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Cultura

Ragusa, successo per la III Edizione di “Raccontami di te”. Tra gli ospiti Salvatore Battaglia

Redazione

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CONCLUSO CON SUCCESSO L’EVENTO CULTURALE DELL’ESTATE 2024 “RACCONTAMI DI TE” III EDIZIONE AL CASTELLO DI DONNAFUGATA

Il suggestivo castello di Ragusa ha ospitato ieri sera 13 agosto 2024, la terza edizione dell’evento “Raccontami di Te…”, un’iniziativa che fonde l’arte dello scrivere con quella figurativa. Organizzato dall’associazione Malia, l’evento si svolgerà in un nuovo spazio più ampio e incantevole, promettendo un’esperienza indimenticabile per il pubblico.

Quest’anno, “Raccontami di Te…” ha visto la partecipazione di numerosi scrittori e pittori, creando un’alchimia di emozioni attraverso la combinazione di musica, pittura, scrittura, teatro e letteratura.
Tra gli ospiti d’onore, c’è stato il Presidente dell’Accademia delle Prefi Salvatore Battaglia, che ha contribuito con la sua esperienza e il suo talento. Gli ideatori dell’evento, Debhorah Di Rosa e Salvo Garipoli, hanno spiegato che il progetto è nato con l’obiettivo di stimolare una partecipazione attiva delle persone.

“Ciascuno di noi porta nel cuore il ricordo di una persona speciale: un bene prezioso che vorremmo non perdere mai. Il progetto ‘Raccontami di tè nasce proprio dalla volontà di dare sostanza a queste emozioni, sentirle e renderle immortali, attraverso il potere magico delle parole e dei colori”, affermano. Tra le opere presentate, hanno spiccato due racconti “Correva l’anno 1963” e “Quando la mia bisnonna Giovanna”. L’autore descrive nel primo racconto con nostalgia l’ingresso del primo televisore nella casa della famiglia Battaglia.

Ricorda come suo padre, un barbiere, raccolse i fondi necessari grazie ai contributi dei clienti durante le festività natalizie. L’attesa per l’arrivo del televisore e l’emozione di vederlo finalmente a casa sono narrate con un tocco personale e commovente, evocando un’epoca in cui la televisione rappresentava una finestra sul mondo e un sogno realizzato. Nel secondo racconto l’’autore descrive la forza di una donna, intraprendente come poche, che al tempo della guerra si fa avanti per il bene comune. Per l’Evento sono stati assegnati i due racconti ad artisti che hanno interpretato e raffigurato ciò che il racconto li ha ispirato.

Il primo quadro a firma di Claudia Clemente ispirata al racconto “Correva l’anno 1963” Tra ironia e nostalgia un amarcord irresistibile. Il secondo quadro a firma di Milena Nicosia ispirata al racconto “Quando la mia bisnonna Giovanna”. La descrizione di una donna lavoratrice, volitiva e determinata, che per motivi economici e rivendicazione dei diritti calpestati, intraprende un viaggio per il riconoscimento di tale diritto per il bene comune. “Raccontami di Te…” non è solo un evento, ma un viaggio nelle emozioni e nei ricordi. Come per le edizioni precedenti, il pubblico sarà rapito dalla magia che si crea quando diverse forme d’arte si incontrano al tramonto. Un’esperienza unica, che lascia senza fiato e che continua a crescere in bellezza e intensità anno dopo anno.

Appuntamento al prossimo anno con la quarta edizione di “Raccontami di Te… 2025” al castello di Donnafugata per un ulteriore evento che come sempre toccherà il cuore di tutti i partecipanti, rendendo immortali le emozioni attraverso l’arte.

Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi

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Cultura

 San Vito Lo Capo, torna la rassegna Tempuricapuna dall’11 al 13 ottobre

Redazione

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Degustazioni, spettacoli e incontri

 

SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), 4 OTT. Torna a San Vito Lo Capo Tempuricapuna, la rassegna dedicata al pesce capone, all’undicesima edizione, che si svolgerà nella cittadina da venerdì 11 a domenica 13 ottobre per celebrare il pesce azzurro dalle grandi proprietà nutrizionali, conosciuto in italiano come lampuga, che in questo periodo si pesca nelle acque del territorio. Il programma prevede degustazioni, incontri, cooking show e spettacoli per un fine settimana alla scoperta del gusto e delle tradizioni di questo pesce pelagico. La rassegna è organizzata dal Comune di San Vito Lo Capo in collaborazione con l’agenzia Feedback.

 

Ogni giorno nella tendostruttura allestita sulla spiaggia di San Vito Lo Capo (altezza via Savoia) Tempu ri manciari: le degustazioni organizzate in collaborazione con l’Associazione pescatori di San Vito Lo Capo a base di capone e non solo, disponibili venerdì solo a cena, mentre sabato e domenica sia a pranzo che a cena. Nel menu, del costo di 15 euro, busiate al pesto trapanese, capone fritto, melone giallo, un dolce siciliano e un bicchiere di vino. Nello stesso luogo gli appuntamenti di Tempu ri storie, sapuri e pignate, i cooking show ad ingresso libero che racconteranno ricette ispirate al capone, ma anche le tradizioni di pesca ad esso legate. Non solo degustazioni ma anche momenti di spettacolo: ogni sera, in piazza Santuario, concerti e show gratuiti.

Sabato e domenica mattina alle ore 10 è Tempu ri mircatu: i colori, i profumi e i suoni del mercato del pesce rivivono davanti agli occhi dei visitatori che avranno la possibilità di conoscere le diverse specie ittiche, le ricette della tradizione e le storie dei pescatori locali ma anche di partecipare ad un’asta pubblica per acquistare il pescato del giorno.
Il Capone

La lampuga, o capone, è un pesce pelagico d’alto mare presente in tutto il Mediterraneo. Si pesca tra agosto e dicembre e si consuma fresco. Vive a stretto contatto con il fondo marino per poi risalire dalle profondità nel mese di settembre. Il suo nome deriva dalla forma del capo molto pronunciata

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Cultura

Pantelleria, grande partecipazione alla Festa di San Francesco: tanta gente gremiva Khamma – F o t o

Direttore

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Dalla processione partita da Piazza Perugia di Tracino fino alle manifestazioni serali in Piazza san Francesco, tantissima gente ha animato Khamma grazie all’organizzazione del PSG Madonna della Pace

Grande partecipazione alla Festa del patrono di Khamma, organizzata da  PGS Madonna della Pace,  con il patrocinio del Comune e della Chiesa Forania SS. Salvatore di Pantelleria.

Moltissimi fedeli sono stati coinvolti nel rituali religioso della processione, partita da Piazza Perugia, in Tracino, per raggiungere Piazza San Francesco, dove si è celebrata la messa.

La commemorazione del patrono d’Italia, che ieri ha coinvolto in modo significativo tutta la nazione, richiamando una nutrita delegazione di siciliani ad Assisi, nella Contrada dei Fiori ha visto la partecipazione non solo dei contradaioli ma anche di molti turisti.

Molto apprezzati anche da quest’ultimi non solo le degustazioni gastronomiche, la serata di ballo, ma anche la mostra di disegni presso il Circolo Trieste.

La PSG Madonna della Pace tiene a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato e i partecipanti.

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Cultura

Proverbi marinareschi a Pantelleria / 5- ” Chistu è scogliu ca nun ffà nì lippu e nì pateddi”

Orazio Ferrara

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Beddra varca ‘i paranza!
Bella barca di paranza!
La barca di paranza è un peschereccio dall’aspetto imponente.
Il detto è ironico e si cita quando in una combriccola di amici, che stanno discutendo di qualcosa, si presenta il solito individuo che, con la sua prosopopea, crede di saperla lunga sull’argomento rispetto agli altri.
Dunque una persona presuntuosa e saccente, che viene però subito messo a posto, direi freddato, dalla citazione ad hoc del proverbio.

Bonu pilotu a lu furtunalo
Il buon pilota si vede nella tempesta.
Infatti è nel fortunale o burrasca che si misura la bravura e la maestria del timoniere, patrun o capitano, della barca o veliero. Così il buon padre di famiglia davanti alle inevitabili traversie della vita.

Bontempu e malutempu ‘un duranu tuttu lu tempu
Bel tempo e maltempo non durano tutto il tempo.
Era una massima aurea dei marinari del passato. Non bisognava fare troppo affidamento sul bel tempo in mare, né scoraggiarsi quando c’era maltempo. Come tutti gli eventi meteorologici ambedue non sarebbero durati a lungo.

Casa senza omu è comu la varca senza timume
Casa senza uomo è come la barca senza timone.
E’ un proverbio decisamente maschilista, però bisogna rifarsi ai tempi in cui fu coniato. Allora effettivamente una famiglia senza l’uomo in casa sarebbe andata inevitabilmente allo sbando e infine “a funno” come vascello senza timone.

Celu a picurinu, acqua e ventu vicinu
Cielo a pecorelle acqua e vento vicini.
E’ uno dei tanti proverbi marinareschi meteorologici del tempo passato. In italiano abbiamo “cielo a pecorelle, acqua a catinelle”. Dall’aspetto delle nuvole in cielo, in questo caso a pecorelle, si pronosticava e si pronostica dai marinai pioggia e vento nelle ore seguenti.
Il proverbio, come tanti altri detti marinareschi, ha un fondamento scientifico. Infatti il cielo a pecorelle è un cielo in cui le nuvole sono disposte a forma di una grossolana scacchiera su uno sfondo di cielo azzurro, in questo caso si parla di “altocumuli” che non sono altro che grandi masse di aria calda e umida, che si sono sollevate a circa tre e più chilometri di altezza e che tendono ad avvicinarsi ad un fronte freddo attivo. Al momento del contatto con quest’ultimo si hanno di solito intense precipitazioni a carattere temporalesco e venti forti. Per i marinai panteschi dei velieri erano proprio questi venti da temere.

Çelu a picorinu, sciroccu o livantinu
Cielo a pecorelle, scirocco o levantino. E’ un’integrazione del precedente, infatti qui si specificano meglio i venti con cui avere a che fare: lo scirocco o il vento di Levante. Lo scirocco è un vento di sud-est ovvero orientale, il nome deriva dall’arabo sharq che significa appunto oriente. E’ caldo umido ed è sempre foriero di maltempo con numerose e forti cariche elettriche (fulmini). Il Levantino o vento di Levante spira da est, da qui il nome. E’ un vento umido, apportatore di nebbie e di intense precipitazioni, nonché di mare agitato.

China suverchiu ‘a varca s’affunna
Piena oltremodo la barca si affonda.
Ovvero quando è troppo è troppo. Quando gli affanni della vita prendono alla gola un uomo, questi affoga esattamente come una barca troppo carica che affonda.

Chistu è scogliu ca nun ffà nì lippu e nì pateddi
Questo è scoglio che non fa né muschio né patelle.
Solitamente ci si riferisce a persona, su cui non attacca e non fa presa niente, in particolar modo di fronte a delle richieste di aiuto o peggio di sussidio economico. Dunque una persona, profondamente egoista e taccagna, dura e insensibile come uno scoglio liscio che non dà alloggio né a muschio né tantomeno a patelle.
Riteniamo comunque che in passato il detto avesse anche un altro significato, più positivo. Ci viene in aiuto in questa nostra e nuova interpretazione un arcaico proverbio napoletano che recita ‘a vonnella mia non ce stanno fuse r’appenne (alla mia gonnella non ci stanno fusi da appendere). Se a vonnella e a fuse sostituiamo rispettivamente scogliu e lippu / pateddi il gioco è fatto. Dunque il proverbio pantesco potrebbe anche riferirsi alla donna che difende, dura e inattaccabile come uno scoglio, la sua virtù, che il seduttore di turno non può intaccare minimamente.

(5 – continua)

Orazio Ferrara

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