Cultura
Roma, presentazione recupero nel mare di Pantelleria del velivolo Macchi C.205 – 5 marzo 2024
Nell’ambito delle attività di recupero e valorizzazione del proprio patrimonio storico, l’Aeronautica Militare presenterà – martedì 5 marzo, dalle ore 16, presso il Palazzo dell’Aeronautica a Roma – le attività di recupero e restauro di un Macchi C.205 serie I, matricola MM9310, del 1° Stormo Caccia, ritrovato nel mare antistante l’isola di Pantelleria.
L’evento, organizzato dall’Aeronautica Militare e moderato dal giornalista Vincenzo Grienti, ospiterà gli interventi del Gen. Isp. Capo Basilio Di Martino, storico aeronautico che darà un inquadramento degli accadimenti sull’isola di Pantelleria nel 1943; del Col. Franco Linzalone, Comandante del Distaccamento Aeroportuale di Pantelleria; di rappresentanti degli enti che hanno collaborato al recupero, tra cui Guardia Costiera – anche con la sua componente subacquea –, Università di Palermo – Museo dei Motori e dei Meccanismi, Soprintendenza del Mare Regione Siciliana; del Sig. Renato Andrich, figlio del Sergente Maggiore Pilota Alvise Andrich, Asso dell’Aeronautica Militare pluridecorato al Valor Militare.
Background
Il Macchi C.205 Veltro, il miglior aereo da caccia italiano della Seconda Guerra Mondiale, è l’evoluzione del Macchi C.202 Folgore ed entrò in servizio proprio a Pantelleria nell’aprile 1943. Fu il primo caccia italiano in grado di confrontarsi alla pari con gli avversari dell’epoca, pur in condizioni di schiacciante inferiorità numerica.
Il relitto dell’MM9310 (motore, longheroni alari con carrello e mitragliatrici) fu scoperto a largo di Pantelleria nel 2007, adagiato sul fondale a circa 30 m di profondità a 700 m dalla costa, e recuperato nel 2023 grazie alla collaborazione tra Aeronautica Militare, Capitaneria di Porto, Soprintendenza del Mare e OTS Green Divers. Lo studio dei reperti ha portato all’identificazione del pilota, individuato nel SM Pilota Alvise Andrich, Asso dell’Aeronautica Militare pluridecorato al Valor Militare, abbattuto in data 8 giugno 1943 e salvatosi lanciandosi col paracadute.
Motore: Modello Fiat RA. 1050 RC. 58, 1.475 CV
Velocità: 646 km/h
Tangenza: 11.000 m
Armamento: 2 mitragliatrici 12,7 mm; 2 mitragliatrici 7,7 mm
Autonomia: 1000 km
Lunghezza: 8,45 m
Alvise Andrich nasce a Vallada Agordina, in provincia di Belluno, nel 1915. Il fratello Giovanni è un grande alpinista e amico del re del Belgio, Leopoldo, suo compagno di arrampicate. Anche Alvise da giovanissimo inizia ad arrampicare. In breve dimostra una eccezionale maestria e diventa protagonista dell’epopea del sesto grado, in particolare nel gruppo del Civetta. Nonostante il breve periodo di attività, fra il 1934 e il 1936, ancora oggi numerose vie di arrampicata sulle Alpi portano il nome di Alvise Andrich.
Arruolatosi nel 1936 come sottufficiale pilota, dopo aver combattuto in diversi teatri operativi, nel giugno del 1943 partecipa alla difesa di Pantelleria, dove viene abbattuto. Nel 1944 si unisce all’Aeronautica Cobelligerante e torna a volare sul P-39 Aircobra, entrando a far parte del 4° Stormo Caccia. È stato compagno di volo di quello che in seguito è divenuto il Generale Bertolaso: entrambi veneti, Alvise è di tre anni più grande e vengono chiamati “el vecio e il bocia”. Per gli atti di coraggio in guerra riceve due medaglie d’argento e due di bronzo al Valor Militare e 3 croci di guerra al Valore.
Dopo la Seconda Guerra mondiale, continua la propria carriera in Aeronautica Militare e viene promosso sottotenente per meriti di guerra. Muore il 17 ottobre 1951, ai comandi di un Beechcraft C-45F Expeditor durante una missione di trasferimento sull’Appennino a causa di una formazione di ghiaccio sulle ali. Rimanendo al posto di pilotaggio durante il precipitare dell’aereo, ha consentito agli altri membri dell’equipaggio di gettarsi con il paracadute, riuscendo a schivare un paese e ad evitare una strage. Per l’atto di eroismo ottenne la medaglia d’argento alla Memoria.
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Cultura
Pantelleria, laboratorio permanente pratica vite ad alberello: 20 settembre incontro al Vivaio Paulsen
Il 20 settembre 2024 alle ore 7.30 si terrà un laboratorio pratico gratuito presso il Vivaio Paulsen (contrada Ghirlanda, Pantelleria), dal tema: “Vendemmia – Racemi – Innesto a gemma dormiente”.
Tutelare, tramandare e valorizzare la pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, patrimonio culturale immateriale UNESCO dal 2014 è l’obiettivo del Laboratorio permanente organizzato dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria e il Comune di Pantelleria, in collaborazione con EBAT (Ente Bilaterale Agricolo Territoriale della provincia di Trapani), nell’ambito del finanziamento del Ministero della Cultura per l’Individuazione degli interventi a favore degli elementi italiani iscritti nella “Lista prevista dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale e immateriale”.
Per partecipare all’evento, con iscrizione obbligatoria (rivolto esclusivamente ai titolari delle imprese agricole di Pantelleria o ai preposti facenti parte dell’organico dell’impresa), occorre compilare l’apposita scheda di partecipazione e inviarla a: protocollo@pec.parconazionalepantelleria.it.
La scheda è scaricabile al seguente link: https://www.parconazionalepantelleria.it/news-dettaglio.php?id=80133
Cultura
Trapani, Unipa apre Scienze gastronomiche. Turano: «Ruolo strategico del territorio»
Presidenza della Regione
«L’Università di Palermo ha deciso di aprire un corso di laurea in Scienze gastronomiche anche a Trapani, riconoscendo al territorio un ruolo strategico nel settore. Per questo desidero esprimere il mio plauso». Lo afferma l’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, Mimmo Turano, commentando la decisione dell’Ateneo di avviare il percorso di studi nella sede del Complesso “Principe di Napoli” di via Cappuccini.
«L’Università del capoluogo regionale – prosegue Turano – dimostra in questo modo di credere in uno stretto rapporto tra formazione e territorio, per esaltarne vocazioni e punti di forza che possano offrire una prospettiva di crescita e di sviluppo. Tutto ciò coniugato alle aspettative e alle ambizioni dei giovani siciliani che vogliono intraprendere nuove professioni emergenti, rese popolari anche grazie a format televisivi come Masterchef, ed avere una concreta possibilità di misurarsi nel mondo del lavoro».
Cultura
La terza edizione del Raduno Equestre alla scoperta del Parco Archeologico di Segesta: boschi e luoghi storici della Provincia di Trapani
Trapani, 17 settembre 2024 – Si è conclusa la terza edizione del Raduno Equestre, organizzato dall’associazione Asd “Nuovo Gruppo Equestre Monte Erice”, in collaborazione con “Fitetrec Ante Comitato Regionale Sicilia-Pantalica” e il Parco Archeologico di Segesta. L’evento, inserito nell’ambito dell’iniziativa “Italia a cavallo”, promossa dalla Federazione Italiana Turismo Equestre Trec, ha visto la partecipazione di 91 cavalli (38 il primo giorno, 53 nella seconda giornata), offrendo ai partecipanti un’esperienza tra natura, storia e cultura. Le razze equine presenti, note per la loro resistenza su terreni difficili, hanno dimostrato grande empatia e capacità di adattamento, instaurando un forte legame con i cavalieri. Le escursioni hanno toccato luoghi di grande interesse come il Monte Inici, Pizzo delle Neviere, il lago Brando, le Terme Segestane, il Monte Pispisa, il santuario di Contrada Mango e il Parco Archeologico di Segesta. Lo storico Vito Santoro e l’architetto Antonella Ricotta hanno arricchito l’esperienza con racconti e cenni storici.
La tradizione culinaria è stata protagonista grazie a Rosy Napoli dell’ Associazione Lady Chef Sicilia e Salvatore Adragna dell’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri Trapanesi, che hanno preparato piatti tipici del territorio.
Il Raduno Equestre si conferma un appuntamento per gli amanti della natura e del turismo a cavallo.
I partecipanti hanno condiviso le loro impressioni sull’evento. Così hanno commentato: “L’unione di equitazione e natura per noi è il top del trekking. Sono state due giornate all’insegna della serenità, dell’allegria e della cultura. La possibilità di esplorare luoghi così ricchi di storia in sella ai nostri cavalli è stato meraviglioso. Siamo più che soddisfatti e sicuramente consigliamo questa esperienza a tutti gli appassionati. Abbiamo apprezzato particolarmente le spiegazioni degli esperti durante le soste, che hanno dato un valore aggiunto al percorso.”
Il presidente dell’Associazione “Nuovo Gruppo Equestre Monte Erice”, Nino Culcasi, ha fatto un resoconto della due giorni: “Questa edizione ha superato le nostre aspettative. I cavalieri si sono divertiti e l’abbinamento di natura e storia ha funzionato perfettamente. Abbiamo ricevuto feedback molto positivi sia sulla scelta del percorso che sull’organizzazione generale. È stata un’opportunità per far conoscere il nostro territorio in modo originale e sostenibile. Stiamo già pensando a come rendere l’esperienza ancora più ricca per il prossimo anno.”
Il commissario straordinario di Fitetrec-Ante Sicilia Stefano Varvaro ha espresso la sua soddisfazione: “Abbiamo avuto la possibilità di godere del tempio di Segesta e di valorizzare la nostra terra attraverso questa iniziativa. Eventi come questo sono fondamentali per promuovere il turismo equestre in Sicilia e far conoscere le bellezze del nostro territorio. Stiamo già lavorando per supportare iniziative simili in altre aree della regione.”
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