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Cultura

Pantelleria il dialetto dagli ultimi svevi al 2000

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Gli ultimi Svevi.

È sostanzialmente dai primi decenni del Quattrocento che si afferma e si consolida in Sicilia e quindi anche nelle sue isole minori il dominio aragonese, e quindi catalano.

Finita la cogestione del potere ufficiale tra Regno di Sicilia federiciano e successori svevi, e emirato tunisino, grazie alla guerra di corsa degli uni contro gli altri, beneficiando dell’incremento delle produzioni, Pantelleria godeva di  un reddito sostanziale, procurato dalla coltivazione del cotone, dall’allevamento di greggi ovine, e quindi di filati regolarmente esportati, oltre all’uva passa da zibibbo, la cui coltivazione intensiva va retrodata probabilmente al Trecento.
Il potere dello stato era capace di assorbire notevole quota di bisanti, e una quota parte doveva finire nelle casse dell’emiro, come da accordo di Federico II e monarca tunisino, almeno fino agli ultimi svevi.
Tuttavia, purtroppo, la scarsa capacita portuale pantesca  aveva impedito di farne base per una vera flotta e al tempo stesso ne aveva frenato la crescita come emporio.
Il diglottismo nei secoli.
Tuttavia il diglottismo vi permaneva molto forte, fra neo lingua romanza prevalente nel capoluogo, variante locale magrebina nei villaggi e nelle contrade dell’interno.
Inoltre, essendo la guarnigione castellana formata essenzialmente (dopo i genovesi) da iberici (aragonesi e soprattutto catalani) pian piano si sviluppava una nuova parlata romanza mista: siciliano, nella forma di fatto trapanese, e catalano, mentre gran parte dei documenti notarili e amministrativi veniva redatta in siciliano, lingua del Regno.
La crescente neolatinizzazione.
Ancor di più poi l’infeudanento a signori  quali i Belvis e poi i Requesens, che portavano con sé e insediavano militi delle proprie terre originarie, influì fortemente sulla parlata e inserì espressioni a tutt’oggi presenti, quali ad esempio ‘sta tarde’ e ‘sta tardiata’, dall’evidente significato di “tardo pomeriggio/sera”, come nello spagnolo “esta tarde”..
Il che spiega anche la grande quantità di cognomi di evidente origine iberica.
La diglossia, ovvero l’utilizzazione contemporanea di due diverse lingue, era dovuta precipuamente a diversi fattori eminenti tra i quali il fatto che i contadini abitanti nei villaggi e nelle contrade isolate erano rimasti in gran parte di religione musulmana, con il Corano come testo base.
Ciò chiarisce il perché dei tanti vocaboli di ascendenza araba nella cultura materiale, mentre castello e capoluogo si omologano sempre di più al contesto siciliano e cristiano.
D’altra parte è pur vero che l’accidentalità del territorio era tale che permaneva difficile il contatto fra le due dimensioni.
Quel che non accadeva a Malta, dove la ricristianizzazione era stata precoce e molto rapida, tanto da fare esaltare il ricordo di figure sante del primitivo cristianesimo, mentre nella nostra isola furono presto dimenticati i santi basiliani e Bizantini.
Da quanto sopra si comprende che ancora nel Cinquecento tanti erano ancora musulmani e non latinizzati.
Quando l’assimilazione divenne più pervasiva, ne nacque per sintesi un dialetto originale, per sedimentazioni specifiche e influenze originali, privo di forte accento siciliano, tanto che l’UNESCO considera il dialetto pantesco, coordinato al siciliano, ma entità sistinta e diversa.
Ricordo che ancora fra Cinquecento e Seicento i mercanti si facevano spesso accompagnare da maltesi per potersi intendere coi locali.
Il grande scrittore francese Alessandro Dumas, siamo già nell’Ottocento, sbarcato sull’isola, ebbe bisogno a sua volta di interpreti per poter comunicare.
Dall’Unità d’Italia ai giorni nostri.
Veramente il Risorgimento nazionale fu il momento nel quale nuove idee promossero identità e diffusione della lingua nazionale, come documentato da tanti autori. In particolare ciò avvenne dall’unità d’Italia in avanti, quando, con la novella “Carmela”, l’isola entrò definitivamente nella grande letteratura italiana, grazie a Edmondo de Amicis, l’arcinoto autore de “il Cuore”.
L’ultimo secolo.
Gli anni trenta e la seconda guerra mondiale determinarono una accelerazione nella trasformazione dei costumi e delle comunicazioni anche interne, creando una rete stradale carrabile, fautrice di movimento e scambi, come anche causò una guarnigione di circa 12mila militari, in gran parte estranei ai luoghi, con tutto quel che consegue.
La diffusione successiva dei
mezzi di comunicazione di massa ha fatto il resto, italianizzando sempre più la parlata locale e farcendola oggigiorno di crescenti anglismi, o, se preferite, americanismi.
Nell’anno 2000 si registrò un importante convegno, tenutosi al Castello, per fare il punto sui parallelismi fra Malta e Pantelleria sotto il profilo storico, culturale e linguistico, a cui partecipò il prof. Brincat, dell’università di Malta, citando gli studi di Tropea, Bresc e Galt (antropologo americano che ebbi la ventura di conoscere).
In conclusione, cosa sarà della parlata pantesca e della sua originalità in un modo che progressivamente  omologa sempre di più e nell’epoca del globalismo?
Ce lo dirà il futuro…e quindi vedremo.
Nuoce tuttavia il fatto che il preteso modernismo sovente faccia dimenticare le radici, ovvero la propria anima e identità, né le istituzioni attivano iniziative di studio e salvaguardia.
Enzo Bonomo

In copertina mirabile scatto di Leonardo Puleo, alias Leo Leo

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Cultura

Pantelleria, “U Chianu Nico” presenta la “Corsa della Befana” per giovani dai 0 ai 99 anni

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Indovinate chi sarà la Befana, il 4 gennaio? Ecco il percorso facile facile e per tutti

L’Associazione “U Chiano Nico”, per il giorno domenica 4 gennaio, dalle ore 15.30, ha organizzato, meteo permettendo, la “Corsa delle Befana”.

Senza fretta né ambizione, un pomeriggio di festa e aggregazione! Allaccia le scarpe indossa il cappello. La Befana corre con noi 🏃‍♀️🧹🏃‍♂️ Diamo il benvenuto al Nuovo Anno con buon umore e voglia di stare assieme! Genitori, nonni e bambini non mancate!

L’iniziativa è pseudo-sportiva, perchè nasce con l’intento di mettere insieme concorrenti di ogni età, lungo un percorso leggero e fattibile. A sostenere l’evento, oltre il Comune di Pantelleria, anche l’Ente Parco, le Associazioni Resilea, La Mulattiera, Truccabimbi di DPlanet e il Circolo Ogigia.

Il raduno sarà a Piazzetta Garibaldi, dove avverrà lo start per una corsa non competitiva, perchè alla fine si chiuderà con brindisi e divertimento per tutti.
La chiusura sarà affidata alla maestria dell’Associazione La Mulattiera.

Qualche notizia sull’Associazione “I Commercianti di Un Chiano Nico”
L’Associazione “I Commercianti di U Chiano Nico” è stata costituita nel 2022 con lo scopo principale di promuovere e rendere più vitale la zona del centro abitato di U Chiano Nico, valorizzandone le attività commerciali, i momenti di aggregazione e le tradizioni locali.
La prima iniziativa proposta è stata la Prima Sagra dell’Olio Pantesco. Dopo il rinvio della Sagra inizialmente prevista per novembre 2022 e solo posticipata per motivi tecnico-amministrativi, l’Associazione riparte con entusiasmo proponendo un nuovo evento aperto a tutti: la Corsa della Befana. Un’iniziativa che unisce sport e socialità, pensata per coinvolgere famiglie, bambini e cittadini, e per riportare vita e allegria nelle strade di “U Chiano Nico”.

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Cultura

Pantelleria – Il Presepe del Gadir, grande consenso anche per la replica

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SI pensa già a future edizioni –  F  O  T  O

Un grande consenso nelle “recensioni” del pubblico che ha visitato il secondo pomeriggio de “Il Presepe a Gadir, ieri pomeriggio, 29 dicembre 2025.

Tantissimi sono letteralmente accorsi curiosi di scoprire la bellezza della rappresentazione religiosa in quel contesto così raccolto e accogliente della cala.

Si è trattata di una impresa di non poco valore e impegno, che la PGS Madonna della Pace ha affrontato con eleganza, maestria e capacità aggregativa. 

Grazie al patrocinio del Comune di Pantelleria, della Zio Tano Academy, dell’Ente Parco che ha “messo a disposizione” due splendidi esemplari di asini dell’allevamento San Matteo di Erice. Importante il supporto della Polizia Municipale, Vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto, di diversi volontari e de Il Coro, e tante altre non meno importanti entità che hanno reso possibile tutto ciò.

Infatti, in più occasioni, l’associazione organizzatrice ha manifestato gratitudine e compiacimento per il lavoro svolto ad iniziare da ciascun singolo attore, tecnico, agli abitanti del borgo che hanno messo a disposizione le proprie dimore e i propri spazi, con slancio e piacere di contribuire.

La PGS Madonna della Pace ha così commentato: “Vorremmo ringraziare  tutti i collaboratori e in particolare Eddy Famularo del Dive-x, Maria e Pino D’Amico – u Biondo, Valentina Salern, Luca e Katia D’Amico, Aldo Salerno – Canneddra e Andrea Rizzo. Visto il brutto tempo abbiamo preparato il tutto la mattina del 28 dicembre stesso e quelle poche costruzioni che avevamo fatte il vento di levante ce le ha distrutte. Grazie all’aiuto di tanti volontari abbiamo realizzato il tutto. Noi si cerca sempre la collaborazione e l’inclusione è il nostro obiettivo. La comunità di Gadir pensiamo abbia accolto di buon grado. Pensiamo di farlo diventare tradizione, ma ogni due anni.

Tra i visitatori, Tommaso Zorzi.
Noi ringraziamo sentitamente il fotografo dell’intero servizio, Simone Raffaele, per averci concesso l’uso dei suoi mirabili scatti.

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Cultura

Pantelleria, grande successo per “Il Presepe a Gadir”: uno spettacolo nello spettacolo

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Oggi si ripete con gli oltre 60 figuranti, meteo permettendo –  F O T O


Ieri 28 dicembre, alle suggestive ore del crepuscolo, Gadir si è animato e illuminato di arte, passione e partecipazione, grazie alla regia della PGS Madonna della Pace.
L’antico borghetto marinaro si presenta già come uno spettacolare presepe ogni giorno dell’anno, ma ieri vederlo animato di così tante persone, nelle ore del crepuscolo, con quell’accenno di rigore invernale è stato come vivere sospesi nel tempo. Il tutto allietato dalle melodie di mirabile zampognaro, come tradizione vuole.


Ottima l’organizzazione, i cui fautori si sono armati di forza e pazienza, dovendo fronteggiare anche le bizze del maltempo.
Tutti si sono impegnati anche oltre il dovuto, sapendo che così si fa se si vuole lasciare il segno in una piccola ma grande impresa come Il Presepe a Gadir.

Ogni postazione aveva il suo perchè, non era messa lì come riempitivo e ciascun figurante ha animato con maestria e leggerezza la simpaticamente definita Betlemme marinara.


L’evento è supportato dal Patrocinio del Comune di Pantelleria, della Zio Tano Academy, dell’Ente Parco che ha “messo a disposizione” due splendidi esemplari di asini dell’allevamento San Matteo di Erice. Importante il supporto della Polizia Municipale, Vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto, di diversi volontari e de Il Coro, che si è prestato ad una foto insieme ad un impareggiabile Aldo Salerno, improvvisato castagnaro.

E in un andirivieni amicale e festoso, di gente che si conosce da sempre e riunita in un contesto simile, si intravede la capanna della natività, con tanto di bambinello vero e proprio, di nome Francesco.

Tra le postazioni, vi era quella del gioco dei dadi, della lavanderia, del fornaio che offre squisite e biscotti, fino anche del barbiere, del fabbro e del pastore, per menzionarne solo alcuni. Si è pensato a tutto per rendere Gadir un presepe vivente memorabile, con gli oltre 60 attori in scena.

Domani, 29 dicembre, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, si replica, meteo permettendo, per permettere a quanta più gente possibile di assistere ad uno spettacolo nello spettacolo, nella graziosa e amena Gadir.

In copertina foto di Simone Raffaele

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