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Cultura

Il vino all’alba della storia

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Sicuramente più di 3.000 anni fa nella zona tra il Mar Caspio e il Mar Nero, la vite era presente, e l’uomo mangiava quel grappolo pieno di succo dolce .

Un giorno trovò, in una cavità della roccia che era sotto un grappolo molto maturo, un liquido che emanava un profumo gradevole intenso e delicato.

Lo bevve e fu felice.

Certamente da quel giorno, cominciò a cercare la pianta, a sorvegliare la crescita, a curarne il frutto, a raccogliere il succo, a conservarlo, a berlo. Dapprima c’era la vite, ma non veniva potata e dava soprattutto nelle pianure, grappoloni enormi.

Ma già Omero sapeva come fare il vino migliore.

Infatti, nell’Odissea, il furbo Ulisse ride di Polifemo che racconta di grandiosi grappoli delle fertili pianure, ma lui sa che il vino migliore viene con i piccoli e scarsi grappoli prodotti da viti abbarbicate su aridi pendii e brucate dagli erbivori in cerca di cibo.

In Grecia, come riportato dal generale spartano Pausania, si adorava l’effige di un asinello scolpita nella roccia, per il grande servigio che questo aveva reso alla popolazione insegnando, involontariamente mangiando alcuni freschi tralci di vite, l’arte della potatura. Infatti, mentre prima alla pianta veniva lasciata la possibilità di produrre tutta l’uva che poteva, con la potatura ne veniva ridotta la quantità dando a quella prodotta una concentrazione superiore , di zuccheri e di altre sostanze, per ottenere un vino più sapido e alcolico. I romani appresero la coltivazione della vite dai greci che avevano portato nella Magna Grecia diverse qualità di viti tra cui ricordiamo le Aminee (dai greci aminei) (tra cui l’Aglianico, la Falerna, i vari tipi di Greco, il Fiano ,la Falangina) e le Apianee (che attiravano api e mosche per la loro dolcezza e da cui i romani derivarono il termine” moscato”).

Ma la qualità del prodotto divenne ben presto lo scopo principale delle ricerche e degli studi dei romani che per prima cosa cercarono di piantare le viti soprattutto in collina( bacchus amat colles Orazio) e in modo razionale con sostegni secchi codificando la distanza che doveva intercorrere tra una vite e l’altra per farle crescere e produrre bene.

La pigiatura doveva essere fatta comunque e ovunque con i piedi, che dovevano essere indenni da ferite e doverosamente puliti evitando anche di fare cadere il sudore nel mosto. Il mosto effettuava la fermentazione nei Dolium, panciuti recipienti di terracotta che raggiungevano anche 2500 litri di capacità, e la conservazione avveniva nello stesso se il vino era di qualità comune, mentre si provvedeva al travaso nelle Seriae o Seriole(recipienti simili ma più piccoli) previa filtrazione e chiarificazione con le chiare dell’uovo, se era di tipo pregiato.

Questi recipienti venivano rivestiti internamente con resine e pece per renderli impermeabili, e venivano chiusi ermeticamente con tappi di cotto o legno o sughero, successivamente fissati alla bocca con pece e gesso.

Per il trasporto o per la conservazione di vini di alta qualità si ricorreva all’anfora.

Questo piccolo recipiente di 25/30 litri, munito di un lungo fittile che serviva per fissarlo nei pavimenti della cantine ricoperti di sabbia o in appositi alloggiamenti di legno predisposti nel fondo delle imbarcazioni, veniva chiuso ermeticamente ed etichettato con indicazione della zona di produzione, del produttore e l’anno della vendemmia.

Vinificavano nelle varie tipologie, dal secco al dolce al passito e persino lo spumante.

Nonostante tutto, i vini che venivano prodotti, avevano comunque bisogno di determinate correzioni per poter essere bevuti.

Quelli a bassa gradazione alcolica andavano soggetti ad acidificazione e quindi venivano corretti con miele”Mulsum” e con mosti cotti.

Quelli ad elevata gradazione alcolica venivano conservati in anfore rivestite internamente di resine per isolarle completamente e poter fare invecchiare il vino che alla fine, dopo anni, risultava denso, forte e amaro, e necessitava di essere tagliato con almeno il 50% di acqua e trattato con estratti vegetali, assenzio, profumi, rose, acqua di mare e legni aromatici. Molto in voga era l’affumicamento che avveniva in maniera indiretta, ponendo i contenitori in solaio, anziché in cantina, dove vi arrivavano i fumi degli usi domestici.

Fumi e calore , affrettavano l’invecchiamento e la possibile stabilizzazione artificialmente, e sembra che questo gusto fosse molto apprezzato.

Oggi con le tecniche moderne è cambiato molto ma sicuramente anche noi facciamo il vino assecondando i gusti e le mode del momento.

Daniele Ciani

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cultura

LA GUARDIA COSTIERA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2025: VIAGGIO SPECIALE TRA “STORIE DI MARE” PER IL 160° ANNIVERSARIO

Matteo Ferrandes

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Torino, 17 maggio 2025 – In occasione del 160° anniversario dalla sua fondazione, la Guardia Costiera partecipa alla XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino e lo fa – per la prima volta – con un proprio stand istituzionale: uno spazio dedicato alla cultura del mare e alla valorizzazione dell’impegno quotidiano al servizio del Paese.

 

Fulcro della presenza istituzionale è la presentazione della collana editoriale “Storie di Mare”, curata dal Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, in collaborazione con la casa editrice Edizioni All Around. La collana nasce dalla volontà di dare profondità e memoria alla tradizione marinaresca italiana, raccontando il mare in maniera trasversale: da un punto di vista narrativo, scientifico, divulgativo e storico.

 

Affidata alla penna di professionisti individuati tra esperti del settore marittimo, dell’università e del giornalismo, la collana si compone di dodici volumi*: una raccolta che non solo promuove i valori e la cultura del mare, ma racconta anche episodi meno noti della storia italiana, significativi e meritevoli di essere tramandati.

 

Nella giornata di sabato 17 maggio, nello spazio espositivo della Guardia Costiera, si è svolto l’evento di presentazione di tre volumi speciali.

L’incontro, moderato dal giornalista Franco Nativo, ha visto la partecipazione dell’Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, Comandante generale della Guardia Costiera, e degli autori di due dei volumi presentati: il fotoreporter internazionale Massimo Sestini e il soccorritore marittimo della Guardia Costiera Matteo Gregorio.

 

Il primo volume presentato è stato “The Rescue. Diario di un soccorritore” di Matteo Gregorio: un’autobiografia che racconta l’esperienza diretta di un soccorritore marittimo della Guardia Costiera. Un viaggio intenso e autentico, in cui si alternano momenti di adrenalina pura a riflessioni profonde sul valore della vita, sul sacrificio e sulla dedizione al servizio degli altri. Il volume offre uno sguardo dall’interno sulle operazioni di Search and Rescue (SAR): l’addestramento, le sfide fisiche e psicologiche, il lavoro di squadra – elementi fondamentali per affrontare missioni complesse, dove vita e morte si sfiorano costantemente. Il libro, dodicesimo della collana Storie di Mare, è stato presentato in anteprima proprio al Salone di Torino.

 

A seguire, è stato presentato il fotolibro “Tra cielo e mare. Storie e sguardi sulla Guardia Costiera”, a cura di Massimo Sestini. Realizzato in occasione del 160° anniversario del Corpo e pubblicato da Giunti Editore, il volume raccoglie straordinari scatti che raccontano l’attività operativa dei militari della Guardia Costiera: ritratti in presa diretta dei protagonisti, in cielo e in mare, impegnati nel salvare vite umane e nella tutela dell’ambiente. Le immagini del fotolibro saranno anche utilizzate per la realizzazione del Calendario istituzionale della Guardia Costiera 2026.

Presente all’incontro, insieme a Massimo Sestini, anche il Comandante Giuseppe Simeone, Capo Nucleo Sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, protagonista di un eccezionale salvataggio avvenuto nei confronti del fotoreporter durante un’immersione nel Lago di Lavarone. Il Comandante Simeone ha offerto un’emozionante testimonianza diretta dell’intervento condotto dagli operatori subacquei della Guardia Costiera per soccorrere Sestini, impegnato proprio nella realizzazione del primo scatto del fotolibro “Tra cielo e mare”.

 

Infine, è stato presentato il volume “Al servizio del Paese”, scritto dall’Ammiraglio Stefano Vignani e dal Comandante Claudio Bernetti.

Il libro celebra, a 160 anni dalla nascita delle Capitanerie di porto, l’evoluzione di un’istituzione fondamentale del panorama marittimo nazionale e internazionale, forte di quel doppio ruolo, nei porti e sul mare, amministrativo e operativo, che la contraddistingue ancora oggi. Il volume – aggiornamento della pubblicazione “I Prefetti del Mare” edita dal Poligrafico dello Stato – ripercorre con rigore storico e visione proiettata al futuro il cammino delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, dal 1865 a oggi, attraverso un percorso contrassegnato da tradizione, memoria ed esperienza.

Nel corso dell’evento, l’Ammiraglio Carlone ha ripercorso le tappe principali dell’evoluzione del Corpo, oggi tra le realtà più moderne e specializzate del panorama marittimo nazionale e internazionale, evidenziando il ruolo cruciale delle sue figure specialistiche – come i rescue swimmer, gli aerosoccorritori e i sommozzatori – che rappresentano un’eccellenza in termini di professionalità, preparazione e capacità di intervento in scenari complessi.

Ha inoltre sottolineato il valore del fattore umano, dell’innovazione tecnologica e della formazione continua, che convivono armonicamente in un’Istituzione capace di affrontare le sfide del presente e del futuro, rimanendo saldamente ancorata ai suoi valori storici e al servizio del Paese.

Insieme al fotografo Massimo Sestini, ha poi ripercorso il drammatico episodio del salvataggio sul lago di Lavarone, che ha visto protagonisti i subacquei della Guardia Costiera, e che ha rafforzato un profondo  legame umano e professionale tra il fotoreporter e il Corpo, che ha dato nuovo impulso al progetto fotografico per la realizzazione del fotolibro “Tra cielo e mare”, presentato in anteprima al Salone.

 

“La nostra storia è fatta di uomini e donne che, nei porti e sul mare, hanno saputo interpretare un doppio ruolo – amministrativo e operativo – con equilibrio e competenza”, ha dichiarato l’Ammiraglio Carlone. “Una tradizione che oggi dialoga con l’innovazione, per continuare a essere, sempre, in mare e per il mare, al servizio del Paese”.

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Cultura

Pantelleria Island si aggiudica gestione Info Point Parco Nazionale e Museo Geovulcanologico di Punta Spadillo

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Il Tour Operator Pantelleria Island si aggiudica il bando per la gestione degli Info Point del Parco Nazionale Isola di Pantelleria e del Museo Geovulcanologico di Punta Spadillo, rafforzando il suo impegno nella promozione turistica e nella tutela del patrimonio naturalistico dell’isola.

Un riconoscimento importante per un operatore locale che da anni lavora a stretto contatto con il territorio, offrendo esperienze autentiche e sostenibili, e che da oggi avrà anche il compito di gestire i principali punti informativi del Parco, rappresentando il primo contatto tra visitatori e le meraviglie naturali e vulcanologiche di Pantelleria.

L’aggiudicazione del bando prevede la gestione di diversi presidi strategici, fondamentali per orientare turisti, escursionisti e curiosi alla scoperta delle ricchezze dell’isola: dal Lago di Venere alla Sauna Naturale di Benikulà, fino alla costa nord-orientale, dove sorge il celebre Museo Geovulcanologico di Punta Spadillo, punto di riferimento per comprendere l’origine e l’evoluzione vulcanica dell’isola.

Grazie alla stretta collaborazione con le guide ufficiali del Parco Nazionale, Pantelleria island garantirà accoglienza, assistenza, materiali informativi e proposte di escursione, contribuendo a rendere sempre più fruibile il Parco e i suoi tesori.

Orari di apertura dei servizi gestiti da Pantelleria Island

📍 Museo Geovulcanologico di Punta Spadillo
• Fino al 15 giugno e dal 16 settembre al 31 ottobre:
 🕙 Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 14:00
• Dal 16 giugno al 15 settembre:
 🕙 Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00

📍 Stanza del Mare
• Fino al 31 ottobre:
 🕙 Aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00

📍 Info Point Lago di Venere
• Dal 1° giugno al 30 settembre:
 🕙 Aperto tutti i giorni
 Mattina: 10:00 – 14:00
 Pomeriggio: 16:00 – 19:00

📍 Info Point Sauna Naturale di Benikulà
• Dal 1° giugno al 30 settembre:
 🕙 Aperto tutti i giorni
 Mattina: 10:00 – 14:00
 Pomeriggio: 16:00 – 19:00

Con questa nuova gestione, Pantelleria Island si conferma punto di riferimento per chi desidera scoprire l’isola in modo consapevole, accompagnato da operatori preparati e profondamente legati al territorio. Un passo in avanti nella direzione di un turismo rispettoso, informato e affascinato dalla natura selvaggia e straordinaria di Pantelleria.

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Cultura

Cinque anni di TERUAR: la fiera del vino etico celebra un bel traguardo a Scicli

Redazione

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TERUAR 2025 celebra il vino etico come espressione di rispetto per la terra, sostenibilità e autenticità. L’evento, ospitato a Villa Penna, riunisce 75 cantine di vini naturali da tutta Italia, con un’attenzione particolare alle realtà del Sud

Scicli, 14 maggio 2025 – L’associazione culturale Arsura – Sete Etica è lieta di annunciare il ritorno di Teruar, la fiera dedicata al vino etico, per la sua quinta edizione. L’evento si svolgerà il 18 e 19 maggio 2025 presso la suggestiva Villa Penna a Scicli.
Teruar è nata nel 2019 con l’obiettivo di promuovere la cultura del vino naturale, biodinamico e artigianale, favorendo lo scambio di idee e soluzioni tra vignaioli e appassionati. La fiera mette al centro la figura del vignaiolo e l’idea di viticoltura etica, caratterizzata da una produzione biologica o biodinamica, non intensiva, sostenibile e rispettosa della natura e della tradizione.

Il nome “Teruar” deriva dal francese “Terroir”, un termine che racchiude l’insieme dei fattori naturali, territoriali e delle buone pratiche messe in atto dall’artigiano della viticoltura. In Sicilia, la pronuncia della parola francese in Sicilia assume un suono molto più duro, che ne intensifica anche il senso.
L’edizione 2025 di Teruar si preannuncia come un’occasione unica per scoprire l’eccellenza della viticoltura mediterranea, con la partecipazione di 75 vignaioli provenienti da tutte le regioni italiane e una selezione di aziende agricole da Slovenia e Svizzera, oltre a Francia.

Tra le novità di quest’anno, si segnala la presenza di 4 nuovi vignaioli che parteciperanno per la prima volta a una fiera.
L’inaugurazione dell’evento si terrà alle 09:00 di domenica 18 maggio presso il Cinema Italia di Scicli con la proiezione gratuita del documentario “A Muntagna” di Davide Avati, presentato da Delicatessen in drogheria. La proiezione si terrà in presenza del regista e sarà replicata alle 16:30.
Grazie alla collaborazione con l’associazione Crisci Ranni, questa edizione vedrà protagonisti i bambini e le famiglie grazie a tre turni di laboratori dedicati.

Oltre alla degustazione di vini d’eccellenza, Teruar offrirà angoli food e di degustazione:

● Teruar conferma la sua apertura alle eccellenze del territorio, dedicando uno spazio al mondo dello specialty coffee con la presenza di Etna Roaster e del suo fondatore Sergio Barbagallo.
In linea con la filosofia “Zero Waste”, l’evento promuove attivamente le 5 “R”: Rifiutare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Compostare.

Teruar è un evento autofinanziato che si realizza grazie alla collaborazione tra realtà produttive del comparto agricolo, ristorativo e culturale. La fiera ha visto crescere nel tempo l’interesse da parte del pubblico, sia privato che professionale.
I ristoratori e gli addetti del settore HORECA godono dell’accesso anticipato tramite accredito, al fine di garantire il contatto tra i due comparti con il risultato di una crescita delle competenze e un rafforzamento di una filiera consapevole.
Radio Teruar (filodiffusione)
La colonna sonora dell’evento è affidata a Terra Matta Vinyl, pionieri siciliani della del funk/world music in vinile. Faranno da spalla i ragazzi del Suq.

Informazioni Utili sul Sito web: teruar.com

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