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Pantelleria, sorprendente pesca per Davide Errera e Andrea Rizzo. Ecco il peso dei calamaroni

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Davide Errera e Andrea Rizzo hanno portato a casa un bottino ittico sorprendente, nella giornata di ieri.
I talentuosi cacciatori di mare, questa volta, però, hanno messo a frutto solo un pò di fortuna, giacchè sono state le prede ad avvicinarsi alla loro imbarcazione, permettendo una cattura facile e senza fatica.
Uno 16.760 e l’altro 15.570 chili di peso per ciascun esemplare di calamaro, che come ci h spiegato Davide, sono animali di alta profondità. Nel loro percorso, devono aver perso l’orientamento, rischiando di finire sugli scogli.

Questa circostanza, sommandola a quella del delfino prima e pescespada dopo, trovati morti tra gli scogli di Cala 5 Denti, ci induce a riflettere: animali mai visti così prossimi alla costa, ora stanno avvicinandosi sempre più. Approfondiremo

Naturalmente, non abbiamo minimamente osato chiedere il punto di caccia dove i nostri straordinari pescatori hanno catturato i calamaroni, perchè non lo rivelerebbero mai, come insegna la scuola dei pescatori. E loro di scuola ne hanno fatta…
Entrambi hanno ereditato tale attitudine nel proprio DNA, trasmessa dai nonni e acquisita come un abbraccio amoroso sia dal giovane e talentuoso cuoco Davide, sia, ancor prima, dall’inarrestabile Andrea.
Due generazioni si panteschi a confronto con questa grande verso la pesca, verso il mare e la loro isola.
Ce lo ricordiamo Davide piccolino: mentre tutti gli amichetti erano a Gadir a far tuffi dalla banchina, lui partiva con il nonno paterno, a bordo di una barca, e prendere il largo con lo sguardo eccitato e fisso all’orizzonte, mentre le onde sollevate, li cullavano dolcemente.

E ci ricordiamo anche di Andrea, giovanotto, con quegli occhi azzurri e la pelle scurissima per aver voracemente inghiottito sole e salsedine: le nasse immense, armate di mazzere (zavorra), che spiccavano sulla prua del gozzo, lanciato verso le punte estreme dell’isola, per quotidiane nuove avventure marinare.

Entrambi khamioti e con una spiccata passione anche per l’agricoltura rappresentano in pieno l’essere isolano: insomma più panteschi di così.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Lamine Yamal a Pantelleria e impazza il web

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Il giovanissimo fuoriclasse spagnolo incantato dall’isola ha rivelato il suo carattere romantico

Si trova a Pantelleria, in questi giorni, quello che è considerato attualmente il calciatore numero uno al mondo: Lamine Yamal.

Nel suo profilo instagram ha pubblicato una serie di foto che lo immortalano in momenti di relax, ma anche immagini dell’isola con lune sgargianti da ispirare i più illustri poeti.

Appena diciassettenne, il fuoriclasse del Barcellona, con il suo ruolo di esterno destro, ha conquistato non solo gli esperti dello sport più controverso in assoluto di sempre, ma anche i più moderati, manifestando una capacità tecnica e tattica di altissimo livello, inarrivabile.

Da quanto sappiamo, ha raggiunto Pantelleria a bordo di un elicottero, e si è rifugiato a soggiornare a Rekhale, in una villa da sogno, sulla piccola insenatura con l’acqua calda in messo al mare.

Per seguire il calciatore e le sue avventure sportive e pantesche: https://www.instagram.com/p/DKxkZLcIPXt/?img_index=11

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Pantelleria, Cordoglio per la scomparsa di Sebastiano De Bartoli

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L’Amministrazione Comunale di Pantelleria esprime profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Sebastiano De Bartoli.

Figura stimata e benvoluta dalla comunità, De Bartoli lascia un vuoto umano e civile difficile da colmare. Alla sua famiglia e ai suoi cari giungano le più sentite condoglianze da parte del Sindaco, della Giunta e dell’intero Consiglio Comunale.

La comunità pantesca si stringe nel ricordo affettuoso di un concittadino che ha saputo distinguersi per il suo impegno e il suo esempio.

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Pantelleria, muore Sebastiano De Bartoli: ha combattuto come un guerriero. Sgomento nella comunità

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La notizia sta sconvolgendo il modo della viticultura e non solo: è venuto a mancare Sebastiano De Bartoli, per un male contro il quale ha lottato fino al suo ultimo anelito.
E’ stata la famiglia ad annunciare la notizia sui canali social, con un messaggio molto toccante e condiviso:
Con immenso e inconsolabile dolore dobbiamo darvi la notizia che mai avremmo voluto dare, il nostro Sebio ci ha lasciati.
“Ha combattuto come un guerriero contro una lunga malattia, che non ha mai scalfito la sua voglia di vivere e il suo attaccamento alla vita.
“Lascia un vuoto incolmabile in azienda e nel cuore di chi lo ha amato o anche solo conosciuto.
“Un grande uomo del vino , un grande lavoratore, padre e marito amorevole , amico sincero , fratello e figlio di cui sarà impossibile non sentire la dolorosa mancanza , perchè Sebio riempiva ogni cosa , ogni luogo e ogni cuore con il suo sorriso e il suo amore per la vita.
“Ci lascia, ma in realtà non se ne andrà mai.
“Resta in ogni cosa che ha creato con le sue mani e il suo ingegno, dai vini di Pantelleria , alle sue sculture, alle sue macchine e in mille altre passioni.”

Poi l’Associazione Italiana Sommelier delegazione di Trapani, così ha scritto:

“Oggi il mondo del vino si sveglia con una triste notizia, la scomparsa di Sebastiano De Bartoli.
“Una vita dedicata al vino e all’azienda creata dal padre Marco De Bartoli, portata avanti da “Sebio”, insieme ai fratelli Gipi e Renato. L’amore lo aveva portato in Piemonte, dove la moglie segue l’azienda “Fratelli Barale”, storici produttori di Barolo. Idealmente aveva unito due terre di grandi vini: la Sicilia e il Piemonte che oggi lascia entrambe.
“Per molti di noi è stato più che un amico, uno di famiglia. Oggi vederlo andare è per noi un’immensa perdita.
“Tutti i sommelier della Delegazione di Trapani si uniscono al dolore della famiglia, della moglie e dei figli, della sorella Gipi e del fratello Renato.
“Ciao Sebio, che la terra ti sia lieve.”

 
 Questa redazione, sgomenta, si unisce al dolore dei famigliari.

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