Cultura
Solunto (PA), riapre dopo 15 necropoli punica. Amata “recuperare l’identità dei territori”
Da Presidenza
La necropoli punica di Solunto, che ricade all’interno del territorio di Santa Flavia, nel Palermitano, è stata riaperta al pubblico e torna a essere visitabile dopo oltre 15 anni di abbandono. La zona accoglie circa 220 sepolture scavate nella roccia calcarenitica che sono state portate alla luce alla fine dell’Ottocento da Antonino Salinas e da Francesco Saverio Cavallari, in occasione dei lavori per il tracciato della linea ferroviaria.
«La riapertura dell’area della necropoli di Solunto – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – assume un significato particolare perché rappresenta un momento di recupero dell’identità di un territorio. La riappropriazione di un bene culturale, che vede l’intera comunità partecipare attivamente, è un’occasione straordinaria di recupero del passato e di costruzione di una nuova narrazione. I parchi archeologici devono sempre più agire da catalizzatori dell’offerta culturale creando le condizioni perché possa svilupparsi un’economia locale sostenibile e ricettiva nei confronti di una domanda sempre più attenta ai dettagli».
Gli interventi di ripristino, effettuati grazie all’accordo tra il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato e il Gal Metropoli Est, diretto da Salvatore Tosi, hanno coinvolto la Caritas di Bagheria con alcuni giovani che stanno scontando la pena detentiva alternativa e il Comune di Santa Flavia. I lavori di ripristino del sito sono stati condotti sotto il controllo degli archeologi Emanuele Tornatore, della società Walk About e Laura Di Leonardo, funzionaria del parco.
«Il successo dell’iniziativa che ha visto all’inaugurazione un grandissimo numero di visitatori – sottolinea il direttore del parco, Domenico Targia – va esteso al Comune di Santa Flavia che ha contribuito alla pulizia straordinaria dell’intero quartiere in cui ricade la necropoli e con il quale è già in corso una preziosa collaborazione per una maggiore valorizzazione dei luoghi».
Scheda tecnica
Le tombe, scavate nella roccia secondo le tre tipologie normalmente associate alle inumazioni, sono orientate per lo più in direzione est-ovest. Il tipo di tomba prevalente è quello a camera ipogeica con accesso da est, preceduta da uno spazioso dromos (corridoio d’ingresso) a gradini. La tomba a camera è per lo più di tipo “familiare” utilizzata per varie generazioni da età classica fino a epoca ellenistica. Tra i materiali rinvenuti in questo settore, oggi conservati al museo archeologico regionale Salinas di Palermo, si possono trovare alcune tanagrine, ovvero statuette femminili colorate di età ellenistica datate intorno al III-II secolo a.C. La tomba a camera presenta forma quadrangolare ed è chiusa da un lastrone di pietra; al suo interno si trovavano un letto funebre e una nicchia. All’esterno, sul lato meridionale del dromos, si trova una banchina utilizzata per il rito funerario o per accogliere altre sepolture. Sempre nel dromos potevano trovare posto tombe a enchytrismòs, ovvero sepolture infantili a inumazione dentro grandi anfore. Altro tipo di tombe che si trovano nella necropoli di Solunto sono quelle a “cassa” lungo il cui perimetro è predisposto un incasso per il posizionamento dei lastroni di copertura e quelle a semplice fossa rettangolare con fondo piano, di varie dimensioni, di solito usata per inumazioni infantili. In genere erano tombe ricoperte da lastre di terracotta.
Sociale
Pantelleria, successo per lo spettacolo “Figlio non sei più giglio” con Daniela Poggi e Mariella Nava
“Figlio non sei più giglio” uno spettacolo che induce ad una riflessione da un altro punto di vista
Ieri sera, in occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – al Cineteatro San Gaetano di Scauri è andato in scena “Figlio non sei più giglio”, scritto da Stefania Porrino e interpretato da Mariella Nava e Daniela Poggi.
La serata è stata aperta dall’Assessore Benedetta Culoma, che nelle sue deleghe segue anche le Pari Opportunità. Nel suo intervento ha ricordato che la violenza sulle donne non riguarda soltanto i casi più eclatanti, ma anche ciò che accade nel quotidiano, nelle relazioni familiari e nei legami più vicini. Ha richiamato l’importanza di riconoscere i segnali e di non abituarsi a forme di controllo, dipendenza o sopraffazione che, purtroppo, spesso vengono normalizzate.

L’Assessore ha sottolineato che questo spettacolo invita a osservare con maggiore attenzione ciò che accade intorno a noi, a non voltarsi dall’altra parte e a domandarsi quale ruolo ciascuno possa avere nel prevenire la violenza, sostenendo chi vive situazioni di difficoltà e rafforzando una cultura del rispetto.
Lo spettacolo ha approfondito proprio queste dinamiche: il peso dei legami, le fragilità, le radici di comportamenti che possono trasformarsi in abuso e il percorso di chi trova la forza di rompere il silenzio.
Un racconto che parla di sofferenza e fragilità.
Un racconto che mette al centro anche il riscatto e la consapevolezza, necessari per provare a interrompere cicli che spesso sembrano senza fine.
Lo spettacolo ha offerto inoltre un punto di vista raro e complesso: quello delle madri degli uomini che commettono femminicidi. Donne che si interrogano su ciò che non hanno visto, su cosa avrebbero potuto fare, su quali segnali, oggi così evidenti, allora erano stati ignorati o minimizzati.
L’attrice ha interpretato questo ruolo con grande intensità, dando voce a una madre che si strugge e ripercorre i meandri della propria memoria alla ricerca di quei momenti in cui avrebbe potuto intuire l’indole violenta del figlio. Le volte in cui si è detta “è solo un ragazzo”, le risposte date per sminuire, i dubbi soffocati, le domande che tornano con forza: se solo avessi… se solo non avessi lasciato…
La componente musicale ha accompagnato la scena in modo delicato, sostenendo un’interpretazione che ha saputo creare un silenzio attento in sala. Un monologo intenso, capace di tenere il pubblico sospeso e di spingere alla riflessione anche dopo la conclusione dello spettacolo.
Il pubblico ha seguito con grande partecipazione. Al termine, Don Salvatore, il Vicesindaco Adele Pineda e l’Assessore Culoma si sono intrattenuti insieme alle artiste per un breve confronto, evidenziando quanto sia fondamentale continuare a sensibilizzare soprattutto i più giovani. Famiglia e scuola svolgono un ruolo importante, ma non sempre bastano: servono strumenti aggiuntivi, momenti di ascolto e linguaggi capaci di raggiungere davvero le nuove generazioni. In questo senso, il teatro può offrire un contributo decisivo.
Un ringraziamento va alle artiste, alla produzione e a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa.
La lotta contro la violenza sulle donne riguarda l’intera comunità e ogni occasione di riflessione condivisa è un passo in avanti verso un cambiamento reale.
Foto a cura di Clara Garsia
Cultura
Pantelleria – Ripristino campanile, Comunità di Tracino-Khamma ringraziano amministrazione e Cons. Maddalena
La comunità di Khamma – Tracino ringrazia il sindaco Fabrizio D’Ancona e l’amministrazione tutta per il ripristino del campanile della Chiesa Madonna della Pace.
L’ apparecchio delle vecchie campane era stato installato nel 2006/2007 ,con le offerte fatte da diverse famiglie locali. Da qualche anno il dispositivo che governa il tutto si era danneggiato e purtroppo non è stato possibile ripararlo.
In tutto questo il Consigliere Comunale Giuseppe Maddalena si è fatto portavoce di un gruppo di parrocchiani, che ha fortemente voluto che le campane tornassero a suonare dopo qualche anno di silenzio.
Grazie a quest’ultimo e a questa amministrazione, la contrada può svegliarsi e scandire le ore del giorno con il tocco delle campane.
Gli abitanti di Khamma- Tracino
Foto a cura di Simone Raffaele
Cultura
Pantelleria, tornano a suonare le campane della chiesa di Tracino
La Chiesa Madonna della Pace torna a far sentire la sua voce
Un sentito ringraziamento al Sindaco.
Grazie al supporto dell’amministrazione e con la collaborazione dei consiglieri comunali finalmente le campane della Chiesa Santa Maria della Pace tornano a risuonare, riportando nel nostro paese un simbolo di tradizione, fede e unione.
Era molto tempo che la felice contrada di Tracino non sentiva scadenzata la propria vita dall’armonico suono del campanile.
Le campane non sono soltanto un suono: sono un richiamo alle nostre radici, un segno di vita e di comunità che continua a crescere e a guardare al futuro con fiducia. Il ripristino del loro funzionamento coincide con il magico periodo natalizio, sapendolo rendere più suggestivo.
Grazie di cuore a chi ha reso possibile tutto questo.
Invitiamo tutti a condividere la notizia e a partecipare ai prossimi momenti comunitari nella nostra amata chiesa di Tracino
Jean Rizzo
Segretario comunale Forza Italia
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