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Cultura

Schiavitù e riscatto di un capitano di Pantelleria

Redazione

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Della triste vicenda della cattura e della successiva riduzione in schiavitù di un capitano dell’isola di Pantelleria, nel primo decennio dell’Ottocento, da parte del temibile corsaro algerino Rais Hamidou, ho già trattato in un altro scritto di qualche tempo fa, dove lamentavo l’assoluta mancanza di notizie successive alla predetta cattura. Ora questa lacuna è colmata, anche se resta ancora sconosciuto il nome di quel capitano. Anticipo subito che il dramma è a lieto fine.

Un dramma a lieto fine

La lacuna è stata colmata per una fortunata circostanza, infatti, per ricerche sulla guerra da corsa in Mediterraneo, stavo scorrendo le pagine dell’interessante libro “Six years residence in Algiers” (London, 1840) di Elizabeth Blanckley, quando ho trovato notizie sul capitano pantesco messo in catene da Rais Hamidou. Nelle righe che precedono ho usato il termine di “capitano” in modo generico, in quanto la Blanckley nelle sue pagine ripete più volte “captain of the port of Pantalaria”, quindi per lei si trattava del capitano del porto di Pantelleria.

Ma ciò non concorda con quanto sostenuto da Filippo Pananti, anch’egli catturato da Rais Hamidou, che nel suo “Avventure e osservazioni sopra le coste di Barberia” (1832) scrive: “Una volta vicino all’isola della Pantelleria fece dei segni amichevoli, e il comandante dell’isola venuto sopra una barca a sentir le domande di colui che credeva un Britannico Commodor, fu perfidamente ritenuto e posto in catene”. Quindi per il Pananti si trattava del “comandante dell’isola”. Ad oggi non sappiamo quale sia la versione giusta. Elizabeth Blanckley, figlia di Henry Blanckley, console generale inglese ad Algeri dal 1806 al 1812, nel suo “Six years residence in Algiers” (Sei anni residente in Algeri) annota, in forma di diario, gli accadimenti che si svolgono nella città di Algeri, con particolare riferimento alle vicende dei numerosi schiavi cristiani colà trattenuti. Algeri in quel periodo storico era ancora il covo inespugnabile degli schiumatori del mare barbareschi, che chiamavano la città con l’orgoglioso appellativo di “El-Djazair” (la ben guardata da Dio, il baluardo della Guerra Santa).

Ed infatti essa era una vera e proprio piazzaforte, tutta racchiusa in possenti mura, su cui erano piazzati innumerevoli bocche da fuoco. Essa era altresì difesa, tutt’intorno, da un largo e profondo fossato. Nelle mura cittadine si aprivano soltanto cinque porte, custodite giorno e notte da guardie armate. La porta più famosa era, senza dubbio, quella detta di Bab el-Djazira, che menava direttamente al porto, sempre affollato di navigli corsari. Da questa porta dovevano obbligatoriamente passare gli uomini, le donne e le merci predati nelle scorrerie corsare o meglio piratesche. Di tutto prendeva

diligentemente nota, su un grande registro, un segretario scrivano addetto appunto alla contabilità delle prede marittime. cui una parte spettava al Dey ovvero al reggente di Algeri. Da Bab el-Djazira era passato un giorno anche lo sfortunato capitano del porto o comandante di Pantelleria ormai ridotto in schiavitù.

E veniamo alle pagine della Blanckley riguardanti il Nostro

“29th november 1810 – Mr B. to-day made an offer of the sum of 1100 dollars for the ransom of the unfortunate captain of the port of Pantalaria, who had been kidnapped by an Algerine frigate, which, under British colours, had piratically fired a gun off that port. Induced by the signal, the poor man went out to the frigate, and he and his boat’s crew were thus cruelly entrapped and carried off by the Algerines”. (29 novembre 1810 – Il signor B. ha offerto oggi la somma di 1100 dollari per il riscatto dello sfortunato capitano del porto di Pantalaria, che era stato rapito da una fregata algerina, la quale, sotto la bandiera britannica, aveva sparato piratescamente un cannone al largo di quel porto. Indotto dal segnale, il pover’uomo uscì verso la fregata, e lui e l’equipaggio della sua barca furono così crudelmente intrappolati e portati via dagli Algerini).

Il signor B. era un benefattore americano, che s’interessava, per buon cuore, della liberazione degli schiavi cristiani ad Algeri. La somma di 1100 dollari era una somma davvero notevole per quei tempi. “2d january 1811 – Padre Giuseppe, and the unfortunate Captain of the Port of Pantalaria, called and drank coffee. They both said that their earnest prayers were offered up that Mr B. might be restored to health, for the sake of the poor slaves, who all looked up, under God, to him. I told the good Padre, that I hoped God would give him health to take care of their souls, which was of far higher consequence to them than life or liberty. Both of them received an invitation to dine with us the first day Mr B. was able to see them”.

(2 gennaio 1811 – Padre Giuseppe e lo sfortunato Capitano del Porto di Pantalaria vennero a trovarci e bevvero il caffè. Entrambi dissero che le loro ardenti preghiere erano state offerte affinché il signor B. potesse ristabilirsi in salute, per il bene dei poveri schiavi, in quanto tutti alzavano lo sguardo, in Dio, a Lui. Dissi al buon Padre, che speravo che Dio gli avrebbe dato la salute per prendersi cura delle loro anime, che per loro era di gran lunga più importante della vita o della libertà. Hanno ricevuto un invito a cenare con noi il primo giorno in cui il signor B. avrebbe potuto vederli). “10th march 1811 – The Captain of the Port of Pantalaria sailed to-day, to rejoin his anxiously expecting wife and children. There never breathed a more grateful creature than he appears to be”.

(10 marzo 1811 – Il capitano del porto di Pantalaria è salpato oggi per raggiungere la moglie e i figli in trepidante attesa. Sembra che non sia mai esistita una creatura più riconoscente).

Dunque il Nostro in data 10 marzo 1811 era già in rotta verso l’isola di Pantelleria, dove l’aspettavano i suoi familiari. Buio completo invece sulla sorte degli altri panteschi, che avevano formato l’equipaggio della lancia, che si era avvicinata alla fregata di Rais Hamidou, e che erano stati catturati anch’essi.

Orazio Ferrara

Ambiente

Rotary Club Pantelleria – Al via VII edizione “Coltivare la bellezza” 11 e 12 settembre

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Nelle giornate dell’’11 e 12 settembre 2025 si terrà nella Sala Consiliare del
Comune di Pantelleria il Workshop “Coltivare la bellezza” promosso dal
Rotary Club Pantelleria, presidente Enza Pavia.

La manifestazione giunta alla VII edizione tratterà un tema di grande attualità dal titolo: “ACQUA: culla di vita, fonte di ispirazione, gocce di energia, perle di bellezza.” La prima
edizione risale al 2018 e venne organizzata nell’ambito delle manifestazioni
dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, in stretta collaborazione con
l’Archeologo Sebastiano Tusa, al tempo Assessore ai Beni Culturali della
Regione Sicilia. Ed è proprio con il Professore che venne definito il titolo
“Coltivare la Bellezza”, rimasto inalterato per tutte le edizioni che sono
seguite.

La scelta del tema di quest’anno vuole ripercorrere la storia
dell’approvvigionamento dell’acqua nell’isola di Pantelleria, un bene
che nello scorrere dei secoli ha accompagnato il cammino del pantesco che lo
ha saputo gestire con rispetto e sostenibilità, sviluppando resilienza nella
gestione quotidiana dell’acqua piovana. Acqua bene primario da garantire a
tutti, risorsa essenziale per la vita, dal valore sociale, ambientale, economico
ma anche culturale e simbolico. Acqua associata, quindi, alla rinascita e alla
purezza, oltre che fonte di ispirazione nell’arte e nella musica.

PROGRAMMA:
Giovedì 11 settembre 2025 ore 19:00
Maurizio CATTANI – Professore Associato di Preistoria e Protostoria,
Università di Bologna
“Acqua da vendere! L’approvvigionamento idrico nel villaggio di Mursia
durante l’età del Bronzo”
Mariano RODO – Pantesco di nascita e di vita, testimone di storia e tradizione
“La resilienza del pantesco: recupero e utilizzo dell’acqua piovana”
Massimo CHIAROT – Direttore U.O.S. Chirurgia Generale – Ospedale di
Pantelleria
“Acqua fonte di vita e salute”
Rosamaria VITABILE – Chimico referente per Baiata s.r.l. – Trapani
“Acqua bene comune: normative, controlli e sicurezza dei cittadini”

Venerdì 12 settembre 2025 ore 19:00
Gaetano BONOMO – Direttore responsabile del Gruppo SOFIP S.p.A
“Storia della dissalazione a Pantelleria”
Caterina LIONTI – Archeologa, Docente presso la Scuola di Pantelleria
“L’acqua, musa e maestra: tra archeologia ed ispirazione.”
Don Vito IMPELLIZZERI – Preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia
“Sorella Acqua”
Valery GRECO (Voce) – Gianni RIZZO (chitarra)
“Gocce di acqua sul pentagramma”
Francesco BAMBINA, Assistente del Governatore del Distretto Rotary 2110
Sicilia – Malta, chiuderà l’evento che sarà moderato da Giovanna FERLUCCI
CORNADO.
Si ringrazia il Maestro Michele Cossyro per aver concesso la riproduzione sulla
locandina (creata da Rossella Maltese) dell’opera “MARE APERTO n. 2 – 1979”
attualmente esposta alla Mediateca all’interno della mostra Nóstos II.
******
Durante l’evento sarà lanciata la prossima iniziativa del Rotary dal titolo “Oltre il
dono. Uniti nella solidarietà per fare del bene”, una raccolta di libri di narrativa
(usati o nuovi) da donare alla Casa Circondariale di Castelvetrano e di Favignana per
fornire le rispettive biblioteche. Un piccolo supporto nei momenti difficili di chi
riceverà il dono, momenti di respiro, riflessione e crescita per esplorare nuovi mondi.

Presso la caffetteria e rosticceria “Emporio del Gusto” ci sarà un cesto dove poter
lasciare i libri dono.

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Personaggi

Oggi cento anni dalla nascita del compianto e geniale Andrea Camilleri

Redazione

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Il 6 settembre cento anni dalla nascita del padre del Commissario Montalbano

Le sue opere letterarie sono state tradotte in almeno 120 lingue e da molti è stato considerato uno de nobel italiani mancati. Premio o no resta uno dei più grandi autori della nostra letteratura. Camilleri di libri ne ha scritti oltre cento durante la sua lunga carriera.
Sono lavori molto diversi tra loro, uno scrittore eclettico che ha lasciato romanzi ma anche raccolte di racconti brevi, saggi, pezzi teatrali. Senza alcun dubbio però sono i libri di Montalbano quelli in assoluto più famosi, e anche i più venduti in Italia. Gran parte delle opere narrative prodotte da Camilleri sono ambientate a Vigata, una cittadina immaginaria che nella fantasia dell’autore corrisponde alla sua città natale Porto Empedocle. Qui sono collocati tutti i romanzi storici scritti da Camilleri, che, come lui stesso ha più volte sottolineato, sono una parte fondamentale di tutta la sua produzione letteraria.

I più conosciuti sono La mossa del cavallo, La stagione della caccia e La concessione del telefono.
Tutti e tre hanno dato vita a dei film trasmessi dalla RAI negli ultimi due anni. Il cuore delle celebrazioni Rai è il documentario “Camilleri 100”, in onda in prima visioneoggi su Rai Diretto da Francesco Zippel e coprodotto da Rai Documentari, si avvale di testimonianze, materiali d’archivio e ricordi familiari, in modo da restituire ai telespettatori un affresco intimo e carico di preziose parole. Sul piccolo schermo vediamo Luca Zingaretti e Michele Riondino, che rivelano curiosità dal set delle fiction ispirate ai suoi romanzi, e Fiorello, che racconta il rapporto di amicizia che lo legava allo scrittore. Spazio anche agli affetti più stretti: le nipoti Arianna e Alessandra offrono scorci sulla dimensione privata del nonno. Gli attori Fabrizio Gifuni e Sergio Rubini ricordano invece i giorni in cui Camilleri fu loro maestro in Accademia. Un racconto corale, dunque, che ripercorre tanto la sua carriera quanto l’eredità culturale lasciata a chi lo ha conosciuto.

Salvatore Battaglia

Presidente Accademia delle Prefi

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Ambiente

Pantelleria, liberata la poiana del Gadir, nella valle incantata di Giovanni Bonomo – VIDEO

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Torna a volare la regina del vento e del cielo, grazie a tante persone che si sono prese cura di lei – V I D E O

Lo scorso lunedì primo settembre 2025 è stata liberata la poiana rinvenuta nelle acque del golfo di Gadir, qualche settimana fa da Eddy Famularo.

Video del salvataggio a Gadir

Il rapace, letteralmente in fin di vita, è stato affidato dal titolare del noto diving di Gadir  alla  Forestale, come ci racconta Anselmo Consolo, presidente dell’Associazione L’Avamposto di Pantelleria, nel video che segue

I “passaggi di mano” di quello che poi sarebbe tornato ad essere uno splendido esemplare di poiana, sono avvenuti grazie all’Ispettore Superiore e Reggente del Distaccamento del Corpo Forestale di Pantelleria Camillo Matera e l’Agente Domenico Benigno. Ma anche grazie anche alla Sovrintendente Capo ed esperta di recupero fauna selvatica Silvia Muratore del Corpo Forestale della Regione Sicilia e alla consultazione del Dott, Gianni Giardina del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Ficuzza.

Ecco cosa è accaduto alla poiana – Video

E il coronamento di tutta questa straordinaria avventura, per la poiana fortunata e i suoi salvatori è stato il momento della liberazione, anzi la location deputata a riportare in libertà questo meraviglioso uccello: la valle incantata, nella tenuta di Giovanni Bonomo, a Buggeber con vista lago-mare mozzafiato.

La liberazione del del rapace – VIDEO


Ivi silenzio, bellezza e vita regnano sovrani.
La natura è perfettamente rispettata al punto di sembrare un luogo non contaminato più di tanto dalla presenza dell’uomo. 

Fortunata, chiamerei la nostra poiana che è stata accudita da persone sensibili e tornata in libertà attraverso un volo spettacolare e toccante, accarezzato dal vento lungo la valle incantata.

Ecco uno dei privilegi di vivere a Pantelleria: conservare con cura e “gelosia” il proprio territorio, per molte persone diventa uno stile di vita, una missione, affinchè perseverino dinamiche ancestrali di madre natura.

A tutti gli attori di questa nuova avventura a lieto fine, un plauso, per l’impegno e la volontà che ogni giorno coltivano per l’ambiente, la cultura e la vita di una singolare isola come la nostra Figlia del Vento. Essi hanno reso possibile, ora come in passato decine e decine di volte, possibile il volo liberatorio di uccelli feriti o a rischio di morte.

Così il monito viene da sè: stiamo più attenti e sensibili al nostro microcosmo, ponendo ciotole di acqua in zone d’ombra, evitando rumori molesti prolungati, e quanto altro ci venga in mente per favorire la convivenza tra noi e gli altri esseri viventi preziosi che la natura ci ha offerto come compagni di vita sulla Terra.

 

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