Salute
Siracusa, morte del sottoufficiale Paternò dopo AstraZeneca: “Sussiste correlazione tra decesso e vaccino”

La Procura di Siracusa si è pronunciata sulla morte del sottoufficiale della Marina Militare Stefano Paternò, avvenuta l’8 marzo scorso, dopo che questi si era sottoposto alla vaccinazione con il siero AstraZeneca.
I consulenti tecnici che si sono occupati delle indagini hanno confermato la correlazione diretta tra morte e inoculazione del vaccino: “sussiste correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino avente codice lotto fiala ABV2856 intervenuta presso l’ospedale militare di Augusta in data 8 marzo 2021″. La morte è quindi dovuta a una precedente infezione da Sars-CoV-2 decorsa in maniera asintomatica che ha portato allo sviluppo della sindrome post-vaccinica chiamata ADE (Antibody Dependent Enhancement).
In parole semplici: Paternò aveva avuto il Covid-19, non se ne era accorto perché senza sintomi, si è vaccinato ed è morto perché aveva già sviluppato gli anticorpi. Questo surplus di anticorpi ha scatenato una “esagerata risposta infiammatoria” e la morte è avvenuta per “arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo a sindrome da distress respiratorio acuto”. Nessuna trombosi, quindi, come si era detto inizialmente, ma un fenomeno infiammatorio violento e fatale a causa del quale i polmoni non sono stati più in grado di funzionare.
I risultati degli esami istologici hanno infatti accertato “la presenza di elevati livelli di IL-6, una citochina espressione dell’attivazione di un processo infiammatorio intenso che appartiene alla manifestazione clinica della malattia, nel periodo della cosiddetta «tempesta citochinica», ma che può appartenere alla sindrome post-vaccinica denominata ADE (Antibody Dependent Enhancement)” afferma il procuratore capo di Siracusa Sabrina Gambino che ha coordinato l’inchiesta. Visto che l’ADE conduce a una eccessiva attivazione immunitaria si è attivato un meccanismo che ha portato a un danno tissutale polmonare fatale con l’evoluzione verso un quadro di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS).
I risultati dell’indagine su tale vicenda hanno reso ancora più chiara una questione alla quale si è data finora troppa poca importanza e che nel sito del Ministero della Salute viene addirittura riportata tra le fake news intorno al Sars-CoV-2, cioè la necessità (che dovrebbe diventare prassi se non addirittura un obbligo) di fare il test sierologico prima di sottoporsi a vaccinazione. Se Paternò si fosse sottoposto al test sierologico quantitativo prima di vaccinarsi forse oggi sarebbe ancora vivo.
Nel portale del Ministero della Salute si legge “allo stato attuale non risulta necessario fare test sierologici (test sul sangue) per rilevare la presenza di anticorpi contro Sars-CoV-2 prima di sottoporsi alla vaccinazione. I vaccini sono, infatti, indicati anche per le persone che hanno già contratto il Covid-19 e che, dunque, hanno sviluppato anticorpi”. E ancora “Non ci sono evidenze scientifiche che i vaccini anti Covid-19 inneschino l’ADE, cioè l’«Antibody Dependent Enhancement», reazione per cui alcuni anticorpi anziché bloccare un virus ne facilitano il suo ingresso nelle cellule. I vaccini autorizzati dalle autorità competenti EMA e AIFA, che sono attualmente in corso di somministrazione, fanno produrre anticorpi in modo selettivo contro la proteina Spike presente sul coronavirus e la loro azione è volta a bloccare l’ingresso del virus nelle cellule. I vaccini, quindi, non possono determinare l’ADE né in coloro che si vaccinano senza aver contratto l’infezione da nuovo coronavirus, né nelle persone che si vaccinano dopo aver contratto l’infezione”.
Questo concetto è rimarcato anche nella circolare dello stesso Ministero del 3 aprile 2021 nel quale è riportato “come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”.
Forse è giunto il momento di usare più cautela prima di sottoporsi a vaccinazione e di impiegare tutte le armi a oggi disponibili non solo per debellare il virus ma anche per tutelare al massimo la salute dei cittadini. Approfondire la relazione appena confermata dai periti della Procura è d’obbligo sia per aggiornare i siti istituzionali, cui i cittadini fanno riferimento per fugare i loro ragionevoli dubbi, sia per aggiornare le schede tecniche dei vaccini contro il Covid-19.
Giuliana Raffaelli
Salute
Ogni anno 330 morti per annegamento in Italia, il 12% è under 18. La campagna con il pesciolino Salvo

Più di metà degli annegamenti delle piscine riguarda i bambini fino a 12 anni, e in generale delle circa 330 persone che muoiono in media ogni anno per questo motivo il 12% ha meno di 18 anni: lo sottolinea il secondo rapporto in via di pubblicazione dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione*.
Da MeteoWeb, Filomena Fotia
In occasione della sua prossima pubblicazione, e in previsione delle vacanze estive, periodo durante il quale si registra il picco di incidenti, l’Istituto Superiore di Sanità lancia insieme a 9 Regioni un video con i consigli per i genitori, che in molti casi commettono errori nella sorveglianza basandosi su false convinzioni. “Instaurare un corretto rapporto con l’acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi che inevitabilmente sono connessi a questo elemento – afferma Andrea Piccioli, Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità – Uno speciale ringraziamento va alle Regioni perché insieme a loro possiamo aumentare la diffusione di questa campagna e promuovere una prevenzione più efficace”.
I dati
Il rapporto raccoglie dati di diversa provenienza, tra cui i database dell’ISTAT e un’indagine condotta dall’ISS attraverso l’analisi degli articoli sugli incidenti da annegamento sui diversi media nazionali. Ecco i dati principali.
Gli annegamenti nei bambini
In Italia muoiono ogni anno per annegamento in media circa 328 persone, di tutte le età. Nei 5 anni dal 2017 al 2021 (dati Istat), sono morte per annegamento 1642 persone. Di queste, il 12.5% (ovvero 206) aveva un’età dagli 0 ai 19 anni. Si tratta di circa 41 decessi ogni anno che riguardano bambini o ragazzi adolescenti, con i maschi che rappresentano un cospicuo 81% di tutte le mortalità per annegamento in età pediatrica. Il tasso di mortalità è di 0,4/100.000 abitanti. I casi aumentano con l’aumentare dell’età, anche se non in maniera lineare (la fascia di età 1-4 anni presenta più casi di quella 5-9 anni), fino ad arrivare agli adolescenti, che da soli coprono il 53.4% di tutti gli annegamenti da 0 a 19 anni. Nella quasi totalità dei casi, il bambino – che non sa nuotare – annega perché sfuggito all’attenzione dei genitori, cade in acqua o finisce, giocando in acqua, nell’acqua fonda. Anche le piscine domestiche hanno contribuito a elevare il numero di incidenti e di annegamenti, e il 53% degli annegati nelle piscine sono bambini fino a 9 anni. “L’acqua, anche quando è una pozza d’acqua o “uno stagno”, esercita un’attrazione fatale su qualsiasi bambino – spiega Fulvio Ferrara, che ha curato il rapporto – Nelle piscinette gonfiabili il rischio che un bambino piccolo, che ha da poco cominciato a camminare, si rovesci dentro è molto elevato. Dobbiamo ricordare qui che un bambino caduto in acqua, scomparirà dalla vista entro 20 secondi”.
Gli errori e le false credenze
Negli articoli è frequente la locuzione “il bambino/a è “sfuggito/a” al genitore, che lo ha perso di vista per pochi istanti. Una delle cause più comuni di annegamento infantile è proprio la mancata o inadeguata supervisione da parte degli adulti. In uno studio riportato nel rapporto questi ammettevano, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all’acqua, di aver parlato con altri (38%), di dover sorvegliare un altro bambino, di essere occupati a leggere (18%), di mangiare (17%) e/o di parlare al telefono (11%).
Tra i genitori di bambini tra 0 e 12 anni quasi la metà (48%) credeva erroneamente che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se si fosse trovato in difficoltà in acqua. Inoltre il 56% credeva che un bagnino, se presente, fosse la persona principale responsabile della supervisione del proprio bambino, e il 32% ha riferito di lasciare il proprio bambino completamente incustodito in una piscina per 2 minuti o più.
I consigli per limitare gli incidenti, la campagna di ISS e Regioni
Durante la stagione estiva, è perciò fondamentale, per chi va al mare, al lago o in piscina seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti.
I principali sono stati raccolti in un video, realizzato in collaborazione con Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e Sicilia in cui un pesciolino chiamato Salvo spiega ai genitori cosa fare per prevenire gli incidenti. Il video sarà diffuso sui canali social dell’Istituto e delle Regioni che hanno aderito, ed è a disposizione di chiunque voglia diffonderlo ulteriormente.
Ecco i consigli principali:
Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza.
Evitare di immergersi in caso di mare mosso o in prossimità di specchi d’acqua dove sono presenti correnti di ritorno. È essenziale essere consapevoli delle condizioni del mare prima di immergersi.
Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti. Questo può aiutare a identificare zone pericolose e comportamenti da evitare.
Sorvegliare sempre in maniera continuata i bambini in acqua o in prossimità di un qualsiasi specchio d’acqua soprattutto nelle piscine domestiche o private
Educare i bambini all’acquaticità fin da piccoli. Insegnare loro a nuotare e a comportarsi in acqua in modo sicuro può ridurre in maniera significativa il rischio di incidenti.
Evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al sole.
Evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.
* L’Osservatorio è stato istituito dal Ministero della Salute nell’ottobre del 2019. Hanno partecipato alla stesura del Rapporto: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, ISPRA, Corpo delle Capitanerie di Porto, Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero (GNRAC), Anci, Società Nazionale di Salvamento, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Ambiente
Pantelleria – Egadi, avviata operazione “Mare e laghi Sicuri 2025”. L’attività senza sosta della Guardia Costiera

Importante novità delle tre bandiere
E’ partita il giorno 16 giugno l’operazione “Mare e Lughi Sicuri 2025” della Guardia
Costiera che vedrà impegnati le donne e gli uomini del Compartimento Marittimo di
Trapani fino al 21 settembre nella vigilanza e pattugliamento dei litorali nelle aree di
competenza comprendenti gli uffici dipendenti di Marsala, Pantelleria, Favignana,
Marettimo, Castellamare del Golfo e San Vito Lo Capo.
Un’area da controllare molto vasta quella del Compartimento marittimo di Trapani, ivi
incluse le Isole Egadi e quella di Pantelleria, che vede il personale alle dipendenze del
Capo del Compartimento marittimo C.V. (CP) Guglielmo CASSONE impegnati sia con
unità navale sia con personale a terra al fine di scongiurare comportamenti pericolosi
in acqua e in spiaggia salvaguardando la sicurezza della balneazione e della vita
umana in mare.
Scopo dell’attività, nell’ambito delle disposizioni impartite dal Comando Generale delle
Capitanerie di Porto e dalla Direzione Marittima di Palermo, è, infatti, quello di
prevenire e reprimere, tramte controlli a mare e a terra, tutti quei comportamenti
contrari alle regole della sicurezza della navigazione nonché consentire la regolare e
corretta fruizione delle spiagge per la libera e sicura balneazione.
L’ordinanza sicurezza balneare
A tale fine, nei giorni scorsi, la Capitaneria di Porto di Trapani e gli Uffici Circondariali
Marittimi di Marsala e Pantelleria hanno emanato le ordinanze di sicurezza balneare
sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Palermo pubblicate sul sito web
istituzionale del Corpo delle Capitanerie di porto, www.guardiacostiera.it, quali
strumenti di regolamentazione delle attività balneari che si svolgono sugli arenili e negli
specchi acquei prospicienti.
In particolare, i bagnanti devono ricordare di segnalarsi qualora si superi la zona
riservata alla balneazione individuata nella fascia di mare di 300 mt dalla battigia e fino
a 100 metri dalle coste cadenti a picco, non immergersi in punti dove è vietato come
ad esmpio in corrispondenza dei porti e nelle zone interdette; è fondamentale anche
accertarsi se è presente un servizio di salvamento a mare nella spiaggia in cui ci si
trova ovvero se è presente idonea cartellonistica che indica la mancanza di tale
servizio nelle spiagge libere.
Un’importante novità prevista dall’ordinanza di sicurezza balneare è quella relativa alla
segnaletica di sicurezza ed al sistema di simbologia esposte sulle spiagge; il nuovo
sistema di simbologia adottato secondo il modello di cui al progetto europeo PERLA
(cooperazione per l’accessibilità, fruizione, e sicurezza della fascia costiera), prevede
l’individuazione dello stato di balneazione attraverso l’esposizione di tre bandiere
ovvero:
- -bandiera verde: servizio attivo, condizioni di meteo-marine favorevoli;
- -bandiera gialla: servizio attivo, condizioni meteo-marine potenzialmente pericolose;
- -bandiera rossa: balneazione sconsigliata o pericolosa, con o senza servizio attivo.
Tale importante novità si pone l’obiettivo di rendere maggiormente comprensibili,
soprattutto all’utenza straniera o non familiare con le località balneari, i necessari avvisi
di sicurezza.
Considerata, poi, la necessità di elevare gli standard di sicurezza allo scopo di far
fronte ad eventuali situazioni emergenziali per la salute dei fruitori alle spiagge
soprattutto alla luce delle temperature elevate tipiche della stagione estiva, tutti gli
stabilimenti balneari dovranno dotarsi di un defibrillatore semiautomatico ubicato
all’interno della propria area, segnalato con apposita cartellonistica, al fine di renderlo
utilizzabile da parte degli operatori abilitati in caso di necessità.
Comportamenti virtuosi dovranno essere tenuti anche dai diportisti al fine di evitare
incidenti in mare per cui è indispensabile rispettare i limiti di navigazione dalla costa,
intraprendere una navigazione sicura e controllare che ci sia carburante sufficiente per
il rientro, verificare la presenza di tutte le attrezzature a bordo, dei dispositivi di
sicurezza e non trasportare un numero di persone superiore a quello per cui
l’imbarcazione è omologata.
I controlli della Guardia Costiera iniziati con le unità navali dipendenti già ai primi di
maggio hanno, tuttavia, evidenziato come non sempre i suddetti comportamenti siano
tenuti da parte degli utenti del mare come testimonia il numero delle sanzioni
amministrative elevate pari a 31 verbali nei confronti di diportisti incauti e non rispettosi
dei limiti della navigazione dalla costa e del divieto di transitare senza autorizzazione
ed ancoraggio in alcune zone di mare particolarmente delicate come quelle dell’Area
Marina Protetta delle Isole delle Egadi.
Si ricorda, infine, che in caso di necessità il numero da contattare è il numero di
emergnza “112,” dal quale la chiamata viene smistata alla sala operativa competente
oppure il numero blu “1530” per le emergenze in mare.
Può interessare: Pantelleria, ordinanza per la Sicilia Occidentale per sicurezza balneare
Salute
Dal 21 giugno all’aeroporto di Trapani, Beethoven e Chopin per la Festa della Musica 2025

In area Landside si esibiranno i pianisti Michele Lombardo e Giacomo Barraco selezionati dall’Ente Luglio Musicale partner di Airgest
Anche per l’edizione 2025, l’aeroporto di Trapani Birgi, Vincenzo Florio aderisce alla Festa della Musica, che si celebrerà a livello nazionale sabato 21 giugno, con il coinvolgimento di Assaeroporti, confermando la collaborazione tra Airgest, società di gestione dello scalo, e l’Ente Luglio Musicale di Trapani. Per l’evento, che si celebrerà nell’area Landside degli arrivi del terminal, è previsto un concerto per pianoforte, dalle ore 10 alle ore 12,00, dedicato ai passeggeri e ai cittadini che desidereranno partecipare. Ingresso libero e gratuito.
Il programma della Festa della Musica 2025 a Birgi
Ad aprire il concerto della Festa della Musica dedicata al tema “Un mondo di mestieri” saranno due giovani che hanno scelto proprio il mestiere di musicista. Ad aprire sarà Michele Lombardo, pianista trapanese studente presso il Conservatorio di musica Antonio Scontrino di Trapani, nella classe del professore Gianluca Badon, che eseguirà la Ballata numero 3 opera 47 di Fryderyk Chopin e la Sonata numero 23 opera 57 “Appassionata” di Ludwig van Beethoven. Seguirà Giacomo Barraco, originario di Fermo nelle Marche, studente del Conservatorio di Trapani nella classe della professoressa Ilaria Ganeri e vincitore, tra le altre cose, di diversi concorsi pianistici nazionali e internazionali, che suonerà la Sonata numero 30 opera 109 di Ludwig van Beethoven e la Ballata numero 1 opera 23 di Fryderyk Chopin.
L’Ente Luglio Musicale
Quella del Luglio Musicale Trapanese è una storia piena di intraprendenza, di coraggio e di orgoglio ma anche la storia di un visionario che, senza soldi, in pochi anni, fu capace di trasformare la villa comunale di una cittadina di provincia in uno dei più prestigiosi teatri all’aperto d’Italia. Fondato nel 1948 dal Maestro Giovanni De Santis, l’Ente Luglio è, oggi, una istituzione internazionale che opera nel settore dei teatri lirici, svolgendo un’ampia attività di formazione musicale anche nelle scuole. Il 26 novembre 2003 con Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Luglio Musicale Trapanese è stato riconosciuto “Teatro di Tradizione”.
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