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Traffico cittá italiane: Quante ore perdiamo in coda all’anno? Palermo 82 ore

Direttore

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Vi siete mai chiesti quanto tempo perdiamo al giorno imbottigliati nel traffico? In questo articolo, grazie agli ultimi dati rilasciati dal Traffic Index Ranking, spiegheremo come le ore perse negli spostamenti dipendono dalla città in cui si vive. 

Con l’arrivo della bella stagione riprende la voglia di viaggiare e aumentano le ore che spendiamo in macchina. Ma soprattutto, le ore che perdiamo nel traffico.  Nel 2021 Palermo era al primo posto come città più congestionata d’Italia con 82 ore pro capite perse ogni anno nel traffico, seguita da Roma con 75 ore. 

Quali sono le Peggiori Cittá Italiane per Tempo perso in Coda? 

Secondo i dati della Commissione Europea, ogni anno perdiamo in media 38 ore fermi in coda nelle nostre automobili, uno dei numeri più elevati d’Europa, abbassando ancor di piú l’efficienza energetica. Questo può essere dovuto all’alto tasso di motorizzazione in Italia, circa 655 autovetture ogni 1.000 abitanti, inferiore in Europa soltanto al Lussemburgo. 

L’automobile è il mezzo di trasporto preferito dagli italiani e ciò lo confermano le ore sprecate in coda ogni volta che dobbiamo entrare o uscire dalla città nelle rush hours, o in occasione del “grande esodo” in occasione delle ferie estive. 

Qui sotto sono riportati i dati del Traffic Index Ranking calcolato dalla celebre multinazionale TomTom, specializzata in servizi per la navigazione stradale. I numeri indicati tengono conto del tempo in più che impieghiamo per spostarci rispetto a condizioni di flusso normale. 

RANKING 
CITTÁ
ORE PRO CAPITE PERSE IN CODA 2021
1
Palermo
82 ore
2
Roma
75 ore
3
Messina
73 ore
4
Catania
69 ore
5
Naples
66 ore
6
Genova
64 ore
7
Milano
64 ore
8
Bari
57 ore
9
Firenze
55 ore
10
Bologna
52 ore
11
Reggio Calabria
52 ore
12
Torino
50 ore
13
Pescara
50 ore
14
Cagliari
48 ore
15
Prato
48 ore
16
Trieste
46 ore
17
Verona
43 ore
18
Livorno
43 ore
19
Taranto
41 ore
20
Reggio Emilia
39 ore
21
Ravenna
36 ore
22
Parma
34 ore
23
Modena
34 ore
24
Padova
34 ore
25
Brescia
32 ore

Traffico: Insostenibile per la Salute, l’Economia e l’Ambiente

Il traffico, oltre a essere una notevole perdita di tempo, causa di svariati costi di tipo sociale ed ambientale. 

Dal punto di vista dell’impatto che ha sull’ambiente:

I trasporti sono, insieme agli edifici, le maggiori fonti di emissioni di CO2 a livello urbano. 
In Italia i trasporti sono responsabili di 1/4 delle emissioni di gas serra. In particolare, dicono i dati dell’ISPRA, il 92,6% delle emissioni è prodotto dal trasporto su strada. 
L’impatto sulla nostra salute è ancora piú visibile considerando: 

l’incidentalità stradale (in Italia ci sono 9-10 vittime al giorno)
l’inquinamento atmosferico (che produce silenziosamente 90 mila vittime ogni anno in Italia )
l’inquinamento acustico (incide sul benessere e la salute mentale di chi vive in città).
  

Uno studio recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità collega il traffico a una serie di effetti negativi sulla salute: disturbi del sonno, malattie cardiovascolari e metaboliche, stress e ansia.

L’impatto a livello Economico 

l’Agenzia Europea dell’Ambiente stima che l’impatto del traffico in termini di emissioni di CO2, gas inquinanti e incidenti pesi addirittura per il 6,6% del PIL europeo. 
Inoltre, si stima che  il valore del tempo complessivamente perso in congestioni stradali si aggiri su cifre dell’ordine dei miliardi di euro, a livello nazionale.

Come possiamo Combattere Il Traffico? 

La soluzione per combattere il traffico esiste e si chiama mobilità green, ossia il muoversi a piedi, in bici e con i mezzi pubblici. Dato positivo: in Italia gli spostamenti sostenibili sono aumentati dell’8,5% negli ultimi quattro anni. Ma, purtroppo, non è abbastanza. 

È risaputo che molte volte facciamo largo uso dell’auto anche quando non c’è un effettivo bisogno. E spesso, i benefit, come l’essere autonomi, sono superati dai costi: inquinamento, stress, tempo perso, difficoltà di parcheggio etc, specialmente se residenti in metropoli come Roma e Milano. Nonostante ciò, negli ultimi quattro anni gli spostamenti sostenibili sono aumentati in Italia dell’8,5% anche grazie alla crescente mobilità elettrica sostenuta da energia green. 

Un grande ruolo viene giocato dalla pianificazione urbanistica delle città che si occupa delle infrastrutture per le due grandi alternative all’automobile: il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile. 

Sempre più città in Europa stanno adottando strategie per combattere il traffico.

Tra le principali:

miglioramento del trasporto pubblico
estensione delle piste ciclabili
potenziamento dei servizi di mobilità condivisa

Oltre a queste misure, diverse città stanno ripensando la mobilità urbana con l’obiettivo di rendere l’utilizzo di mezzi pubblici o della bici una scelta più sicura e conveniente rispetto all’auto. Alcuni esempi sono: la pedonalizzazione di intere zone della cittá, il ridimensionamento della viabilitá per includere piste ciclabili, la trasformazione di parcheggi in parchi pubblici, la riduzione delle carreggiate per aggiungere verde e zone pedonali. 

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/traffico-citta-italiane/

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cultura

Tutti al Mare. Oggi si parla di venti con il Comandante Stefano

Direttore

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Come memorizzare il nome di tutti i venti in pochi secondi e non dimenticarli più

Da oggi, Il Giornale di Pantelleria, offrirà nuovi contenuti relativi al mare e alla navigazione, con l’aiuto prezioso di un ospite speciale: il Comandante Stefano della Scuola Nautica Delta.
Come approccio iniziale, chiameremo questa rubrica Tutti al Mare.

Si parlerà di navigazione sicura, di venti, di pesci e quanto altro si desideri approfondire per vivere il mare con consapevolezza e, quindi, maggior piacere.

Oggi iniziamo con una delle lezioni base della nautica: conoscere i venti.

Il nostro Comandante, come promette, in trenta secondi ci illustra perfettamente e in modo indimenticabile la Rosa dei Venti.

In 30 secondi ti faccio ricordare per sempre i nomi di tutti i venti principali.
I nomi dei venti sono stati dati più o meno all’epoca dell’impero romano,  quando praticamente il Mediterraneo era considerato il centro del mondo,  il centro dell’universo.
I nomi dei venti facevano riferimento a un punto, posto più o meno al centro del Mediterraneo, come l’isola di Zante. 

  • A nord abbiamo i monti, da cui la Tramontana.
  •  A nord-est abbiamo la Grecia, da cui il vento di Grecale.
  • A est tutte le mattine si leva il sole, per cui il vento di Levante.
  • Circa sud-est abbiamo la Siria, da cui lo Scirocco.
  • A sud abbiamo l’Ostro, o Mezzogiorno.
  • Dalla Libia il Libeggio,
  • da ovest, dove si depone il sole, avremo il Ponente.
  • A nord-ovest abbiamo Roma, città maestra, da cui Maestrale.

 

Per questo e altre curiosità sul mondo marino seguite il nostro Comandante Stefano della Scuola Nautica Delta, anche su TikTok

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Istruzione, 15 milioni per edilizia scolastica. Turano: «Finanziati 314 interventi»

Marilu Giacalone

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Il governo Schifani, nell’anno scolastico 2024-2025, ha stanziato oltre 15 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria nelle scuole siciliane, tra fondi regionali ed economie residue del Piano di azione e coesione (Pac).  

Complessivamente, dal 2024 ad oggi, sono 314 gli interventi finanziati nelle 9 province dell’Isola: 104 in provincia di Messina per un valore di 4,4 milioni di euro; 72 in quella di Catania per 3,4 milioni di euro; 42 nel Palermitano per 2,2 milioni; 29 in provincia di Agrigento per un importo pari a 2,3 milioni; 23 in provincia di Siracusa per 1,2 milioni; 17 nel Trapanese per 737 mila euro; 13 in provincia di Enna per 513 mila euro; 9 in quella di Ragusa per 359 mila euro; 5 in provincia di Caltanissetta per 280 mila euro.

«Abbiamo finanziato tutte le richieste pervenute da Comuni e Province per mettere in sicurezza gli istituti. Ciascun intervento di manutenzione straordinaria ha potuto beneficiare di un finanziamento massimo di 40 mila euro – afferma l’assessore regionale all’Istruzione e della professionale, Mimmo Turano – In tema di edilizia scolastica, è bene specificare che l’assessorato all’Istruzione ha una capacità di azione “limitata” allo stanziamento di risorse per finanziare interventi, con bandi o circolari, poiché la competenza “esclusiva” è degli enti locali, che sono i proprietari degli edifici».

«Con questi finanziamenti – prosegue – abbiamo dato un aiuto concreto ai Comuni e alle ex Province e dunque alle scuole di tutta la Sicilia, che in questo modo possono mettere in sicurezza gli edifici, procedere con interventi di risanamento delle palestre, di rifacimento di finestre, solai pericolanti, per citare solo qualche esempio. Inoltre, a questi fondi per la manutenzione straordinaria, si aggiungono altri 52 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale 2021-2027 per investimenti nelle scuole, che hanno consentito di realizzare 209 interventi in tutta la Sicilia come mense, palestre, laboratori. Stiamo lavorando all’individuazione di ulteriori risorse, perché migliorare strutture ed edifici significa migliorare la qualità della didattica per i nostri studenti e le nostre studentesse».

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Economia- Microalghe e funghi, la strategia dei Biologi siciliani per una nuova economia sostenibile

caterina murana

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Palermo, 5 luglio 2025 – Dalla cattura della CO₂ alla produzione di integratori, dai biocarburanti alla valorizzazione degli scarti agricoli: le microalghe e i funghi, veri e propri “bio-alleati” per ridurre l’impatto ambientale, si candidano a diventare protagonisti della transizione ecologica e produttiva della Sicilia, trasformando scarti in risorse e creando nuovi prodotti ad alto valore. E dunque organismi invisibili a occhio nudo, come le microalghe, o spesso trascurati, come i funghi, possono offrire risposte concrete alle sfide ambientali e alimentari del nostro tempo.

 

È la conclusione prodotta dall’evento formativo “Valorizzazione delle biotecnologie vegetali per un futuro sostenibile della produzione agroalimentare siciliana” organizzato dall’Ordine dei Biologi della Sicilia, in collaborazione l’Assessorato all’Agricoltura.

 

Il progetto dei biologi siciliani mette al centro queste “bio-risorse” naturali, esplorando il loro ruolo nella nuova economia circolare: quella che non spreca, che rigenera, che trasforma problemi in soluzioni. Le microalghe catturano CO₂ e producono biomassa, diventando carburante, integratori, ingredienti farmaceutici e i funghi, versatili e resilienti, trovano applicazioni in agricoltura, salute e bioindustria. L’esempio che non ti aspetti, ma è solo uno tra quelli emersi dalla prima giornata dei lavori è che dagli scarti di lavorazione dei cementifici si può ottenere un aiuto alla prevenzione dell’Alzheimer. Per ulteriori novità sulle influenze pratiche di microalghe e fungi sulla nostra vita, l’appuntamento è per giovedì 17 luglio, con la seconda sessione del seminario dell’Ordine dei Biologi della Sicilia, ancora una volta in collaborazione l’Assessorato all’Agricoltura.

 

Un progetto, quello dei biologi siciliani, che guarda al futuro partendo dalla scienza, ma che affonda le radici in una tradizione agricola millenaria, come emerso plasticamente nel corso di un momento esperienziale, con la presentazione di eccellenze agroalimentari siciliane, in un ideale incontro tra tradizione e innovazione.

 

Con la chiusura dell’evento, si apre ora una fase di follow-up tra enti di ricerca e imprese per trasformare queste idee in filiere produttive solide e sostenibili.  La posizione dei biologi siciliani è chiara: la bioeconomia non è una visione futuristica, ma un processo già in atto, che richiede sinergie, formazione continua e una governance capace di valorizzare ricerca e territorio. “Ci siamo confrontati proficuamente, nel corso di questo primo incontro, e tutti noi, professionisti, ricercatori degli Atenei siciliani e del CNR, affermiamo con sicurezza che siamo sulla strada giusta. – spiega Alessandro Pitruzzella, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sicilia – Certamente la ricerca da sola non basta: la sostenibilità non è solo una sfida, è un’opportunità concreta, da cogliere attraverso la collaborazione tra scienza, imprese e territorio”.

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