Cultura
Pantelleria, la regia nave Staffetta e il coraggio pantesco
Una giornata dei primi di agosto dell’anno 1892 rivelò all’opinione pubblica italiana il coraggio della gente pantesca.
Del fatto ne parlò tutta la stampa nazionale, con ampi resoconti nelle sue
pagine. I
n quei giorni era all’ancora, nella rada di Pantelleria, la regia nave Staffetta, quest’ultima
con l’incarico di sorvegliare e difendere da eventuali malintenzionati i nostri battelli impegnati nella
pesca delle spugne presso le vicine coste della Tunisia.
La nave Staffetta della Regia Marina in rada
La nave Staffetta era un avviso ad elica della Regia Marina, varato nel 1876 dai cantieri Giovanni
Ansaldo & C. di Sampierdarena. Dislocamento a pieno carico di 1388 tonnellate, motrice a 4
cilindri con una potenza di 1700 CV e un armamento velico del tipo nave goletta.
La velocità era di
12,5 nodi. L’armamento consisteva in 4 pezzi rigati da 120 mm e un 1 tubo lanciasiluri.
Equipaggio: 155 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai.
In quel giorno d’agosto, sebbene le condizioni del mare cominciassero a peggiorare, il comandante
dello Staffetta, che aveva intenzioni di salpare al più presto, ordinò di mandare una lancia a riva per
rifornirsi di acqua e viveri.
La lancia approda al porto di Pantelleria
La lancia, con 12 marinai provetti ai remi, attraccò in porto senza grossi
problemi e procedé a rifornirsi come ordinato dal comandante. Ma intanto il mare era diventato
furioso, come sa esserlo sovente davanti e nel porto di Pantelleria.
Una schiuma bianca correva
veloce sulla distesa marina e le onde mugghianti si avventavano, senza soluzione di continuità, sui
moli, contro cui si frangevano con un suono che sembrava un lugubre ululato.
Diversi panteschi presenti consigliarono vivamente ai marinai di non ripartire e di aspettare che
finisse quella sfuriata o che almeno il mare si calmasse alquanto, ma il capo-lancia non volle sentire
ragioni, in quanto intendeva attenersi scrupolosamente agli ordini del proprio comandante.
Appena usciti dal porto la lancia andò completamente in balia degli elementi naturali e venne
violentemente trascinata sulla scogliera sommersa di Punta San Leonardo.
Era un momento da
tregenda e per i 12 rematori le possibilità di cavarsela erano ridotte in quel momento al lumicino.
L’aguzza scogliera di San Leonardo
Già una ventina di anni prima, nell’anno 1872, l’aguzza scogliera di San Leonardo aveva fatto una vittima ben più importante e illustre, nientemeno che una corazzata inglese, la Lord Clyde. Dalla nave Staffetta il comandante valutò che era impossibile mandare in soccorso un’altra lancia, in quanto ciò significava mettere a repentaglio anche quest’ultima e soprattutto la vita dei rematori imbarcati.
Il coraggio pantesco
Ma, fortunatamente, c’erano in Pantelleria uomini che non temevano affatto la morte e il mare,
anche se in tremenda burrasca.
Uomini che avevano fegato e coraggio da vendere. Riportiamo i loro
nomi per la storia cittadina e a perenne memoria dei posteri: Francesco Valenza, sindaco, patron Giacomo Salsedo e patron Giambattista Zucco, capitani marittimi, Andrea Minardi e Pietro Diana, marinai, Benedetto D’Ancona, calzolaio, quest’ultimo appartenente ad una famiglia che da secoli viveva sul mare e per il mare.
Il salvataggio
Questi uomini, vestiti come erano, senza pensarci su due volte, si buttarono come un sol uomo in mare, cercando con reiterati tentativi di sottrarre i 12 marinai dello Staffetta ai travolgenti marosi e quindi a una sicura morte per affogamento. Dopo molti sforzi quel manipolo di coraggiosi panteschi riuscì a portare a salvamento, a riva, ben 11 marinai dello Staffetta.
Ne restava uno solo, tale Antonio Meschino napoletano, torpediniere di 1a classe, che aveva la gamba sinistra incastrata tra due scogli sommersi e a cui ogni nuovo ondata toglieva sempre più respiro. La situazione era disperata e il marinaio napoletano era ormai sul punto di soccombere.
Tra gli eroi anche il Sindaco Valenza
Ma il sindaco Francesco Valenza, degno capo di una comunità così fiera e coraggiosa, non si diede per vinto. Caparbiamente, mettendo ripetutamente a rischio la sua vita, riuscì alla fine a strappare agli scogli e alle onde il Meschino che poi riportò soltanto una forte contusione alla gamba sinistra.
Quegli intrepidi panteschi, dopo gli uomini, pensarono anche a salvare la lancia, ma il lavorio dei taglienti scogli di Punta San Leonardo aveva fatto bravamente la sua parte. Gli sforzi risultarono inutili e alla fine, sotto la furia delle onde, essa praticamente si frantumò in pezzi. Il mare aveva così avuto solo la parte non vivente della preda intrappolata.
Onore a quei coraggiosi. La notizia veniva riportata dai giornali italiani sabato 6 agosto 1892.
Orazio Ferrara
Foto: Il regio avviso Staffetta
Cultura
Pantelleria, inaugurato il busto a dr. Zurzolo tra gente commossa, riconoscente e affiatata
L’opera è stata realizzata dal M° Michele Cossyro
Si è svolta ieri, 7 dicembre 2025, la cerimonia di scopertura del busto dedicato al compianto dottor Michele Zurzolo.
In una silenziosa Piazza Perugia, le gente arrivava quasi in punta di piedi, per non disturbare un momento che sarebbe stato prezioso per quel sito e per la comunità pantesca tutta.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto la celebrazione annunciando diversi interventi tra cui quello di Maria Casano, che ha promosso l’idea, quello della moglie Anna Maria Brignone, delle due nipoti.
“Il Dottore Michele Zurzolo, nel corso della sua vita professionale, si è dedicato anima e corpo a tutta questa comunità e oserei dire anche a tutta la cittadinanza di Pantelleria – Ha esordito il primo cittadino – Ma molti di voi hanno avuto anche la possibilità di conoscere un amico, una persona che ha fatto della sua professione una storia di vita. Lui era una persona di altri tempi e lo ha dimostrato. Abbiamo ritenuto come di regola accade quando una persona si contraddistingue in questa vita terrena per le sue attività, per le sue azioni, per le sue gesta, di ricordarlo in una maniera particolare. Abbiamo deciso di fare un busto commemorativo e di posizionarlo in questa piazza Perugia che è sostanzialmente il cuore di questa contrada.”
Di poi i ringraziamenti alla giunta comunale e, in modo particolare, ai consiglieri Giuseppe Maddalena e Nadia Ferrandes che hanno perorato il progetto, fino al suo completamento.
Così, dopo i toccanti pensieri dei familiari del dr. Zurzolo, l’intervento di Michele Cossyro. L’artista che ha portato il nome di Pantelleria nel mondo con le sue opere ha ben accolto l’invito a realizzare la richiesta, facendo una vera copia non solo delle sembianze, ma anche dell’espressione del medico. Realizzando un basamento singolare, in pietra lavica, ha poi come proseguito l’opera con il busto di bronzo, adesso lucido e liscio.
Tra i presenti anche il presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Spata, diversi politici, i presidenti dei circoli e di alcune associazioni importanti, tutti testimoni della benevolenza, dell’umiltà, della nobiltà di un uomo coraggioso, che metteva il paziente sopra ogni altra esigenza e pensiero, elargendo diagnosi sempre precise e puntuali e mai sbagliate, nonostante la strumentazione dell’epoca, a Pantelleria.
Va ricordato, non in ultimo, che il Dr. Zurzolo era un grande studioso originario della Calabria, eppure, egli aveva eletto Pantelleria come sede della sua dimora e del suo lavoro, dove ha affrontato vita e professione sempre con un immancabile e inestimabile sorriso bonario e rassicurante.
La toccante cerimonia si è conclusa con la benedizione di Don Ramses.
Cultura
Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore
Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrà la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.
Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.
Antonino Maggiore, classe 1982, è un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creatività, nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non è alla sua prima opera. Negli anni ha già pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
“Le note strane” è un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilità ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.
Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.
L’ingresso è libero
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.
Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.
Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

-
Ambiente5 anni agoAMP, a Pantelleria Insieme Live: zonizzazioni e Guardia Costa ausiliario. Gadir e il brillamento de Il Caldo
-
Personaggi4 anni agoStasera 4 Ristoranti a Pantelleria, con Alessandro Borghese. Ecco chi sono
-
Ambiente4 anni agoPantelleria, il PD segnala colorazione anomala e artificiale nella spiaggia del Lago di Venere
-
Pantelleria4 anni agoPantelleria a lutto per Giovanni Maddalena, il galantuomo del Conitro
-
Personaggi4 anni agoPantelleria, è U Runcune il vincitore di 4 Ristoranti di Alessandro Borghese
-
Cronaca4 anni agoUltima Ora – Pantelleria. Identificata la donna morta per annegamento, il secondo suicidio in un mese
-
Capitaneria di Porto4 anni agoPantelleria, allarmanti condizioni meteo-marine nelle prossime 48/72 ore: onde 6 da metri
-
Pantelleria4 anni agoPantelleria, divieto di balneazione a Punta San Leonardo



