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Ambiente

PANTELLERIA è ZIBIBBO, 5-7maggio 2023 – Programma, sede, ultime info, dettagli economici dell’economia pantesca….non solo vino

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Per navigatori ecco le coordinate geografiche: : 36°47′15″N 11°59′33″  – Chi volesse seguire in diretta streaming i diversi incontri (e verificare visite cantine, aziende agricole, luoghi simbolo panteschi nei giorni sabato 6 e domenica 7 nel pomeriggio dalle 15 in poi) può controllare le info su :  https://www.comunepantelleria.it/ricerca-un-evento/

PANTELLERIA E’ ZIBIBBO – 5/7 MAGGIO 2023 – PANTELLERIA  

Il Comune di Pantelleria apre un dibattito pubblico ad ampio raggio, dal vino al territorio, dai prodotti gastronomici alla cura e gestione del distretto. Lancia un grido di allarme sulle condizioni marginali in cui, Pantelleria, ma tutte le isole minori italiane, dall’arcipelago toscano a quelle siciliane, versano da anni per un continuo abbandono e rinunce, continue fughe dei giovani sulla terra ferma quando le potenzialità e risorse economiche della Perla Nera sono evidenti e in linea con gli attuali e futuri “cambi climatici e recupero spazi naturali”. Vincenzo Campo, Sindaco, è molto chiaro: “Occorre condivisione  e voglia di crederci da parte dei panteschi. Il valore e la risorsa economica si concretizza se c’è difesa delle qualità d’origine, dello sviluppo coordinato del turismo, più legame terra e mare, più legame fra panteschi e residenti. Il comune di Pantelleria lancia l’evento “Zibibbo è Pantelleria” partendo dallo status precario, difficile, vulnerabile dello Zibibbo di Pantelleria! La vite di Zibibbo (altrove denominato Moscato di Alessandria) è il vino principe di Pantelleria da secoli. Nessuno può e deve portarcelo via!” Recenti decisioni del Consorzio di tutela con la modifica e rimodifica del disciplinare Doc del 1971, fanno intravedere e temere un abbandono e una clonazione dello Zibibbo nella Doc Sicilia e Igt Terre Siciliane. Queste decisione hanno allarmato gli ultimi 360 viticoltori puri rimasti (erano 3700 60 anni fa), unici titolari dell’Albo Doc Pantelleria e hanno sollecitato il Comune di Pantelleria ha difenderli. 2500/3000 gli ettari di vigne di Zibibbo impiantate negli ultimi 10 anni sull’isola Sicilia, sono una prova.

“Non è una battaglia per il solo vitigno e vino di Zibibbo” anticipa Giampietro Comolli chiamato dal sindaco Vincenzo Campo a individuare i temi del dibattito, “ è la difesa di una produzione che identifica Pantelleria nel mondo, nota e rinomata. Senza Zibibbo, senza vigne, vuol dire un abbandono di terre, di incolti, di povertà, di mancanza lavoro in una isola con 4000 dammusi ristrutturati che hanno creato un naturale albergo diffuso. La presenze dell’uomo e donna pantesca sono una certezza, un presidio, previene eventi calamitosi e dolosi che negli ultimi hanno ha profondamente ferito alcuni paesaggi, mantiene e migliora il riconoscimento Unesco, controlla la raccolta e distribuzione dell’acqua piovana, salvano 400 giardini unici panteschi, 1000 km di muretti a secco per difendere colture dell’orto. Delocalizzare lo Zibibbo vuol dire incentivare un lento declino produttivo economico vitale a vantaggio di pochi imprenditori non panteschi. Non si accusa assolutamente nessuno,  ma urge trovare una soluzione intelligente che blocchi la clonazione di un gioiello pantesco e si perda una bellezza paesaggistica unica”.

 

Pantelleria, una risorsa ancora da realizzare e un valore economico da rispettare e da incrementare.

Negli anni ’60-’70 del secolo scorso sull’Isola Piccola c’erano 5000 ettari vitati, quasi totalmente a Zibibbo, circa 6000 famiglie di viticoltori che vivevano del frutto enoico come uva passa e appassita destinata al consumo diretto, in piccola parte come vino “tipico” da sempre, il passito di Zibibbo. Punto. Diventato Doc Pantelleria nel 1971. La produzione era di circa 200.000 quintali di uva fresca. Oggi sono solo 357 i viticoltori puri resistenti sull’isola che coltivano solo 400 ettari di Zibibbo e sono i veri titolai della Doc e del vino Zibibbo. solo 18.000 quintali di uva Doc tutta destinata alla vinificazione dei vari vini: troppe tipologie qualcuno dice. Una produzione media di 45 q/ettaro (da 20 a 60 a seconda delle zone ed esposizione) , poco più di 1 milione di bottiglie Doc, di cui il 90% per 2 sole etichettature generiche Pantelleria di Passito e Passito Liquoroso su 9 etichette. Limitatissima oggi la produzione di bottiglie di Zibibbo Doc Pantelleria dolce passito. da sole,  3 grandi cantine su 22 aziende, imbottigliano 7300 ettolitri degli 8400 ottenuti. (dati Consorzio di Tutela). Una uva “d’oro”  pagata solo 1,3 euro al chilo, quando potrebbe avere un valore potenziale riconosciuto di 5-7 euro al chilo; un prezzo medio della mezza bottiglia di 7-8 euro  quando potrebbe avere un  valore sul mercato anche 20-25 euro. Un ricavo oggi per tutti i viticoltori di 2,5 milioni di euro a vendemmia quando potrebbe invece sfiorare i 9 milioni di euro. lo stesso per le bottiglie: ad un valore all’origine di 3,3 milioni di euro e sul mercato di circa 5,9 milioni, si potrebbe realizzare un fatturato per tutte le 22 cantine, ovviamente riducendo la quantità di bottiglie, almeno di 15-18 milioni di euro.  Una perdita di valore all’origine e sul mercato pagato esclusivamente dai viticoltori e piccole cantine.Oggi ci sono 4000 dammusi di residenti-villeggianti  quasi fissi, personaggi e personalità molto note che sono venute a cercare un luogo di relax e a portare valore aggiunto. Da considerare anch’essi una risorsa, pronti a mettersi a disposizione della comunità.

Vincenzo Campo va oltre: “ L’allarme vero è dato da tre numeri: i 3000 ettari di Moscato d’Alessandria ma chiamato Zibibbo ufficialmente impiantati dal 2015 al oggi a Trapani, Agrigento, Siracusa in terra siciliana non vulcanica; un prezzo dell’uva al viticoltore pantesco che è 1/5 del suo vero valore reale paaganotato ad altre uve simili; il 70-80% di commercializzazione di “vino liquoroso” e “moscato passito” alla faccia di poche migliaia di bottiglie di Zibibbo Pantelleria Doc Passito Naturale che non esiste più…! Il Comune è diventato “parte attiva e civile” in questa situazione di decrescita. Ringrazio ancora Giorgio Armani per la donazione di mezzo milione di euro. Anche i progetti già finanziati dal Pnrr toccano indirettamente l’agricoltura, l’ambiente, il rapporto aree rurali e urbane, la difesa delle culture: 25 progetti presentati, 25 già finanziati. Dal 2023 al 2026 l’Isola Piccola sarà oggetto di investimento sociali, civili, ambientali, stradali, costieri e portuali di grande riflesso economico. Non deve mancare lo Zibibbo vero! .”  

Giampietro Comolli, uno dei più grandi esperti negli anni di consorzi e vini DO, allievo di Fregoni e Scienza, intende proporre una soluzione pratica, alternativa alla foglia di fico della  fascetta Doc, con eguale spesa per le piccole cantine ma con una marcia in più: “ Sarebbe molto utile proporre una sola etichetta, il Pantelleria Docg “Zibibbo Classico” solo Naturale Passito Dolce, cioè quello coltivato nella unica terra antichissima d’origine, obbligo imbottigliamento sulla terra vulcanica,  che abbia la possibilità di essere messo sul mercato con un marchio unico “pantesco” e un costo al consumatore finale corretto, giusto, remunerativo, confacente alla qualità e alla garanzia,  tracciabile e certificato con autenticità di metodo unico: i teli all’aria aperta e al sole e coperti di notte. Niente forzature, serre calde e tunnel termocondizionati.”

 

Pantelleria è……. L’isola piccola rispetto all’isola grande della Sicilia, Perla Nera del Mediterraneo per la sua forma quasi a pera tipica delle perle marine naturali, abitata da millenni, colonizzata dai popoli fenici dei Sesi provenienti dalla zona di Tripoli, poi arabi, cartaginesi, romani, bizantini, genovesi, spagnoli, francesi. Propensione all’accoglienza e ospitalità. 85 kmq di superficie, altitudine di 850 mslm della Montagna Grande, isola vulcanica al centro del canale di Sicilia non attiva, con un bacino lacustre di acque termali detto lo specchio di Venere. Isola dal singolare paesaggio, tavolieri lavici, faraglioni creati dal vulcano e adattati dall’uomo, come i muretti a secco con mattoni di lava per delimitare proprietà, contenere il terreno fertile, frangi vento. I giardini panteschi sono costruzioni cilindriche con blocchi di lava, preservano dalla salsedine e dal vento piante di agrumi. I dammusi le case rurali in pietra lavica, forma cubica, un lato contro terrapieno, porte ad arco, tetti bianchi a cupola per raccolta della fondamentale acqua piovana. Vendemmia tutta a mano, in ginocchio (per il tipo di alberello basso e addirittura piantato dentro una conca e riconosciuto patrimonio Unesco nel 2014), due passaggi di raccolta minimo per ceppo perché il clima e il vento guidavano la maturazione dell’uva, posta su teli sulla terra ad appassire o su cannucce con il solo vento di scirocco o tramontana, uva coperta tutte le notti, poi pigiata o venduta alle grandi pasticcerie o case dei dolci siciliane o del nord Italia. richiestissime per panettoni, colombe, spongate, pandolci, tramvai lombardo e pinsa veneta. Tutto questo gioiello circondato dai famosi cesellatori e artisti di pregiata ossidiana nera lucida tendente al verde tipica della selce pomice lavica del vulcano marino, da dammusi unici per il tetto ideale a raccogliere le piogge naturali e a conservare la preziosa acqua, i tanti giardini panteschi e muretti a secco (anch’essi patrimonio riconosciuto) manutenuti annualmente come simbolo di una storia di 3500-4000 anni fa iniziata con l’arrivo dei Fenici-Sesi.

 

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Guardia Costiera – Operazione Calypso controlli serrati a Gela, Cefalù, Pelagie, Pantelleria, Egadi e Ustica

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Conclusa operazione Calypso: oltre 992 controlli e più di  5.500 kg di prodotto ittico irregolare

Si è appena conclusa la fase finale dell’operazione complessa denominata “Calypso”, coordinata dal 12° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Palermo, avente giurisdizione sul tratto di costa e di mare prospiciente i comuni costieri da Gela a Cefalù, incluse le Isole Pelagie, Pantelleria, le Egadi e Ustica.

L’operazione ha visto impegnate, sia a terra che in mare, le donne e gli uomini della Guardia Costiera di Palermo e degli uffici marittimi dipendenti, in un’intensa attività di controllo dell’intera filiera della pesca, finalizzata a verificare il rispetto delle disposizioni nazionali e internazionali in materia di tutela delle risorse ittiche e dell’ambiente marino.

Particolare attenzione è stata riservata alla prevenzione e alla repressione degli illeciti connessi all’impiego di attrezzi da pesca non conformi, alla tutela delle specie oggetto del “fermo biologico”, alla salvaguardia del consumatore dalle frodi alimentari e alla garanzia della qualità e tracciabilità del prodotto ittico destinato ai ristoranti e alle famiglie.

Nel periodo compreso tra il 20 ottobre e il 12 novembre 2025, il dispositivo operativo ha effettuato oltre 990 controlli ispettivi presso mercati ittici e rionali, esercizi di ristorazione, centri di distribuzione all’ingrosso, piattaforme logistiche, vettori stradali, ambulanti abusivi e unità da pesca in attività.
L’attività di vigilanza ha portato all’accertamento di 70 illeciti amministrativi, alla contestazione di sanzioni pecuniarie per un ammontare complessivo di 87.000 euro, al deferimento di un cittadino extracomunitario all’Autorità Giudiziaria per pesca illegale in acque territoriali, nonché al sequestro di 26 attrezzi da pesca irregolari e alla sospensione di un’attività commerciale di vendita al dettaglio.

Complessivamente sono stati sequestrati circa 5.550 chilogrammi di prodotto ittico, giudicato non idoneo al consumo umano dai dirigenti medici dell’ASP competente e successivamente avviato alla distruzione da parte di una ditta specializzata.
Tra le attività più significative, si evidenziano numerosi interventi condotti nella Città Metropolitana di Palermo, presso mercati ittici, esercizi di ristorazione e centri di distribuzione all’ingrosso, nonché attraverso l’attività di monitoraggio delle piattaforme social. In tali contesti sono stati sequestrati complessivamente 1.200 chilogrammi di prodotti ittici, molti dei quali dichiarati non idonei al consumo umano dal personale dell’ASP 6 – Palermo.

Esito ulteriore ispezione

Nel corso di un’ulteriore ispezione congiunta all’interno di una pescheria, a causa delle gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate, il personale sanitario dell’ASP ha disposto, in applicazione delle normative del cosiddetto “pacchetto igiene”, la chiusura immediata dell’attività commerciale.

A Mazara del Vallo, nel corso di diverse attività ispettive, i militari hanno proceduto al controllo di uno stabilimento ittico durante le operazioni di scarico delle merci, ispezionando un autoarticolato proveniente da un porto dell’Unione Europea. Le verifiche hanno accertato che il prodotto trasportato — consistente in 2.200 chilogrammi di gambero rosso e viola, per un valore commerciale di circa 120.000 euro — era stato pescato in una zona non consentita dalla vigente normativa comunitaria. Di conseguenza, è stata elevata la relativa sanzione prevista dalle disposizioni di legge.

A Lampedusa, la motovedetta CP 285 della Guardia Costiera ha intercettato un motopeschereccio di nazionalità tunisina intento in attività di pesca all’interno delle acque territoriali italiane. L’equipaggio, accortosi della presenza dell’unità militare, nel tentativo di occultare il pescato ha tagliato la rete, provocando la ricaduta in mare del prodotto. Il motopesca è stato scortato in porto, dove, al termine delle verifiche ispettive, il comandante è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 8, comma 1, del D. Lgs. n. 4/2012, con il sequestro di 900 metri di rete da pesca.

L’operazione “Calypso” conferma l’impegno costante della Guardia Costiera nel contrasto alla pesca illegale e nella salvaguardia delle risorse del mare, a tutela dell’ambiente, della legalità e della sicurezza alimentare dei cittadini.

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Una rarità botanica a Pantelleria

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La professoressa Erina Montoleone ci segnala il Myoporum laetum

Da circa due anni la prof.ssa Erina Montoleone, autrice di diverse pubblicazioni sulle piante spontanee di Pantelleria, segue con attenzione l’evoluzione (crescita, fioritura e fruttificazione) di una Scrofulariacea. Si tratta del Myoporum laetum (=Mirioporum lieto), una specie endemica della Nuova Zelanda.

Il Myoporum laetum viene comunemente utilizzato per la formazione di siepi e barriere frangivento, grazie alla sua crescita rapida e alla notevole resistenza alla siccità, caratteristiche che lo rendono adatto a diversi tipi di terreno, anche aridi e poveri.

Nella cultura Maori è considerato un ottimo repellente naturale: le foglie, infatti, vengono strofinate sulla pelle per tenere lontani zanzare e pappataci. In Italia, la presenza di questa specie non era mai stata confermata.

Nel corso degli anni sono emerse alcune presunte segnalazioni in Toscana, Sardegna e Sicilia, ma tutte si sono poi rivelate errate. Due anni fa, durante una delle sue consuete escursioni, la prof.ssa Montoleone ha rinvenuto un esemplare spontaneo sull’isola, lungo la strada Perimetrale, all’incrocio con via Kazen.

L’insediamento spontaneo di questa pianta rende l’esemplare di Pantelleria estremamente significativo, non solo per la flora locale ma anche per l’intero territorio nazionale. Purtroppo, la pianta non è mai riuscita né a fiorire né a fruttificare (eventi che normalmente si verificano da marzo a giugno) poiché cresce accanto a un tombino, in un’area molto ristretta e degradata, simile a una piccola discarica.

La prof.ssa Montoleone si reca spesso a visitarla e, una mattina, ha notato che a pochi centimetri dal tronco erano stati scaricati rifiuti edili. Per evitare che il Myoporum laetum venisse sepolto ha prontamente chiesto l’intervento dell’Ente Parco, affinché fossero adottate misure di salvaguardia per questa specie così rara e preziosa.


L’Ente Parco si è attivato pulendo l’area circostante la pianta e installando una rete di protezione intorno al Myoporum laetum, al quale auguriamo lunga vita. Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Erina Montoleone per la sua sensibilità, la dedizione e l’instancabile impegno nella ricerca e nello studio delle piante spontanee della sua amata isola.

Davide Emma

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Pantelleria, concorso per assunzione a tempo indeterminato: la graduatoria

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Ecco chi è passato

Concorso pubblico, pubblico, per titoli, integrato da una prova d’idoneità, finalizzato
all’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e pieno di n.
5 (cinque) unità con profilo professionale di “Operatori dei Servizi Ecologici e
Manutentivi”, inquadrate nell’Area degli Operatori (ex cat. A posizione economica
ex A1), con riserva di n. 1 posto in favore dei Volontari delle Forze Armate e di n. 1
posto riservato ai Volontari del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale.

A conclusione delle operazioni della Commissione Giudicatrice inerenti al
concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato all’assunzione con contratto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato e pieno, di n. 5 (cinque) unità con profilo professionale di
“Operatore dei Servizi Ecologici e Manutentivi”, inquadrate nell’Area degli Operatori (ex cat. A
– p.e. ex A1), con le riserve previste in favore dei Volontari delle Forze Armate e dei Volontari
del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale, sono risultati vincitori i seguenti
candidati:
 Franco Marco Aurelio;
 Maccotta Giuseppe;
 Di Gregorio Michele;
 Farina Stefano;
 Arbola Sandro (riservatario);

Risultano idonei altri n. 29 candidati e che non si applicherà alcuna riserva
assunzionale in favore dei Volontari del Servizio Civile Universale/Servizio Civile Nazionale, in
quanto nessuno dei candidati partecipanti è risultato idoneo.

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