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L’Italia ancora una volta tra le 20 migliori destinazioni primaverili

Redazione

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DiscoverCars.com ha utilizzato i dati di Instagram per creare un elenco dii 20 paesi più popolari da visitare in primavera. Hanno creato un punteggio totale per ogni Paese sommando tutti gli hashtag relativi alla primavera o ai fiori, e poi li hanno classificati.

Aleksandrs Buraks, responsabile della crescita presso DiscoverCars.com, Commenti:

“Pensiamo che questa top 20 sia una selezione davvero interessante di Paesi, ognuno con le proprie tradizioni primaverili. Qualcosa che ci piace della lista è il fatto che la primavera in ciascuno di questi paesi sarà un’esperienza diversa, a seconda del periodo dell’anno in cui cade. Se dovessi visitare l’Australia o la Nuova Zelanda in primavera, viaggerai da settembre a novembre, il che significa che potresti vedere due primavere nello stesso anno!

“L’Italia è un Paese bellissimo con tante cose da fare in primavera. In tutto il paese ci saranno celebrazioni della Pasqua e dell’arrivo della primavera. A livello più regionale, ci sono tutti i tipi di eventi speciali come la Festa Della Sensa di Venezia e la stagione lirica all’aperto di Roma che inizia ogni maggio. La campagna italiana si anima nella stagione primaverile, con gli alberi in piena fioritura e fiori di campo a perdita d’occhio”.

I primi 10 paesi più popolari sono i seguenti:

L’Olanda ha conquistato anche quest’anno il primo posto, con 64.177 post su Instagram. Al secondo posto, il Regno Unito ha avuto 48.169 post. È  seguito dagli Emirati Arabi Uniti con 47.858 posti complessivi.

Al quarto posto,Canada con 44.104 posti combinati. È  seguita da Colombia, che ha avuto 43.646 post.Singapore classificato come sesto, con un punteggio totale di 36.208.

Al settimo posto, la Turchia è stata taggata 27.870 volte nei post relativi alla primavera. La Nuova Zelanda era appena dietro alla Turchia con 27.640 post complessivi. Di seguito, abbiamo la Finlandia con 26.773 post, l’Australia completa la top ten con 26.226 post combinati su Instagram.

L’Italia si è classificata appena fuori dalla top 10, all’undicesimo posto, con 22.636 post combinati. #SpringInItalia è stato taggato 17.912 volte e #ItaliaFlowers è stato utilizzato in 4.492 post. L’arrivo della primavera è bello nel nostro Paese: senza dubbio le persone sono state spinte a pubblicare un post a riguardo, dopo aver visto luoghi come Piazza di Spagna ricoperta di fiori per la Festa della Primavera.

I fiori sono una parte importante delle celebrazioni primaverili qui. In tutta Italia, puoi trovare festival di infiorata dalla tarda primavera all’inizio dell’estate, dove petali e fiori vengono disposti con cura per creare motivi e quadri intricati. È una tradizione che risale addirittura al XVII secolo e si svolge solitamente in occasione della festa del Corpus Domini. Alcune delle città dove è possibile vedere l’infiorata sono: Tortolì sulla costa della Sardegna, Campobasso nel sud dell’Italia e, nel centro Italia, Alatri. Quest’ultima città è particolarmente nota per le sue esposizioni floreali.

La primavera è anche un ottimo periodo per l’industria alimentare qui, con gli straordinari prodotti locali che arrivano di stagionali, dagli asparagi bianchi ai fiori di zucca.

DiscoverCars.com ha condotto questa ricerca anche l’anno scorso e ha notato diversi cambiamenti nella versione del 2024 del pezzo annuale. L’Italia è più alta nella classifica rispetto allo scorso anno, salendo all’11° dal 12° posto.

Il Giappone, quest’anno si è piazzato al 15° posto, nel 2023 si era piazzato al 2° posto nella classifica, perdendo quindi parecchie posizioni. La Nuova Zelanda, d’altro canto, ha attirato più attenzione quest’anno, risalendo dal 10° all’8° posto, entrando appena nella top 10.

Facebook:https://www.facebook.com/discovercarscom/

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Mascali (CT), 18 e 19 maggio “red head Sicily” sbarca sull’Etna

caterina murana

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“RED HEAD SICILY” SBARCA SULL’ETNA: I ROSSI NATURALI DEL SUD ITALIA IL 18 E 19 MAGGIO A MASCALI

 “Red Head Sicily”, il festival delle persone coi capelli rossi naturali, sbarca sull’Etna con una special edition che si terrà sabato 18 e domenica 19 maggio 2024 a Mascali, in provincia di Catania. Dopo cinque edizioni tra l’isola di Favignana, Marsala e la spiaggia di Tre Fontane (nel Trapanese), “Red Head Sicily” radunerà i rossi naturali di tutto il sud Italia ai piedi dell’Etna in questa edizione “speciale” primaverile, organizzata col patrocinio dell’Assemblea regionale Siciliana, il Comune di Mascali e la locale Pro Loco Unpli.

Sabato 18 maggio i rossi si ritroveranno di mattina (ore 10) in piazza Duomo dove si terrà la presentazione del festival e l’animazione coi balli di gruppo.
A seguire, con gli operatori della Pro Loco, si farà il giro turistico tra i punti d’interesse della città per consentire lo shooting fotografico dei rossi.
Nel pomeriggio di sabato, già a partire dalle 15,30, animazione e musica sulla spiaggia di Mascali: all’interno del lido “Sirius” si terrà anche un momento sushi con lo chef catanese rosso Ferdinando Ganci che preparerà alcune prelibatezze della cucina giapponese.
Alle 17,30 si terrà anche un incontro formativo su pelli chiare e i rischi del sole, con il medico dermatologo Maurizio Pettinato.
Alle 21,30, in piazza Duomo la serata spettacolo presentata da Paola Parisi, con musica e l’esibizione dei rossi che si cimenteranno in alcune prove d’arte.

, con partenza da piazza Duomo, escursione guidata da Giò Giusa sull’Etna, con tappa intermedia a Milo e poi partenza a piedi da Piano Provenzano.

«Il nostro festival è l’unico del Sud Italia, dice Enrico Malato, uno degli organizzatori. Chi come me è rosso sa bene come spesso a scuola venivamo presi in giro proprio perché coi capelli rossi e “Red Head Sicily” è l’occasione per mostrare l’orgoglio di noi rossi». E Malato aggiunge: «Il festival è l’occasione anche per promuovere i territori tramite il marketing turistico».

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Cultura

Solarino (SR), lettera del 1906 per monumento ad Anita Garibaldi. L’importanza degli archivi comunali

Laura Liistro

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Archivi e Comunità è il sottotitolo per introdurre l’importanza culturale e sociale degli archivi comunali, colmi di documenti che hanno la necessità di uscire dalla cerchia degli esperti per rendersi utili alla società.
E’ una opportunità per trovare una nuova e più ampia legittimazione presso i cittadini che necessitano una conoscenza del proprio passato per una costruzione produttiva del futuro.

La lettera del 1906

E’ il caso di una storica lettera del 1906 ritrovata, qualche anno fa, nell’archivio comunale di Solarino (Sr).

Il focus di tal documento è  Presidente del Comitato Nazionale per l’erezione d’un monumento in Roma ad Anita Garibaldi, che invitò Sindaci, Direttori ed Insegnanti delle Scuole elementari d’Italia a voler promuovere delle sottoscrizioni da Centesimi Cinque per ogni alunno italiano, per dare un carattere plebiscitario all’ installazione sul Gianicolo del colossale monumento ad Anita Garibaldi dello scultore romano Mario Rutelli.

Il monumento per Anita Garibaldi

Il monumento rappresenta un reale avvenimento accaduto in Brasile, quando “l’eroina dei due mondi” era a fianco di Garibaldi nella rivoluzione per l’indipendenza di quel Paese dal Portogallo.
La Donna viene rappresentata, a dodici giorni dopo il parto di Menotti mentre fugge con il fucile in pugno ed il figlio neonato stretto tra collo e petto.
La missiva in questione si presenta ingiallita dal tempo ed è sia uno spaccato di Storia nazionale che un salto nella società italiana dell’epoca. Inoltre, il linguaggio usato tra ‘Stato e Stato’ è molto chiaro e determinato.

Il ruolo delle scuole

Le scuole, infatti, in quegli anni, dovevano eseguire non tanto le indicazioni ministeriali, ma gli ordini imposti dal Governo.
Questo scritto che trovasi all’interno dell’Archivio comunale del Comune di Solarino è caratterizzato dallo entusiasmo e dal coinvolgimento del popolo italiano nell’omaggiare la Donna che, per anni ed in preda ad infinite difficoltà fu, al Duce Glorioso, “sorriso e fede nei giorni turbinosi delle battaglie”.

L’ufficio comunale, tempio della memoria della comunità, da troppi anni in stato d’abbandono, rappresenterebbe un bel mezzo per le nuove generazioni, per potersi confrontare con la realtà storica diversa in cui parole d’ordine erano: Italia ed italiani.

Sarebbe questo un tuffo nel passato, tra i nomi dei maestri solarinesi Coco e D’Agostino e gli alunni che parteciparono, con cinque lire, alla realizzazione del monumento ad Anita Garibaldi.
Una percezione diretta della forza tipica di quella classe politica che aveva fatto l’Italia e stava formando gli italiani nel rispetto del tricolore.

“L’opera degna di cittadini italiani”

“All’opera dunque, o valorosi educatori del popolo.
Onorando la memoria d’Anita, nella data centenaria di Garibaldi, noi compiremo opera degna di cittadini italiani.”

Con queste parole, il garibaldino Col. Augusto Elia, saluta ed invoca i Maestri italiani che, in verità, furono i veri mezzi che realizzarono l’Italia unita nella lingua e nella cultura.

L’importanza del ritrovamento di queste carte?
La dimostrazione di quell’Italia unita nei valori civili da nord a sud senza confini culturali ma con un solo obiettivo : la Nazione.

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Cracolici: “A 42 anni dalla legge Rognoni – La Torre siamo a un bivio. Bisogna affinare il contrasto in ambito internazionale”

Redazione

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Nel  42° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo il presidente Cracolici all’incontro organizzato dal centro La Torre su luci e ombre lotta antimafia

 

 

Palermo, 30 Aprile – “A 42 anni dalla legge Rognoni-La Torre ci troviamo a un bivio, anche a causa degli effetti delegittimanti della vicenda Saguto. Il principio del doppio binario dell’azione penale e patrimoniale introdotto da tutta la giurisprudenza degli ultimi 40 anni è stato un incubo per le organizzazioni mafiose.  C’è un tentativo di delegittimare e cancellare le misure patrimoniali che va nella direzione opposta rispetto alla visione di Pio La Torre: i colpi inferti in questi anni alle cosche dimostrano la validità di questi strumenti. Oggi assistiamo a un processo di finanziarizzazione dei capitali illeciti criminali, stentiamo a comprendere e anticipare le nuove modalità di condizionamento mafioso. Molte delle misure patrimoniali, inoltre, risalgono agli anni ’90. Siamo sicuri di non dover affinare, piuttosto, il contrasto in ambito internazionale? Che fine hanno fatto i capitali di Matteo Messina Denaro o Bernardo Provenzano? Se vogliamo onorare chi si è sacrificato, come Pio La Torre, dobbiamo affinare gli strumenti di contrasto”. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, nel corso dell’incontro “Chi ha paura delle leggi contro la mafia? Dall’attacco alle misure di prevenzione alla necessità di un contrasto internazionale” organizzato dal centro studi Pio La Torre, nel 42° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.  Un confronto aperto nella sala Mattarella sull’erosione continua del sistema antimafia e sull’attacco agli strumenti di lotta alla criminalità organizzata mafiosa. 

A parlare di luci e ombre della lotta alla mafia sono stati il presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, il presidente emerito del Centro studi “Pio La Torre”, Vito Lo Monaco, Lucio Luca, giornalista, autore del libro “La notte dell’antimafia. Una storia italiana di potere, corruzione e giustizia negata”, Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime International – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. 

A moderare l’incontro il giornalista Concetto Prestifilippo.

“In un processo di internazionalizzazione delle organizzazioni criminali stiamo mandando un segnale alle mafie di incentivo a esportare le proprie attività economiche all’estero e non in Italia perché per le varie asimmetrie normative non si rischia il sequestro e la confisca dei beni – ha detto Savona – occorre aggiornare l’intuizione originaria di Pio La Torre per potenziarla e innovarla”.

Il giornalista Lucio Luca ha sottolineato l’importanza delle intercettazioni “Senza, probabilmente, non avremmo saputo nulla della gravità della vicenda Saguto”.  Dai relatori è un appello generale a rilanciare e rinnovare la lotta alla mafia, non solo per onorare la memoria di chi è morto per le conquiste ottenute negli anni, ma anche per adeguare il contrasto ai tempi moderni.  “L’antimafia da troppo tempo si nutre di ricorrenze e celebrazioni – ha detto Franco La Torre – la lotta alla mafia va rinnovata. Il caso Saguto è stato una vergogna che si è costruito grazie anche alla nostra indifferenza”.

“Vogliamo che il rapporto mafia – politica sia al centro delle agende istituzionali, specialmente alla vigilia delle elezioni europee – ha detto Vito Lo Monaco, presidente emerito del centro Pio La Torre – le limitazioni delle intercettazioni e della libertà di stampa sono un freno alla mobilitazione delle coscienze, su questo si misura la democrazia di un Paese”.

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