Cronaca
La baronessa di Carini. La storia, la crudeltà, il mistero, la leggenda

«Chianci Palermu, chianci Siracusa a Carini c’è lu luttu in ogni casa. Attorno a lu Casteddu di Carini, ci passa e spassa nu beddu cavaleri. Lu Vernagallu di sangu gintili ca di la giuvintù l’onuri teni. “Amuri chi mi teni a tu’ cumanni, unni mi porti, duci amuri, unni? Vidu viniri ‘na cavallaria.Chistu è me patri chi veni pi mmia, tuttu vistutu alla cavallarizza. Chistu è me patri chi mi veni a ‘mmazza. Signuri patri, chi vinisti a fari?” “Signora figghia, vi vegnu a ‘mmazzari”.
Non ricordo bene chi mi raccontò della sua visita a questo famoso castello e della mano impressa nel muro… Fatto sta che la cosa mi incuriosì… e mi spinse a fare una ricerca che mi ha fatto conoscere questa storia simile a quella di Paolo e Francesca… ma con un mistero in più. La tragica fine di Laura Lanza di Trabia, meglio nota come la Baronessa di Carini, ha affascinato nei secoli e continua ad affascinare milioni di persone. Su questa vicenda hanno scritto, qualche volta a vanvera, tanti storici, studiosi e non solo. Non c’era infatti nessun cantastorie che si rispettasse che non aveva nel suo repertorio tale tragica vicenda.
Avevo solo il ricordo di uno sceneggiato visto in televisione nel 1975 ispirato alla vicenda. Purtroppo, come capita spesso, la verità è un’altra. Prima di tutto, dobbiamo dire che i fatti narrati non sono frutto di fantasia. La vicenda e i personaggi sono veri anche se la storia è stata un po’ “abbellita”, anzi per la verità è stata stravolta. Ma per essere più sicuri di non appartenere alla lunga schiera di chi scrive e parla per sentito dire… su proposta di mio padre andai dal Maestro Floridia inteso (U Prufissuri) presso la sua dimora nel quartiere degli Archi a Ragusa Ibla, per avere più materiale sulla vicenda della Baronessa di Carini… e con grande piacere il Maestro mi parlò molto della storia e di tutto ciò che aleggiava intorno ad essa e mi fece un regalo graditissimo, mi diede in consegna un libricino di Salvatore Salomone Marino che parlava della vera storia della Baronessa di Carini.
Quindi scoprii che il primo a parlare di tale vicenda fu lo studioso ottocentesco, l’antropologo Giuseppe Salamone Marino, che nel 1870, pubblicò un poemetto” L’amaro caso della signora di Carini”, raccogliendo le tante storie e leggende orali (circa 400) sull’argomento. In tale poemetto si raccontava che la giovanissima baronessa di Carini, Laura Lanza di Trabia, era stata sorpresa, dal padre, don Cesare Lanza barone di Trabia e pretore di Palermo, e dal marito Vincenzo La Grua Talamanca barone di Carini, in compagnia del suo amante, Ludovico Vernagallo, e venne uccisa (insieme all’amante) per salvare la “rispettabilità della famiglia.”
Ma che cosa accade realmente il 4 dicembre 1563?
Che la storia, narrata da Giuseppe Salamone Marino, faceva acqua da tutte le parti, lo ha messo in evidenza lo studioso Alberto Varvaro. La “giovanissima Baronessa”, al momento del fattaccio aveva 34 anni e da ben 16 anni “intratteneva” una relazione stabile e “ufficiale” con il cugino del marito, Ludovico Vernagallo, da cui aveva avuto ben 8 figli. Che i figli fossero dell’amante sarebbe confermato dal fatto che il marito, Vincenzo La Grua sembra, fosse sterile e, dopo il fattaccio, disconobbe i figli avuti, sulla carta, dalla moglie. Il “vedovo inconsolabile” convolò a nuove nozze il 4 maggio 1565. con Ninfa Ruiz rinnovando alcune stanze del castello e cancellando le tracce che potevano ricordargli la prima moglie. Sulla porta della stanza della “vecchia “moglie fece incidere la seguente frase «Et nova sint omnia»( E tutto sia nuovo).
L’unica cosa che non riuscì a cancellare fu l’impronta insanguinata che la baronessa, appoggiandosi al muro, lasciò con la mano. Secondo la leggenda, ogni anno, il 4 dicembre, tale impronta diventa ben visibile. Perché allora fu uccisa la baronessa e il suo amante? Secondo lo storico Calogero Pinnavaia. non di delitto d’onore si trattò ma di un assassinio per ragioni economiche sfociato nel sangue. Dovendo don Cesare Lanza del denaro al povero Vernagallo, don Cesare non trovò di meglio, per “estinguere” il debito, di ammazzare il suo creditore. E la figlia? L’eliminazione dell’adultera serviva a occultare la vera ragione del delitto. Come si vede si trattò di tutt’altro che di una questione “d’onore offeso”.
Ma chi uccise realmente la Baronessa? Il marito della baronessa, don Vincenzo La Grua, aveva interesse a eliminare il rivale perché, secondo la Lex Iulia, avrebbe avuto diritto a metà del patrimonio dell’amante. Quanto al padre, Cesare Lanza, uccidendo la figlia, per motivi d’onore, avrebbe potuto riavere indietro la dote. Perciò la “versione ufficiale” era perfetta per gli scopi del padre “disonorato” e del marito “cornuto” La potenza delle famiglie coinvolte (ricordiamo che Don Cesare Lanza era il prefetto di Palermo, cioè una specie di sindaco dell’epoca) mise subito a tacere i diaristi del tempo, che si limitarono a riportare solo la data e la notizia della morte, e i giudici che “indagarono”, si fa per dire, sulla vicenda. La “verità ufficiale” si trova custodita nell’archivio della Chiesa madre di Carini in una lettera- confessione, scritta dallo stesso padre della vittima al re di Spagna Filippo II.
Don Cesare Lanza Nonostante le perplessità del Viceré dell’epoca, Don Juan de la Cerda, Don Cesare Lanza di Trabia fu assolto in virtù della legge vigente e l’anno successivo …insignito del titolo di conte di Mussomeli. Una brutta storia da cui, moralmente, non si salva nessuno. Né i protagonisti, né la giustizia insabbiatrice. Dove fu seppellita la povera Baronessa di Carini? Secondo la tradizione locale la baronessa sarebbe stata tumulata nella cripta dei La Grua sotto l’altare maggiore della Chiesa madre di Carini. Però tale ipotesi non convince. Secondo alcuni la Baronessa sarebbe stata seppellita a Palermo nella Chiesa di Santa Cita, nella cripta della famiglia Lanza. Infatti, in tale cripta sono sepolti il padre, Don Cesare Lanza, con la seconda moglie, Castellana Centees e il fratellastro Ottavio. Sotto il sepolcro del padre è posizionato un artistico sarcofago anonimo con lo stemma di famiglia e la statua giacente di una giovane donna che si ritiene possa essere quello della figlia Laura. Se ciò fosse confermato, apparirebbe strano che un padre uccide la figlia e poi la fa seppellire accanto alla sua tomba.
Come di consuetudine amo terminare i miei racconti con un detto o una frase in vernacolo siciliano per dare il vero senso delle parole ai miei corregionali sulla storia appena narrata… e così concludo con una
strofa dedicata alla drammatica morte di Lara Lanza (la Baronessa di Carini) tratta da un canto popolare di autore anonimo del secolo XVI così rimpiangeva… «Vurria 'na canzunedda rispittusa, chiancissi la culonna a la me casa; la megghiu stidda chi rideva in celu, anima senza cappottu e senza velu; la megghiu stidda di li Serafini…povira Barunissa di Carini!»
Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi
Ambiente
Pantelleria 2030. Strategie e visioni per un futuro sostenibile

Il 17-18 ottobre 2025 al Museo Geonaturalistico di Punta Spadillo
Dopo il primo incontro di maggio scorso, prosegue con due giornate dedicate al confronto
e alla co-progettazione sul futuro dell’isola il percorso partecipativo Pantelleria 2030 –
Strategia di Sviluppo Sostenibile.
Venerdì 17 ottobre, alle ore 17.00, presso il Museo Geonaturalistico di Punta Spadillo, si
terrà il secondo incontro pubblico, un momento aperto alla cittadinanza e agli stakeholder
locali per condividere suggestioni, esperienze e idee su temi centrali come la gestione
delle risorse, la biodiversità, la partecipazione e lo sviluppo locale.
L’incontro, promosso dal Parco Nazionale Isola di Pantelleria, rappresenta una nuova
tappa del cammino verso la costruzione condivisa della Strategia di Sviluppo Sostenibile in
linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Strategia Nazionale e quella Regionale per
lo Sviluppo Sostenibile.
Durante la serata interverranno Donatella Bianchi, giornalista, autrice e conduttrice di
Linea Blu su Rai 1, da sempre impegnata nella tutela dell’ambiente e del mare.
Ambasciatrice della biodiversità e voce autorevole della divulgazione ambientale, porterà a
Pantelleria una riflessione su come unire conoscenza, comunità e cura dei territori per
costruire insieme un futuro sostenibile.
Seguirà l’intervento di Antonio Abalsamo, architetto e urbanista, esperto di pianificazione
partecipata e tutela del paesaggio. La sua visione unisce architettura, comunità e
sostenibilità, invitando a ripensare il futuro dell’isola con uno sguardo collettivo e
rigenerativo.
La serata sarà arricchita dalla proiezione del cortometraggio “Gocce di Rugiada”, che
intreccia il racconto di una giovane in cerca di soluzioni con la potenza dei saperi naturali.
Barbara Sarnari ci racconterà come l’acqua può diventare fonte di ispirazione per
sviluppare comunità e partecipazione, invitando tutti a riflettere sul valore dell’acqua e sul
nostro rapporto con le risorse del Pianeta.
Il percorso prosegue sabato 18 ottobre dalle 9.00 con un workshop di co-progettazione a
gruppi ristretti, nel quale i partecipanti saranno guidati in due momenti principali:
– lo sviluppo di visioni, in cui cittadini e realtà locali immaginano scenari desiderabili
per il futuro dell’isola, mettendo a fuoco valori e priorità comuni;
– la proposta di idee, fase in cui le visioni vengono tradotte in proposte e soluzioni
concrete per trasformarle in azioni realizzabili sul territorio.
Alle ore 18.00 di sabato 18 ottobre è previsto un momento di restituzione pubblica, aperto
alla cittadinanza, durante il quale saranno presentati gli elementi conclusivi più significativi
emersi dai lavori di gruppo e dalle riflessioni condivise.
Per maggiori informazioni sul percorso e sugli eventi, visitare la pagina dedicata:
�� https://www.parconazionalepantelleria.it/pagina.php?id=191
Cronaca
Palermo – Emergenza violenza, Alemanno (MI): urgente intervento dell’esercito

EMERGENZA VIOLENZA A PALERMO, OMICIDIO DEL GIOVANE PAOLO TAORMINA:
“CITTÁ ALLO SBANDO, INASCOLTATA LA NOSTRA DENUNCIA CON LA QUALE AVEVAMO
CHIESTO, NEI MESI SCORSI, L’INTERVENTO URGENTE DELL’ESERCITO. DICIAMO NO ALLA
CULTURA DELLA SOPRAFFAZIONE MAFIOSA, CHE VIENE PROPAGANDATA ANCHE
TRAMITE I SOCIAL. ORGANIZZEREMO UN DIBATTITO PUBBLICO SU QUESTO TEMA”
“L’uccisione a sangue freddo del giovane Paolo Taormina è, purtroppo, la
dimostrazione di ciò che da mesi denunciamo sul versante sicurezza a Palermo. Una
città allo sbando e, in particolare, un centro storico nelle mani della criminalità
organizzata e degli spacciatori, dove regna sovrana l’illegalità”.
É quanto affermano il responsabile provinciale di Palermo del Movimento
Indipendenza”, Marco Giammanco e la coordinatrice cittadina, Anna Maria Meli,
che stigmatizzano il grave fatto di sangue di cui è stato vittima il giovane palermitano,
Paolo Taormina.
“Avevamo chiesto, nei mesi scorsi, l'intervento urgente dell’esercito, a causa della
carenza di organico delle Forze dell'Ordine, – affermano gli esponenti di
Indipendenza – e ci fu risposto che esageravamo ed oggi, dopo questo brutale
assassinio, tutti a rivendicare la presenza dei militari. E, purtroppo, avevamo ragione
noi. Adesso le parole non servono più. Piuttosto è inderogabile intervenire con degli atti
concreti per sradicare questa lobby del malaffare, restituendo così la città in mano alla
Palermo pulita e perbene”.
“Troppi giovani morti negli ultimi anni, nell’indifferenza delle istituzioni – aggiungono
Giammanco e Meli – vittime di quella cultura mafiosa di sopraffazione, che oscura la
parte sana di Palermo. Non è pensabile che possano passare, anche tramite i social,
messaggi che inneggiano al modello mafioso. Ed è proprio su questo tema che il
Movimento Indipendenza, fondato da Gianni Alemanno, ha intenzione di organizzare
un dibattito pubblico di confronto, per discutere e individuare tutti gli strumenti idonei
da adottare, per far sì che prevalga sempre la legalità contro l’affermazione della
violenza, impedendo l’utilizzo del web come strumento di propaganda criminale”.
Ambiente
Pantelleria, da domani distribuzione acqua a Khamma e Tracino – calendario ottobre 2025

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