Connect with us

Ambiente

Zibibbo è Pantelleria, conclusioni del summit sull’agricoltura, nella colonia dei fenici

Direttore

Published

-

Pantelleria, 5-7 maggio 2023.

Conclusioni del summit “ Zibibbo è Pantelleria” – Proposta la Docg Pantelleria Zibibbo che non c’è, solo passito naturale dolce prodotto nella terra più antica, anche zona antichissima. Filiera corta e solo pantesca per dare futuro a vignaioli locali.

Pantelleria è l’’isola piccola rispetto all’isola grande della Sicilia, Perla Nera del Mediterraneo per la sua forma quasi a pera tipica delle perle marine naturali, abitata da millenni, colonizzata dai popoli fenici dei Sesi provenienti dalla zona di Tripoli, poi arabi, cartaginesi, romani, bizantini, genovesi, spagnoli, francesi. Propensione all’accoglienza e ospitalità. 85 kmq di superficie, altitudine di 850 mslm della Montagna Grande, isola vulcanica al centro del canale di Sicilia non attiva, con un bacino lacustre di acque termali detto lo specchio di Venere.

Isola dal singolare paesaggio, tavolieri lavici, faraglioni creati dal vulcano e adattati dall’uomo, come i muretti a secco con mattoni di lava per delimitare proprietà, contenere il terreno fertile, frangi vento. I giardini panteschi sono costruzioni cilindriche con blocchi di lava, preservano dalla salsedine e dal vento piante di agrumi. I dammusi le case rurali in pietra lavica, forma cubica, un lato contro terrapieno, porte ad arco, tetti bianchi a cupola per raccolta della fondamentale acqua piovana. Vendemmia tutta a mano, in ginocchio (per il tipo di alberello basso e addirittura piantato dentro una conca e riconosciuto patrimonio Unesco nel 2014), due passaggi di raccolta minimo per ceppo perché il clima e il vento guidavano la maturazione dell’uva, posta su teli sulla terra ad appassire o su cannucce con il solo vento di scirocco o tramontana, uva coperta tutte le notti, poi pigiata o venduta alle grandi pasticcerie o case dei dolci siciliane o del nord Italia. richiestissime per panettoni, colombe, spongate, pandolci, tramvai lombardo e pinsa veneta. Tutto questo gioiello circondato dai famosi cesellatori e artisti di pregiata ossidiana nera lucida tendente al verde tipica della selce pomice lavica del vulcano marino, da dammusi unici per il tetto ideale a raccogliere le piogge naturali e a conservare la preziosa acqua, i tanti giardini panteschi e muretti a secco (anch’essi patrimonio riconosciuto) manutenuti annualmente come simbolo di una storia di 3500-4000 anni fa iniziata con l’arrivo dei Fenici-Sesi.

Si è conclusa a Pantelleria la tre giorni di incontri sul futuro vitivinicolo e agricolo dell’isola dal titolo “Zibibbo è Pantelleria”. Oltre 30 gli interventi che si sono succeduti nei diversi momenti di confronto organizzati dal Comune. Un’iniziativa voluta dal sindaco Vincenzo Campo per promuovere i suoi prodotti e le bellezze della splendida isola vulcanica in provincia di Trapani, ma soprattutto per difendere lo Zibibbo, vite da sempre coltivata dai vignaioli panteschi. Perché oggi il nome Zibibbo figura come vitigno o sinonimo di Moscato nell’etichetta della Doc Sicilia e Igt Terre Siciliane ma non nella Doc Pantelleria.

Tra le tante proposte, anche concrete, la più significativa è quella di lavorare ad una Docg Pantelleria Zibibbo, che comprenda l’intera produzione dell’isola. Un Docg che serva a riconoscerne l’identità e ad elevarne il valore, una sola tipologia con una bottiglia e un’etichetta uniche in grado di rappresentare la storia e la tradizione ma anche garantire l’avvenire delle giovani generazioni. Ora spetta solo ai viticoltori e piccoli imbottigliatori panteschi: devono trovare un’unità di intenti e lavorare per la rinascita del vino locale. Una sponda possono trovarla nell’associazione che si è costituita di amici (non panteschi) di quest’isola, ma anche in chi, durante questa tre giorni, si è offerto di fare una ricerca e sperimentazione di ceppi di zibibbo antico con piede franco, e chi di lavorare ad una zonazione innovativa. L’Amministrazione locale c’è: il sindaco Campo ha ricordato i 52 milioni di euro che arriveranno grazie ai fondi del Pnrr.

“Non è una battaglia per il solo vitigno e vino di Zibibbo” anticipa Giampietro Comolli chiamato dal sindaco Vincenzo Campo a proporre stimolare e puntare sui temi del dibattito, “ è la difesa di una produzione che identifica Pantelleria nel mondo, nota e rinomata. Senza Zibibbo, senza vigne, vuol dire un abbandono di terre, di incolti, di povertà, di mancanza lavoro in una isola con 4000 dammusi ristrutturati che hanno creato un naturale albergo diffuso. La presenze dell’uomo e donna pantesca sono una certezza, un presidio, previene eventi calamitosi e dolosi che negli ultimi hanno ha profondamente ferito alcuni paesaggi, mantiene e migliora il riconoscimento Unesco, controlla la raccolta e distribuzione dell’acqua piovana, salvano 400 giardini unici panteschi, 1000 km di muretti a secco per difendere colture dell’orto. Delocalizzare lo Zibibbo vuol dire incentivare un lento declino produttivo economico vitale a vantaggio di pochi imprenditori non panteschi. Non si accusa assolutamente nessuno,  ma urge trovare una soluzione intelligente che blocchi la clonazione di un gioiello pantesco e si perda una bellezza paesaggistica unica”.

Giampietro Comolli, uno dei più grandi esperti negli anni di consorzi e vini DO, allievo di Fregoni e Scienza, intende proporre una soluzione pratica, alternativa alla foglia di fico della  fascetta Doc, con eguale spesa per le piccole cantine ma con una marcia in più: “ Dopo 3 giorni di summit, dall’agronomia all’enologia, dall’innamoramento vero  dell’isola (non sfruttamento produttivo)  al valore aggiunto dello Zibibbo, dalla cucina inserita a pieno titolo nella Dieta Mediterranea….è emerso unanime-unanime fra tutti i vitivinicoltori presenti ai dibattiti e tavoli di lavoro voler proporre una nuova e unica etichetta di una tipologia già facente parte della Doc, ma che rappresenta e incarna la storia, cultura e futuro generazionale dell’isola “diamante” come qualcuno la battezzata. Esiste una Doc Pantelleria con 9 sottomenzioni (il 90% delle doc italiane fino a 10-15 anni fa erano tutte così come Franciacorta o Oltrepò pavese per esempio) di cui due intoccabili rappresentano l’80% del totale, e una che si propone di “estrapolare” con vita autonoma, albo autonomo, regole, controlli autonomi e più severi della Doc, ovvero il Pantelleria Docg Zibibbo Classico Naturale Passito Dolce, cioè quello coltivato nella unica terra antichissima d’origine (più qualificante – a parità di costi e impegni – una fascetta di Stato Docg che Doc !!), con obbligo imbottigliamento sulla terra vulcanica,  che abbia la possibilità di essere messo sul mercato con un marchio unico “pantesco” (tutti possono usufruirne se rispettano il disciplinare di produzione”.

Ovviamente, da subito,  tutto deve passare attraverso le via legali e le istituzioni preposte a prendere queste decisioni con la iscrizione in Gazzetta Ufficiale (compreso anche il Parco sottolinea qualcuno purchè non sia una barriera vincolistica o una scelta di parte o una entità che ritardi processi necessari). Tutti d’accordo i produttori vitivinicoli (sono 20 in totale), anche sulla istituzione di un comitato dei non-panteschi di nascita (sono 4000 residenti) che possono essere validissimi ambasciatori e sostenitori di progetti concreti e sulla costituzione di una associazione della “Rotta-Via circolare dello Zibibbo&Sapori” quale strumento di valorizzazione sul territorio e di forte unione fra produttori alimentari e esercizi ricettivi e di ospitalità.  Se la proposta fosse rigettata, ovviamente già i produttori locali stanno valutando altre strade anche alternative e dirompenti anche per le istituzioni pubbliche che metteranno i bastoni in mezzo alle ruote. Pantelleria deve “resistere, rinascere, puntare altissimo” per il suo vino, come per enoturismo, prodotto tipici.  

I piccoli produttori vitivinicoltori (cioè con vigna di Zibibbo, cantina, imbottigliamento ed etichetta tutto in svolgimento di filiera sull’Isola Piccola), oggi divisi fra associati a Consorzio, associati a Pantelleria Enoica e anche quelli non aderenti a nulla, tutti intendono percorrere la strada di una sola “Docg” autonoma, con sede sull’isola. Ovviamente in questo caso tutto e tutti confluirebbe dentro un unico Consorzio di Tutela (non tanti di promozione), quello esistente con alcune modifiche necessarie in sintonia con la legge che istituisce i Consorzi. Il vino Docg, antichissimo ma nuovissimo legalmente, deve essere esclusivo, unico, autentico senza mistificazioni, baratti, scambi occulti o interferenze fuori dal rispetto della filiera  in modo tale che – finalmente – al consumatore finale sia chiaro quale è lo Zibibbo di Pantelleria: reale, non artefatto, giusto, remunerativo, confacente alla qualità e alla garanzia,  tracciabile e certificato con autenticità di metodo unico: i teli all’aria aperta e al sole e coperti di notte. Niente forzature, serre calde e tunnel termocondizionati.

——————————————–

 

Negli anni ’60-’70 del secolo scorso sull’Isola Piccola c’erano 5000 ettari vitati, quasi totalmente a Zibibbo, circa 6000 famiglie di viticoltori che vivevano del frutto enoico come uva passa e appassita destinata al consumo diretto, in piccola parte come vino “tipico” da sempre, il passito di Zibibbo. Punto. Diventato Doc Pantelleria nel 1971.

La produzione era di circa 200.000 quintali di uva fresca: vendemmia tutta a mano, in ginocchio (per il tipo di alberello basso e addirittura piantato dentro una conca e riconosciuto patrimonio Unesco nel 2014), due passaggi di raccolta minimo per ceppo perché il clima e il vento guidavano la maturazione dell’uva, posta su teli sulla terra ad appassire o su cannucce con il solo vento di scirocco o tramontana, uva coperta tutte le notti, poi pigiata o venduta alle grandi pasticcerie o case dei dolci siciliane o del nord Italia. richiestissime per panettoni, colombe, spongate, pandolci, tramvai lombardo e pinsa veneta. Tutto questo gioiello circondato dai famosi cesellatori e artisti di pregiata ossidiana nera lucida tendente al verde tipica della selce pomice lavica del vulcano marino, da dammusi unici per il tetto ideale a raccogliere le piogge naturali e a conservare la preziosa acqua, i tanti giardini panteschi e muretti a secco (anch’essi patrimonio riconosciuto) manutenuti annualmente come simbolo di una storia di 3500-4000 anni fa iniziata con l’arrivo dei Fenici-Sesi. Oggi sono solo 357 i viticoltori puri resistenti sull’isola che coltivano solo 400 ettari di Zibibbo e sono i veri titolai della Doc e del vino Zibibbo. solo 18.000 quintali di uva Doc tutta destinata alla vinificazione dei vari vini: troppe tipologie qualcuno dice. Una produzione media di 45 q/ettaro (da 20 a 60 a seconda delle zone ed esposizione) , poco più di 1 milione di bottiglie Doc, di cui il 90% per 2 sole etichettature generiche Pantelleria di Passito e Passito Liquoroso su 9 etichette. Limitatissima oggi la produzione di bottiglie di Zibibbo Doc Pantelleria dolce passito. da sole,  3 grandi cantine su 22 aziende, imbottigliano 7300 ettolitri degli 8400 ottenuti. (dati Consorzio di Tutela). Una uva “d’oro”  pagata solo 1,3 euro al chilo, quando potrebbe avere un valore potenziale riconosciuto di 5-7 euro al chilo; un prezzo medio della mezza bottiglia di 7-8 euro  quando potrebbe avere un  valore sul mercato anche 20-25 euro. Un ricavo oggi per tutti i viticoltori di 2,5 milioni di euro a vendemmia quando potrebbe invece sfiorare i 9 milioni di euro. lo stesso per le bottiglie: ad un valore all’origine di 3,3 milioni di euro e sul mercato di circa 5,9 milioni, si potrebbe realizzare un fatturato per tutte le 22 cantine, ovviamente riducendo la quantità di bottiglie, almeno di 15-18 milioni di euro.  Una perdita di valore all’origine e sul mercato pagato esclusivamente dai viticoltori e piccole cantine.
Oggi ci sono 4000 dammusi di residenti-villeggianti  quasi fissi, personaggi e personalità molto note che sono venute a cercare un luogo di relax e a portare valore aggiunto. Da considerare anch’essi una risorsa, pronti a mettersi a disposizione della comunità.

 

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Ambiente

Guardia Costiera – Operazione Calypso controlli serrati a Gela, Cefalù, Pelagie, Pantelleria, Egadi e Ustica

Redazione

Published

on

Conclusa operazione Calypso: oltre 992 controlli e più di  5.500 kg di prodotto ittico irregolare

Si è appena conclusa la fase finale dell’operazione complessa denominata “Calypso”, coordinata dal 12° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Palermo, avente giurisdizione sul tratto di costa e di mare prospiciente i comuni costieri da Gela a Cefalù, incluse le Isole Pelagie, Pantelleria, le Egadi e Ustica.

L’operazione ha visto impegnate, sia a terra che in mare, le donne e gli uomini della Guardia Costiera di Palermo e degli uffici marittimi dipendenti, in un’intensa attività di controllo dell’intera filiera della pesca, finalizzata a verificare il rispetto delle disposizioni nazionali e internazionali in materia di tutela delle risorse ittiche e dell’ambiente marino.

Particolare attenzione è stata riservata alla prevenzione e alla repressione degli illeciti connessi all’impiego di attrezzi da pesca non conformi, alla tutela delle specie oggetto del “fermo biologico”, alla salvaguardia del consumatore dalle frodi alimentari e alla garanzia della qualità e tracciabilità del prodotto ittico destinato ai ristoranti e alle famiglie.

Nel periodo compreso tra il 20 ottobre e il 12 novembre 2025, il dispositivo operativo ha effettuato oltre 990 controlli ispettivi presso mercati ittici e rionali, esercizi di ristorazione, centri di distribuzione all’ingrosso, piattaforme logistiche, vettori stradali, ambulanti abusivi e unità da pesca in attività.
L’attività di vigilanza ha portato all’accertamento di 70 illeciti amministrativi, alla contestazione di sanzioni pecuniarie per un ammontare complessivo di 87.000 euro, al deferimento di un cittadino extracomunitario all’Autorità Giudiziaria per pesca illegale in acque territoriali, nonché al sequestro di 26 attrezzi da pesca irregolari e alla sospensione di un’attività commerciale di vendita al dettaglio.

Complessivamente sono stati sequestrati circa 5.550 chilogrammi di prodotto ittico, giudicato non idoneo al consumo umano dai dirigenti medici dell’ASP competente e successivamente avviato alla distruzione da parte di una ditta specializzata.
Tra le attività più significative, si evidenziano numerosi interventi condotti nella Città Metropolitana di Palermo, presso mercati ittici, esercizi di ristorazione e centri di distribuzione all’ingrosso, nonché attraverso l’attività di monitoraggio delle piattaforme social. In tali contesti sono stati sequestrati complessivamente 1.200 chilogrammi di prodotti ittici, molti dei quali dichiarati non idonei al consumo umano dal personale dell’ASP 6 – Palermo.

Esito ulteriore ispezione

Nel corso di un’ulteriore ispezione congiunta all’interno di una pescheria, a causa delle gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate, il personale sanitario dell’ASP ha disposto, in applicazione delle normative del cosiddetto “pacchetto igiene”, la chiusura immediata dell’attività commerciale.

A Mazara del Vallo, nel corso di diverse attività ispettive, i militari hanno proceduto al controllo di uno stabilimento ittico durante le operazioni di scarico delle merci, ispezionando un autoarticolato proveniente da un porto dell’Unione Europea. Le verifiche hanno accertato che il prodotto trasportato — consistente in 2.200 chilogrammi di gambero rosso e viola, per un valore commerciale di circa 120.000 euro — era stato pescato in una zona non consentita dalla vigente normativa comunitaria. Di conseguenza, è stata elevata la relativa sanzione prevista dalle disposizioni di legge.

A Lampedusa, la motovedetta CP 285 della Guardia Costiera ha intercettato un motopeschereccio di nazionalità tunisina intento in attività di pesca all’interno delle acque territoriali italiane. L’equipaggio, accortosi della presenza dell’unità militare, nel tentativo di occultare il pescato ha tagliato la rete, provocando la ricaduta in mare del prodotto. Il motopesca è stato scortato in porto, dove, al termine delle verifiche ispettive, il comandante è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 8, comma 1, del D. Lgs. n. 4/2012, con il sequestro di 900 metri di rete da pesca.

L’operazione “Calypso” conferma l’impegno costante della Guardia Costiera nel contrasto alla pesca illegale e nella salvaguardia delle risorse del mare, a tutela dell’ambiente, della legalità e della sicurezza alimentare dei cittadini.

Continue Reading

Ambiente

Una rarità botanica a Pantelleria

Redazione

Published

on

La professoressa Erina Montoleone ci segnala il Myoporum laetum

Da circa due anni la prof.ssa Erina Montoleone, autrice di diverse pubblicazioni sulle piante spontanee di Pantelleria, segue con attenzione l’evoluzione (crescita, fioritura e fruttificazione) di una Scrofulariacea. Si tratta del Myoporum laetum (=Mirioporum lieto), una specie endemica della Nuova Zelanda.

Il Myoporum laetum viene comunemente utilizzato per la formazione di siepi e barriere frangivento, grazie alla sua crescita rapida e alla notevole resistenza alla siccità, caratteristiche che lo rendono adatto a diversi tipi di terreno, anche aridi e poveri.

Nella cultura Maori è considerato un ottimo repellente naturale: le foglie, infatti, vengono strofinate sulla pelle per tenere lontani zanzare e pappataci. In Italia, la presenza di questa specie non era mai stata confermata.

Nel corso degli anni sono emerse alcune presunte segnalazioni in Toscana, Sardegna e Sicilia, ma tutte si sono poi rivelate errate. Due anni fa, durante una delle sue consuete escursioni, la prof.ssa Montoleone ha rinvenuto un esemplare spontaneo sull’isola, lungo la strada Perimetrale, all’incrocio con via Kazen.

L’insediamento spontaneo di questa pianta rende l’esemplare di Pantelleria estremamente significativo, non solo per la flora locale ma anche per l’intero territorio nazionale. Purtroppo, la pianta non è mai riuscita né a fiorire né a fruttificare (eventi che normalmente si verificano da marzo a giugno) poiché cresce accanto a un tombino, in un’area molto ristretta e degradata, simile a una piccola discarica.

La prof.ssa Montoleone si reca spesso a visitarla e, una mattina, ha notato che a pochi centimetri dal tronco erano stati scaricati rifiuti edili. Per evitare che il Myoporum laetum venisse sepolto ha prontamente chiesto l’intervento dell’Ente Parco, affinché fossero adottate misure di salvaguardia per questa specie così rara e preziosa.


L’Ente Parco si è attivato pulendo l’area circostante la pianta e installando una rete di protezione intorno al Myoporum laetum, al quale auguriamo lunga vita. Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Erina Montoleone per la sua sensibilità, la dedizione e l’instancabile impegno nella ricerca e nello studio delle piante spontanee della sua amata isola.

Davide Emma

Continue Reading

Ambiente

Pantelleria, concorso per assunzione a tempo indeterminato: la graduatoria

Direttore

Published

on

Ecco chi è passato

Concorso pubblico, pubblico, per titoli, integrato da una prova d’idoneità, finalizzato
all’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e pieno di n.
5 (cinque) unità con profilo professionale di “Operatori dei Servizi Ecologici e
Manutentivi”, inquadrate nell’Area degli Operatori (ex cat. A posizione economica
ex A1), con riserva di n. 1 posto in favore dei Volontari delle Forze Armate e di n. 1
posto riservato ai Volontari del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale.

A conclusione delle operazioni della Commissione Giudicatrice inerenti al
concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato all’assunzione con contratto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato e pieno, di n. 5 (cinque) unità con profilo professionale di
“Operatore dei Servizi Ecologici e Manutentivi”, inquadrate nell’Area degli Operatori (ex cat. A
– p.e. ex A1), con le riserve previste in favore dei Volontari delle Forze Armate e dei Volontari
del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale, sono risultati vincitori i seguenti
candidati:
 Franco Marco Aurelio;
 Maccotta Giuseppe;
 Di Gregorio Michele;
 Farina Stefano;
 Arbola Sandro (riservatario);

Risultano idonei altri n. 29 candidati e che non si applicherà alcuna riserva
assunzionale in favore dei Volontari del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale, in
quanto nessuno dei candidati partecipanti è risultato idoneo.

Continue Reading

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza