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Cultura

Trapani, museo con cantiere aperto per restauro di 3 tele. Ass. Amata “Così promuoviamo tecniche di conservazione”

Matteo Ferrandes

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Da domani (martedì 22 novembre) fino alla fine del mese – dalle 10 alle 12 – al Museo regionale Pepoli di Trapani sarà possibile assistere (a cantiere aperto) alle operazioni di restauro di tre dipinti, olio su tela. Le opere – una “Natura morta con frutta” di Giovan Battista Ruoppolo (della seconda metà del XVII secolo), “Natura morta con colombi” e “Natura morta con cavie” di Pietro Navarra (della fine del XVII secolo) – saranno restaurate grazie a un intervento finanziato dalla Regione Siciliana tramite l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana. A eseguire i lavori la ditta “La Partenope restauri” di Elena Vetere, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Trapani.
 
«In un momento in cui le opere d’arte vengono minacciate da gruppi di attivisti – dichiara l’assessore Elvira Amata – noi intendiamo accrescere le occasioni per aprire i nostri musei e far conoscere le attività di cura che si effettuano dietro le quinte per il mantenimento delle opere d’arte. Un lavoro certosino fatto con grandissima professionalità da maestranze specializzate. Un’ importante opportunità per promuovere, in particolare presso le giovani generazioni, la conoscenza delle tecniche di conservazione e restauro dei beni culturali, ma anche la possibilità di scelte lavorative di nicchia spesso ignorate dalla maggior parte dei ragazzi».
 
I dipinti da restaurare, espressione della cultura figurativa napoletana della seconda metà del Seicento, sono abitualmente esposti nella Sala del Museo dedicata alla “natura morta” dove si trovano, tra le altre, tre pregevoli opere del fiammingo Abraham Brueghel. Le tre tele appartengono a un genere che ebbe ampia diffusione nell’Italia centro-meridionale tra ‘600 e ‘700, utilizzato prevalentemente nell’ambito delle dimore signorili come arredo di sontuosi saloni da pranzo e particolarmente apprezzato dai collezionisti ottocenteschi. 
 
Nella tela del Ruoppolo – che fa parte della collezione Fardella – cocomeri, grappoli d’uva, pesche, melagrane, susine, mele cotogne sono plasticamente modellati da una limpida luce che ne fa brillare le vivaci cromie, mentre nelle due tele del Navarra – già in collezione Pepoli – si coglie la peculiare stesura pittorica del maestro, sinteticamente moderna, pastosa e materica, che si coagula rendendo vibranti le superfici.
 
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Cultura

Santo Stefano Quisquina da Comunita’ HONOS 2024 a candidata al Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa

Laura Liistro

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SANTO STEFANO QUISQUINA

Tra le pieghe morbide dei Monti Sicani, dove i profili delle colline si inseguono come onde di terra e il vento porta con sé l’eco di antichi mestieri, Santo Stefano Quisquina affida al proprio paesaggio la narrazione di un’identità collettiva che ancora oggi resiste, si rinnova e dialoga con il mondo contemporaneo.

È da questo intreccio di natura, memoria e comunità che nasce la candidatura al Premio Nazionale del Paesaggio, promosso dal Ministero della Cultura nel solco della Convenzione Europea del Paesaggio. Il paese, immerso in un ambiente che alterna boschi, pascoli e antiche vie di transumanza, conserva un tessuto umano fatto di gesti lenti e consapevoli: il lavoro dei pastori all’alba, il ritorno dei contadini lungo i terreni terrazzati, le donne anziane che raccontano proverbi legati alle stagioni. Qui il paesaggio non è solo sfondo: è protagonista, compagno quotidiano, matrice culturale che continua a modellare comportamenti, relazioni e linguaggi.

La candidatura si inserisce dunque in una visione ampia, che considera il territorio come eredità viva. Negli ultimi anni Santo Stefano Quisquina ha promosso pratiche di tutela e progetti di valorizzazione che hanno dato nuovo senso a luoghi storici e spazi rurali, mettendo al centro la sostenibilità, la partecipazione e la continuità delle tradizioni. La comunità ha fatto del proprio legame con la terra un principio guida, trasformando antichi saperi in strumenti contemporanei di gestione e cura.

Il dossier presentato — un documento che unisce rigore tecnico e profondità culturale — raccoglie questa lunga relazione tra gli abitanti e il territorio. Le descrizioni del paesaggio sono punteggiate da fotografie, mappe, testimonianze orali e racconti che restituiscono un mosaico complesso e affascinante: la Quisquina come luogo di incontro tra storia e natura, ma anche come spazio affettivo in cui ciascuno riconosce un frammento della propria identità.
L’Amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco Francesco Cacciatore (nella foto) e dall’assessore al Turismo Anna Chillura, ha espresso profonda gratitudine a chi ha contribuito in modo volontario alla redazione del documento.

La Prof.ssa V. Scavone e le architette E. Lo Sardo, D. Toscano e J. Moscatello hanno intrecciato competenze tecniche e sensibilità territoriale, mentre la Consigliera Comunale Lucia Leto Barone e numerosi cittadini hanno offerto conoscenze, memorie e tempo, trasformando la candidatura in un vero progetto collettivo. L’esito del concorso sarà noto nei prossimi mesi. Tuttavia, per Santo Stefano Quisquina, il senso profondo di questo percorso è già evidente: la consapevolezza di abitare un paesaggio non solo da ammirare, ma da raccontare, custodire e tramandare. In un’epoca di cambiamenti rapidi, il paese rinnova così il suo impegno nel riconoscere il territorio come patrimonio culturale vissuto, luogo di appartenenza e promessa di futuro.

E così, da Comunità Honos capace di prendersi cura del proprio patrimonio umano e ambientale, Santo Stefano Quisquina approda oggi alla scena europea come esempio maturo e luminoso di un territorio che ha saputo trasformare la propria identità in valore condiviso.

Laura Liistro

Foto di Francesco Cacciatore

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Cultura

Le “sgrappolatrici” di Pantelleria sul Tg Sicilia in un servizio di Laura Spanò – V I D E O

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C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e le tre Marie a raccontare Pantelleria nell’operazione dello sgrappolamento

Le preziose e stupende “sgrappolatrici” tornano sotto i riflettori.
Laura Spanò, attenta e sensibile giornalista del Tg Sicilia, ha intercettato una nostra pubblicazione relativa al lavoro delle donne pantesche anche nel campo della vendemmia e della vinificazione. Meglio ancora nella produzione del passito.

Il certosino lavoro, che contribuisce alla produzione di una delle eccellenze eno-gastronomiche dell’isola, non è passato inosservato e così le signore delle contrade di Khamma e Tracino tornano a raccontare il loro compito. Si tratta di una miscela fatta di pazienza, sapienza e amicizia.
C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e tre Marie a tessere l’antica usanza dello sgrappolamento degli acini di zibibbo appassiti.

La Spanò, nel suo mirabile lavoro dedicato a Pantelleria, racconta le fasi di una agricoltura eroica che non ha tempo nè prezzo.

Il servizio

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Cultura

Pantelleria, al via la Novena dell’Immacolata. Calendario completo delle celebrazioni

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La Chiesa Matrice di Pantelleria ha reso noto il calendario delle messe e celebrazioni religiose in prossimità dell’Immacolata Concezione.

NOVENA DELL’IMMACOLATA DAL 29 NOVEMBRE AL 7 DICEMBRE

  • Madonna della Pace (Tracino) novena segue S. Messa – durante tutta la novena dalle ore 16:30 alle 17:00 disponibilità dei sacerdoti per le confessioni
  • San Gaetano (Scauri) novena segue S. Messa SS.Salvatore novena segue S. Messa – orari vedi nello schema eguente:

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