mars 2020 participating scientists”) cercheranno quindi i segni di una vita passata ossia tracce di microrganismi unicellulari.
Perseverance ha con sé un perforatore, un braccio robotico di due metri e sette diversi strumenti di rilevazione scientifica, con i quali potrà fare i campionamenti e le prime analisi. E non sarà da solo; gli terrà infatti compagnia un piccolo elicottero, dal curioso nome “Ingenuity”, che tenterà il primo volo controllato nell’inospitale atmosfera marziana. Con il suo aiuto potranno essere esplorate vaste aree impensabili con il solo rover: l’elicottero può infatti percorrere centinaia di metri in pochi secondi, cosa che il rover fa in una intera giornata di esplorazione.
Perseverance, come ogni “personaggio pubblico” che si rispetti, ha un profilo twitter con il quale comunica con i suoi fan. Tra i primi messaggi arrivatigli c’è quello che presidente Joe Biden che si è complimentato con la Nasa e Perseverance per il duro lavoro fatto che ha reso possibile lo storico atterraggio: “Oggi ha dimostrato ancora una volta che con il potere della scienza e dell’ingegno americano, nulla è al di là del regno della possibilità”. E Perseverance, dimostrando già dedizione e patriottismo, ha così ritwittato: “Grazie, Sig. Presidente. La mia squadra ha perseverato attraverso incredibili avversità per farmi arrivare qui, e ora sono pronto a lavorare”.
Riportiamo alcuni dei suoi primi entusiastici messaggi dopo aver toccato il suolo di Marte: “I’m safe on Mars. Perseverance will get you anywhere” (“Sono al sicuro su Marte. La perseveranza ti porterà ovunque”), “Hello, world. My first look at my forever home” (“Ciao, mondo. Il mio primo sguardo alla mia casa per sempre”), e, quasi dimostrando già un velo di nostagia per il luogo natio, “I can confirm. @NASAJPL is a great place. I have new home now, but I’ll always remember my California roots” (“Posso confermare. @NASAJPL è un grande posto. Ho nuova casa ora, ma ricorderò per sempre le mie radici della California”).
Come ha dichiarato l’amministratore della NASA Steve Jurczyk “La missione Mars 2020 Perseverance incarna lo spirito della nostra nazione di perseverare anche nelle situazioni più difficili, ispirando e portando avanti la scienza e l’esplorazione. La missione stessa personifica l’ideale umano di perseverare verso il futuro e ci aiuterà a prepararci per l’esplorazione umana del Pianeta Rosso”.
(Credit immagini: profilo twitter NASA’s Perseverance Mars Rover)
Giuliana Raffaelli
Cultura
Radici di pietra e di cielo: Lorenzo Reina, l’uomo che ha ascoltato la sua terra
Santo Stefano Quisquina saluta Lorenzo Reina non solo come il creatore del Teatro Andromeda, ma come un artista totale, capace di restituire senso, bellezza e dignità a un territorio e ai suoi simboli più profondi. La sua opera non si limita a un capolavoro architettonico incastonato tra i monti Sicani: è una visione del mondo che intreccia arte, natura e spiritualità.
L’arte di Lorenzo Reina nasce da un rapporto intimo con la terra e con il tempo naturale.
Le sue sculture, le installazioni e le architetture non impongono una presenza, ma sembrano emergere dal paesaggio stesso.
Pietra, luce, silenzio e cielo diventano materia artistica. Ogni gesto è misurato, essenziale, come se l’opera fosse il risultato di un ascolto profondo del luogo.
Il Teatro Andromeda rappresenta la sintesi più alta di questa ricerca: una scultura abitabile, un’opera totale in cui convergono arte visiva, architettura, astronomia e filosofia.
Ma Andromeda è anche il cuore di un’esperienza rituale che Reina ha saputo riportare in vita, restituendo dignità ai riti dei solstizi e ricreando quel filo antico tra l’uomo e la natura.
Con le celebrazioni del solstizio d’estate e del solstizio d’inverno, Lorenzo Reina ha trasformato il teatro in uno spazio sacro laico, dove il passaggio delle stagioni viene celebrato attraverso la luce, la musica e la danza.
Eventi intensi e sospesi nel tempo, capaci di generare un’atmosfera definita da molti come “magica”.
Il momento culminante è l’ingresso del sole nella “Maschera della Parola”, un gesto simbolico in cui la luce diventa messaggio, “parola di luce”, sintesi perfetta della sua poetica.
Questi riti, che attirano visitatori da tutta Italia e dall’estero, non sono semplici spettacoli, ma esperienze collettive di contemplazione e consapevolezza.
Lo dimostrano anche iniziative recenti come il “Solstizio di Pace 2025”, che hanno rafforzato il valore spirituale e universale di Andromeda, rendendolo un luogo di incontro tra culture, sensibilità e pensieri diversi.
Nella cosiddetta “Sicilia fredda”, spesso relegata ai margini, Reina ha costruito un’estetica della resistenza e della lentezza.
Ha dimostrato che la bellezza non ha bisogno di clamore, ma di radicamento.
Il vero tesoro che lascia a Santo Stefano Quisquina è una visione: l’idea che l’arte possa ricucire il rapporto tra uomo e natura, tra passato e futuro, tra materia e luce.
Oggi, tra i Sicani, la sua opera continua a parlare.
Non come monumento immobile, ma come esperienza viva.
Lorenzo Reina ha saputo materializzare la bellezza e trasformarla in rito, in comunità, in memoria condivisa.
Quella luce, diventata parola, continua a illuminare chi sa fermarsi ad ascoltare.
Laura Liistro
Personaggi
Charlotte da Pantelleria a Live Box di Casa Sanremo 2026
Charlotte, all’ anagrafe Sabina Esposito, cantautrice siciliana originaria di Pantelleria, parteciperà martedì 24 Febbraio 2026 al Live Box di Casa Sanremo, nello spazio Web Music Promotion gestito della Lino Management Berlin e Kalan Eventi Group, presentando il suo ultimo singolo “Come le foglie e il vento“
https://youtu.be/8O17KOBqy38?si=5ZKTu_uTYYuRLypV
L’ artista arriva a questo appuntamento grazie alla collaborazione con l’agenzia
siracusana di eventi e spettacoli gestita da Walter Iannì, da anni operante nel settore
dello spettacolo e nella promozione di talenti emergenti, non solo in ambito musicale.
La stessa è partners commerciale per la Sicilia della Lino Management Berlin per
tutti gli eventi in programma in ambito nazionale.
Conosciamo meglio in breve Charlotte.
La carriera artistica di Charlotte
L’ artista pantesca consegue nel 2018 la
Laurea in “Musica, Spettacolo, Scienza e Tecnologia del suono” presso il Politecnico
Internazionale “Scientia et Ars” di Vibo Valentia con indirizzo Canto Moderno.
Nel corso della sua carriera partecipa a numerose manifestazioni canore nazionali e
internazionali, conseguendo ottimi risultati professionali e la vede sempre
protagonista in vari masterclass musicali.
A Febbraio 2023 supera i casting per il Talent televisivo “The Coach”
nel febbraio 2024, dopo aver superato i casting di Sanremo DOC, si esibisce con il
suo ultimo inedito al Palafiori di Sanremo durante la settimana del Festival di
Sanremo.
Conosce Walter Iannì grazie ad un progetto denominato “ L’ Angolo dei Talenti “,
live su piattaforma social Tik Tok, promosse dalla stessa agenzia è finalizzate alla
promozione e visibilità di artisti in genere.
Successivamente accede di diritto al “Talenti Special 2025 “, talent online, abbinato
al progetto “L’ Angolo dei Talenti “, dove tutt’ora la vede in gara fino al 30 Aprile
2026 con altri colleghi del ramo musicale e artistico.
Artista di carattere e professionalmente preparata, così la definiscono Walter Iannì e
Lino Sansone, responsabile diretto della Lino Management Berlin, augurano all’
artista siciliana il meglio per i prossimi appuntamenti in programma.
Personaggi
E’ morta Brigitte Bardot, icona del cinema e sex symbol degli anni ’60
Si è spenta a 91 anni Brigitte Bardot, diva del cinema per eccellenza e deli anni ’60, nonchè attivista memorabile per i diritti degli animali.
Mai attrice fu più simbolo di sensualità e libertà sessuale.
Le sue iniziali, BB, erano riconoscibili e subito riconducibili a quell’artista completa: oltre che attrice era cantante e modella.
Figlia di un ricco industriale parigino, era appassionata di danza ed entrò al Conservatorio di Parigi nel 1949 e a quindici anni divenne la mascotte della rivista Elle.
L’attrice ha recitato in 56 film prima di porre fine alla sua carriera nel 1973 e di dedicarsi alla difesa degli animali
Il primo ruolo nel cinema fu nel 1952 dal regista Jean Boyer in Le Trou normand al fianco del grande attore Bourvil.
A soli 18 anni sposò Roger Vadim, assistente alla regia di Marc Allegret, a cui si deve, di fondo, la scoperta della Bardot come viso e corpo per il cinema.
Da qui una serie di partecipazioni, come Poppea in Mio figlio Nerone con Alberto Sordi e Vittorio De Sica per la regia di Steno.
Bisogna aspettare il 1956 perchè entri nella leggenda del cinema, grazie al film del marito Vadim (dal quale si separerà nel ’57), E Dio creò la donna, che l’ha immortalata come icona di bellezza.
Dopo il film di Vadim i produttori iniziano a bussare con insistenza alla sua porta e ben presto BB diviene addirittura l’attrice più pagata del cinema francese. E’ arrivata addirittura a girare 4 film in 12 mesi: En cas de malheur (dove recita con Jean Gabin), Les Bijoutiers du clair de lune, Une Parisienne e La Femme et le Pantin. Il ’59 è l’anno di Babette va alla guerra (sul set conosce e si fidanza con l’attore Jacques Charrier) e di La verità di Clouzot dove interpreta un ruolo che la farà soffrire: quello di una donna che viene accusata dell’omicidio del marito, ma che i paesani giudicano come una mangiatrice di uomini e poco di buono.
Nel 1960 diventa mamma di Nicolas, suo unico figlio che tuttavia non accetta e lo affida ad una balia.
Con il film Vita privata, poi, conosce l’attore Sami Frey che diventa il suo nuovo amante dopo la liaison con Raf Vallone e prima di quella con il ricco playboy tedesco Gunther Sachs, che sposerà per divorziare nel 1969.
Le battaglie animaliste
Il 1963 segna l’inizio delle battaglie animaliste, promuovendo un’arma che uccida in modo indolore le bestie nei macelli; a questa iniziativa ne seguiranno decine di altre – forse la più celebre e significativa sarà quella contro le pellicce.
Nel 1964 recita in Viva María! e poi comincia a incidere dischi come Le Soleil (1966), Harley-Davidson (1967), poi il regalo d’amore di Serge Gainsbourg: Je t’aime… moi non plus (1967).
BB continua la sua carriera cinematografica dove incontra le colleghe Annie Girardot – Les Novices (1970) e Claudia Cardinale con la quale rifà una coppia di pistolere sexy in Les Pétroleuses. L’Histoire très bonne et très joyeuse de Colinot trousse-chemise (1973) è l’ultimo film della sua carriera.
Dopo questo film, l’artista parigina si dedica anima e corpo alla lotta per la protezione degli animali, come quella contro la caccia alle foche. Alla sua battaglia anche il presidente francese Valéry Giscard d’Estaing si allinea e vieta l’importazione di pelli di foca in Francia. Nella sua lotta, Bardot fu sostenuta da numerose personalità dello showbiz francese e non solo come Isabelle Adjani, Kim Basinger, Johnny Hallyday, Alain Delon e Jacques Chirac.
Con la sua tenacia e il suo impegno riesce a influenzare l’intero paese tanto da vietare l’importazione e il commercio di pelli di cane e gatto.
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