Comunità
Pantelleria Youth Forum l’iniziativa del Parco e dello SVIMEZ: l’agricoltura per lo sviluppo sostenibile
L’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria e SVIMEZ – Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno in virtù di un protocollo d’intesa siglato nel giugno 2019, hanno avviato l’iniziativa “Pantelleria Youth Forum”, volta a realizzare, anche attraverso l’ausilio della Scuola di Politiche, un ciclo di attività che si svolgeranno nel corso del triennio 2020-22, relativo allo studio sugli strumenti di valutazione ex ante ed ex post degli effetti delle politiche pubbliche sul capitale naturale e sui servizi ecosistemici; allo studio sullo sviluppo economico delle aree protette con particolare riferimento alla fiscalità di vantaggio e alle misure di incentivazione delle attività economiche secondo lo schema delle Zone Economiche Ambientali, da coordinare con gli strumenti della politica agricola comunitaria e quelli di intervento per l’ambiente e tutela della biodiversità; alla divulgazione dei risultati delle ricerche e dei temi oggetto delle medesime, nonché i percorsi di condivisione attivati per il loro sviluppo, che saranno al centro di forum partecipativi per orientare l’attività di ricerca, e di disseminazione dei contenuti attraverso eventi formativi rivolti in particolare alle giovani generazioni e alla comunità dell’Isola di Pantelleria.
In virtù di quest’ultimo punto, l’Ente Parco ospiterà l’iniziativa convegnistica organizzata da Svimez con Scuole di Politiche, che si terrà giovedì 22 luglio alle ore 18 presso il centro visite del Museo Vulcanologico di Punta Spadillo a Pantelleria. Tema dell’incontro è la centralità del ruolo dell’agricoltura nello sviluppo sostenibile.
L’iniziativa: Si tratta di un importante momento di confronto e conoscenza per l’isola delle linee operative avviate e di tutti i supporti disponibili sul tema dell’Agricoltura nelle aree marginali che, oggi, rappresenta il focus principale di un’azione mirata a valorizzare queste aree, con una forte vocazione qualitativa delle produzioni tipiche, attraverso azioni di sistema per incrementare il reddito di ogni singolo produttore e la sostenibilità finanziaria delle micro aziende agricole. Da questo punto di vista, Pantelleria ha tutte quelle caratteristiche di conservazione e valorizzazione del suo contesto, sia del paesaggio agrario e dei suoi terrazzamenti, sia dei suoi prodotti – il Passito e il cappero – icone delle produzioni agricole mondiali. Lo sforzo che Svimez e il Parco intendono promuovere va in questa direzione: la presenza di una governance nazionale e regionale deve rappresentare un rinnovato percorso concreto di valorizzazione delle produzioni agricole per evitarne l’abbandono definitivo. All’incontro interverranno, infatti, l’assessore regionale all’agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea Regione Sicilia, Antonino Scilla, e Gaetano Armao – vice Presidente Regione Siciliana. La direttrice del Parco Nazionale Isola di Pantelleria Sonia Anelli e il Sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo daranno il benvenuto ai relatori. Apriranno i lavori Angelo Frascarelli, dell’Università degli Studi di Perugia e Giuseppe Barbera, dell’Università degli Studi di Palermo che parleranno della PAC al PNRR: traiettorie economiche di una nuova società agroecologica. Si affronterà il tema dell’innovazione quale motore per la crescita sostenibile dei territori, con gli interventi di Andrea Di Stefano – Novamont; Francesco Pugliese – Bonifiche Ferraresi; Antonio Rallo – Vini Donnafugata; Rosario Cappadona – Cooperativa Capperi di Pantelleria; Ketty D’Ancona – Vini D’Ancona; Gabriele Lasagni – Bonomo & Giglio Capperi e Produzioni tipiche. Le nuove politiche per lo sviluppo agricolo saranno presentate da Luca Bianchi – SVIMEZ; Dario Cartabellotta – Dipartimento Agricoltura, Regione Siciliana; Salvatore Gabriele – Parco Nazionale Isola di Pantelleria.
Il ruolo dell’agricoltura per lo sviluppo sostenibile: Scopo dell’incontro è definire la centralità del ruolo dell’agricoltura nel settore agroalimentare “allargato” all’interno della vita economica e sociale del Parco, sia per i compiti che all’agricoltore sono assegnati nel custodire e tutelare l’ambiente e la biodiversità delle riserve naturali. La dimensione economica dell’agricoltura all’interno di un Parco nazionale può essere a sua volta analizzata sotto una duplice veste: da un lato, vanno messi in evidenza i tratti strutturali delle produzioni agricole e della trasformazione agroalimentare in queste aree rispetto alle altre zone del paese, per individuare le caratteristiche distintive e i fattori critici delle realtà produttive che insistono nelle zone protette, al fine di poter elaborare e discutere misure di incentivo e sostegno specifiche per le aziende che operano in tali realtà; d’altro canto, vanno individuati i potenziali fattori di successo o di vantaggio comparato che, se opportunamente sfruttati, possono contribuire allo sviluppo economico sostenibile delle comunità dei Parchi Nazionali. Da questo punto di vista, il candidato ideale è il valore estraibile dalle produzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente e della biodiversità. Politiche mirate alla promozione e realizzazione di prodotti certificati, tracciabili e rintracciabili, con consumi ridotti o nulli di agrofarmaci di sintesi, potrebbero costituire un volano formidabile per il sostegno alle produzioni agricole e alle attività industriali e commerciali ad esse connesse. Da questo punto di vista, un impulso notevole può derivare dall’adozione delle moderne tecniche di agricoltura di precisione che consentono, anche in ambiti agricoli caratterizzati da piccoli produttori, di contenere i costi di produzione, riducendo l’impiego di acqua e di mezzi tecnici, e di certificare la tracciabilità dei prodotti locali. Non va altresì trascurato il ruolo dell’agricoltura di custodia e tutela dell’ambiente, specie in queste aree del Paese, rendendo anzi necessaria l’identificazione di strumenti di valutazione di tale compito, che siano funzionali sia al riconoscimento anche monetario dell’attività svolta dagli agricoltori, sia al governo delle aree, per preservarne le caratteristiche in termini di biodiversità e di servizi ecosistemici resi, a partire dalla prevenzione del rischio idrogeologico in sinergia con l’attività selvicolturale. Un rafforzamento, quindi, del concetto di agricoltura eroica già ricompreso in alcuni provvedimenti di sostegno nazionale, come gli incentivi sulla viticultura eroica previsti dalle norme contenute nel Decreto Ministeriale del 30 giugno 2020 relativo alla salvaguardia dei vigneti storici ed eroici, ma non ancora forniti di dotazione finanziaria e dei criteri attuativi da declinare a livello regionale.
Cultura
Pantelleria, premiato Ampolla d’Oro 2026 il gin “Muegin” di Enio Koshi
Enio Koshi, un giovane grande uomo presenta Pantelleria attraverso i suoi distillati
Chi a Pantelleria non conosce Enio Koshi. Nonostante la sua giovane età, il naturalizzato pantesco ha saputo farsi apprezzare sull’isola per il suo talento in tante cose, per il suo impegno negli studi di ingegneria edile e per il suo amore per la Figlia del Vento.
Sempre ben voluto e circondato da tanti amici, il trentunenne ha sviluppato negli anni una particolare passione verso le erbe autoctone di Pantelleria e verso i funghi, che lo hanno indotto a proseguire una passione famigliare: realizzare distillati.
Con il suo gin “Muegin” ha conquistato l‘Ampolla d’Oro, un riconoscimento internazionale conferito Spirito Autoctono, la rivista del settore capitanata da Lara De Luna e Francesco Bruno Fadda.

Lo abbiamo, mentre si trova a Pisa per il suo percorso accademico e abbiamo subito curiosato.Ingegnere, lei a Muegin (trattasi di contrada molto rigogliosa, poco abitata ma dove le coltivazioni sembrano uscire da un libro: perfette!) cosa fa? “Io lì raccolgo le botaniche, tutte quelle che ci sono nel gin. Faccio una prima lavorazione a Pantelleria poi le porto a Bologna alla Distilleria Gotha.”
La scelta di Bologna è stata un pò obbligata o perchè li ha un appoggio? “No, No, non è stata una scelta obbligata, bensì legata alle conoscenze, Veda il progetto Mueggen è un po’ bizzarro. Non so se abbia letto un po’ le botaniche che ci sono dentro il gin, ebbene questa idea nasce dal voler unire una passione, che è quella per questo distillato e raccontare Pantelleria, diciamo, da un punto di vista diverso. Parlare dell’isola attraverso la montagna. Di solito quando la gente conosce Pantelleria, giustamente la conosce per il mare, ma io sono super appassionato di funghi, infatti dentro il gin ci sono i porcini di Pantelleria.
“E, all’inizio, quando io ho iniziato a pensare a questo gin, a questo progetto, dovevo collaborare con qualcuno che potesse capire la cosa e potesse darmi innanzitutto una mano.
“Io, sì, vengo da una famiglia di distillatori, ma è sempre distillato grappa.”
Ah, ecco! Quindi lei alle spalle un bagaglio anche culturale per il distillato? “Sì, assolutamente! Il distillato è assolutamente un bagaglio che mi porto dietro.
“Così, ho conosciuto questo ragazzo, Valerio Destratis, che mi ha dato una mano nella realizzazione di questo progetto.
E che tipi di erbe ci mettiamo dentro il suo gin? “Intanto, il ginepro, che non può mancare mai. Si pensi che c’è un disciplinare molto rigido che ti stabilisce che almeno il 50% della totalità delle botaniche deve essere ginepro.

Ma allora il gin prende il nome dal ginepro? “Esatto, esatto! Ma oltre a questo vi sono i capperi, ovviamente, uva passa di zibibbo, ovviamente, funghi porcini, come dicevo, limoni e finocchietto marino, che è il critmo, quello che cresce sugli scogli, che ha questo profumo incredibile di agrumi, secondo me; poi è salato, quindi tende a dare queste note molto fresche al salmastro.”
Mi diceva che questa attività la sta svolgendo da circa tre anni, ma quest’anno che è successo? Lei ha fatto l’imbottigliamento del 2025 e le è stato riconosciuto in questo premio, (5:16) che è l’Ampolla d’Oro? “Infatti, l’Ampolla d’Oro. Si tratta di una guida nazionale, perché poi collabora con altre guide. Fanno queste degustazioni alla cieca e valutano il prodotto, tendendo più che altro a premiare prodotti che abbiano una carta di identità ben definita per realizzare i quali si utilizzano soprattutto materie prime endemiche o autoctone, insomma del posto.”
Se io poi scrivo Pantelleria in etichetta, deve esserci Pantelleria lì dentro. Secondo me è parecchio forte questa cosa, perché appunto, quando racconti il gin e racconti Pantelleria, soprattutto attraverso il fungo, la gente resta meravigliata, perché pensa che nella nostra isola vi sia il mare e nient’altro. Poi, appena entrano in quell’ottica lì, della montagna di 900 metri, dei funghi, del fatto di essere un’isola di contadini e non pescatori per i retaggi storici e la conformazione quella gente resta un po’ spiazzata. Quindi si racconta il territorio anche attraverso questa cosa lì.”

L’amaro bianco
Ingegnere ha progetti per il futuro? “Faremo sicuramente tante altre cose, però adesso penso che il primo prodotto che uscirà adesso sarà un amaro, un amaro bianco con le botaniche dell’isola, ma sarà più incentrato anche lì sulla montagna.”
Cultura
Pantelleria, 7 dicembre cerimonia di svelamento del busto in bronzo in memoria del Dott. Michele Zurzolo
Opera del M° Michele Cossyro
La nota del nostro Sindaco Fabrizio D’Ancona
Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che il 7 dicembre, alle ore 16:00, in Piazza Perugia, nella contrada Tracino, avrà luogo la cerimonia di svelamento del busto in bronzo dedicato al Dott. Michele Zurzolo, medico che ha segnato in maniera indelebile la storia umana e sanitaria della nostra isola.
Originario della Calabria, il Dott. Zurzolo scelse di restare sull’isola, facendo della professione medica una vera e propria vocazione al servizio della comunità.Per decenni è stato un punto di riferimento costante per intere famiglie, raggiungendo anche le zone più difficili dell’isola con spirito di sacrificio, senso del dovere e profonda umanità. Il suo operare è stato caratterizzato da una presenza discreta ma instancabile, sempre vicino ai più fragili, spesso senza badare al compenso, ma solo al bisogno delle persone.
La realizzazione del busto rappresenta un segno concreto di riconoscenza pubblica verso un uomo che ha interpretato la medicina non solo come professione, ma come autentico servizio alla collettività, lasciando un’eredità morale che ancora oggi vive nella memoria dei panteschi.
La scelta di Tracino, luogo in cui il dottore visse e operò, conferisce a questo omaggio un valore ancora più profondo, legato al territorio e alla comunità che più direttamente ha beneficiato della sua dedizione. Un sentito ringraziamento è rivolto al maestro Michele Cossyro, autore dell’opera, che con sensibilità artistica ha contribuito a rendere permanente il ricordo di una figura così significativa per l’isola. La cittadinanza è invitata a partecipare a questo momento solenne di memoria e gratitudine collettiva.
Sociale
Io sono Elisa: due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere
Canicattini Bagni / Avola – Le due giornate dell’iniziativa “Io sono Elisa”, svoltesi il 28 novembre a Canicattini Bagni e il 29 novembre ad Avola, hanno rappresentato un momento di intensa partecipazione collettiva, chiudendo simbolicamente il mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. 
Un percorso che ha lasciato nei territori tre segni concreti: tre targhe commemorative destinate a custodire nel tempo la memoria di Elisa Claps e a trasformarla in un messaggio permanente di non violenza.
L’evento è stato organizzato dalla Galleria EtnoAntropologica, in collaborazione con il Presidio HONOS di Canicattini Bagni, il Comune di Avola, con il sostegno diretto dei Centri antiviolenza Work in Progress (Canicattini Bagni) e Doride (Avola)e le comunità scolastiche canicattinesi che hanno dimostrato una grande partecipazione ed operatività nell’accoglienza e nel risultato conoscitivo del caso Claps.
Una sinergia fortemente radicata nel territorio, che ha unito istituzioni, scuole, forze dell’ordine e realtà sociali in un percorso comune di memoria, responsabilità e cittadinanza attiva. A Canicattini Bagni, due targhe sono state posate presso il Liceo “Leonardo Da Vinci” e l’Istituto Comprensivo “Verga”, luoghi centrali della formazione giovanile. La loro collocazione all’interno delle scuole è un gesto che supera la dimensione commemorativa: è un invito quotidiano alla riflessione, al rispetto e alla consapevolezza civile.
Le dirigenti Rita Spada e Clorinda Coppa hanno sostenuto con convinzione questo percorso, inserendo la memoria di Elisa nel cuore dei progetti educativi.
Fondamentale è stata la partecipazione delle forze dell’ordine – Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri – e di tutte le istituzioni sociali operative nel territorio, che con la loro presenza hanno testimoniato una collaborazione solida e determinata. Una rete che rappresenta la forza della comunità quando sceglie di agire insieme, con responsabilità e fermezza, nel contrasto al femminicidio e nella costruzione di un’autentica cittadinanza attiva. 
Il 29 novembre, ad Avola, la terza targa è stata posata presso il Centro antiviolenza Doride, luogo in cui la memoria trova una collocazione profondamente simbolica.
Qui, la targa dedicata a Elisa diventa luce e testimonianza proprio lì dove la violenza viene affrontata quotidianamente con professionalità e cura.
Un gesto voluto dal Comune di Avola e dalla sua Sindaca Rossana Cannata, che hanno scelto di intrecciare la memoria di Elisa con il lavoro prezioso svolto dal Centro Doride.
Il Centro antiviolenza Work in Progress di Canicattini Bagni ha ugualmente contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, rafforzando il messaggio delle due giornate e ampliando la rete territoriale di protezione e sostegno.
La Presidente della Galleria EtnoAntropologica, Laura Liistro, ha ricordato come le targhe non siano semplici simboli, ma punti di riflessione permanente, capaci di mantenere viva la memoria di Elisa nel tempo e di trasformarla in un faro per la costruzione di una cultura della non violenza. La presenza della famiglia Claps, di Mariagrazia Zaccagnino, del giornalista Angelo Barraco e della forza luminosa di mamma Filomena ha dato alle due giornate una profondità emotiva intensa, trasformando il ricordo in un abbraccio collettivo.
Tre targhe. Tre luoghi.
Due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere responsabilità condivisa:
fare in modo che il nome di Elisa continui a illuminare il cammino contro la violenza sulle donne perché la memoria non si posa: cammina.
E finché cammineremo insieme, la luce di Elisa continuerà a guidarci.
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