Sanità
Sanità, dopo aumento di budget per case di cura private, Ugl Salute Sicilia chiede più risorse per i lavoratori dei centri di riabilitazione
Più risorse anche in favore degli operatori dei centri di riabilitazione “ex articolo 26”. Lo chiede a gran voce la Ugl Salute Sicilia, alla luce del nuovo decreto dell’Assessorato regionale della Salute che ha assegnato un aumento di budget per le case di cura private che, verosimilmente, avranno la possibilità di potenziare le attività riabilitative. “Nulla in contrario nei confronti dell’atto emanato dall’assessore Ruggero Razza, ma crediamo sia giusto non abbandonare anche le strutture “ex articolo 26” che sono da decenni sul territorio e le centinaia di lavoratori che operano all’interno di queste – afferma il segretario regionale Carmelo Urzì. In un frangente in cui il costo della vita è schizzato in alto in maniera esponenziale, crediamo sia doveroso da parte della Regione siciliana investire le risorse esistenti per riequilibrare quanto più è possibile il trattamento retributivo tra i dipendenti degli ambulatori di riabilitazione delle case di cura e di quelli dei centri “ex articolo 26″ – evidenza Urzì. Anche perchè alcuni contratti di settore sono fermi da tempo e quelli rinnovati hanno prodotto incrementi economici davvero miseri. E’ quindi ampiamente condivisibile preoccupazione, manifestata da più parti, sulla possibile transumanza di operatori, pronti ad andare a lavorare nelle case di cura per guadagnare di più rispetto all’attuale paga. Ci aspettiamo quindi un intervento immediato da parte dell’Assessorato, affinchè si possa mitigare questa disparità di trattamento tra lavoratori dello stesso settore e continueremo, per questo, a vigilare perchè ciò accada – conclude il segretario regionale della federazione Ugl Salute Sicilia.”
Sanità
Nuovo “robot” all’ospedale Ingrassia di Palermo. Schifani: «Potenziamo le strutture sanitarie»

: Presidenza della Regione
«Quello di stamattina è un momento che dà il senso della responsabilità della sanità pubblica e dell’adeguamento tecnologico dei macchinari. Il governo regionale sta lavorando al potenziamento delle strutture sanitarie, a giorni si attende la delibera del ministero della Salute che stanzierà, su nostra richiesta, 26 milioni di euro del cosiddetto “articolo 20”. Un provvedimento che fa il paio con l’inaugurazione di oggi perché l’ospedale Ingrassia non è una struttura di periferia, è invece a servizio di un importante e vasto bacino della città di Palermo e del suo hinterland, va dunque migliorato e potenziato». Lo ha detto il presidente della Regione Renato Schifani intervenuto stamattina all’ospedale Ingrassia di Palermo per la presentazione della piattaforma robotica Mako ad alta tecnologia per la chirurgia protesica, una delle più recenti innovazioni nel campo della chirurgia ortopedica (soprattutto ginocchio e anca). Erano presenti anche l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo, il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni e il primario dell’unità operativa di ortopedia e traumatologia Ferdinando Granata.
«La tecnologia al servizio della sanità può dare risultati straordinari – ha commentato l’assessore Volo – . Avremo la possibilità di contenere la mobilità passiva e potremo anche assistere a fenomeni di mobilità attiva, con pazienti di altre regioni che verranno all’Ingrassia per chiedere le prestazioni di ortopedia che utilizzano questa piattaforma robotica».
Sanità
Sanità, CIMEST e FEDER SBV impugnano al Tar Lazio decreto tariffe. Mette in fuga medici italiani e porta a imminente collasso il SSN

Palermo, 5 dic. – Il Sindacato Branche a Visita ed il CIMEST (Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica del Territorio), due delle realtà sindacali più rappresentative nel settore della specialistica ambulatoriale convenzionata della Regione Sicilia e Nazionale (FEDER SBV), unitamente ad un centinaio di Strutture sanitarie convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale appartenenti alle Branche a visita, ai Laboratori di Analisi, alla Radiologia, Odontoiatria, ed alla Fisiatria, hanno impugnato avanti al TAR Lazio il D.M. del 23.06.2023 con cui il Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha stabilito le nuove tariffe per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica e protesica in regime di convenzione.
Le Organizzazioni Sindacali ed i numerosi Centri ricorrenti, tutti rappresentati e difesi dagli Avvocati Professori Salvatore Pensabene Lionti e Tommaso Pensabene Lionti, nel censurare l’illegittimità del decreto ministeriale sotto molteplici profili, hanno tra altro rilevato come il nuovo sistema tariffario risulti irragionevolmente ancorato (addirittura in modo peggiorativo) ai c.d. Tariffari Bindi del 1996 e Balduzzi del 2012, non tenendo peraltro conto di incontrovertibili fattori quali la rivalutazione monetaria, l’inflazione, l’aumento dei costi della vita e dei fattori di produzioni sviluppatisi nel corso di ben 27 anni. Le nuove tariffe, risultando fortemente penalizzanti e sostanzialmente insostenibili, condurranno con ogni probabilità la gran parte delle Strutture alla inoperatività, generando il concreto e gravissimo rischio del collasso del Sistema Sanitario.
“Le nuove tariffe – spiegano Salvatore Calvaruso, presidente del Cimest, e Salvatore Gibiino, segretario nazionale FEDER SBV – rappresentano una corsa a perdifiato verso la distruzione della logica universalistica del Sistema Sanitario Nazionale. Andranno a peggiorare le condizioni di diversi attori della sanità nazionale in tutte le sue articolazioni e in taluni casi ne determineranno la scomparsa, minando il diritto alla salute degli italiani”. “Al ministero della Salute – proseguono – evidentemente soffrono di una grave carenza di visione e dopo essere stati così bravi negli anni a svuotare di personale gli ospedali e adesso si sono superati in quest’impeto di follia e stanno facendo scappare medici e personale sanitario anche dalle strutture convenzionate, che in Italia erogano tra il 60% ed il 75% di tutte le prestazioni specialistiche territoriali, rappresentando l’ultimo baluardo di sanità pubblica. Solo per fare un esempio della scelleratezza di questo nuovo tariffario, come è possibile anche solo pensare di retribuire e trattenere in Italia un medico se il rimborso per la riabilitazione cardiologica viene pagato 3,85 € l’ora rispetto alla già ridottissima tariffa del tariffario Bindi del 1996 che era di 19,11 €? Quale compenso orario possiamo fornire ad un medico a queste condizioni? È normale che vada a cercare compensi dignitosi all’estero e la conseguenza è quella di avere presidi sanitari sguarniti e assessori e presidenti di Regione costretti al paradosso di arruolare a 100€ l’ora medici che vengono da altri Paesi per tentare di salvaguardare quel diritto alla salute che questo Governo, come altri in precedenza, continua a calpestare. Non sarebbe più logica una giusta ed equa remunerazione sia del personale ospedaliero che convenzionato?”
La Sezione Terza Quater del Tar Lazio (Presidente Consigliere Quiligotti), tenuto conto della complessità della questione e delle argomentate censure dedotte dai ricorrenti, unitamente al gravissimo pregiudizio prospettato, ha ritenuto di accelerare la definizione della questione fissando direttamente l’udienza di merito per la ravvicinata data del prossimo 14 maggio 2024, ove il TAR deciderà sul richiesto annullamento del nuovo tariffario nazionale mentre le organizzazioni sindacali, sulla scia di quanto accaduto in altre regioni stanno chiedendo ai Governi regionali ed in special modo a quello siciliano di ritardare l’attuazione del decreto e l’entrata in vigore delle nuove tariffe per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini e le attuali condizioni occupazionali delle strutture accreditate. “Il rischio concreto – sottolineano gli esponenti di CIMEST e FEDER SBV – è quello che dal 1 gennaio 2024 centinaia di prestazioni specialistiche non saranno più erogate in convenzione pena il fallimento delle strutture convenzionate e la chiusura degli ambulatori pubblici per impossibilità di raggiungere la parità di bilancio”.
Sanità
Gangi, terapia riabilitativa per 16 disabili delle Madonie a dorso di cavallo

GANGI, TERAPIA DI RIABILITAZIONE PER 16 DISABILI DELLE MADONIE CON IL CAVALLO COME “AMICO”
Sono 16 i disabili, dai 4 ai 16 anni, provenienti dai 9 nove comuni delle alte Madonie, del distretto socio sanitario 35, che in queste settimane stanno effettuando delle sedute di riabilitazione equestre in contrada Santo Pietro a Gangi. Ad occuparsi del progetto è l’Associazione Horse Division A.S.D , centro riabilitazione equestre in collaborazione con il Comune di Gangi.
Il progetto, finanziato dal piano di zona del Distretto Socio Sanitario 35, prevede la realizzazione di varie attività con un approccio terapeutico sul cavallo per soggetti con disabilità di varia entità, ma con un adeguato livello di autonomia, nel campo dell’agonismo e dello sport. Si tratta di soggetti con disturbi comportamentali o della personalità, disturbi nell’apprendimento e nel linguaggio, o ancora disturbi neuro motori ma anche non disabili che presentano condizioni di svantaggio sociale o situazioni di deprivazione affettiva o cognitiva. Il progetto si avvale di un’istruttore federale di equitazione Alessandra Lombardo e un’educatrice Maria Amoroso.
“Sono previsti dei veri e propri piani personalizzati con l’indicazione delle attività da svolgere su due cavalli in particolare, Zia Clelia e Bambola, tali da offrire ai destinatari stimoli significativi in ambiente non medicalizzato” ha detto Alessandra Lombardo presidente dell’Associazione Horse Division A.S.D di Gangi.
“Il progetto è stato finanziato con 20 mila euro dal Piano di zona del distretto socio sanitario 35 – ha aggiunto Nicola Blando assessore al bilancio del comune di Gangi – ed ha la durata di 4 mesi, per ogni disabile è prevista una seduta terapeutica settimanale”.
“Avere a Gangi – ha concluso il sindaco Giuseppe Ferrarello – una struttura altamente specializzata nel campo delle attività riabilitative e terapeutiche in favore di soggetti affetti da disabilità, punto di riferimento per tutto il territorio del centro Sicilia, è sicuramente un servizio a sostegno delle famiglie, ma anche un motivo di orgoglio”.
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