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Cultura

Realmonte (AG), memorie e scorci della Scala dei Turchi

Redazione

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Scala dei Turchi Roccia chiara ondulata

– come le ciocche di una nonna.

Su di te il vento, il mare e la vita

– hanno infierito fino a darti la sembianza: imperfetta nella forma e stanca

– tutta bianca – come il latte di una madre.

Mutata ora dall’erosione

– della passione antica non sai più niente

– mentre, seduta sulla seggiola in legno chiaro

– stuzzichi un pensiero antico

– mezza divertita dal brulicare della gente. (F. Lucantoni)

Tutte le meraviglie e nefandezze dei tre giorni trascorsi ad Agrigento. Tra le prime, il b&b I Mori di Porto Empedocle, hotel a quattro stelle sotto le mentite spoglie di un banale appartamento: camera ariosa, bagno moderno impreziosito dalle antiche piastrelle dipinte a mano, balconcino in ferro battuto con vista sul corso, fiori dappertutto sembravamo in un fioraio di prima mattina. Ma la sorpresa fu l’oste, Onofrio. Con discreta e garbata premura, ogni mattina ci regalava un cannolo fritto e una brioche alla crema di pistacchio che strabordava tanto era piena; poi ci indirizzava alle spiagge più appartate, ai ristoranti più autentici, ai monumenti più spettacolari.

Onofrio non era solo attento e gentile, quasi galante, era anche innamorato della sua terra, e ce la raccontava, senza parlarsi addosso, rielaborandola su ciò che volevamo vedere, non sbagliando un colpo. Era martedì ed era il nostro primo anniversario di matrimonio: Onofrio intuì la voglia di una fuga speciale e ci spedì alla Scala dei Turchi; era comunque in programma, ma senza le sue dritte avremmo sbagliato orario e tragitto, annodandoci in code e resse. Invece così, in dieci minuti, dalla provinciale sovrastante atterrammo sull’anticamera sabbiosa di questa formazione aliena, raggiungibile solo via mare.

La Scala dei Turchi è finta, è evidente, l’hanno costruita quelli dell’Aquafan a immagine e somiglianza delle loro circensi attrazioni da riviera; in cartapesta, come i carri di Viareggio. Per calpestarla, dobbiamo guadare centocinquanta iarde di Mediterraneo paludoso, zavorrati dall’invidia per i temerari illegali che scelgono il sentierino asciutto su terraferma, ufficialmente interdetto per pericolo di frana. Sì, perché la cartapesta in realtà è calcare, friabilissimo, consolidato in marna bianca che sale per cinquanta metri, staziona in cielo, poi precipita e s’immerge nell’acqua, scheggia di pietra maestosa e fragile. Al termine della traversata nel fango, un ponticello ci scarica sulla Scala e perdiamo la vista: il luccicore della parete riflette il sole che non si riesce a tenere gli occhi aperti.

A tentoni, strizzando le palpebre, raggiungiamo il primo livello, a circa dieci metri verticali dal mare; è il livello del passaggio: terrestri storditi e mezzi ciechi vagano sul candore di questo meteorite scagliforme, precipitato da una galassia dispettosa nella Sicilia sud-occidentale.

Per evitare collisioni, ci issiamo al secondo livello, il livello della sosta, quattro metri sopra. E lì restiamo, a ubriacarci dell’azzurro e del bianco, resistendo alle tentazioni del terzo livello, quello dell’avventura, dieci

metri più su, la cui conquista lasciamo ai branchi d’improbabili arrampicatori in infradito, a caccia della madre di tutte le foto da appendere su instagràm.

Ma sempre per non essere troppi critici ci siamo goduti veramente la giornata in un’atmosfera indimenticabile…, il biancore accecante e il mare cristallino mi riportarono con la memoria di vecchio viaggiatore a Pamukkale, (che in turco significa “castello di cotone”, è un sito naturale della Turchia sud- occidentale, nella provincia di Denizli) che in un mitico viaggio in compagnia dell’amico Antonio La Montagna visitai… correva l’anno 1992.

Ah dimenticavo che il nostro Oste Onofrio oltre ad averci dato delle dritte sia sulla Scala dei Turchi ci diede un’altra indicazione: «Andate a Lido Rossello, quello che si vede dalla Scala dei Turchi, alla fine della baia; parcheggiate, entrate nella spiaggia attrezzata, poi seguite la costa a sinistra; a un certo punto c’è un cartello di divieto di accesso per frane, non vi preoccupate, si può andare; percorrete un cinquanta metri tra scogli e mare e vi ritrovate nella baia delle falesie dove non c’è nessuno, perché tutti si fermano al cartello di divieto d’accesso». Chissà come mai, Onofrio…

Certo che eravamo stati fortunati ad avere conosciuto Onofrio (il Virgilio locale…), per assaporare al meglio i tre giorni dedicati a questo lembo della Sicilia che con dovizia di particolari il giorno prima della partenza per l’escursione ci erudì sulla storia e la leggenda che aleggiava sulla Scala dei Turchi… Onofrio seduto nella sua sedia azzurra preferita così inizio… Il nome “Scala dei Turchi” nasce probabilmente nel Cinquecento. Questo è infatti il secolo in cui si intensificano, in tutto il Mediterraneo, le incursioni da parte dei pirati saraceni. Questi provenivano dalla penisola arabica ma venivano erroneamente chiamati “turchi”.

In questi anni di paura e violenza i siciliani iniziano così a chiamare con il termine “turco” tutto ciò che è nero, scuro, e contrastante con la norma. Nella cucina siciliana esistono ad esempio il “salame turco “, un dolce scuro perché preparato con il cacao e la “testa di turco “, una sorta di vendetta culinaria. La particolare forma a gradoni della Scala dei Turchi la rende simile ad una scala scavata dall’uomo nella roccia. In realtà è frutto esclusivamente dell’azione degli agenti atmosferici che tendono ad erodere con più facilità i livelli marnosi più teneri, lasciando più sporgenti i livelli calcarei più tenaci e resistenti.

La Scala è costituita da marna, una roccia con un caratteristico colore bianco puro. Si erge maestosa tra due spiagge di sabbia fine e una volta raggiunta in quel punto si intravedono i fondali del mare che sono limpidissimi tanto che è possibile vedere attraverso le acque il movimento della flora e della fauna. La roccia e tutto il paesaggio della Scala dei Turchi assumono invece tanti volti diversi a seconda del momento della giornata: in pieno giorno, nelle ore più calde, la roccia diventa candida ed il blu del mare risplende sotto i raggi del sole. Durante il tramonto invece la lastra assume un colore rosso tenue mentre di notte a dominare sono i raggi di luna che si sposano col candore della marna bianca.

Secondo la ricostruzione storica, la fondazione di Realmonte sarebbe avvenuta dopo la battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 ovvero dopo la sconfitta degli Arabi ad opera dei Cristiani e quindi dopo la riduzione delle loro incursioni. Per questo motivo, nei secoli precedenti, la Scala sarebbe stata solamente un punto d’appoggio per le bande di pirati. Ma non solo. Secondo i documenti dell’epoca, furono proprio le navi del Governo siciliano a dare l’assalto ai Saraceni.” Esisteva una disposizione vicereale per la quale chi catturava un turco ne diventava automaticamente proprietario” afferma il dott. Giovanni Gibilaro, storico e ricercatore “da cui il famoso detto siciliano: ‘cu piglia un turcu è so’ (chi riesce a catturare un turco se lo prende come schiavo) detto in occasioni in cui regna la confusione e l’anarchia per cui ognuno cerca di arrangiarsi come può”.

Onofrio alla fine della sua erudita descrizione storica ci deliziò con la leggenda di U Zitu e a Zita

Sempre seduto sulla sua amata e comoda sedia blu Onofrio ci disse che fra le parecchie leggende sulla Scala dei Turchi la più famosa legata al sito era quella di ‘U Zitu e a Zita’.

E così iniziò: La storia racconta di due giovani, Rosalia, figlia di un ricco signore di Realmonte, e Peppe. I due ragazzi si incontrarono un giorno quando Rosalia tornava dalla passeggiata quotidiana, in compagnia della sua governante, e Peppe trasportava un sacco pieno di fave. Già in quella prima occasione, i due si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. Ma il loro amore fu subito ostacolato dal padre di Rosalia, che non voleva per la figlia un povero operaio come marito. Per questo, Rosalia e Peppe furono costretti ad incontrarsi furtivamente ed ogni volta per breve tempo. Sconsolata per non poter vivere pienamente il proprio amore, Rosalia iniziò a non toccare più cibo e a deperire. A quel punto il padre consultò un medico, il quale disse che la ragazza era malata di ‘malinconia’ e le ‘prescrisse’ delle lunghe passeggiate all’aria aperta. Quelle passeggiate divennero presto occasione d’incontro fra Peppe e Rosalia. Questo però non sfuggì all’occhio attento della governante, che raccontò tutto al padre della fanciulla.

Questi decise allora di rinchiudere Rosalia in un monastero sperduto in provincia di Palermo. Di fronte a questa terribile notizia, i due giovani giurarono di rimanere “uniti per la vita e per la morte” e, a notte fonda, si recarono sulla Punta di Monte Rossello e da lì si gettarono nel vuoto.

E proprio lì dove Rosalia e Peppe misero fine, insieme, alle loro vite, spuntarono, uno vicino all’altro, due scogli, uniti da un’esile lingua di roccia “Scogghiu do zzito e a zzita”. E, secondo la leggenda, nelle notti di luna piena quando il mare è in bonaccia, proprio nell’anniversario della tragedia dei due giovani, vicino agli scogli si sente Rosalia cantare una melodia triste in ricordo del suo amore sfortunato per Peppe.

Poco dopo il racconto di Onofrio mi addormentai e sprofondai in un sogno incongruo, di cui ricordo solo il tentativo di imbarcare in aereo la Scala dei Turchi, per conficcarla nel parcheggio del cortile, di fronte alla mia veranda di Minerva, a Marina di Ragusa.

Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi

Personaggi

Zucchero Sugar Fornacia dal 30 marzo al 1° aprile a Londra. In estate anche a Messina

Matteo Ferrandes

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ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI

 

SABATO 30 MARZO, DOMENICA 31 MARZO E LUNEDÌ 1 APRILE
AL VIA DALLA ROYAL ALBERT HALL DI LONDRA

“OVERDOSE D’AMORE WORLD WILD TOUR”

QUESTA ESTATE TORNA LIVE NEGLI STADI ITALIANI

CON LA SUA STRAORDINARIA ENERGIA E I SUOI PIÙ GRANDI SUCCESSI

“OVERDOSE D’AMORE”

23 GIUGNO AL BLUENERGY STADIUM – STADIO FRIULI DI UDINE
27 GIUGNO ALLO STADIO DALL’ARA DI BOLOGNA
30 GIUGNO ALLO STADIO FRANCO SCOGLIO DI MESSINA
2 LUGLIO ALLO STADIO ADRIATICO GIOVANNI CORNACCHIA DI PESCARA
4 LUGLIO ALLO STADIO SAN SIRO DI MILANO

 

Sabato 30 marzo, domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile al via dalla Royal Albert Hall di Londra il tour internazionale “OVERDOSE D’AMORE WORLD WILD TOUR” di ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI.

Ad accompagnarlo sul palco la sua fedele super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).

Dopo i 3 concerti alla Royal Albert Hall, l’“Overdose D’amore World Wild Tour” proseguirà in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Stati Uniti, Canada, Francia, Monaco, Germania, Paesi Bassi, Austria, Slovacchia e altri paesi in via di definizione… passando per l’Italia con 5 imperdibili eventi negli stadi italiani (prodotti da Friends & Partners): 

23 giugno al Bluenergy Stadium – Stadio Friuli di Udine;
27 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna;
30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina;
2 luglio allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia di Pescara;
4 luglio allo Stadio San Siro di Milano.

I biglietti per le date di Udine, Bologna e Milano sono disponibili su Ticketone.it e nei punti di vendita abituali, quelli per la data di Pescara su Ticketone.it, Ciaotickets e nei punti di vendita abituali, quelli per la data di Messina su Ticketone.it, Ciaotickets e Box Office Sicilia e nei punti di vendita abituali.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.friendsandpartners.it.

Radio Italia è la radio ufficiale delle date italiane dell’“Overdose D’Amore”.

Frecciarossa è treno ufficiale del tour negli Stadi di Zucchero.

Tra i maggiori interpreti del rock blues in Italia, Zucchero (all’anagrafe Adelmo Fornaciari) nella sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi, di cui 8 milioni con l’album “Oro, incenso & birra”. Oltre a essere il primo artista occidentale a essersi esibito al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino, Zucchero è anche l’unico artista italiano ad aver partecipato al Festival di Woodstock nel 1994, a tutti gli eventi del 46664 per Nelson Mandela di cui è Ambasciatore e al Freddie Mercury Tribute nel 1992. Sempre nel 1992 Zucchero e Luciano Pavarotti condividono l’ideazione del gala di beneficenza Pavarotti & Friends. La prima edizione, trasmessa in diretta mondiale, dà il via a una serie di concerti di beneficenza annuali che sono continuati fino al 2003. Nel 1999 partecipa al Festival di IMST in Austria esibendosi davanti a 200.000 persone, dopo Bryan Adams e prima dei Rolling Stones. Sempre lo stesso anno viene invitato da Bono degli U2 a suonare al Gala di beneficenza Net Aid a New York trasmesso in tutto il mondo. Zucchero partecipa anche a due edizioni del Rainforest Fund (1997 e 2019), il concerto benefico organizzato da Sting insieme alla moglie Trudie Styler per proteggere le foreste pluviali nel mondo e difendere i diritti umani delle popolazioni indigene che vi abitano. Nel corso della sua carriera ha suonato in 5 continenti, 69 Stati, 650 città toccando destinazioni uniche come Oman, Mauritius, Thaiti, New Caledonia, Armenia, Nuova Zelanda e molte altre. Nel 2004 si è esibito alla Royal Albert Hall con un evento memorabile in cui ha ospitato sul palco colleghi di grande fama internazionale, tra cui Luciano Pavarotti, Eric Clapton, Brian May, Solomon Burke e Dolores O’Riordan. Il concerto è stato poi pubblicato in versione DVD con il titolo “Live At The Royal Albert Hall”. Nel 2007 è stato nominato ai Grammy, con Billy Preston ed Eric Clapton come Best R&B Traditional Vocal Collaboration. Il suo concerto nel dicembre 2012 all’Istituto Superiore di Arte di L’Avana con oltre 80.000 persone è stato definito il più grande live mai tenuto da un cantante straniero a Cuba sotto embargo. Con oltre 65.000 persone presenti, a luglio 2018 si è esibito ad Hyde Park, in occasione del British Summer Time di Londra, accanto ad artisti internazionali del calibro di Eric Clapton, Santana, Steve Winwood.  Zucchero, nel corso del 2020, insieme alle più grandi star internazionali ha partecipato al live streaming mondiale “One world: together at home” (a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella lotta al Covid-19), si è fatto portavoce di un messaggio universale in occasione del 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra suonando davanti ad un Colosseo deserto l’inedito “Canta la vita”, tratto da “Let Your Love Be Known” di Bono, con il testo in italiano a firma di Zucchero e in featuring con Bono. E, ancora, ha inviato un messaggio di speranza, che ha fatto il giro del mondo, eseguendo in una magica e desolata Piazza San Marco a Venezia il brano “Amore adesso!”, adattamento della canzone “No Time For Love Like Now” di Michael Stipe e Aaron Dessner, con testo in italiano a firma di Zucchero. Inoltre, ha pubblicato l’emozionante duetto “September” insieme a Sting, brano inserito nell’album di Zucchero “D.O.C. Deluxe” (doppio CD contenente tutte le canzoni di “D.O.C” e 6 nuovi brani) e in quello di Sting, “Duets”. A maggio 2021 esce “Inacustico D.O.C. & More”, primo progetto interamente acustico della carriera di Zucchero, e durante l’estate 2021 Zucchero realizza una serie di concerti in acustico, in Italia e all’estero, nonostante le capienze ridotte a causa delle restrizioni da Covid-19. A novembre 2021 esce “Discover”, il primo progetto di cover di Zucchero che vanta le collaborazioni con Bono, Elisa e Mahmood e il duetto virtuale con Fabrizio De André. A dicembre esce nelle sale “SING 2 – Sempre più forte” in cui Zucchero si mette alla prova nel doppiaggio prestando la voce al personaggio Clay Calloway. Nel 2022 e nel 2023 Zucchero torna live in giro per il mondo con il suo “World Wild Tour”, con cui fa tappa in Italia – all’Arena di Verona – con ben 14 concerti. Lo scorso giugno è tornato nella sua Reggio Emilia, “amore e radici” per 2 appuntamenti alla RCF Arena (Campovolo) che hanno celebrato i suoi 40 anni di carriera. Lo scorso ottobre è stato per la prima volta al cinema con il film documentario “ZUCCHERO – Sugar Fornaciari” (regia di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano) e ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria di Reggio Emilia. La sua musica si è estesa oltre i confini nazionali grazie anche alle numerose collaborazioni con artisti internazionali del calibro di Bryan Adams, Al Green, The Blues Brothers, Solomon Burke, Dolores O’Riordan, Rufus Thomas, Johnny Hallyday, Tony Childs, Sheryl Crow, Tom Jones, Scorpions, Bono, Sting, Jeff Beck, Ray Charles, Billy Preston,  Eric Clapton, Joe Cocker, Elvis Costello, Miles Davis, Peter Gabriel, Paul Young, John Lee Hooker, B.B. King, Mark Knopfler, Brian May, Luciano Pavarotti, Ennio Morricone, Andrea Bocelli, Iggy Pop, Queen, Manà, Alejandro Sanz e molti altri.

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Ambiente

Pantelleria, al via servizio di gestione Museo di Punta Spadillo e Punti Info del Parco. L’avviso pubblico

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E’ stato pubblicato l’avviso pubblico per la realizzazione del Servizio di gestione, promozione e divulgazione culturale del Museo Geonaturalistico, Stanza del Mare, del Punto Informazioni di Punta Spadillo, dei punti informativi del Parco (Sede del Parco – Parcheggio Benikulà– Parcheggio Bagno dell‘Acqua) con il coinvolgimento delle Guide del Parco nazionale Isola di Pantelleria.

Gestione, promozione e divulgazione culturale: pubblicato il bando per il Museo e i punti informativi

E’ stato pubblicato l’avviso pubblico per la realizzazione del Servizio di gestione, promozione e divulgazione culturale del Museo Geonaturalistico, Stanza del Mare, del Punto Informazioni di Punta Spadillo, dei punti informativi del Parco (Sede del Parco – Parcheggio Benikulà– Parcheggio Bagno dell‘Acqua) con il coinvolgimento delle Guide del Parco nazionale Isola di Pantelleria. 

Il Servizio dovrà garantire la gestione operativa di un sistema integrato di presidio ed accoglienza ecoturistica ed ambientale, per fornire informazioni, orientamento ed escursioni nel territorio dell’Ente Parco nazionale Isola di Pantelleria. 

Gli operatori economici interessati potranno far pervenire entro e non oltre le ore 13,00 del 15 Aprile 2024 a mezzo PEC all’indirizzo protocollo@pec.parconazionalepantelleria.it la documentazione di seguito descritta.

Sull’albo pretorio tutte le info e la documentazione.

Di seguito il documento integrale: https://www.parconazionalepantelleria.it/news-dettaglio.php?id=78047&fbclid=IwAR2fhL8_4qEqNSk-BS89LV8qUHhH1rSGF9G7h0NXPL1iZXAqp99nORxm4SA

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Cultura

Mazara del V., in catttedrale successo per “Via Matris”

caterina murana

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MAZARA DEL VALLO, IN CATTEDRALE SUCCESSO PER “VIA MATRIS”
I testi lirici che incontrano la musica di Bach e poi, infine, una preghiera per la Palestina. Successo ieri sera in Cattedrale a Mazara del Vallo per “Via Matris: i sette dolori di Maria, preghiera per la Palestina”. L’iniziativa è stata del centro diocesano “Operatori di pace” e della Scuola diocesana di musica liturgica “Jobel”. I sette dolori di Maria sono stati commentati dalla poesia e dalla musica di Johann Sebastian Bach. All’organo Leonardo Nicotra, mentre i testi lirici sono stati scritti da don Leo Di Simone, voci recitanti: Giovanna Busterna e Corrado Tumminello. «Il dolore di Maria lo abbiamo voluto mettere in parallelo col dolore delle madri di Palestina – ha detto don Leo Di Simone – che piangono i loro figli, a causa dell’odio, del rancore. Una guerra terribile». Alla messa in scena ha assistito, tra il pubblico, anche il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella.

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