Ambiente
Sulla Riserva dello Stagnone e sulla recente polemica di Europa Verde

Il Commissario straordinario del LCC di Trapani, dott. Raimondo Cerami, legge con non poco stupore, quanto in una intervista a Itaca Notizie, giornale online di Marsala, ha dichiarato la portavoce regionale di Europa Verde, prof. Antonella Ingianni. Va innanzitutto precisato che la Regione istituisce, nell’ambito di una politica diretta al riequilibrio territoriale, parchi e riserve naturali, per concorrere, nel rispetto dell’interesse nazionale e delle convenzioni e degli accordi internazionali, alla salvaguardia, gestione, conservazione e difesa del paesaggio e dell’ambiente naturale, per consentire migliori condizioni di abitabilità nell’ambito dello sviluppo dell’economia e di un corretto assetto dei territori interessati, per la ricreazione e la cultura dei cittadini e l’uso sociale e pubblico dei beni stessi nonché per scopi scientifici (art.1 L.R.98/81). Vero è che è necessario una regolamentazione ma la mancanza della redazione del Piano di Utilizzazione previsto entro 180 giorni dall’istituzione di una riserva, ad opera del Comune di appartenenza e in via sussidiaria dalla Regione Siciliana, non può mortificare un’intera Comunità, soggetto privilegiato della finalità per cui nasce un’area protetta. Ebbene, la Riserva dello Stagnone fu istituita nel lontanissimo 1984 e non ha ancora quel piano di utilizzazione della preriserva che è individuata come area di protezione, a sviluppo controllato allo scopo di integrare il territorio circostante nel sistema di tutela ambientale Nelle aree di preriserva, in cui è lamentato il saccheggio da parte di Europa Verde, chiarisce il dott. Cerami, possono essere previste iniziative idonee a promuovere la valorizzazione delle risorse locali, con particolare riguardo alle attività artigianali, silvo-pastorali, zootecniche e alla lavorazione dei relativi prodotti, nonché alle attività ricreative, turistiche e sportive (art. 7 L.R.98/81). Il dr. Cerami afferma che fin qui il LCC di Trapani , quale Ente Gestore, ha sempre operato nel rispetto delle regole, e le attività consentite sono scaturite da decisioni assunte nelle conferenze di servizi cui hanno partecipato Comune di Marsala, Soprintendenza, Demanio Marittimo, Genio Civile. In merito è stato, semmai, il LCC di Trapani ad imporre limitazioni da sempre impopolari, come la distanza minima dei 100 metri da un chiosco all’altro, quando lo si voleva più breve; lo smontaggio a fine ottobre delle strutture, quando a più livelli si lamenta il mantenimento anche di inverno; l’individuazione di soli due siti, lontani dalla balneazione per la pratica degli sport, oggi argomento tanto discusso. Volendo entrare nel merito si precisa che il regolamento della Riserva emanato con decreto n. 198 del 24 maggio 2000, tra i divieti alla lettera V dell’articolo 2 così recita “ …(e’ vietato) esercitare attività sportive che compromettano l’integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi, quali automobilismo, trial, motociclismo, motocross, deltaplanismo, etc.. Il Kite non è citato , ma non è citato nemmeno tra le azioni proibite nel piano di gestione del Sito Natura 2000, approvato dalla Regione Siciliana.
Vero è che l’avifauna sarebbe disturbata, ma una presa di posizione solo da parte dell’Ente Gestore non sarebbe giustificata dalla normativa. Per quanto riguarda le indicazioni suggerite dalla portavoce di Europa Verde, essenze vegetazionali autoctone e regolamentazione del suono, sono prescrizioni imposte nelle ordinarie autorizzazioni per le strutture di fruizione, da parte dell’Ente Gestore così come per le valutazioni di incidenza nei luoghi in cui è richiesto. In conclusione va detto che una generica e fantasiosa recriminazione su tutto l’operato dell’Ente, non arreca beneficio di certo alla Riserva. Serve, invece, come più volte invocato da questo LCC di Trapani, che venga redatto al più presto dagli Enti a ciò preposti il Piano di Gestione della preriserva nonché la rivisitazione del regolamento, che è molto datato. Il Dr. Cerami auspica che per una più efficiente ed efficace gestione della Riserva sia necessaria una buona governance tra i diversi soggetti a vario titolo coinvolti che sia improntata non tanto al divieto quanto piuttosto alla regolamentazione di quelle attività che possono essere consentite mediando tra interesse della popolazione e tutela dei valori ambientali.
Raimondo Cerami
Ambiente
Trapani, blitz Guardia Costiera: rimessi in libertà 500 kg di cetrioli di mare destinati a mercato estero

OPERAZIONE DELLA GUARDIA COSTIERA DI TRAPANI A TUTELA
DELL’AMBIENTE MARINO – DENUNCIATI CINQUE PESCATORI ABUSIVI.
Mezza tonnellata di oloturie (dette anche cetrioli di mare)
sequestrata dalla Guardia di Costiera di Trapani in un blitz
della scorsa notte a Nubia nel cuore della Riserva delle Saline
di Trapani e Paceco. Sono prodotti di cui è vietata la cattura
perché si tratta di una specie preziosa per l’equilibrio
dell’ecosistema marino e della sua biodiversità. Sono definiti
detritivori, cioè spazzini dei fondali che riciclano la materia
organica di cui si cibano per ripulirla; sembra siano anche in
grado di espellere le sostanze digerite con pH leggermente
basico, tali da tamponare l’effetto di acidificazione degli
oceani.
Per cinque pescatori abusivi è scattata la
denuncia, oltre al sequestro del pescato e degli
attrezzi utilizzati.
Secondo gli inquirenti, le oloturie sono merce
destinata a un mercato clandestino da Trapani
verso paesi esteri. È noto, infatti, che, essendo
queste specie particolarmente ricercate, il
potenziale guadagno a favore dei pescatori di
frodo si sarebbe aggirato attorno ai 100 euro al
chilo. Data la complessità e la personalità dei
soggetti fermati, già noti per analoghi precedenti, l’operazione ha richiesto la collaborazione
del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, in
supporto per il controllo del territorio, e della Guardia Costiera
di Marsala già impegnata in analoghi controlli nella riserva di
Mozia.
Gli esemplari catturati, circa 500 chili, sono stati
reimmessi nell’ambiente marino durante la mattinata odierna
perché ancora in vita.
La Capitaneria di Porto di Trapani continuerà nel controllo
del Litorale a tutela delle specie e dell’Ambiente Marino
protetto.
Ambiente
A Pantelleria è nato Ettore, un cucciolino di asino pantesco. Lo annuncia il Parco

Il lieto evento lo annuncia il Parco
Un dolcissimo Buongiorno … pieno d’amore …
Pantelleria annuncia la nascita di Ettore! … grazie al Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale Servizio 17 – Servizio per il Territorio di Trapani, per il progetto di recupero della specie curato dal responsabile Giuseppe Pace…
Siamo fieri di contribuire a rendere ancora più splendida la natura!
L’annuncio del lieto evento asinino lo dà l’Ente Parco, con fierezza “paterna”, visti gli sforzi e gli impegni assunti con l’isola, con i panteschi e con la natura, per il reinserimento e la ripopolazione di questa razza equina A Pantelleria.
La nascita di Ettore è davvero una notizia che rincuora e rallegra e radica nuovamente una parte di cultura alle antiche e preziose tradizioni della nostra civiltà.
L’animale, ormai estinto, è stato reintrodotto , grazie all’opera dell’Ente Parco Isola di Pantelleria: due esemplari siciliani con caratteristiche compatibili con il patrimonio genetico dell’asino pantesco presso l’allevamento San Matteo di Erice.
A Pantelleria, l’asino è stato “assunto” come educatore e guida turistica e dal suo ritorno è stato protagonista già di molte iniziative e avventure in percorsi mozzafiato.
Il legame dei panteschi con l’affettuoso quadrupede è pluri millenario, con ci spiega in più di pubblicazione il nostro compianto Enzo Bonomo:
https://www.ilgiornaledipantelleria.it/pantelleria-u-scecco-lasino-un-mito-antico-oltre-2000-anni/
Cresci bene, dolce Ettore.
In copertina foto del Parco
Ambiente
Rifiuti, Safina (PD): “Il governo regionale si impegni con risorse concrete per i Comuni”

Trapani, 13 febbraio 2025 – “L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato ieri, con il parere favorevole del governo e sottoforma di raccomandazione, un ordine del giorno che impegna l’esecutivo a individuare risorse per coprire gli extra costi sostenuti dai comuni siciliani nel settore dei rifiuti. È una raccomandazione importante, ma adesso servono atti concreti: vigileremo affinché nei prossimi strumenti finanziari vengano stanziate risorse adeguate a compensare, totalmente o in parte, i costi aggiuntivi che i comuni sono costretti a sostenere per il conferimento dei rifiuti all’estero”.
A dichiararlo è il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina, che sottolinea l’urgenza di un intervento strutturale per risolvere il paradosso che penalizza i comuni e i cittadini nella raccolta differenziata.
“Da tempo ANCI Sicilia denuncia che i comuni che hanno raggiunto o superato l’80% di raccolta differenziata sono costretti a farsi carico di costi insostenibili per lo smaltimento dell’indifferenziato, con il rischio di dover aumentare la TARI a discapito dei cittadini. Questo è inaccettabile. Inoltre, il costo medio della gestione dei rifiuti in Sicilia è di 380 euro a tonnellata, tre volte più alto rispetto ad altre regioni italiane, a causa della saturazione delle discariche, dei trasferimenti fuori regione e dell’aumento dell’IVA sul conferimento in discarica, passata dal 10% al 22%”.
Secondo Safina, la soluzione non può limitarsi alla realizzazione dei termovalorizzatori, che comunque non saranno operativi prima di cinque anni.
“La Sicilia soffre una grave carenza di impianti di riciclaggio e recupero, indispensabili per valorizzare i materiali e abbattere i costi di gestione dei rifiuti. In Toscana, ad esempio, grazie a una rete efficiente di piattaforme di valorizzazione, i comuni riescono a recuperare 200 milioni di euro l’anno, riducendo la TARI per i cittadini. Serve un cambio di passo: il governo regionale deve stanziare risorse per sostenere i comuni virtuosi e accelerare la realizzazione di questi impianti. Se vogliamo davvero promuovere la raccolta differenziata, dobbiamo premiare chi la fa e non penalizzarlo con costi insostenibili”.
Il Partito Democratico, conclude Safina, continuerà a monitorare la situazione affinché il governo Schifani traduca infatti gli impegni presi: “Non ci accontentiamo di promesse o semplici raccomandazioni. I comuni e i cittadini siciliani meritano risposte immediate e strutturali”.
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