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Cultura

L’arte dell’imbandiggione. Piccola storia nell’evoluzione dei popoli a cura di Daniele Ciani

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Perché una tavola ben imbandita ? Per il piacere di godere di tutto ciò che non è necessario per la sopravvivenza ma che diventa necessario per farci sopravvivere meglio.

Imbandire una bella tavola è proprio dei popoli “evoluti”, che sentono il desiderio di dare al cibo , oltre al valore di alimento, anche un significato culturale, artistico, edonistico e nello stesso tempo trasformare tale occasione in un momento di socialità , di vita in comune (cum vivium).

Per quanto noi possiamo sorridere al modo di mangiare dei Romani, essi avevano capito, già allora, la differenza tra un popolo evoluto ed uno barbaro.

Tacito nel parlare del popolo che abitava la Germania nel 98 d.c. dice: “Come bevanda, usano un liquido ricavato dall’orzo e dal frumento, che, fermentato, ha qualche somiglianza col vino. I cibi sono semplici; frutta selvatiche, cacciagione fresca e latte rappreso; scacciano la fame senza apparato d’imbandigioni né raffinatezze culinarie” .

D’altra parte le regole che stabiliscono oggi come apparecchiare una tavola sono state dettate dall’esperienza di secoli, a partire dai tempi in cui non esisteva il tavolo da pranzo fisso ma vere tavole di legno che venivano appoggiate all’occorrenza su cavalletti (da cui l’espressione “mettere in tavola”) dove i commensali mangiavano mettendo il cibo solido su taglieri di legno aiutandosi solo con coltelli e cucchiai per zuppe in ciotole.

La forchetta come strumento personale fu introdotta nelle corti italiane all’incirca nel 1400, e probabilmente portata in Francia da Caterina dei Medici che andò in sposa, nel 1533, a Enrico di Valois futuro Re di Francia con il nome di Enrico II.

Da li’ conquistò poi le Corti europee.

Nello spazio di tempo che separa il tavolo mobile dal tavolo fisso si sviluppa il graduale arricchimento e la crescente specializzazione dell’attrezzatura individuale.

L’esempio è dato dalla moltiplicazione delle posate (da carne, da pesce, da frutta, da dolce ecc.), dei bicchieri ( da acqua, da vino bianco, da vino rosso, da vino dolce, da aperitivo, da spumante e da diversi tipi di liquori) e dei piatti ( da zuppa, da primo, da secondo, da frutta, da dolce ecc.) dall’uso delle tovaglie e del tovagliolo.

La tovaglia, in particolare, venne introdotta nel medioevo ma visto che i commensali la adoperavano per pulirsi le mani sporche dai residui di cibo, si pensò bene di corredare ogni commensale del proprio tovagliolo che all’inizio veniva annodato attorno al collo e copriva quasi completamente il tronco e le gambe come dal parrucchiere.

Ora avendo ogni commensale a disposizione una grande quantità di oggetti atti a farlo mangiare e bere comodamente senza sporcarsi, è stato necessario, per evitare confusione, dare delle regole per disporre tutto ciò.

Queste regole sono state dettate dalla praticità nell’uso degli utensili ecco perchè tutti quelli che hanno bisogno di una certa forza per essere utilizzati ,come il coltello che serve per tagliare il cibo, sono posti a destra,essendo questa la mano che la maggior parte delle persone usa per compiere un ‘azione , mentre la forchetta ,che serve da supporto, è posta a sinistra.

Anche i bicchieri sono posizionati davanti al piatto nel lato destro perchè sono più facilmente raggiungibili dalla mano destra.

Tutto ciò non basta però a fare di una tavola imbandita un’opera d’arte, a soddisfare pienamente il nostro piacere ; bisogna abbellirla con composizioni floreali, frutta e oggetti che mettano in risalto la gioiosità e l’importanza del momento che i commensali si apprestano a vivere.

I centro tavola , sapientemente composti con fiori e frutta che si addicono all’evento e alla stagione , devono avere una forma e altezza tale da non nascondere la visione del commensale che stà di fronte.

Per la stessa ragione i candelabri a più braccia vanno posti solo su tavole molto grandi e spaziose.

Anche queste sono regole dettate dall’esperienza di molti anni e persone, che sono indispensabili per un ottima riuscita del” convivio”, ma senza l’esperienza ,l’impegno ed il buon gusto della padrona di casa tutto andrebbe vanificato.

Daniele Ciani

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Palermo, Procuratore De Lucia e Presidente Morosini con studenti del Gonzaga: “Giovani, osate”

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“Giovani, osate!” La scuola e il lavoro strumenti di lotta alla mafia

De Lucia (procuratore di Palermo) e Morosini (presidente del tribunale di Palermo) a confronto con gli studenti

 Bisogna impegnarsi per un’antimafia sociale e culturale che va al di là dell’antimafia repressiva. A dirlo è stato, questa mattina, nell’auditorium del Gonzaga Campus, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, rispondendo alle diverse domande, formulate dai giovani. Il confronto è avvenuto a partire dal libro “La cattura. I misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia” scritto da Maurizio De Lucia e dal giornalista Salvo Palazzolo.

“Occorre parlare ancora una volta ai giovani e con i giovani – ha detto nella sua introduzione p. Vitangelo Denora, gesuita e direttore generale del Gonzaga Campus – perchè crediamo che il cambiamento della società passi anche dalla passione e dall’impegno portato avanti nella scuola. Ci sono tanti uomini e donne che, oggi, a vario livello, con sobrietà e pudore, portano avanti la lotta per la democrazia e la libertà”. 

“Questo libro nasce dalla necessità di raccontare tutti i fatti che sono successi – sottolinea il procuratore De Lucia -. Vuole essere una narrazione altra rispetto a tutto quello che ha circolato, spesso in maniera superficiale, sui social. Pertanto, abbiamo voluto spiegare, in maniera laica e senza pregiudizi, chi era Messina Denaro con tutti i suoi 13 ergastoli”.

“Ricordo che negli anni ’80 le scuole non chiamavano i giudici – dice il giornalista Salvo Palazzolo -. Solo il movimento degli studenti, all’epoca, era l’asse portante dell’antimafia. Ancora oggi, gli studenti ci ricordano che la cattura di Messina Denaro non rappresenta la fine della mafia ma occorre continuare a lottare. Il libro è un racconto con le storie di chi si sforza, ogni giorno, di avere una città più felice e più bella”.  

A partecipare all’incontro è stato anche Piergiorgio Morosini, presidente    del tribunale di Palermo. “Il destino della comunità in cui viviamo dipende moltissimo da quello che siamo e siete disposti a fare – afferma il presidente Morosini – . Per sconfiggere la mafia non bastano le forze dell’ordine e la magistratura perchè queste intervengono quando il danno è stato già fatto. La mafia non è solo un problema di sicurezza fisica ma è un problema di sicurezza esistenziale; sappiamo bene come questa, purtroppo attecchisca spesso in contesti di povertà e di ignoranza. La lunga latitanza dei capimafia è collegata ai diversi vantaggi di cui questi hanno goduto per la forte fragilità sociale di certi territori. Negli anni la mafia è stata quella che dava il lavoro costruendo così il suo esercito di complici e fiancheggiatori”

“Oggi siamo in una scuola – continua De Lucia – perchè crediamo nell’importanza di dedicare il nostro tempo ai più giovani. La scuola è importante perchè c’è un antimafia dei diritti che si costruisce con lo sviluppo economico e lo sviluppo culturale. Non c’è soltanto l’antimafia repressiva. Oggi dobbiamo fare i conti con la rapidità dei social di cui bisogna fare buon uso perchè non vanno banditi. Certamente, anche con questi nuovi strumenti, si possono veicolare contenuti importanti. Ricordiamoci, però, che la cultura passa sempre dalla formazione dettata da conoscenza e approfondimento. Vanno bene internet e pc ma aggiungiamo anche le biblioteche”. 

“La scuola contribuisce alla formazione delle nostre coscienze partendo dalla cultura – aggiunge Morosini – ma anche dalla valorizzazione della nostra relazione con gli altri e dei giusti comportamenti”. “I mafiosi si definiscono uomini di onore facendo propria questa parola quando, invece, deve ritornare ad essere nostra – conclude Maurizio De Lucia -. Il diritto con la parola onore c’entra perchè questo serve a tutelare l’onore dei cittadini. Quell’onore che sta scritto nella nostra Costituzione. C’è un articolo che dice che chi svolge funzioni pubbliche lo deve fare con disciplina ed onore. Riportando l’espressione di uno scrittore, dico che, il potere dei senza potere è il vostro che sta nel fare il vostro dovere senza eroismi ma solo studiando e relazionandovi sempre con chi è vicino a voi. Qualcosa oggi, rispetto al passato, sta cambiando se pensiamo pure agli applausi della gente del quartiere San Lorenzo, subito dopo l’arresto di Messina Denaro”. 

 

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Spettacolo

Partanna set del corto “Assunta” di Luana Rondinelli, tra finalisti dell’Afrodite Shorts l’11 e 12 dicembre a Roma

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Donatella Finocchiaro è la protagonista di un’emozionante storia sull’affido vista come salvezza. Attraverso una narrazione intensa, tra punte di orrida verità, fatta di “pugnalate” da cui non ci si può sottrarre, fino alla sublimazione dell’amore materno. La pellicola è ambientata a Partanna (TP).

  

29 novembre – Un simbolismo fatto di gesti e immagini, con una narratrice protagonista capace di unire l’orrore di una vita di “ferite” subite in quanto donna alla più luminosa e carezzevole speranza, quella che è eredità di bene e di futuro. 

  

Si intitola “Assunta” il cortometraggio scritto da Luana Rondinelli con Francesco Teresi e diretto dalla stessa Rondinelli, che è stato selezionato tra i dieci finalisti dell’Afrodite Shorts, il festival sull’audiovisivo al femminile in programma l’11 e il 12 dicembre nella Casa del Cinema di Roma.

  

La pellicola vede protagonista l’attrice Donatella Finocchiaro che riempie di eleganza morale un ruolo intenso e che tratta il delicato tema dell’affido familiare, ma anche la violenza domestica e la violenza scaturita da una vita spinta avanti dalla necessità di sostentamento: questi sono i temi al centro di un’opera che, in poco meno di dieci minuti, racconta un’angoscia passata, un orrore presente e una bellezza raggiunta. 

  

Il cortometraggio “Assunta” è stato girato a Partanna (Trapani) ed è liberamente ispirato al racconto “Nientemai” di Alessandro Savona. Oltre a Donatella Finocchiaro, fanno parte del cast Bruno Di Chiara, Antonio Pandolfo e Mattia Libeccio, che costituiscono quadri di uno snodo narrativo che parla di sofferenza e pena, ma anche di metacognizione e di etica, che diventa poesia del male e resurrezione. 

 

Prodotto da Accura Film, Ignazio Passalacqua e Michela Culmone il film e gioca sul contrasto tra la bruttura della necessità, che trova luogo nelle case dirute e la bellezza del Castello Grifeo, per poi liberarsi nella magnificenza di una mattina che guarda al paesaggio soleggiato della natura siciliana che rinfranca e appaga. 

  

“Assunta – spiega Luana Rondinelli – è una prostituta che, una volta sottratto il figlioletto Mattia dalla furia efferata di un padre violento, sceglie di darlo in affido per consentirgli di avere quel che lei, momentaneamente, non gli può dare. Attraverso il punto di vista della protagonista viene indagato il delicatissimo legame tra mamma/figlio/famiglia affidataria, senza mai perdere di vista le priorità emotive del bambino. Lasciandoci trasportare dalla sua voce over, ci ritroviamo all’interno della sua realtà; nella quotidianità di un borgo di una Sicilia senza tempo. Percorriamo al suo fianco quelle strade, sorprendendoci di trovare dentro quella storia tante altre piccole storie cariche di pregiudizio e maldicenza nei confronti della prostituta del paese”. 

  

Opera realizzata con il sostegno del Comune di Partanna, dell’associazione Palma Vitae, dell’artista Giufè, di Arci “al circoletto” e Tartaruga Records, il direttore della fotografia è Daniele Savi, la Segretaria di produzione Stefania Viti, i fotografi di scena Giuseppe Renda e Girolamo Di Giuseppe, makeup artist Gaia Gaudesi, il Drone è di Andrea Franco, gli Effetti Visual di Alessandro Trettenero, i costumi di Dora Argento, il montaggio di Giuliana Sarli e le musiche di Gregorio Caimi. 

  

Biografia di Luana Rondinelli

  

Luana Rondinelli è attrice, drammaturga e regista. Nata a Roma, ma cresciuta a Marsala, si diploma alla scuola di teatro del comune di Marsala diretta dal maestro Michele Perriera. Continua la formazione presso Ribalte, scuola romana di recitazione guidata da Enzo Garinei, e partecipa a molteplici laboratori. Nel 2011 fonda la compagnia Accura Teatro ed è autrice e regista di TADDRARITE pièce contro la violenza sulle donne, con cui conquisterà il premio della critica al contest internazionale Etica in Atto 2013, oltre a quello del Roma Fringe Festival 2014 come miglior Spettacolo e drammaturgia. Vittoria, quest’ultima, che consentirà l’approdo della rappresentazione negli USA al San Diego International Fringe Festival 2016, anticipato dalla chiamata all’In Scena! Italian Theater Festival 2015 di New York. Altri riconoscimenti le giungono per GIACOMINAZZA e per A TESTA SUTTA ottenendo con quest’ultimo testo il Premio Fersen alla drammaturgia in un anno che, peraltro, la vede in giuria al prestigioso Premio Mario Fratti di New York. Con il testo PENELOPE – L’ODISSEA È FIMMINA le verrà assegnato al Piccolo Teatro Grassi di Milano il Premio Anima Mundi 2018 alla drammaturgia femminile. Per il teatro Stabile di Catania ha realizzato “Eterna a vucca l’amma”, la riscrittura de “La Lupa” di Verga per la regia di Donatella Finocchiaro e “Press card” un testo di Gaetano Savatteri di cui cura la regia. 5 Nella nuova versione di Taddrarite dirige Donatella Finocchiaro, Claudia Potenza e Antonia Truppo grazie al quale le verrà riconosciuta una menzione speciale per il teatro al Premio Afrodite. Durante il periodo di chiusura dovuto al lockdown scrive tre sceneggiature che saranno inseriti in tre progetti video “La bella impastata cu sonno” andato in streaming per la manifestazione “Notte di zucchero” di Palermo, “Mättula un batuffolo di polvere a teatro” all’interno del progetto video “Avanti veloce” prodotto dallo stabile di Catania e “Medea” interpretato da Laura Giordani (produzione Clan Off) per la regia di Giovanni M. Currò. “’Sciara prima c’agghiorna” testo da lei scritto è ispirato al libro di Franco Blandi (Francesca Serio La madre) con i Musicanti di Gregorio Caimi per la regia di Giovanni Carta. Dirige l’attrice Valeria Solarino in “’Gerico Innocenza Rosa” monologo sull’identità di genere. Ha scritto insieme allo sceneggiatore Francesco Teresi la sceneggiatura di “A testa sutta” tratto dall’omonimo spettacolo teatrale e “Assunta” tratto dal racconto di Alessandro Savona “Nientemai”

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Cultura

“Pantelleria: preistoria di un’isola” a Bologna 1 dicembre con Parco, Pantelleria Island, amministrazione e vari enti

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E’ in programma venerdì 1 dicembre alle ore 15, nell’aula Prodi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna (Piazza S. Giovanni in Monte, 2, Bologna) l’evento: “𝐏𝐚𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞𝐫𝐢𝐚: 𝐩𝐫𝐞𝐢𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚. 𝐋𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐁𝐨𝐥𝐨𝐠𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐘𝐫𝐧𝐦. Seminario e proiezione del film diretto da Nicola Ferrari.
Un’importante occasione per approfondire le ricerche curate dall’università di Bologna sull’epoca preistorica nell’isola.
Ad intervenire diversi rappresentanti di Enti e partner del progetto di ricerca fra cui anche il Commissario Straordinario Italo Cucci e la direttrice Sonia Anelli del Parco Nazionale Isola di Pantelleria.
A seguire la proiezione del film “La terra di Yrnm” di Nicola Ferrari. 𝘓’𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢 𝘭𝘢 “𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘢𝘳𝘤𝘩𝘦𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢” 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘴𝘰𝘭𝘢 𝘥𝘢 𝘗𝘢𝘰𝘭𝘰 𝘖𝘳𝘴𝘪 𝘢𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘪. 𝘐 𝘴𝘪𝘵𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘭’𝘈𝘤𝘳𝘰𝘱𝘰𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘯 𝘔𝘢𝘳𝘤𝘰, 𝘪𝘭 𝘝𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘔𝘶𝘳𝘴𝘪𝘢 𝘦 𝘪𝘭 𝘓𝘢𝘨𝘰 𝘥𝘪 𝘝𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦, 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘷𝘪𝘴𝘵𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘳𝘤𝘩𝘦𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪 𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪. 𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘗𝘳𝘰𝘧. 𝘛𝘶𝘴𝘢, 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘯𝘢𝘳𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘧𝘶𝘯𝘨𝘦 𝘥𝘢 “𝘧𝘪𝘭 𝘳𝘰𝘶𝘨𝘦” 𝘦 𝘥𝘢 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘤𝘢.

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©parconazionaledipantelleria

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