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Sociale

L’Esercito della Salvezza: Un Faro di Accoglienza per la Comunità LGBTQ+

Redazione

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Nel corso degli anni, l’Esercito della Salvezza si è affermato come un’organizzazione che abbraccia la diversità e promuove l’accoglienza e l’inclusione. Tra le numerose comunità che ha aperto le sue porte, i membri LGBTQ+ hanno trovato un rifugio sicuro e un luogo di sostegno.
Questo articolo esplorerà come l’Esercito della Salvezza si è impegnato a fornire supporto e accoglienza ai membri della comunità LGBTQ+, dimostrando un vero spirito di inclusione.

L’Esercito della Salvezza è stato fondato nel 1865 a Londra e ha radici profonde nel cristianesimo evangelico. Tuttavia, nel corso degli anni, l’organizzazione ha adottato un approccio aperto e progressista per affrontare i bisogni della comunità. Questo spirito di accoglienza è evidente anche nel modo in cui l’Esercito della Salvezza ha accolto i membri della comunità LGBTQ+.

Negli anni ’80, quando l’HIV/AIDS era una pandemia che colpiva duramente la comunità LGBTQ+, l’Esercito della Salvezza fu una delle prime organizzazioni religiose a offrire supporto, cure e alloggio a persone affette da queste malattie. Questo atto di compassione e accoglienza ha dimostrato che l’Esercito della Salvezza era disposto a superare le barriere tradizionali per aiutare coloro che ne avevano bisogno, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Negli anni successivi, l’Esercito della Salvezza ha continuato a rafforzare il suo impegno verso l’accoglienza e l’uguaglianza per la comunità LGBTQ+. L’organizzazione ha lavorato per garantire che i membri LGBTQ+ si sentano benvenuti nelle loro strutture e abbiano accesso ai servizi di cui hanno bisogno. Hanno anche sottolineato l’importanza di eliminare ogni forma di discriminazione all’interno dell’organizzazione stessa.

L’Esercito della Salvezza offre una serie di programmi che mirano a sostenere i membri della comunità LGBTQ+. Questi programmi includono servizi di consulenza, assistenza finanziaria, rifugi per giovani senza dimora e programmi di riabilitazione per le persone affette da dipendenze. Questi sforzi sono diretti a migliorare la vita delle persone e a creare un ambiente di supporto in cui ognuno possa sentirsi accettato.

L’Esercito della Salvezza ha anche lavorato per sostenere i diritti LGBTQ+ al di fuori delle sue strutture. L’organizzazione si è unita a iniziative per sostenere l’uguaglianza dei diritti civili, promuovere la non discriminazione e combattere l’omofobia. Questo impegno dimostra che l’Esercito della Salvezza non è solo un rifugio sicuro, ma anche una voce influente nella lotta per l’uguaglianza.

L’Esercito della Salvezza merita un plauso per il suo impegno a offrire accoglienza e supporto ai membri della comunità LGBTQ+. Questo impegno è un esempio di come un’organizzazione con radici religiose possa evolversi e adattarsi ai bisogni delle persone in un mondo in continua evoluzione. L’Esercito della Salvezza dimostra che l’accoglienza e l’uguaglianza sono valori universali che possono essere abbracciati da tutti.

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Sociale

Cibo cotto e non somministrato, enti del trapanese in sinergia per distribuzione a persone indigenti

Redazione

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Il recupero degli alimenti prodotti nel punto cottura del presidio ospedaliero di Salemi, e non somministrati, e l’erogazione come pasti gratuiti a cittadini che si trovano in situazione di fragilità socio-economica.
E’ questo il frutto di un accordo di collaborazione tra l’ASP di Trapani, il Comune di Salemi e la Fondazione San Vito Onlus, per la realizzazione di questo progetto di recupero degli alimenti prodotti e la loro distribuzione a fini di solidarietà sociale, siglato oggi dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, Danilo Palazzolo, dal sindaco della cittadina belicina, Vito Scalisi, e dal presidente della fondazione, Vito Puccio.
Il progetto pilota, autorizzato con delibera del Commissario straordinario dell’ASP Sabrina Pulvirenti, di durata annuale, prevede il recupero dei pasti in esubero, prodotti presso il punto cottura dell’ospedale di Salemi, da destinare a soggetti bisognosi di assistenza economica, individuati dai Servizi sociali del comune.
Nel punto cottura, gestito da una ditta esterna, vengono preparati tutti i pasti destinati ai pazienti, oltre del presidio di Salemi, anche per gli ospedali di Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo.
Con la supervisione della U.O.C. Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta da Sebastiano Corso, gli alimenti non consumati verranno ritirati da volontari della Fondazione, formati dall’ASP, Fondazione che provvederà alla distribuzione degli alimenti in favore dei cittadini beneficiari, sia presso la sede che direttamente a domicilio.
“Si tratta – commenta il Commissario straordinario – di una lodevole iniziativa di recupero e redistribuzione degli alimenti, che evita gli sprechi di cibo da un lato, e dall’altro sostiene famiglie che si trovano in situazioni di indigenza”.
La somministrazione partirà già dal mese di ottobre, e inizialmente sono stati già individuati una decina di nuclei familiari.

In copertina immagine da facebook

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Cultura

Divieto dei cellulari a scuola, le reazioni degli studenti di Pantelleria

Giada Zona

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Sul non uso dei telefoni in classe: interviste a Filippo Maccotta e Emanuele Pinna

Tra le diverse novità che interessano il mondo scolastico, dal 15 settembre 2025 per la Regione Siciliana, tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado è vietato l’utilizzo cellulare.
Figli e famiglie sono divisi: c’è chi la ritiene una strategia formativa e chi, invece, non è d’accordo.
Abbiamo così voluto conoscere la reazione degli studenti di Pantelleria, su questa novità che tanto clamore ha riscontrato.
Sono stati scelti a campione due giovani di diversi contesti scolastici. Si tratta di studenti modello, molto impegnati e maturi per l’età e l’epoca storica che stanno vivendo.

Filippo Maccotta

Il primo, Filippo Maccotta, 15enne al II anno di liceo scientifico, ci ha innanzitutto spiegato che attualmente nel suo istituto i cellulari verranno conservati negli zaini, per tutto l’arco della giornata scolastica e non potranno essere usati nemmeno durante la ricreazione. Nel caso non dovesse funzionare, i docenti o chi per loro provvederanno a requisire gli smartphone.

“Anche prima durante le lezioni il telefono non si poteva utilizzare e sono d’accordo, ma il divieto di utilizzarli durante la ricreazione mi sembra esagerato. L’anno scorso, nonostante si potesse usare durante la ricreazione, stavamo in gruppo e non solamente al telefono. Reputo che sia un po’ inutile proibirlo durante la ricreazione e credo peggiori la situazione perché ci si sente più incatenati. “

Emanuele Pinna

La seconda testimonianza ci arriva da Emanuele Pinna, in classe terza media

Emanuele, cosa ne pensi di questa nuova normativa? “Sono d’accordo con questa nuova normativa perché permette a tutti noi studenti, soprattutto a quelli meno responsabili, di non usare il telefono a scuola. Siamo tutti più coscienti, sapremo quando è corretto utilizzarli e quando no. Sono favorevole al divieto.”

Giada Zona 

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Economia

Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Marilu Giacalone

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Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.

«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».

Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it. 
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo

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