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Lavoro

Stati Uniti D’America da oggi riaprono i battenti a turisti e viaggiatori business

Redazione

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Dall’8 novembre, gli Stati Uniti d’America riapriranno le porte a turisti e viaggiatori d’affari. Per recarsi negli USA sono necessari un certificato di vaccinazione, il risultato negativo di un test COVID e un ESTA USA. Revocato il divieto di ingresso negli Stati Uniti Tuttavia, bisogna tenere presente diverse misure importanti contro il coronavirus. Gli adulti non vaccinati nella maggior parte dei casi non possono ancora recarsi negli USA. Coloro che invece sono vaccinati non dovranno rispettare una quarantena né all’arrivo, né al rimpatrio. Le informazioni contenute in questo articolo valgono per i viaggiatori con cittadinanza italiana e degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Fase 1 | Richiedi l’ESTA Prima di partire per gli Stati Uniti bisogna richiedere un ESTA o un visto. Un ESTA è un’autorizzazione di viaggio digitale che può essere richiesta comodamente online. Dopo il rilascio, il documento ESTA è valido per due anni, a meno che il tuo passaporto non scada prima. Durante questo periodo si può fare un numero di viaggi illimitato negli USA. Ogni soggiorno negli Stati Uniti può durare fino a 90 giorni. Si puo richiedere il proprio ESTA ancora prima di aver prenotato il viaggio.

Fase 2 | Procurati i documenti sulle vaccinazioni Per partire per una vacanza, un viaggio d’affari o per un transito negli USA occorre essere completamente vaccinati da almeno due settimane. Non occorre che i minori siano vaccinati. La vaccinazione è considerata completa con due dosi di vaccino contro il coronavirus Moderna, Pfizer/BioNTech, AstraZeneca/Covidhiel, Sinopharm o Sinovac o con una dose di Janssen/Johnson & Johnson. All’imbarco del volo per gli Stati Uniti si dovrà dimostrare l’avvenuta vaccinazione. Per i cittadini italiani è possibile utilizzare il codice QR detto Green Pass. Chi non utilizza il formato digitale, può utilizzare la versione cartacea della Certificazione Verde, da richiedere presso una farmacia o al proprio medico di base. È possibile esibire anche la copia o la fotografia di un altro certificato vaccinale fornito da un ente governativo, che deve riportare il nome dell’istituzione dichiarante, il tipo di vaccino contro il coronavirus, la data o le date di somministrazione del vaccino, il vostro nome per esteso e la vostra data di nascita, come indicati sull’ESTA.

Fase 3 | Organizzati per il test Covid Prima della partenza per gli Stati Uniti si dovrà effettuare un test Covid-19, anche se sei completamente vaccinato/a. Sono accettati i test antigenici o i test NAAT, tra cui i test PCR, LAMP, TMA, NEAR o HDA. Fanno eccezione solamente i bambini al di sotto dei 2 anni. Gli individui completamente vaccinati devono effettuare il test massimo 3 giorni prima della partenza. I soggetti minorenni non vaccinati e non accompagnati da un adulto vaccinato devono effettuare un test massimo un giorno prima della partenza. Il conteggio avviene in giorni e non in ore, quindi non conta a che ora ti sottoponi al test e a che ora parte il tuo volo. Il risultato del vostro test rimane valido anche se il vostro volo dovesse essere rimandato di un giorno dalla compagnia aerea. All’imbarco del vostro volo per gli USA si dovrà esibire l’esito negativo del test, in versione digitale o cartacea. Il certificato deve riportare il tipo di test Covid effettuato, la data del test, l’ente che lo ha prelevato, il risultato, il vostro nome per esteso e la tua data di nascita, come riportati sull’ESTA. Tali dati

non sono riportati sul codice WR, pertanto non sono sufficienti per dimostrare l’esito del test (valgono solo come prova dell’avvenuta vaccinazione). Se nei 90 giorni prima della partenza sei stato positivo, non serve che tu ti sottoponga al test Covid. Per imbarcarti ti basterà un documento di un ente sanitario che lo dimostri e che affermi che negli ultimi 90 giorni sei stato contagiato e che, nel frattempo, hai ripreso la facoltà di viaggiare. Sono comunque necessari l’esito di un test Covid e un ESTA.

Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi

Economia

Lavoro: in Sicilia 40% dei 301.190 posti offerti nel 2023 è rimasto vacante, per il 15% le imprese hanno ricorso a immigrati

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Lavoro: in Sicilia il 40% dei 301.190 posti offerti nel 2023 è rimasto
vacante, per il 15% le imprese hanno dovuto ricorrere a immigrati.
Lunedì allo Steri convegno per allineare istruzione-formazione e
imprese.
Midiri: “450 nostri studenti avviati in tirocini nelle imprese, speriamo
siano assunti”

Palermo, 15 marzo 2024 – In Sicilia tanti cercano un lavoro e tante
imprese cercano di assumere, ma domanda e offerta non riescono a
incontrarsi: quasi sempre la causa sta nella corsa delle imprese a
specializzarsi per competere, mentre il settore dell’istruzione e
formazione professionale non riesce a tenere il passo. Per provare a
mettere in linea i due mondi, la Fondazione nazionale Consulenti per il
lavoro, l’Università di Palermo, Sicindustria, la Consulta regionale dei
consulenti del lavoro della Sicilia e l’Ordine dei consulenti del lavoro
di Palermo organizzano per lunedì 18 marzo, alle ore 9, presso Palazzo
Steri, in piazza Marina, 1, a Palermo, un convegno dedicato
all’orientamento, sul tema “Favorire l’occupabilità e accompagnare i
giovani nelle transizioni”.
Con la moderazione di Vincenzo Silvestri, presidente della Fondazione
consulenti per il lavoro, e dopo i saluti del Rettore, Massimo Midiri,
dell’assessora regionale al Lavoro, Nuccia Albano, del presidente della
Consulta regionale dei consulenti del lavoro, Maurizio Adamo, del
presidente regionale dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro,
Gaspare Patinella, e del presidente dei Consulenti del lavoro di
Palermo, Antonino Alessi, interverranno: Massimo Temussi, D.g. delle
Politiche del lavoro del Ministero del Lavoro; Maurizio Serafin, del
consorzio Pluriversum che si occupa di orientamento e dispersione
scolastica; Franco Amicucci, presidente di Skilla, che si occupa di
formazione in e-learning; Enrico Limardo, direttore della Fondazione
consulenti per il lavoro; Cinzia Cerroni, delegata del Rettore al
coordinamento del Centro orientamento e tutorato universitario; Ettore
Foti, D.g. del dipartimento regionale Lavoro; Patrizia Caudullo,
responsabile territoriale Sviluppo Lavoro Italia (ex Anpal Servizi);
Ornella Campo, dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale;
Luigi Rizzolo, presidente di Sicindustria; i segretari confederali
regionali di Cgil, Cisl e Uil. Concluderà Rosario De Luca, presidente
del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.
Il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, spiega: “Il
divario tra istruzione-formazione e mercato del lavoro, in Sicilia come
nel resto d’Italia, è un fatto innegabile, ma l’Università di Palermo
già da due anni ha invertito la tendenza. Abbiamo stipulato accordi con
oltre 3mila imprese siciliane e del resto d’Italia che, da un lato,
intervengono nella definizione della nostra offerta formativa
modulandola con elementi di vita pratica che interessano alle loro
attività e, dall’altro lato, accettano di ospitare nostri studenti in
tirocini curriculari pre-laurea di almeno quattro mesi, a nostre spese.
Abbiamo dedicato uno stanziamento di un milione di euro e quest’anno, il
secondo, abbiamo avviato ben 450 studenti in tirocinio. Speriamo che si
concludano con l’assunzione e anche nelle mansioni da loro auspicate”.

A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci
ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e
Anpal. Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono
state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato
301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e
nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani. Ma il
maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo
incremento dell’occupazione nell’Isola, perché la difficoltà di reperire
candidati idonei è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non
è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione
inadeguata e il 4% per altri motivi. Tant’è che nel 15% dei casi le
imprese hanno dovuto fare ricorso all’assunzione di immigrati.
In dettaglio, si volevano assumere 54.830 operai specializzati, 34.390
professionisti tecnici, 18.900 dirigenti o appartenenti alle professioni
intellettuali e scientifiche e con elevata specializzazione, 31.530
conduttori di impianti e operai di macchinari, 100.580 unità delle
professioni qualificate nel commercio e nei servizi, 37.280 addetti
delle professioni non qualificate e 23.680 impiegati.
A livello provinciale, le richieste erano così ripartite: Trapani,
26.190; Palermo, 75.370; Messina, 41.700; Agrigento, 20.490;
Caltanissetta, 14.890; Enna, 5.890; Catania, 67.750; Ragusa, 22.200;
Siracusa, 25.980.
Occorre evidenziare che su 34.410 posizioni rivolte ai giovani fino a 29
anni, 18.680 sono rimaste vacanti (42% la media), con questi picchi: 76%
di introvabili per meccanici artigianali, 75% per specialisti di scienze
della vita, 68% per fonditori, saldatori e lattonieri, 68% per tecnici
della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, 60% per operai
specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, 59% per operai
specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, 58% per tecnici
informatici e delle Tlc, 55% per operatori della cura estetica, 50% per
addetti della ristorazione e 48% per operai edili specializzati.
I settori che più ricercano giovani sono stati commercio, servizi
culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni.
Quanto ai settori per l’intera collettività, l’offerta di lavoro
riguardava 67.560 ingressi nel turismo e ristorazione, 47.740 nelle
costruzioni, 46.530 nel commercio, 26.630 nella sanità e nei servizi
alla persona e 20.090 nei servizi di trasporto e logistica.
Il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal rileva che le professioni
maggiormente richieste dalle imprese siciliane sono state: addetti alla
ristorazione (52.520), addetti alle vendite (31.390), operai edili
specializzati (25.370), addetti alle pulizie (23.490), conduttori di
veicoli (19.800) e tecnici della salute (10.650).
Ma le prospettive offrono molti più spazi ai laureati (14,5%)
soprattutto ad indirizzo economico, sanitario, ingegneristico,
insegnamento-formazione, tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, efficienza energetica; agli specializzati Its (0,5%), ai
diplomati professionali (33,9%), purchè ci siano competenze certificate
(35,7%) ed esperienza, che è richiesta nel 67% dei casi. Gli indirizzi
di studio che offrono maggiori sbocchi lavorativi, ma che necessitano di
un profondo adeguamento alle nuove esigenze del mondo del lavoro,
secondo il Bollettino Excelsior, sono l’istruzione terziaria (15%, ma
con il 43% di difficoltà per preparazione insufficiente), quella
secondaria (67%, col 73% di difficoltà) e la scuola dell’obbligo (18%,
col 63% di difficoltà). Nell’ambito dell’istruzione terziaria, la laurea
è richiesta nel 96% dei casi, nel 90% con esperienza, e il 42% delle
offerte resta senza risposta. Quanto agli Its Academy, il 73% richiede
esperienza e non trova candidati il 63% delle volte.
Anche per l’istruzione secondaria superiore tecnico-professionale il 74%
richiede esperienza e il 39% non trova risorse idonee; le richieste
riguardano soprattutto amministrazione, finanza e marketing; turismo ed
enogastronomia, sanità, ristorazione, edilizia e meccanica.

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Lavoro

Precari negli enti locali, Csa-Cisal: “Comuni avviino le stabilizzazioni”

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Precari negli enti locali, Csa-Cisal: “Comuni avviino le stabilizzazioni”

Palermo, 13 marzo 2024 – “La stabilizzazione di 1.455 lavoratori precari nei comuni siciliani in dissesto, pre-dissesto e strutturalmente deficitari è finalmente possibile grazie al Milleproroghe, ma serve che i Comuni avviino le procedure. Chiediamo che non si perda più tempo e che gli enti locali attivino le stabilizzazioni: non è pensabile che un risultato atteso da anni e oggi finalmente a portata di mano non si concretizzi per lungaggini burocratiche”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca, Gianluca Cannella e Pippo Cardenia del Csa-Cisal.
“Chiediamo che le istituzioni a ogni livello intervengano per sbloccare le stabilizzazioni – continuano i rappresentanti sindacali – che consentirebbero di chiudere finalmente una vertenza che si trascina da anni. Il Csa-Cisal conferma la disponibilità a collaborare e supportare in ogni modo le amministrazioni comunali per chiudere finalmente l’era del precariato”.

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Lavoro

Stabilizzazione ASU, Gennuso (FI) “Vittoria politica e amministrativa di Schifani e maggioranza”

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STABILIZZAZIONE ASU. Gennuso (FI) “Vittoria politica e amministrativa di Schifani e della maggioranza”

 
 
 
 
 
“La definitiva stabilizzazione del personale ASU, migliaia di lavoratori e lavoratrici il cui impiego è essenziale per il funzionamento di decine di enti locali, è un risultato importantissimo.Dopo anni di provvedimenti incerti e deboli sotto il profilo normativo, questa maggioranza ha approvato una norma inattaccabile, che darà certezza di stabilità a migliaia di famiglie, garantendo allo stesso tempo a tante amministrazioni locali di poter programmare la propria attività e i propri servizi ai cittadini sapendo su qauli risorse umane poter contare in modo stabile.
Questa stabilizzazione è sicuramente uno dei grandi successi politici ed amministrativi del Governo Schifani e della sua maggioranza.”

Lo dichiara Riccardo Gennuso, deputato regionale di Forza Italia

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