Cultura
Pantelleria – Storia dei collegamenti marittimi, la nave passeggeri degli anni 50/60
Nel Dopoguerra
Nell’immediato dopoguerra i collegamenti marittimi da e per Pantelleria erano gestiti dalla società di navigazione “La Meridionale”, che impiegava in quella tratta, con cadenza settimanale, il vetusto piroscafo “Ustica”.
Alla fine del 1949 a “La Meridionale” subentrò la Ditta Cirrincione Andrea di
Palermo con un contratto di validità fino al 31 Dicembre 1953.
Nell’anno 1952 l’aumentato traffico sia passeggeri che merci da e per Pantelleria indusse l’armatore
Andrea Cirrincione, titolare come accennato di quella linea marittima, all’acquisto di una nuova
nave.
Si trattava del piroscafo “Ostbornholm” da 770 tonnellate, varato in Danimarca dal cantiere n.
66 di Aalborg il 31 marzo 1939. Lunghezza fuori tutto 51,70 metri, larghezza 9,50 metri.
Sviluppava una velocità media di 12,5 nodi.
Per il rapporto lunghezza/larghezza si presentava come
una nave corta e larga, inoltre aveva una prua a taglio quasi verticale, caratteristiche queste dovute
al fatto di essere stata concepita per la navigazione nel mare del Nord e i suoi fiordi.
Al piroscafo “Ostbornholm” (che rimandava al nome di un’isola danese) fu imposto il nuovo nome
di “Egadi”.
I tre piroscafi “Egadi” per Pantelleria
Era il terzo di tal nome sulla linea di Pantelleria.
Il primo alla fine dell’Ottocento, che
raggiungeva anche Tunisi, il secondo da 861 tonnellate fu affondato in guerra, il 31 agosto 1941, a
nord ovest dell’isola di Lampedusa da cinque aerosiluranti inglesi del tipo Fairey Swordfish,
decollati da Malta.
Altro piroscafo della ditta Cirrincione, impiegato spesso sulla tratta di Pantelleria, era il Mazara,
piroscafo da 984 tonnellate di stazza lorda varato nell’anno 1934. La lunghezza di questo piroscafo
era di 66,70 metri, la larghezza di 9,85 metri e il pescaggio di 3,62 metri. Aveva due caldaie e una
macchina a vapore dalla potenza di 1470 HP, che gli permetteva una velocità di crociera di 13,5
nodi.
Nel secondo conflitto mondiale il Mazara era stato armato quale incrociatore ausiliario con 2 pezzi
da 76/40 mm e 2 mitragliere Breda da 13,2 mm.
Venne affondato sotto un bombardamento alleato
in data 12/13 agosto 1944. Recuperato dopo la guerra nel 1946, venne impiegato dal 1947 nel
collegamento delle isole minori della Sicilia. Negli anni Cinquanta per alcuni anni la sua livrea fu di
colore nero, poi la livrea divenne di colore bianco.
Dal 1° gennaio 1954
le linee di collegamento per Pantelleria e per le altre isole della Sicilia Occidentale passarono alla Società SI.RE.NA. (Sicula Regionale di Navigazione), con sede a Palermo. La SI.RE.NA., per clausole contrattuali, fu obbligata a rilevare tutte le navi della società
Cirrincione quali l’Egadi, il Mazara e le ormai antiquate e lente “Ustica” e “Lampedusa”, le
cosiddette “saliere”, dismesse peraltro subito dopo, negli anni 1955/1956, e sostituite da due nuove
navi di recente costruzione.
Quest’ultime furono le motonavi “Nuova Ustica” e “Nuova Egadi”, costruite nei Cantieri Navali
Riuniti di Palermo appunto in quegli anni. Erano di limitato tonnellaggio, circa 450 tonnellate di
stazza lorda, e appunto per questo sembravano più degli yacht che navi di linea, accentuava questa
caratteristica la livrea bianca e i grandi teli che, in estate, riparavano dal sole i passeggeri a poppa.
La loro velocità media era di 12 nodi.
I ricordi di Orazio bambino
Chi scrive queste note ha viaggiato bambino, poi ragazzo, sul Mazara, sull’Egadi e sul Nuovo Egadi
e ancora ricorda, con emozione e nostalgia, quei viaggi verso l’isola natia. E poi gli occhi sgranati
per la meraviglia alla vista dei guizzanti delfini che evoluivano con eleganza intorno a quelle navi e
che, per la bassa altezza delle stesse, sembrava potessero toccarsi con le mani.
Nell’anno 1964 venne avviato alla demolizione il piroscafo Mazara.
In quello stesso anno l’Egadi
venne ceduto alle Linee Marittime dell’Adriatico di Lolli Ghetti e impiegato, dopo una rudimentale
trasformazione in traghetto, sulla tratta Pescara-Spalato. Il 24 ottobre 1973, durante un’eccezionale
burrasca, la motonave Nuova Egadi affondò nel porto di Palermo, venendo però recuperata
successivamente. La Nuova Egadi venne definitivamente disarmata e demolita nel 1975.
Orazio Ferrara
Foto: nave Egadi
Ambiente
Il Parco lancia “Pantelleria Terrazzamenti Colti”, avviso per recupero di terre abbandonate o a rischio abbandono
Per aderire c’è tempo fino al 31 dicembre 2025
L’Ente Parco lancia “Pantelleria Terrazzamenti Colti”, avviso per il recupero delle terre
abbandonate o a rischio abbandono
Un’iniziativa volta alla valorizzazione dei terreni rivitalizzando la tradizione agricola
L’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria lancia, con il MASE (Ministero dell’Ambiente e della
Sicurezza Energetica), un’importante iniziativa rivolta ai proprietari di terrazzamenti agricoli
coltivati ritenuti a rischio di abbandono (o già incolti e abbandonati) al fine del loro recupero e
conduzione.
Il progetto è destinato a realizzare misure di intervento volte alla valorizzazione dell’agricoltura. Tutto nasce dalla constatazione che il territorio dell’isola, da diversi
anni, registra una riduzione delle superfici terrazzate agricole coltivate con conseguente aumento
del degrado dei muretti a secco legato alla mancanza di cura e manutenzione ordinaria dei
terrazzamenti.
Il rischio è che si perdano le caratteristiche identitarie del paesaggio agricolo in cui,
anno dopo anno, si osserva la riduzione delle coltivazioni di vite e cappero, ma anche la perdita dei
saperi tradizionali, come quella dell’arte dei muretti a secco.
Obiettivo di “Pantelleria terrazzamenti colti” è quindi valorizzare i terreni agricoli incolti, abbandonati o non adeguatamente utilizzati o di prossimo abbandono, rivitalizzando la tradizione legata all’agricoltura, anche attraverso l’inclusione sociale e lavorativa, offrendo nuove opportunità per i giovani e favorendo l’introduzione di innovazioni tecnologiche e colturali ecocompatibili.
I terreni dovranno essere resi disponibili in affitto per almeno 15 anni e il loro recupero avverrà
prioritariamente attraverso la coltivazione di vite, cappero, ulivo, origano, nonché mediante
allevamenti e altre colture mediterranee idonee alla produzione di derrate. I terreni candidati dai
proprietari nell’elenco dell’iniziativa “Pantelleria Terrazzamenti Colti” dovranno avere precise
caratteristiche, consultabili nell’avviso pubblico al seguente link
https://www.parconazionalepantelleria.it/pagina.php?id=175
La scadenza per l’invio delle domande è fissata per il 31 dicembre 2025.
Il Commissario e la Direzione del Parco esortano la Comunità ad aderire all’iniziativa e ricordano
che gli uffici dell’Ente sono a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento. L’iniziativa
rappresenta infatti una importante opportunità per i proprietari dei terreni agricoli e per mitigare
il processo di abbandono dei terreni in atto.
Cultura
La Luna del Castoro che ha illuminato Pantelleria ieri sera
La luna più splendente del 2025
Ha fatto giusto in tempo la Superluna di novembre, ad apparire e sedurre esseri umani, animali e terrazzamenti agricoli dell’isola.
Solo ieri sera era così visibile e vicina da avere l’impressione di poterla accarezzare e domani il maltempo torna ad investire la Sicilia e molto probabilmente anche Pantelleria.
L’autore ineguagliabile della foto, lo stimato astrofilo Leonardo Puleo, ha fatto omaggio i nostri elettori di questa immagine spettacolare, dando da esperto quale è il nome del nostro satellite: la Luna del Castoro.
Il fotografo dell’universo, con il suo occhio abile e sensibile ha realizzato la sua ennesima opera d’arte, dimostrando ancora una volta il suo talento.

Luna Piena del Castoro, che per l’occasione sarà anche una Superluna è stata la più grande e luminosa dell’intero anno, perché aveva raggiunto la distanza minima in assoluto dalla Terra, il perigeo.
Perchè si chiama Luna del Castoro
Il nome è da ricondursi, come spesso accada, alla tradizione dei nativi americani, ma in questo caso anche all’epoca del commercio delle pellicce in epoca coloniale. I grandi e simpatici roditori, in questo periodo dell’anno costruiscono le tane per rifugiarvisi durante la stagione fredda.
In questo modo diventavano facili prede sia dei nativi americani sia dei commercianti di pelli.
Cultura
La Sicilia premiata a Roma: 24 Chef insigniti del Collare Cocorum
A Roma la cerimonia dell’onorificenza della Federazione Italiana Cuochi che celebra 25 anni di dedizione all’Arte Culinaria
Ventiquattro chef siciliani premiati a Roma dalla Federazione Italiana Cuochi per 25 anni di eccellenza gastronomica
Roma, 3 novembre 2025 — Il prestigioso Teatro Ghione ha ospitato la cerimonia di consegna dei Collari Collegium Cocorum, una delle più alte onorificenze conferite dalla Federazione Italiana Cuochi (FIC). Questo riconoscimento celebra gli chef che da oltre 25 anni si dedicano con passione all’Arte Culinaria, mantenendo viva la tradizione e il prestigio della cucina italiana.
Un tributo alla Sicilia gastronomica
Quest’anno, la Sicilia ha brillato con orgoglio: 24 chef siciliani, tutti membri dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani, sono stati insigniti del Collare Cocorum 2025. Un riconoscimento che premia non solo la longevità professionale, ma anche l’impegno quotidiano nel custodire e innovare la cultura gastronomica dell’isola.
Per ottenere il Collegium Cocorum bisogna essere iscritti alla Federazione Italiana Cuochi in maniera continuativa negli ultimi cinque anni ed essere ultra 45enni.
I collari vengono assegnati, da quindici anni a questa parte, in genere ogni biennio, come riconoscimento di carriera e dedizione alla professione.
I premiati per provincia:
Agrigento (8): Abruzzo Calogero, Andrei Andreaa Loredana, D’Aleo Maurizio Alfredo, Butticè Giovanni, Moscato Giuseppe, Marino Concetta, Di Maggio Rosaria, Falsone Pino
Catania (1): Favara Giuseppe
Enna (3): La Monica Salvatore Angelo, Boschetto Veruska, Unbriaco Rosario Sebastiano
Palermo (5): Di Sclafani Giovanna, Pellitteri Liborio, Sacco Massimiliano, Antico Paolo, Laudicina Valentina
Trapani (7): Simonte Bartolomeo, Pace Rocco, Abrignani Angela, Adamo Andrea, Mineo Antonio, Bonomo Francesco, Lorito Vito Salvatore
Una cerimonia solenne e sentita
La consegna dei Collari è stata accompagnata da momenti di grande emozione, alla presenza di chef, professionisti e rappresentanti della FIC provenienti da tutta Italia. Il riconoscimento, ispirato alla tradizione romana imperiale, è conferito dal Consiglio dei Collari del Collegium Cocorum e rappresenta un simbolo di dedizione, maestria e rispetto per la cucina italiana.
Dietro le quinte del gusto
Questa cerimonia è un tributo a chi lavora spesso lontano dai riflettori, ma è protagonista indiscusso della cultura gastronomica italiana. Gli chef premiati incarnano l’essenza della cucina siciliana: passione, autenticità e profondo legame con il territorio.
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