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Salute

Sanità, Giuliano (UGL): “Allarme del Ministro Schillaci su fuga all’estero di professionisti. Fermare l’esodo” “

Marilu Giacalone

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L’attenzione del Ministro Schillaci sui grandi problemi della sanità italiana resta alta. Anche lui, in una recente dichiarazione, ha mostrato la grande preoccupazione per la fuga oltre frontiera dei medici” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Il grido d’allarme noi lo abbiamo lanciato da tempo ma chi ha preceduto Schillaci ha fatto orecchie da mercante mentre il nostro SSN si svuotava di professionisti. Perché il problema, e lo sottolineiamo con forza al nuovo Ministro, non è circoscrivibile ai soli medici. È tutto il corpo degli operatori sanitari, che è stato formato e ha acquisto le proprie conoscenze nelle università italiane, che guarda con grande interesse alle offerte che arrivano da altre nazioni. Sono evidentemente attratti da emolumenti molto più competitivi di quelli che oggi offre l’Italia, da garanzie giuridiche maggiori, dalla tranquillità di poter lavorare in ambienti dove svolgere la propria professione al servizio dei cittadini non mettendo a rischio l’incolumità personale. Agli oltre 10.000 medici che dal 2005 al 2015 hanno scelto di emigrare dobbiamo aggiungere una moltitudine di operatori delle altre categorie sanitarie. Concordiamo appieno con il Ministro: serve intervenire urgentemente per dare nuova attrattività alle professioni e lavorare a braccetto con il mondo universitario per allargare la base di studenti, non solo di Medicina, ma anche di scienze infermieristiche e degli altri corsi ad indirizzo sanitario. Solo così si potrà fermare l’esodo e invertire una tendenza che sta impoverendo sempre più il nostro SSN, diminuendo la qualità dell’assistenza, così da non dover più utilizzare soluzioni emergenziali come il ricorso a personale sanitario proveniente dall’estero”.

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Sanità, reclutamento di medici stranieri prosegue. Schifani: «Garantire servizi ai siciliani»

caterina murana

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Presidenza della Regione
Prosegue il reclutamento dei medici stranieri per sopperire alle carenze strutturali di personale del sistema sanitario siciliano. Altri sette medici sono stati selezionati in questi giorni dalla Regione grazie all’avviso aperto emanato dal dipartimento di Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, guidato da Salvatore Iacolino.

 

«Procede ancora il percorso innovativo di arruolamento di medici extracomunitari – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – per colmare i vuoti di organico e garantire i servizi degli ospedali e delle aziende sanitarie, specialmente negli ospedali di frontiera. Si tratta di personale qualificato che assicura la qualità delle prestazioni fornite ai pazienti siciliani e che viene immesso in servizio dopo la selezione da parte di una commissione formata da capi dipartimento e un adeguato periodo di formazione sia dal punto di vista linguistico che da quello relativo al funzionamento del sistema sanitario siciliano».

I medici assunti in questi mesi sono stati immessi soprattutto nelle Aziende sanitarie provinciali che gestiscono gli ospedali del territorio.

Si tratta di chirurghi, internisti, pediatri, cardiologi, psichiatri, ortopedici, anestesisti, ginecologi, medici di pronto soccorso,  gastroenterologi, neurologi, specialisti in terapia intensiva, neonatologi, chirurghi vascolari e cardiochirurghi pediatrici e provengono prevalentemente da Argentina e Cuba.

L’avviso di reclutamento rimane ancora aperto. In Sicilia, il fabbisogno rilevato dalle aziende sanitarie e ospedaliere è di 1.494 unità. Le aziende sanitarie ed ospedaliere sono impegnate, su costante impulso del presidente della Regione, a completare le procedure di stabilizzazione e quelle di mobilità e concorsuali.

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Salute

Safina (PD): “Sanità siciliana sull’orlo del collasso: il governo regionale intervenga subito!”

Redazione

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Nel biennio 2023-2024, quasi il 25% dei medici assunti dall’ASP di Trapani ha rassegnato le dimissioni

 

Trapani, 24 ottobre 2024 – La sanità siciliana è in una situazione sempre più critica, e il deputato regionale Dario Safina (Partito Democratico) lancia un accorato appello al Presidente della Regione, Renato Schifani, e all’Assessore alla Salute, Giovanna Volo, affinché intervengano immediatamente. “Siamo a un passo dal collasso”, afferma Safina.

“Nel biennio 2023-2024, quasi il 25% dei medici assunti dall’ASP di Trapani ha rassegnato le dimissioni. La carenza di personale sta paralizzando l’intero sistema sanitario. Ma la vera emergenza si avvicina: a dicembre 2024 scadranno i contratti degli specializzandi, risorsa fondamentale per il nostro sistema. Se non verranno create le condizioni per trattenerli, andranno via”.

“Dati aggiornati alla mano – spiega Safina – dei 312 medici assunti a vario titolo dall’ASP di Trapani negli ultimi due anni, solo 226 risultano ancora in servizio, mentre in 73 hanno già lasciato il loro incarico. Le strutture amministrative stanno facendo il possibile per gestire la situazione, ma i loro sforzi rischiano di essere vanificati da un sistema ormai al collasso”, denuncia Safina.

“La mancanza di incentivi per i giovani medici, una volta completata la specializzazione, li spinge a cercare opportunità migliori altrove. Turni insostenibili e stipendi più bassi rispetto al settore privato li costringono a lasciare. Se non agiamo subito per migliorare le loro condizioni di lavoro e offrire prospettive stabili, continueremo a perdere risorse preziose”.

Nel frattempo, i cittadini siciliani pagano il prezzo di questa crisi. “Nel 2023, il 7% dei siciliani ha rinunciato alle cure mediche per difficoltà economiche o per le lunghe liste d’attesa, mentre il 50% ha preferito farsi curare fuori dall’isola, generando un debito di oltre 230 milioni di euro per il sistema sanitario regionale,” aggiunge Safina.

 

Nonostante i tentativi dell’ASP di Trapani di ridurre le liste d’attesa, la situazione resta allarmante. Safina sollecita il governo regionale a prendere provvedimenti urgenti per garantire a tutto il personale sanitario le condizioni necessarie a rimanere in Sicilia e assicurare così un futuro al sistema sanitario pubblico dell’isola. “Se non si agisce subito, il collasso sarà inevitabile”, conclude Safina.

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Salute

Palermo, “L’obesità non è democratica”: confronto tra diabetologi Simdo

Redazione

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Dieta chetogenica, digiuno intermittente e diabete cerebrale al 23° Congresso della Società italiana di diabete e obesità, al Saracen di Isola delle Femmine
L’obesità è il male del nostro tempo, causato dalle cattive abitudini alimentari, da cibi ipercalorici e sedentarietà ma la sfida reale che incontrano i medici e coloro che ne sono affetti è che sia considerata una patologia vera e propria e non uno stigma o una vergogna, e che sia curata con tutti gli strumenti possibili, con l’aiuto dello Stato. È questa una delle sfide che si pone il 23° congresso di Simdo, Società Italiana, Metabolismo, Diabete e Obesità che prenderà il via giovedì 24 ottobre al Saracen Sands Hotel & Congress Centre di Isola delle Femmine, dove si concluderà sabato 26. La cerimonia di inaugurazione si svolgerà alla Casa di Cura Santa Chiara di via Maggiore Guida, 9 a Partinico, centro d’eccellenza siciliano per diabete e obesità, fondata dal presidente di Simdo, Vincenzo Provenzano, con una lettura magistrale dal titolo: “L’obesità non è democratica”. Segreteria e provider organizzativo Biba Group 091/527416.

“Questo congresso nazionale ha un’importante peculiarità perché è l’anno in cui la società Simdo approfondisce ancora di più il rapporto fra il diabete mellito e l’obesità – afferma il presidente di Simdo, Vincenzo Provenzano – intesa come malattia cronica, così come la definisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS. Questa però non è una consapevolezza diffusa e l’iter del DDL S. 1074 ‘Disposizioni per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente’, non è completo, non è finanziato e le armi per combatterla non sono alla portata di chi ne è affetto. Per questo l’obesità, che colpisce soprattutto i ceti meno abbienti, non è democratica a causa dei costi della sua cura. Esistono farmaci molto efficaci a cifre proibitive che rendono un lusso liberarsi dai chili di troppo”.

Dieta chetogenica, digiuno intermittente e diabete 3 o diabete cerebrale

Tutto il congresso si impernia sulla variabile obesità diabete. Tra le novità principali, un mini corso sulla dieta chetogenica sui suoi aspetti, sulle indicazioni, sull’applicazioni di prodotti speciali, preparati in commercio, oppure naturali. Essa, oggi, è tra le più importanti e, insieme alla Mediterranea e al semidigiuno, o digiuno intermittente, è riconosciuta dal Ministero della Salute. È valida sia per la terapia dell’obesità viscerale, sia per alcune patologie come l’autismo e le patologie neurodegenerative tipo l’epilessia. Grande spazio sarà dato al confronto tra chirurgia bariatrica e metabolica con i nuovi farmaci che, in alcuni casi, riescono a dare risultati quasi sovrapponibili a quelli della chirurgia. E si parlerà anche di anoressia e bulimia, i derivati comportamentali e di ciò che si definisce diabete 3 e cioè, diabete cerebrale e insulino resistenza cerebrale.

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