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Cultura

Pantelleria, Premio Nazionale di Poesia “La Cossyra”: i vincitori della 2° edizione -video dei vincitori

Redazione

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Grande partecipazione a questa seconda edizione del Premio Nazionale di Poesia “La Cossyra”, dedicato all’isola di Pantelleria e organizzato dall’Associazione Culturale “I giochi di una volta” e Il Giornale di Pantelleria.

Tutti i testi hanno toccato i componenti della giuria: Enzo Bonomo, Franca Zona, Federica Lo Pinto, Alessandro Ferrigno e Marina Cozzo.

Per la premiazione, avevamo annunciato una trasmissione in diretta, ma motivi tecnico-logistici non l’hanno resa possibile e la redazione si scusa per questo. Tuttavia abbiamo, anche se con qualche difficoltà, cercato di portare avanti il concorso per rispetto e gratitudine verso i nostri affezionati lettori e verso gli scrittori ispirati dalla Perla Nera del Mediterraneo.

Infatti, ci sono pervenute poesie in vernacolo pantesco, ma anche in italiano da tante parti d’Italia e perfino dall’Inghilterra. Erano tutte bellissime e sentite e confidiamo che per la prossima edizione vi sarà lo stesso riscontro e la stessa partecipazione appassionata.

 

Ecco i vincitori:

 

1° classificato: Lillo con “Jardina pì li cippa”

( jARDINA PI CIPPA )

Cca lu cippu di zibibbu, Veramenti va a scjalari, Pirchi a casa tutt’attornu, Lu patruni ci ju a fari,…

Comu un’arbulu d’arancju, ho limjuni accarrizzatu, Cca lu cippu veramenti, Di lu ventu e riparatu,!!

Comu fussi un Piccjutteddru, Chi “nta minna va a sukari, C’avi a Matri tutt’attornu, Cu pruteggi dogni mali,…

Percio’ crisci spinsiratu, Di st’affettu cucculatu, E’ lu ventu a ciucjuljari, Sulu un baffu ci va’a fari,!!

Sulu Eulu e “ncazzatu, Pirchi ho cippu un po’ frigari, Pirchi a menti di l’umanu, Stu’ travaghju, ju a “nzirtari,!!?

L i l l o di bonsulton

 

2° Classificato: Caterina D’Aietti con “Petre”

C’è la ghiaca

La tartisa

La sciampeddra

A mazzacani

Chiddra pumisci

Chiddra lavica

Chiddra russa  Di lì cuddie

Chiddra nivira Di cimillia

Li balati

Di lì stati

Lì cantuneri di li loca

L’architravi supra a porta

L’ossidiana la priziusa.

Sunnu petri…..

Sunnu mura

Sunnu stipiti

Su dammusi .

Tetti.sesi.jardini.

Confini, cuffilari

Sunnu jsterni

Scaluna nta’ Lu voscu.

Cantuni di montagna

Cantuneddri pi sittarisi ,

Sunnu sculturi.

Sunnu facci..

Sunnu nichi

Sunnu granni

Sunnu macigni

Sunnu tanti

Sunnu petri …..

Sunnu .. l’isula

Caterina D’Aietti

 

In pari merito al 3° posto Rosanna Gabriele con: Calamita

CALAMITA Pezzu di scogghiu niviru ’unni jeu mi truvài, tantu tu mi piaçisti chi nun ti ‘bbannunài. Menzu a lu mari azzurru Immensu e trasparenti, vagàmu senza mèta jèu, tu e la me’ menti. Tu, chi lu suli domina dà sira alla matina. Tu chi lu ventu eccita cu odùri e ti trascina, si’ comu perla nivira vistuta sempri a festa … e palpiti e ti dondoli dintra la to’ furèsta. Lu sonnu di picciòtta luntanu si nni jiu, vulàu, e turnàu subbitu di dunni si partìu. Vitti li meravigghi, giràu lu munnu sànu … ma nun pòtti resistiri e vinni a lu to’ chiànu. Quantu tramunti vestìnu Lu niviru di russu, quantu vòti la luna fa pàriri ‘u to’ lussu.

E ‘u mari calmu vàsa cu rispettu li pètri e si ci su’ tempesti li to’ scugghièri ‘mmesti. E all’alba çiavurusa t’illumini di rosa, e dùni sicurezza a cu ‘ncasa riposa. Nun regninu ‘unni tia sicàri e delinquenti e passanu tranquilli li jiorna da’ to’ genti. E puru si ritarda a vèniri ‘u “progressu”, sàrvi vita sirena e ‘lluntàni ogni “eccessu” Rosanna Gabriele

 

ed Enza D’Aietti con: “TU Pantiddraria”

 

Tu che reste mezzu u mare,
dallu ventu carizziata,
cu to lago che ti specchia
e a muntagna sempre chiu vecchia.
Cu li ciapperi ciuruti
e li passuli stennuti,
cu li tetta immacculate
dei dammusa imbalatate.
Cu to arco che si inchina
e saluta ogni matina
la jurnata della ghiente
che travagghia e un dumanna nente.
Tu che trasi  ta lu core
e dune a tutte u ti granne  amure…

Enza D’Aietti

 

I video

 

 

Cultura

Pantelleria, lavori di adeguamento, messa in sicurezza ed efficientamento energetico della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”

Redazione

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Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che l’Amministrazione comunale di Pantelleria ha portato a compimento l’iter amministrativo e progettuale necessario per il recupero e la piena rifunzionalizzazione della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”, struttura da tempo inagibile e fortemente attesa dalla comunità scolastica dell’isola. Il Sindaco comunica che l’intervento rientra in una più ampia strategia di riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo prioritario di garantire sicurezza, accessibilità, sostenibilità energetica e qualità degli spazi destinati alle attività formative e sportive.

Il progetto prevede opere di adeguamento strutturale e funzionale, la messa in sicurezza dell’edificio, il miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso l’installazione di impianti moderni e l’utilizzo di fonti rinnovabili, nonché il completo ripristino della fruibilità della palestra per studenti, associazioni sportive e iniziative collettive. Il Sindaco comunica che l’intervento consentirà di restituire alla cittadinanza una struttura fondamentale per la crescita educativa, sociale e sportiva dei giovani di Pantelleria, colmando una carenza che per anni ha inciso negativamente sull’offerta di spazi adeguati alle attività motorie.

L’Amministrazione è consapevole che l’esecuzione dei lavori potrà comportare disagi temporanei; tuttavia, il cronoprogramma è stato definito con l’obiettivo di contenere l’impatto sulle attività scolastiche, con una durata complessiva stimata in circa 14 settimane. L’Amministrazione continuerà a seguire con attenzione tutte le fasi successive, dall’affidamento dei lavori alla loro realizzazione, assicurando trasparenza, rispetto dei tempi e tutela dell’interesse pubblico. Pantelleria guarda avanti, investendo sulle scuole, sulla sicurezza e sul futuro delle nuove generazioni.

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Cultura

Il violinista di Solarino Don Paolo Teodoro e le radici di una tradizione di due secoli

Laura Liistro

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La storia nascosta di un paese che ha fatto della musica una firma identitaria

Nel 1827, quando il paese non era ancora Comune, un documento d’archivio rivela la presenza inattesa di un musicista professionista. Da allora Solarino non ha mai smesso di essere una comunità musicale.

Solarino – Nel 1827 il paese non era ancora autonomo e viveva un momento di transizione politica e amministrativa. Eppure, in quell’anno cruciale, emerge un dettaglio sorprendente che permette di leggere la storia locale da una prospettiva nuova. Tra gli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa compare il nome di Don Paolo Teodoro, registrato come violinista.

Un dato che, per l’epoca, spacca in due l’immagine consueta di un borgo rurale fatto solo di agricoltori e artigiani.

Il musicista che rompe gli schemi

Il documento mostra chiaramente che Don Paolo Teodoro non era soltanto un residente rispettato di Solarino. Era un musicista. Un ruolo insolito in un contesto rurale del primo Ottocento, dove la musica raramente compariva nelle registrazioni ufficiali. Teodoro abitava in via Fontana, insieme alla moglie Costantino Eloisa, ma la sua formazione aveva radici ancora più profonde. Da giovane, infatti, era cresciuto in una parte dell’attuale Palazzo Requesens, allora indicato come Piano Palazzo n.2, oggi cuore dell’odierna Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della vita sociale solarinese. Una crescita in un ambiente architettonico e culturale privilegiato che spiega – almeno in parte – la precocità di una vocazione musicale riconosciuta persino dagli atti civili borbonici.

Una tradizione musicale che Solarino non ha mai abbandonato

Il caso di Don Paolo Teodoro non è un episodio isolato, ma il primo tassello visibile di una storia più lunga. Perché a differenza di tanti altri centri siciliani, Solarino non ha mai smesso di essere un paese musicale. Bande storiche, maestri locali, scuole di musica, gruppi giovanili, famiglie che tramandano strumenti da generazioni, musicisti nazionali , la musica, qui, non è un accessorio, ma un linguaggio collettivo. E questa continuità testimonia una capacità rara: fare dell’arte una parte della propria identità civile. Non tutte le comunità hanno saputo compiere questa scelta. Molti centri rurali hanno perso nel corso del Novecento le proprie tradizioni culturali, travolti da emigrazione e modernizzazione. Solarino, invece, ha seguito una traiettoria diversa: ha difeso la musica, l’ha fatta propria, l’ha trasformata in patrimonio comune.

Questo è il vero punto di forza del paese. Una maturità culturale che trova le sue prime radici in persone come Don Paolo Teodoro: uomini capaci, già due secoli fa, di portare l’arte dentro la vita quotidiana di una comunità in trasformazione. Oggi, quando strumenti e prove musicali risuonano nelle case, nelle scuole e nelle piazze, è possibile intravedere un filo diretto con quella firma d’archivio del 1827. Solarino continua a distinguersi per il suo fermento artistico. E la storia del violinista Don Paolo Teodoro si rivela allora molto più che una curiosità d’epoca: è l’origine documentata di un percorso identitario che il paese ha scelto di portare avanti con orgoglio. Due secoli dopo, Solarino resta un paese che suona e questa è, senza dubbio, una delle sue vittorie più grandi.

Laura Liistro

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Cultura

Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica

Laura Liistro

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Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.

Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.

Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Laura Liistro

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