Cultura
Pantelleria, salvata femmina di piccione viaggiatore, messaggeri ed eroi nella storia

L’incredibile e affascinante storia dei piccioni viaggiatori
Cari della redazione e cari lettori, qualche tempo fa il caro Ispettore Forestale Paolo
Landolina ha soccorso e recuperato una femmina di piccione viaggiatore in
difficoltà, era stremata, denutrita e zoppicante e prontamente me l’ha consegnata qui,
in quello che negli anni è ormai diventato l’unico e del tutto casalingo centro di
soccorso per l’avifauna di Pantelleria.
Dall’anello identificativo siamo risaliti ai proprietari, regolarmente iscritti alla
Federazione di piccioni da corsa di Malta e sono stati contattati dalla nostra
Associazione L’Avamposto per l’eventuale ritorno a casa della nostra amica.
Anche se non si tratta di una specie selvatica protetta e quasi tutte le associazioni di
protezione della fauna non si fanno carico di questi animali, abbiamo deciso di
prendercene cura ugualmente.
Proprio perché consci e consapevoli dell’incredibile e importante relazione storica tra
colombi ed esseri umani, intendiamo onorarne la memoria, oltre che per un fattore
prettamente umano.
Ma come facevano i piccioni viaggiatori a consegnare i messaggi e ad essere cosi
efficienti nella corrispondenza dei tempi passati?
Ad oggi gli scienziati non hanno pienamente compreso come facciano, ma si pensa
che queste creature, come molte specie di uccelli migratori siano dotate di un Geo –
Recettore interiore, una sorta di bio rivelatore del campo magnetico terrestre e la
nostra stella Sole che gli permette di tracciare con precisione la rotta verso casa.
Ma c’è dell’altro, infatti tutti i columbidi si affezionano cosi tanto al luogo dove sono
nati, che ovunque essi vengano rilasciati faranno di tutto per ritornare al nido del
cuore.
Ciò permetteva agli addestratori e ai ricognitori di trasportare i piccioni verso gli
avamposti fuori dai propri confini, per esempio per seguire gli spostamenti
dell’esercito nemico o sulle coste marine per l’avvistamento di pirati e altri
aggressori, per poi essere rilasciati e consegnare ai luoghi d’origine i preziosi
dispacci.
Ma i piccioni possono affezionarsi anche ad un secondo luogo se lo trovano di loro
gradimento, cosi questa loro peculiarità permetteva di inviare messaggi non solo in
entrata, ma anche in uscita da un centro all’altro in tempi brevissimi per l’epoca.
Tutti sanno che le colombe formano delle coppie per la vita, ciò mi fa pensare che
questi messaggeri alati siano custodi di un profondo e speciale legame con il loro
nido e con la loro comunità.
QUali altri super poteri hanno i piccioni viaggiatori?
Ma vediamo oltre a queste capacità, quali sono gli altri super poteri di cui sono
dotati i nostri amici.
In primo luogo c’è da dire che questi animali possono vivere fino a 25 anni e volare
ad una velocità minima di 100 km orari e raggiungere una velocità massima di 185
km orari (record in orizzontale tra tutte le specie di uccelli) e può percorre ben 1000
km (Catania – Firenze) in solo 12 ore.
Questi tempi di consegna non erano minimamente paragonabili a qualsiasi mezzo di
comunicazione via mare o via terra, che in passato richiedeva settimane o addirittura
mesi per percorrere la stessa distanza ed erano tanto sicuri e con un tale livello di
riservatezza da fare imbarazzare i più sofisticati sistemi tecnologici di oggi.
Inoltre tutti i columbidi sono dotati di un ottima vista, che gli permette di vedere
tutto lo spettro dei colori e perfino la luce ultravioletta, oltre che dotati di un olfatto
finissimo e una memoria fotografica formidabile.
Se non è intelligenza naturale questa…
La nostra storia è colma di interessantissimi aneddoti e avvenimenti tanto
straordinari che ci riportano a questo antico legame, da meritare di essere ricordati.
Infatti…
Tanto tempo fa nelle torri di ogni regno e città v’erano i mastri addestratori di
piccioni, che con una vasta e ben organizzata rete di apposite postazioni, detti anche
“Centri Oracolari” garantivano la fondamentale comunicazione nelle epoche antiche.
Non si sa con precisione, quando le comunità umane iniziarono a usare colombe,
tortore e più raramente altri uccelli come cornacchie e corvi per comunicare e
scambiare messaggi, ma esistono riferimenti a tale pratica perfino nelle tavolette
sumeriche di 5-6 mila anni fa.
Gli studi e le scoperte archeologiche testimoniano che la profonda relazione tra
umani e colombi era presente in quasi tutte le grandi civiltà del passato.
Infatti gli antichi egizi, greci, persiani, assiri. romani, arabi, celti, cristiani e saraceni,
cosi come i grandi imperi e le dinastie dell’antica Cina, della Russia, dell’India e
della Mongolia, facevano ampio uso di questi simpatici aviatori per potere
comunicare in maniera veloce ed efficiente.
Tanto che ad essi, con un intricata rete di comunicazione era affidato il servizio
postale delle antiche civiltà.
Oggi, vista l’estrema adattabilità di questa specie, siamo abituati a vederli un po
ovunque, sono comuni e numerosissimi anche negli ambienti urbani e spesso sono
ignorati o considerati un problema per gli escrementi che imbrattano i monumenti.
Ma probabilmente se non ci fossero stati i piccioni viaggiatori a venirci in soccorso
fino all’epoca moderna e più precisamente fino al 1950, dopo la seconda guerra
mondiale, tutta la storia che narriamo oggi sarebbe stata completamente diversa.
E chissà senza il loro memorabile aiuto in quali meandri oscuri sarebbe giunto
l’epico racconto dell’umana esperienza su questo pianeta…
Proviamo a immaginare per un attimo tutti gli intrighi di corte, gli attacchi
pirateschi, gli assedi delle città o di interi regni, i disperati dispacci arrivati a
destinazione, le delicatissime missioni che hanno contribuito a salvare milioni, se
non più di vite umane, grazie a queste mirabili creature.
Nonostante la colomba viene considerata da sempre simbolo di pace e fedeltà e viste
le straordinarie capacità e lo spiccato coraggio di questi messaggeri del cielo e data
la contraddittoria natura umana, questi animali non poterono esimersi dal loro uso in
ambito militare ed ogni armata ed esercito di tutte le epoche del passato possedeva
intere divisioni di addestratori e piccioni che garantivano la comunicazione sui
territori da conquistare o da difendere.
I piccioni e i grandi condottieri della storia
Ogni grande condottiero e conquistatore della storia; da Alessandro Magno a Dario il
Grande, da Giulio Cesare ad Annibale, da Gengis Kan a Pietro il Grande,
riconosceva il valore intrinseco di questi particolari messaggeri per la buona riuscita
di qualsiasi operazione militare.
Da ricordare l’assedio di Parigi durante la guerra Franco – Prussiana (1870 – 1871) in
cui i Parigini riuscivano a comunicare con l’esterno della città grazie a questi leali
messaggeri. (Durante l’assedio di Parigi, quando la fotografia era agli albori si potè
ridurre le pellicole in microfilm, cuciti alle penne della coda, in modo che ogni
piccione potesse consegnare un testo scritto contenente fino a un milione di parole.
Durante l’assedio vennero inviati con questo sistema 150.000 messaggi governativi,
militari e segreti e oltre un milione di missive private). Fonte 1
Nonostante l’avvento del telegrafo e delle successive stazioni radio, i piccioni
vennero ampiamente usati anche nel più recente passato, proprio durante i due
conflitti mondiali, poiché si rivelavano fondamentali in caso di distruzione delle
stazioni radio da parte del nemico.
Così, fin dalla fine della guerra Franco – Prussiana i piccioni viaggiatori
cominciarono ad essere usati su vasta scala e nei più svariati utilizzi in tutta l’Europa,
non solo per la comunicazione, ma anche come veri e propri droni ricognitori in
grado di fotografare le posizioni e gli spostamenti dell’avversario, e perfino per
intercettare gli equipaggi dispersi in mare, tanto che l’aviazione inglese riporta che
un equipaggio su sette abbattuto dall’artiglieria nazista e disperso in mare, veniva
salvato grazie ai fidi pennuti.
Per comprendere quanto fu indispensabile e determinante l’utilizzo dei piccioni
soldato nella prima e seconda guerra mondiale, basti sapere che gli eserciti alleati di
Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Italia. Francia, Belgio e altri Stati europei,
durante il primo conflitto possedevano più di 400.000 mila piccioni soldato a fronte
dei 150.000 dell’esercito tedesco.
Per rimediare a questo divario numerico i nazisti si avvalsero dei famigerati falchi da
guerra per intercettare e ghermire i piccioni messaggeri e le truppe avevano l’ordine
di sparare a vista su ogni pennuto avvistato.
Le ordinanze dei nazisti
I Nazisti emisero perfino ordinanze specifiche per consegnare e requisire le
piccionaie private nei territori occupati, di conseguenza furono centinaia le condanne
per fucilazione dei trasgressori partigiani e combattenti tra gli stati alleati.
(La mancata consegna era spesso punita con la morte. Proprio per questo un giovane
russo di Rostov sul Don, Viktor Cherevichkin di soli 16 anni, il 28 novembre 1941
fu fucilato per aver nascosto gli uccelli.
I tedeschi utilizzavano anche dei falchi addestrati per intercettare i piccioni sovietici;
esiste addirittura un documento sul drammatico destino del piccione N.48, che fu più
volte attaccato da un falco, ma alla fine riuscì a tornare a casa: “Verso il crepuscolo,
il volatile N. 48 è caduto ai piedi dell’addestratore di piccioni Popov. Aveva una
zampa rotta ed era attaccata al resto del corpo solo da un sottile strato di pelle. Il suo
petto era coperto di sangue secco. Il piccione respirava pesantemente e a fatica, con
il becco aperto, fu operato da un veterinario e riuscì a salvarsi”.
Nel 1944, il 2° Fronte Baltico fece addestrare una speciale squadra di piccioni
postali: 500 volatili, sotto la supervisione di 80 addestratori, furono addestrati a
volare in 22 direzioni in un raggio di 10-15 km. In sei mesi, consegnarono più di
4.000 piccionigrammi. L’esercito sovietico dei piccioni subì enormi perdite durante
la Seconda guerra mondiale. Tuttavia, riuscì a dare un contributo significativo alla
vittoria, assicurando la consegna di decine di migliaia di messaggi importanti ai loro
destinatari). Fonte 2
Proprio in questi giorni (dall’8 all’11 maggio) in Russia si celebra la vittoria sul
nazifascismo, dove si onora la memoria dei caduti e l’eroica Armato Rossa, il
Reggimento Immortale che fu determinante nella sconfitta del nazifascismo.
E sembra davvero inconcepibile e insano che nella votazione delle Nazioni Unite del
17 dicembre 2024, svoltasi contro la glorificazione del nazismo e del neo – nazismo,
siano state tutte le nazioni dei cosiddetti paesi occidentali, quali Germania, Stati
Uniti, Francia, Polonia, Ucraina, Canada, Regno Unito, Italia ecc. a votare contro.
Fortunatamente la risoluzione è passata con 119 voti a favore, 53 contrari 10 Stati
astenuti.
Ma fa davvero rabbrividire che queste 63 nazioni, che sarebbero dovute essere in
prima linea a favore di tale risoluzione, abbiano invece votato contro per mero
interesse politico.
L’Armata Rossa e l’intero popolo russo in quell’oscuro periodo fece ampio uso dei
piccioni soldato, tanto che alla fine del conflitto vennero insigniti della medaglia al
valore ben 30 addestratori e relativi piccioni.
Va ricordato che l’allora Unione Sovietica fu teatro della più sanguinosa e spietata
aggressione delle armate naziste, dove si ebbe il più alto numero di vittime; circa 27
milioni tra civili e soldati.
La resistenza più straordinaria si ebbe nelle città di Stalingrado, Leningrado e
Mosca, dove in quest’ultima l’esercito nemico si spinse fino a soli 32 km dalla Piazza
Rossa, per poi essere sconfitto e inseguito dall’Armata Rossa fino a Berlino, facendo
capitolare il 3° Reich e liberando in seguito i famigerati campi di sterminio e
concentramento di Auschwitz, Kulmhof, Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen e
tanti altri.

dal sito Top War
Naturalmente anche dall’altro fronte occidentale le forze alleate si avvalsero del
prezioso contributo dell’esercito dei piccioni per fare fronte comune alla minaccia
del nazismo.
Perfino nel fatidico giorno del D – Day, l’uso dei piccioni viaggiatori fu determinante
per coordinare lo sbarco in Normandia, uno di essi di nome Paddy divenne famoso
per aver consegnato nel Regno Unito il messaggio che riportava la buona riuscita del
famoso sbarco. ( Il nome in codice della missione era “U2” e Paddy si trovò nel bel
mezzo del fuoco nemico quando venne rilasciato in Normandia intorno alle 08.15
del 12 giugno per trasferire messaggi codificati sull’avanzata delle truppe anglo-
americane. Il pennuto dovette far fronte alle pessime condizioni meteorologiche ed
evitare gli agguati dei falchi tedeschi a sua volta addestrati dall’esercito di Hitler per
andare “a caccia” di Paddy e compagni. Il piccione irlandese volò per 240 chilometri
fino all’Hampshire e “atterrò” alla base in quasi 4 ore e 50 minuti. Un’impresa
eroica che gli valse la medaglia “Dickin” il 1° settembre 1944, dal nome della
veterinaria Maria Dickin che aveva lanciato il riconoscimento in onore degli animali
“in armi”.) Fonte 3

dal sito Top War
E’ d’obbligo ricordare anche la famosa Cher Ami (Cara Amica) il piccione che salvò
200 uomini durante la prima guerra mondiale quando il Maggiore Charles White
Whittlesey del Battaglione perduto della 77° divisione, si trovò in una situazione
disperata finiti in una depressione di una collina restarono accerchiati dai tedeschi da
un lato e dall’altro dall’artiglieria amica e affidò all’ultimo piccione il messaggio per
la loro salvezza. (Furono tre i piccioni inviati prima di Cher Ami che furono
abbattuti.. Fu il momento di Cher Ami, ultimo volatile e ultima speranza rimasti al
battaglione. Whittlesey consegnò le sorti dei suoi uomini al piccione che portava il
seguente messaggio: “Ci troviamo lungo la strada parallela alle coordinate 276,4. La
nostra stessa artiglieria sta effettuando uno sbarramento proprio sopra di noi. Per
l’amor di Dio, fermatevi”. Appena spiccato il volo, i tedeschi iniziarono a sparare e
Cher Ami fu colpita al petto, ad una zampa e ad un occhio, ma nonostante questo
continuò a volare e a schivare le pallottole, percorrendo 25 miglia in soli 65 minuti e
consegnando con successo il suo messaggio, salvando una parte degli uomini della
77a divisione. I medici della divisione raccolsero l’uccello completamente coperto di
sangue e fecero di tutto per salvarlo. Cher Ami si salvò ma perse la zampa che fu
sostituita da una protesi di legno. Appena in grado di viaggiare fu imbarcata per gli
Stati Uniti dove ricevette la medaglia Coix de Guerre e la medaglia d’oro dei corpi
organizzati di American Racing Pigeon Fanciers. Furono 12 in totale i viaggi
eseguiti con successo da Cher Ami, che morì il 13 giugno 1919 a causa delle ferite
riportate in battaglia. Il suo corpo imbalsamato è attualmente conservato ed esposto
nel National Museum of American History). Fonte 4
Esistono molti monumenti che onorano la memoria di questi coraggiosi alleati del
cielo, come il monumento esposto a Bruxelles.
I piccioni viaggiatori dopo la Seconda Guerra Mondiale
Terminato il periodo bellico, e perso anche il romanticismo poetico dell’utilizzo di
questi amabili aviatori, oggi come ogni cosa che comprende e fagocita l’odierna
società umana, ha ridotto i piccioni viaggiatori al mero uso ludico e commerciale
nelle competizioni, dove vengono liberati fino a 15.000, 20.000 esemplari a gara e
ormai si svolgono un po in tutto il mondo.
Per avere un idea dell’enorme indotto economico, basti sapere che un imprenditore
cinese di cui non si conoscono le generalità, ha comperato il campione Armando per
1 milione 200 mila euro e la campionessa New Kim per un milione 600 mila euro
per l’accoppiamento. Fonte 5
In Belgio nella gara di piccioni del 2019 il montepremi ammontava a più di 50
milioni di euro.
Adesso che scrivo, la nostra amica che ho chiamato Vittoria, sta meglio, il peggio
sembra passato, ha ripreso le forze e grazie alle cure sembra stia superando pure la
brutta infezione alla zampa destra, che gli ha compromesso un dito.
Ogni uccello che accolgo e cerco di aiutare, mi infonde e trasmette energie e
riflessioni diverse, non avrei mai sospettato che un animale cosi umile e comune
potesse dirmi e donarmi così tanto.
Tanto che sento di poter interpretare il suo messaggio: Restate umani, se ciò vale
ancora qualcosa.
Pantelleria 9 maggio 2025
Anselmo Consolo
Fonte 1: Carabinieri. It https://www.carabinieri.it/media—
comunicazione/silvae/la-rivista/aree-tematiche/storia/il-colombo-viaggiatore-l-eroe-
affidabile
Fonte 2: A.N.C.R Associazione Nazionale Combattenti e Reduci
https://www.combattentiereduci.it/notizie/cos-i-piccioni-viaggiatori-aiutarono-l-
armata-rossa-a-vincere-nella-seconda-guerra-mondiale
Fonte 3: Avvenire https://www.avvenire.it/agora/pagine/in-prima-linea-finirono-
perfino-i-piccioni-e-furono-medagliati
Fonte 4: Keblog https://www.keblog.it/cher-ami-piccione-viaggiatore-prima-
guerra-mondiale/
Fonte 5: Il Post https://www.ilpost.it/2020/11/18/gare-piccioni/
Cultura
Cous Cous Fest: il Portogallo vince il 28° Campionato del mondo 2025

La premiazione al termine di uno show che ha visto sfilare le creazioni degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo
Premi speciali per il Marocco, il Perù, la Spagna e le Filippine
Si chiude oggi la 28^ edizione che ha visto tra gli ospiti Serena Brancale, Fedez e i Gemelli Diversi
E’ il Portogallo, rappresentato dallo chef Tiago Ferreira Silva, il paese vincitore del Bia cous cous World Championship, il Campionato del mondo di cous cous, evento centrale del Cous Cous Fest che ha messo a confronto, a San Vito Lo Capo, chef di 8 Paesi (Filippine, Italia, Marocco, Perù, Portogallo, Spagna, Tunisia e Medici Senza Frontiere), all’insegna dello scambio tra culture nell’ambito del festival prodotto dall’agenzia Feedback e dal Comune di San Vito Lo Capo e con il sostegno della Regione Siciliana (Assessorati del Turismo, dell’Agricoltura e Presidenza della Regione), dei main sponsor Bia CousCous e Conad, e degli official Amadori, Corona, Acqua Maniva, Premiati Oleifici Barbera, Kia, Le Stagioni d’Italia, Electrolux, Oro Sicilia, Tenute Orestiadi e UniCredit.
Tiago Ferreira Silva, executive chef di Immerso Hotel e Emme Restaurante, ad Ericeira, un piccolo villaggio di pescatori vicino Lisbona affacciato sull’Atlantico dove supervisiona l’intera offerta gastronomica dell’hotel, si è imposto sugli altri due finalisti, l’Italia e la Tunisia.
La ricetta portoghese, un cous cous con pollo, vino di Porto e salsa “Cabidela”, ha conquistato la giuria tecnica, presieduta da Angelo Mellone, direttore Intrattenimento Day Time Rai, “per essere riusciti a fondere – come si legge nella motivazione – in un dialogo di gusto e sapienza gastronomica la tradizione culinaria portoghese con uno degli alimenti iconici del Mediterraneo, con grande capacità di sperimentazione, ricerca di armonia del gusto e identica armonia cromatica nella presentazione del piatto”.
“E’ una ricetta – ha detto lo chef – che valorizza la sostenibilità attraverso l’uso integrale del pollo e riflette i principi del festival che celebra l’incontro e la contaminazione positiva delle tradizioni mediterranee”.
Lo chef è stato premiato sul palco dal sindaco, Francesco La Sala, e da Francesco Formisano, amministratore delegato di Bia Cous Cous e Bieffe Agroindustriale nell’ambito di un grande show sul palco in spiaggia che si è aperto con una sfilata di moda organizzata da Luca Lo Bosco di LLB Team. In passerella otto abiti, ispirati alle squadre in gara, disegnati dagli studenti del corso di fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, guidati da Sergio Daricello, docente del corso di design dell’Accademia, hanno sfilato con la colonna sonora del dj set di Miriam Casa.
“E’ un rammarico non avere qui con noi quest’anno– ha detto il sindaco La Sala – i nostri fratelli di Israele e Palestina a causa delle note vicende internazionali ma da San Vito, vogliamo lanciare un appello affinché presto si possa trovare un accordo di pace”.
La serata è proseguita con gli interventi di Angelo Bulgarello, assessore al turismo del Comune di San Vito Lo Capo e di Marcello Orlando, ceo di Feedback, società organizzatrice della rassegna.
E’ andato al Marocco, rappresentato dagli chef Zahira Fenouri e Mustapha Hajbi, il premio speciale Amadori per l’utilizzo del pollo, consegnato da Flavio Amadori, presidente dell’azienda.
La migliore presentazione del piatto Food Network, secondo la giuria tecnica, è stata quella degli chef spagnoli, Maria Busta Rosales e Abel Criado Peliz, premiati da Giusi Battaglia e Fabrizio Nonis, volti di Food Network.
Alle Filippine il premio per l’originalità della ricetta promosso da Conad. Gli chef Ann Christine Taglinao e Nicola Mincione sono stati premiati da Giovanni Anania, Direttore Marketing Pac2000A-CONAD e da Riccardo Catania, Direttore area Sicilia pac 2000a Conad. Il riconoscimento per la ricetta più sostenibile è stato assegnato al Perù, rappresentato da Raul Nativitad, da Gianfranco Di Girolamo, Responsabile corporate business management Sicilia di UniCredit.
La serata, presentata dai conduttori Rai, Federico Quaranta, Valentina Caruso e Peppone Calabrese, si è chiusa con il concerto di Anna Castiglia, seguito da un dj-set sulla spiaggia che ha fatto ballare in migliaia. Il festival prosegue oggi, domenica 28 settembre, con cooking show, incontri e si chiuderà stasera alle ore 22 con lo spettacolo di cabaret di Claudio Casisa.
Cultura
Pantelleria, tutte le messe dal 29 settembre al 12 ottobre

La Chiesa Madre, SS Salvatore ha reso noto il calendario di tutte le messe dal lunedì prossimo, 29 settembre a domenica 12 ottobre 2025
Spettacolo
Sanremo Giovani 2025, tra i cantautori Firelight. La promessa della musica presto a Pantelleria

Presto fuori su tutti i digital store la nuovissima canzone di Firelight, giovane cantautore che è riuscito a conquistare le radio grazie al suo ultimo successo discografico dal titolo “L’amore non ha prezzo”, il nuovo singolo sarà presentato niente meno che alle selezioni di “Sanremo Giovani 2025”. Il suo invito è quello di rimanere sintonizzati nelle sue pagine social perché pubblicherà tanti di quei annunci che non ve ne pentirete di seguirlo.
Per saperne di più: Pantelleria, una giovane promessa della musica italiana Firelight tornerà presto per esibirsi sull’isola
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