Cultura
Sulla storia della marineria di Pantelleria / 1ª parte
La storia della marineria pantesca inizia prestissimo, con il preistorico commercio della lucente e
nera ossidiana (ma di questo periodo, che si perde nella notte dei tempi, ignoriamo quasi tutto).
Particolarmente avvincente ed intrigante il tempo dei fasti della splendida marineria dell’antica e
opulenta Cossyra, alleata dei Cartaginesi contro i Romani, e poi l’alto medioevo, in cui il nostro
porto vide i temibili dromoni bizantini e i veloci navigli arabi. Dunque, nel corso dei secoli e fino al
primo cinquantennio del secolo appena trascorso, Pantelleria fu terra di marinai e di abili navigatori.
Pertanto l’isola fu sempre decisamente più marina che terragna, checché ne dicano alcuni
superficiali storici in tempi recenti.
Certo quegli stessi marinai, una volta a terra, furono anche tenaci e laboriosi agricoltori (da
compiere veri e propri miracoli in una terra spesso matrigna), ma ciò è una peculiarità che si
riscontra, per il passato, in tanti altri centri marinareschi, soprattutto le isole, nel bacino del
Mediterraneo.
Una storia tutta da scrivere
La storia della marineria dell’isola di Pantelleria dei secoli passati è ancora in grandissima parte
tutta da scrivere. Bisogna pertanto invogliare i giovani studiosi a scandagliare i ricchi e in gran parte
ancora inesplorati archivi di Trapani, di Mazara, di Palermo. Vi fu un tempo in cui i Panteschi
navigarono per tutto il Mediterraneo, dalle coste del Marocco a quelle dell’Egitto, oltre
naturalmente in tutti i porti delle coste italiane soprattutto del mar Tirreno, facendo lucrosi
commerci ma anche, per il passato, una spietata guerra da corsa contro gli stati barbareschi.
Nel Settecento l’isola ebbe il primato, rispetto alle altre marinerie siciliane e non solo, del rilascio di
patenti da corsa da parte del regio governo. Si può dire che in ogni famiglia pantesca vi sia stato un
comandante o un marinaio di legno corsaro. Incredibile, ma vero.
La guerra del naviglio corsaro pantesco cominciò ben presto
Tralasciando quello dei Catalani, che scelsero Pantelleria come sicura base per le loro scorrerie a volte più piratesche che corsare, già nel
secondo decennio del 1400 ritroviamo all’opera una galeotta di 15 banchi con comandante ed
equipaggio panteschi. Della cosa c’informa un rogito notarile (actum) stipulato in data 2 ottobre
1426 nella città di Messina, allora forse il porto più importante dell’intera Sicilia per via che da lì
partiva una delle principali rotte dell’Italia Meridionale verso l’Outremer ovvero la Terra Santa.
Con tale atto veniva costituita una regolare “società di mare” (un eufemismo per indicare una
società di filibustieri), di cui faceva parte, tra altri, Guglielmo della Turri di Pantelleria, padrone
appunto di una galeotta di 15 banchi.
Nell’atto si stabiliva quale scopo precipuo di esercitare la guerra da corsa in mare contro le navi dei
Saraceni e contro le navi dei nemici e dei ribelli del Regno di Sicilia, allora in signoria di re
Alfonso, V di Aragona e I di Maiorca e di Sicilia. Veniva stabilito inoltre che detta società sarebbe
durata “fino a quando lo vorranno” i contraenti.
Pantelleria porto franco per navi cristiane
Si ritiene che al tempo del citato actum Pantelleria fosse considerata un “porto sicuro” ovvero un
porto franco per le navi cristiane impegnate nella guerra da corsa contro la Barberia e ciò deve
essere durato per più secoli, come sembra confermare un rogito notarile stipulato in Bovalino
(Reggio Calabria) in data 7 giugno 1694 (Indizione II), col quale l’abate don Ferrante Spinelli dei
principi di Tarsia e conti di Bovalino consegnava due feluche lunghe, appena varate e armate di
tutto punto per la guerra da corsa, ai capitani Vito Porzio da Napoli e Biase Maggio da Messina.
La parte di questo rogito che più c’interessa è la seguente: “debbano ammarinare il bastimento o
bastimenti presi ed accompagnarli in porto sicuro, cioè Siracusa, Catania, Trapani o nella
Pantelleria ed ivi lasciarlo con tre o quattro persone per guardia et darne subbita parta nella città di
Messina al signor don Giuseppe Barna et signor Giovanni Giorgio Monti”.
Ancora per tutto il Seicento i “porti sicuri” per i corsari cristiani in Mediterraneo furono quelli di
Sicilia e precisamente Messina, Siracusa, Catania, Trapani e l’isola di Pantelleria. In questi porti
menzionati era consuetudine arruolare i capitani e gli equipaggi delle navi cristiane corsare. Anche
se per Pantelleria esisté anche un rovescio della medaglia, alcuni suoi giovani abitanti, catturati dai
Barbareschi nelle loro non rade scorrerie, finirono tra gli equipaggi delle navi corsare e pirata di
quest’ultimi, qualcuno distinguendosi poi per valore e perizia marinara come Soliman
Pantelleresch, che divenne un famoso ammiraglio della flotta d’Algeri, e Maymuni.
Tornando al citato Actum di Messane del 1426, in quel tempo erano di casa in Pantelleria
Guglielmo della Turri e suo fratello Parisio con la moglie Isolda. Procuratore nell’isola per i della
Turri, durante le loro assenze, era Tommaso de Bonohomine, in alcuni atti detto anche Bonomo o de
Bonomo, come si evince da una transazione, datata 8 maggio 1425, nella quale Thomasius Bonomo
consegnava, per conto di Parisio de la Turri e della di lui moglie Isolda, la somma di 18 fiorini, 4
tarì e 10 grani a tale Antonius Stabili. La somma, probabilmente frutto della vendita di un bottino di
un precedente raid corsaro, veniva poi girata dallo Stabili a Guillelmus de la Turri, fratello del detto
Parisio.
Dai cartari del tempo appare che fin dagli inizi del Quattrocento il castello a mare e il porto di
Pantelleria furono luoghi sicuri per i corsari e i pirati cristiani che infestavano quel tratto di mare
chiamato Canale di Sicilia, depredando le navi di passaggio spesso anche cristiane, ma soprattutto
saccheggiando le coste della Barberia, dove si faceva incetta di schiavi e schiave, assai ben pagati
sui mercati siciliani. A volte queste schiave moresche, in particolare quelle giovanissime e vergini,
raggiungevano cifre astronomiche per quei tempi. Un tipico esempio ci viene offerto da un rogito
notarile, stipulato in Trapani e datato 28 gennaio 1423.
Nell’atto in questione tale Antonio de Liluni, per conto del barone di Pantelleria don Francesco
Bellvis, miles e patrono di galea, versa a Salvo de Costanzo di Trapani la somma di ben 25 once
d’oro per l’acquisto di una schiava saracena di 11 anni di nome Axa, schiava da consegnare poi allo
stesso Bellvis. Non ci si scandalizzi troppo, a quei tempi era normale seguire il costume moresco
anche da parte dei cristiani e quindi sposare (ma non era necessario) e avere rapporti con ragazze
appena uscite dalla pubertà o appena sotto. Per farsi un’idea del prezzo pagato, basti pensare che
con un’oncia d’oro si poteva comprare una casa o un intero vigneto o un vasto castagneto.
A protezione delle galee e galeotte dei corsari panteschi faceva buona guardia, con i suoi cannoni, il
castello a mare di Pantelleria. La fortificazione con circa 30 uomini di guarnigione, nei primi
decenni del Quattrocento, costava al Regio Erario circa 377 once d’oro, tarì 23 e grani 16 (per la
precisione nell’anno 1416). La guarnigione poteva contare su un castellano, un vice-castellano, un
cappellano e 25 militi. Benché il feudatario dell’isola fosse nominalmente il barone Francesco
Bellvis, per lunghi periodi i padroni di fatto furono gli intraprendenti e spietati corsari De Nava,
soprattutto Gonsalvo e poi suo figlio Alvaro, che con le loro galee seminarono il terrore nei paesi
rivieraschi del Canale.
Abili scorridori dei mari membri della famiglia d’Ancona
In quel torno di tempo acquistarono fama di abili scorridori dei mari anche i membri della famiglia
pantesca de Ancona (D’Ancona).
Il più noto fu il corsaro Giovanni de Anquona. Negli anni 1407
/1408 Simone de Ancona e Antonio Guantes, ambedue di Pantelleria, con le loro galeotte, oltre alla
guerra da corsa, trasportavano grano da Sciacca all’isola per assicurare i rifornimenti alimentari alla
popolazione. Simone operava anche sulla tratta Trapani Pantelleria e viceversa per il trasporto e il
commercio di beni vari. Poi c’erano i fratelli Bartolomeo e Antonio. Bartolomeo comandava una
galeotta il cui patrono era Antonio Desguanechs, appartenente ad una famiglia di nobili cavalieri
allora in forte ascesa di potenza nell’isola di Malta. Antonio, procuratore dei Bellvis a Palermo, nel
1439, mentre navigava su una nave fiorentina alla volta di Marsiglia, venne catturato, forse per
ritorsione di qualche sua precedente scorreria, da una galea provenzale. Venne liberato lo stesso
anno, probabilmente dietro pagamento di un forte riscatto.
Che la Curia Regia di Palermo desse ordine di rifornire, a sue spese, regolarmente le navi corsare,
che da Pantelleria predavano nel Canale di Sicilia, non era un mistero per nessuno. Alcuni
documenti coevi riguardano una delle due galee di cui erano patroni i Bellvis. Con atto, rogato in
Trapani in data 25 agosto 1435, il valenciano Aloisius Peris, capitano di una galea di proprietà del
“dominus” Francesco de Bellvis, dichiarava di aver ricevuto da Melchion de Carissima, vicesecreto
di Trapani, 185 cantari e 25 rotoli di biscotto. Il successivo 6 settembre di quell’anno lo stesso Peris
dichiarava di aver ricevuto sempre dal de Carissima altri 25 cantari e 43 rotoli di biscotto e di averli
caricati sulla galea dei Bellvis, ormeggiata nel porto di Trapani. Questa volta il carico era stato fatto
per le “necessità” della Regia Curia.
Non era nativo di Pantelleria, ma tra il 1486 e il 1492 il porto di quest’isola divenne il covo
preferito della sua nave corsara, con cui scorreva il mare del Canale di Sicilia in caccia di legni
barbareschi, depredando il carico e vendendo come schiavi gli equipaggi catturati. Non disdegnando
però di tanto in tanto di abbordare anche navigli cristiani, facendo poi man bassa dei carichi
trasportati. Parliamo di frate Giovanni Domingo dell'Ordine di San Giovanni Gerosolimitano
(Ordine di Rodi, poi di Malta). Le navi di quest’Ordine dette appunto “della Religione”
rappresentavano una specie di polizia del mare di quel tempo contro i corsari turchi, quest’ultimi
una vera piaga per le nostre coste e le nostre isole.
Comunque il “vizietto” di depredare anche navi cristiane doveva causargli prima o poi delle grosse
grane e così avvenne. Nell’anno 1487 una nave, carica di vettovaglie per gli abitanti dell’isola di
Pantelleria e di proprietà dei mercanti Gaspare Balistreri e Ferrando Valdes, che stava entrando in
porto venne abbordata e catturata dal corsaro Domingo. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, la
popolazione, guidata dai giurati dell’isola, protestò tumultuosamente per tema di restare affamata.
Uno dei giurati più influenti, Antonio Brignuni (Brignone), venne addirittura arrestato dal
castellano, il quale prendeva naturalmente le parti del suo socio, rivelatosi in questo episodio più
pirata che corsaro. Ma la popolazione pantesca non si diede per vinta e scrisse una lunga e
circostanziata denuncia dei fatti accaduti alla Reale Cancelleria di re Ferdinando il Cattolico in
Palermo. Fu ordinata quindi una regia inchiesta, che appurò che effettivamente c’erano state
ingiustizie e depredazioni, ma, come spesso accade quando in gioco ci sono “pezzi da novanta”, le
cose andarono per le lunghe e alla fine tutto s’insabbiò.
Orazio Ferrara
Foto: Nave mediterranea sec. XV / XVI
Cultura
A Pantelleria imperdibili “Canzoni sotto l’Albero” con il Coro Junior e il M° Letizia Stuppa
Imperdibile il concerto di Natale “Canzoni sotto l’albero”
Venerdì 19 dicembre, dalle ore 21.00, presso il Cineteatro San Gaetano di Scauri, in Pantelleria, si terrà il concerto “Canzoni sotto l’Albero“, con il Coro Junior Astarte.
Venti giovanissimi, dai sette anni in su, allieteranno l’isola con le canzoni di Natale sui temi della pace e della solidarietà.
Diretti dal Maestro Letizia Stuppa, i piccoli coristi daranno un piacevole e soave spinta energica all’avvio di queste festività, che si profilano ricche di eventi significativi.
Una occasione di condivisione di musica e spettacolo, nel clima natalizio, con i piccoli artisti di ASTARTE.
Ingresso libero
Economia
Pantelleria – Natale 2025, al via il Villaggio di Natale: mercatini e animazione a Piazza Cavour
Dal 20 dicembre al 6 gennaio eventi e animazione per bambini e per le famiglie
C’è grande fermento a Pantelleria, per l’allestimento del “Villaggio di Natale” in Piazza Cavour, dal 20 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.
Organizzato con il patrocinio del Comune di Pantelleria e dell’Ente Parco, il piccolo villaggio sarà animato da intrattenimento per bambini, mercatino, e dalle special guest: le asinelle pantesche.
Tanti giorni, tanti eventi, da quelli meramente laici a quelli più prettamente vicini alla tradizione religiosa, come i presepi viventi.
Direttore artistico della complessiva manifestazione, l’impagabile e instancabile Dora Pia Brignone, di DPlanet.
Villaggio Di Natale 𝟸𝟶𝟸𝟻 – ᴘɪᴀᴢᴢᴀ ᴄᴀᴠᴏᴜʀ è organizzato dall’Associazione Resilea, dalla PGS Madonna Della Margana, Dalla Mulattiera e dall’Associazione il Chianu Nicu.
ᴅᴀʟ 𝟸𝟶 ᴅɪᴄᴇᴍʙʀᴇ ᴀʟ 𝟼 ɢᴇɴɴᴀɪᴏ, ᴜɴ ᴘʀᴏɢʀᴀᴍᴍᴀ ʀɪᴄᴄᴏ ᴅɪ ᴇᴠᴇɴᴛɪ, ᴍᴇʀᴄᴀᴛɪɴɪ ᴇ ᴀɴɪᴍᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅᴇᴅɪᴄᴀᴛᴀ ᴀɪ ʙᴀᴍʙɪɴɪ ᴇ ᴀʟʟᴇ ғᴀᴍɪɢʟɪᴇ
ᴀᴠᴠɪsᴏ ᴘᴇʀ ᴇsᴘᴏsɪᴛᴏʀɪ:
È Ancora Possibile, fino al 𝟷𝟿 ᴅɪᴄᴇᴍʙʀᴇ, candidarsi per occupare una casetta del Mercatino nelle date ancora disponibili .
Si ricorda che è possibile partecipare anche solo per alcuni giorni .
Il programma dettagliato in locandina
Cultura
Natale a Pantelleria con tante imperdibili iniziative e gli accattivanti mercatini
Tutte le iniziative da venerdì 19 a lunedì 29. Si parte con il concerto “Canzoni sotto l’Albero”
Un calendario di iniziative accompagnerà le festività natalizie sull’isola, con momenti dedicati alla musica, ai bambini e alle tradizioni del periodo.
Venerdì 19 dicembre – ore 21.00
Canzoni sotto l’Albero
Il Coro Junior Astarte in concerto al Cineteatro San Gaetano di Scauri.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Dal 20 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026
Villaggio di Natale – Piazza Cavour
Mercatini, animazione per bambini, Babbo Natale con gli elfi e il Presepe Vivente animeranno il centro cittadino. Il programma si concluderà il 6 gennaio 2026 con la tradizionale Passeggiata della Befana a Piazza Cavour
Orari: 10.00–13.00 / 17.00–20.00
Domenica 21 dicembre
Babbo Natale in Vespa
Babbo Natale attraverserà alcune località dell’isola a bordo della Vespa, con consegna di doni e caramelle agli alunni delle scuole dell’infanzia e primaria.
09.30 Khamma – Via San Francesco
10.30 Scauri – San Gaetano
12.00 Pantelleria Centro – Chiesa Madre
Domenica 28 e lunedì 29 dicembre – dalle 17.00 alle 20.30
Presepe Vivente di Gadir
Un presepe ispirato a una riflessione di Papa Francesco, che racconta la Natività come segno di accoglienza e attenzione ai temi del viaggio e delle migrazioni nel Mediterraneo.
Ulteriori aggiornamenti e informazioni saranno pubblicati sui canali ufficiali del Comune.
-
Ambiente5 anni faAMP, a Pantelleria Insieme Live: zonizzazioni e Guardia Costa ausiliario. Gadir e il brillamento de Il Caldo
-
Personaggi4 anni faStasera 4 Ristoranti a Pantelleria, con Alessandro Borghese. Ecco chi sono
-
Ambiente4 anni faPantelleria, il PD segnala colorazione anomala e artificiale nella spiaggia del Lago di Venere
-
Pantelleria4 anni faPantelleria a lutto per Giovanni Maddalena, il galantuomo del Conitro
-
Personaggi4 anni faPantelleria, è U Runcune il vincitore di 4 Ristoranti di Alessandro Borghese
-
Cronaca4 anni faUltima Ora – Pantelleria. Identificata la donna morta per annegamento, il secondo suicidio in un mese
-
Capitaneria di Porto4 anni faPantelleria, allarmanti condizioni meteo-marine nelle prossime 48/72 ore: onde 6 da metri
-
Pantelleria4 anni faPantelleria, divieto di balneazione a Punta San Leonardo