Segui i nostri social

Cultura

Pantelleria detta la Gibilterra italiana. Della Guerra di Giuseppe Ferrara e dell’amore per Caterina Salsedo

Direttore

Pubblicato

-

 

Stralciamo dal libro alcune pagine del capitolo Nella Gibilterra italiana

di Giuseppe Ferrara

Il 10 giugno 1940, giorno della dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia e all’Inghilterra, mi trovavo in forza, quale sottufficiale della Regia Marina, alla base aeronavale dell’isola di Pantelleria. La cosiddetta Gibilterra italiana.

Ero arrivato nell’isola giusto un anno prima, il 24 giugno del 1939, dopo essere stato imbarcato per quattro anni. Più di tre anni sull’incrociatore Duca d’Aosta, con cui avevo fatto la guerra di Spagna, e circa un anno sul sommergibile Marcello. Quando nel ’39, a Maridepo di Taranto, ricevetti l’ordine di trasferimento per Maridist di Pantelleria ci rimasi male ed ebbi un momento di scoraggiamento.

Il mio più vivo desiderio era di imbarcarmi nuovamente.

Poi di Pantelleria non avevo un buon ricordo, infatti qualche anno prima ero stato in quelle acque con la nave reale Savoia. Dovevamo sbarcare il re, Vittorio Emanuele III, per una visita alle nuove opere di fortificazione, che si stavano costruendo. Ma un mare indiavolato non permise lo sbarco. Dall’oblò guardai l’isola nella foschia della burrasca; mi sembrò uno scoglio nero di lava vulcanica e pensai con pena agli abitanti di quel posto (saprò in seguito che tra la gente e i reparti, che aspettavano in piazza per rendere gli onori al re, c’era anche la mia futura moglie in divisa di Piccola Italiana). Avevo 24 anni quando misi piede per la prima volta a Pantelleria. Il primo impatto fu terribile; venivo da una terra fertile, Sarno, ricca di acque e capitavo in una terra arida senza nemmeno una sorgente. Si doveva bere l’acqua stagnante delle cisterne delle case o quella rugginosa delle navi- cisterne, i più coraggiosi bevevano l’acqua sorgiva, ma salmastra, delle buvire. Fui destinato all’autoreparto della Regia Marina, ubicato nei pressi di punta Croce, appena fuori l’abitato. L’isola

era ancora tutta un cantiere, si lavorava con lena ad ampliare il porto. L’aeroporto era già terminato, per costruire la pista si era addirittura spianata un’intera collina; per il riparo degli aerei c’erano poi capienti hangar, scavati nelle viscere di un’altra collina. Il progettista era stato il famoso architetto Nervi. Nell’anno precedente la guerra, l’isola con la sua bellezza selvaggia cominciò a piacermi. Mi affascinavano i suoi paesaggi quasi arabi, come arabi erano i nomi di molte località: Khamma, Gadir, Bugeber, Kaddiuggia, Mueggen. Gli abitanti erano ospitali ed il cibo locale ottimo. Poi, cosa importante per me che ero giovane, le ragazze erano molto belle. Tutto sommato si conduceva una vita tranquilla di guarnigione. Le cose cominciarono a cambiare dopo l’entrata in guerra. Arrivarono moltissimi militari delle tre armi. Ben presto raggiungemmo il numero di oltre 10.000, uguagliando così il numero della stessa popolazione. In questo periodo incontrai alcuni sarnesi in forza al presidio dell’isola; ci fu la solita festa grande tra paesani, quando ci si incontra lontano da casa. Tra i primi Vecchione e Benisatto, tutti e due della Regia Aeronautica. Con Benisatto andavo spesso a mangiare alla trattoria di Zu Natale, di fronte al porto. Si parlava quasi sempre, con nostalgia, della cara Sarno. Altro sarnese con cui m’incontravo era Ferdinando Ippolito, imbarcato sui MAS di base a Mazara del Vallo; il suo MAS faceva scalo nell’isola per il rifornimento di benzina e di siluri quando andava in missione di guerra presso le coste della vicina Tunisia. Tra i sottufficiali della marina addetti proprio al posto di rifornimento siluri, sulla banchina nei pressi del castello Barbacane, c’era inoltre un altro paesano, Saverio Renzullo di Episcopio. Quindi lunghe chiacchierate a tre. Venni a conoscenza, ma non riuscimmo mai ad incontrarci, che qualche volta atterrava con il suo aereo a Pantelleria anche Gigino Buonaiuto, tenente pilota sarnese. Luigi Buonaiuto morirà da eroe proprio nel Canale di Sicilia il 14 luglio 1943. Il 31 luglio 1941, con brevetto n° 4569 a firma del Ministro della Marina, mi fu concessa la medaglia per la campagna di Spagna. Quel giorno riandai con la mente, con nostalgia, agli anni passati sul mare a bordo di quella splendida nave che era l’incrociatore Duca d’Aosta, comandata da un vero lupo di mare, il Da Zara (l’autore, a guerra finita, del famoso libro “Pelle d’ammiraglio “). Nel frattempo avevo conosciuto una ragazza di 16 anni, Caterina Salsedo. Fu il classico colpo di fulmine, un semplice matrimonio di guerra suggellò la nostra unione. […..] Ebbi il comando del deposito carburanti a Villa Silvia, con una ventina di marinai ai miei ordini. Si trattava in verità di due grandi depositi interrati in profondità, cui si accedeva scendendo 120 gradini (quante volte li ho contati!). Quei depositi contenevano benzina per il rifornimento degli aerei e dei MAS. Un ghiotto obiettivo per gli aerei inglesi ed americani, che cominciavano a farsi vedere minacciosi nei cieli dell’isola. Tornai giusto in tempo per partecipare alla battaglia

aeronavale di Pantelleria, che si svolse nelle acque dell’isola dal 13 al 16 giugno 1942. In quei giorni demmo delle sonore batoste alla Marina Imperiale inglese. Uno degli artefici fu l’ammiraglio Da Zara, il mio vecchio comandante al tempo dell’imbarco sull’incrociatore Duca d’Aosta. Da Zara trovò anche il momento di segnalare a capo Silvia, che comandava il semaforo di Sant’Elmo, il seguente messaggio: salutami la prima bella donna di Pantelleria che incontri. L’ammiraglio conosceva capo Silvia da una vita, essendo stato quest’ultimo ai suoi ordini quando la Marina Militare italiana aveva effettuato una lunga missione nei mari della Cina. Da Zara diresse le operazioni dal ponte di comando dell’incrociatore Eugenio di Savoia, proprio su questa nave era allora imbarcato il sarnese Francesco Pastore, lo seppi a guerra finita quando con Ciccio eravamo in servizio all’autoreparto della MM nel porto di Napoli. Nei giorni della battaglia, dal nostro aeroporto partivano ed arrivavano aerei in continuazione. Facevano rifornimento di benzina, bombe e siluri. Nella concitazione di quei momenti un aviere perse la vita, decapitato dalle eliche. Dall’aeroporto di Pantelleria partì il 15 giugno l’aerosilurante del tenente Aichner del gruppo Buscaglia, che silurò, affondandolo, il caccia inglese Bedouin, già in avaria per le cannonate delle navi italiane. Intanto il nostro cacciatorpediniere Vivaldi, con un furioso incendio a bordo causato dai colpi nemici, riparava nell’altro porto dell’isola, quello di Scauri. Solo dopo un duro lavoro si riuscì ad aver ragione dell’incendio e salvare così il caccia. Lamentammo però la perdita di alcuni giovani marinai dell’equipaggio del Vivaldi, che furono seppelliti nel cimitero dell’isola. Anch’io feci la mia piccola parte in quei giorni. Dal Comando ricevetti l’ordine d’imbarcarmi su un veliero per andare a raccogliere dei naufraghi nel Canale di Sicilia. Quando giungemmo sul posto ne prendemmo parecchi, erano tutti marinai inglesi. Offrii una sigaretta ad un ufficiale medico, che aveva delle brutte bruciature al volto e che doveva soffrire molto per il dolore. Me la rifiutò sdegnoso, evidentemente non aveva ancora digerito la sconfitta. Mentre stavamo sulla rotta del ritorno, nell’oscurità della notte, un caccia inglese ci tagliò la strada, stava quasi per speronarci. Ricordo ancora il grido del capitano siciliano del veliero: bedda Madre Santissima. Il nemico non si accorse di noi, era troppo occupato a scappare. Il bollettino di guerra n° 749 del 17.06.42 riportò la notizia del salvataggio degli inglesi. Appena sbarcati a Pantelleria, i marinai inglesi prigionieri furono rifocillati con un piatto caldo di pastasciutta. Non abituati a quel tipo di mangiare, presero una violenta diarrea. Apriti cielo. I responsabili furono messi agli arresti per ordine diretto dell’ammiraglio in capo Cesarano. L’episodio provocò malcontento tra i nostri marinai. In quel periodo cominciarono a circolare strofette del tipo: ammiraglio Cesarano più inglese che italiano. Qualcuno andò oltre, parlando di disfattismo dei nostri vertici militari. Non credei a quelle voci.

A perenne ricordo della bella vittoria delle armi italiane, che passò alla storia con il nome di battaglia di Pantelleria o di Mezzogiugno, si eresse a Beccimursà un’edicola, in maiolica policroma, a devozione della Madonna quale Stella Maris protettrice dei marinai.

 

La foto, scattata a Pantelleria in contrada Grazia il 15 marzo 1946, ritrae Caterina Salsedo con il marito Giuseppe Ferrara, tornato da circa un mese dalla dura prigionia in mano francese presso il famigerato campo di concentramento di Ben Arous – Tunisi. Il Ferrara sarà poi autore del libro “Memorie di un 2° Capo della Regia Marina” (Aviani Editore, 2011), in cui si parla diffusamente di Pantelleria durante il periodo bellico. Il libro si trova, oltre che nelle principali biblioteche pubbliche italiane, anche alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco (Germania), alla Harvard College Library di Cambridge, alla Yale University Library e alla Princeton University Library.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cultura

Marsala, bunker della Seconda Guerra Mondiale tinteggiato. Assenza e Bica (FDI): “Inaccettabile danneggiamento di sito storico-militare”

Redazione

Pubblicato

il

Marsala, bunker della Seconda Guerra Mondiale tinteggiato
Assenza e Bica (FDI): “Inaccettabile danneggiamento
di un sito storico-militare tutelato da una normativa regionale”
 
“Nel territorio del comune di Marsala un grosso bunker della Seconda Guerra Mondiale, sito al Molo dei Mille, è stato tinteggiato con i colori della bandiera della pace. È inaccettabile che manufatti storici, tutelati dalla l.r. n.12 del 12 luglio 2018 e dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, vengano deturpati facendo perdere il loro importante valore di testimonianza del secondo conflitto mondiale”. A dirlo sono il capogruppo di FDI Giorgio Assenza e il deputato Giuseppe Bica i quali, attraverso un’interrogazione, hanno chiesto chiarimenti sul progetto “I Bunker della Pace”, avviato nel trapanese, che ha portato alla decorazione e tinteggiatura di alcuni manufatti bellici di grande rilievo storico a Marsala.
“Vi sono associazioni e studiosi, in primis l’associazione Lamba Doria presieduta da dottore Alberto Moscuzza, che da molto tempo contribuiscono a tutelare e valorizzare il patrimonio di archeologia bellica in Sicilia e occorre sostenere la loro opera affinché la nostra Regione non venga depauperata di questo importante patrimonio. La Sicilia ha percorsi di archeologia militare di assoluto pregio che costituiscono un grande attrattore e viva testimonianza di eventi di altissima rilevanza quale è stata l’operazione Husky del 1943. Motivo per cui- proseguono Assenza e Bica- abbiamo chiesto chiarimenti tramite l’interrogazione. Ovviamente concordiamo con i fini nobili del programma “I Bunker della Pace” volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lanciare un messaggio positivo. Reputiamo però poco opportuni i mezzi usati che hanno portato alla tinteggiatura di un pezzo di storia della nostra isola”.
A sostenere l’iniziativa promossa dagli esponenti di FDI all’Ars anche i coordinatori regionali del partito Salvo Pogliese e Giampiero Cannella: “Sosteniamo convintamente le richieste dei nostri deputati regionali: occorrono adeguate verifiche volte a stabilire eventuali danneggiamenti del bene culturale ed è opportuno avviare un ripristino dello stato dei luoghi. Bene hanno fatto gli onorevoli Assenza e Bica a raccogliere le sollecitazioni del dottor Alberto Moscuzza, consulente scientifico della Marina Militare Italiana e rappresentante del sodalizio Lamba Doria, che ha evidenziato quanto accaduto a Marsala e che rischia di compromettere un patrimonio storico di grande rilevanza”.

Leggi la notizia

Spettacolo

Marsala, al via apertura della “Nomea Academy”: scuola di arti performative ad indirizzo Musical Theatre

Marilu Giacalone

Pubblicato

il

Il 21 settembre alle ore 17 il CineTeatro don Bosco aprirà le porte per far conoscere agli aspiranti artisti gli esperti che insegneranno: canto, danza, recitazione, tip tap, dizione, storia del musical  e storia del teatro con la direzione artistica di Giuseppe Li Causi. Tra le chicche una vacanza studio per partecipare a masterclass nella Pineapple di Londra. Nella stessa giornata saranno presentati i due cartelloni teatrali a cura della Nomea Produzioni
 
 
Canto, Danza, Recitazione, Tip Tap, Dizione, Storia del Musical, Storia del Teatro: sono queste le discipline al centro dell’attività formativa della “Nomea Academy”: scuola di arti performative ad indirizzo Musical Theatre che sta per aprire i battenti a Marsala, nei locali del CineTeatro Don Bosco, in via Roma, vicolo Stovigliai, con la direzione artistica di Giuseppe Li Causi e la direzione commerciale di Andrea Figlioli.
 
L’Open Day della Nomea Academy si terrà nei locali del Teatro Don Bosco sabato 21 settembre a partire dalle ore 17. Questo il team degli insegnanti:
 
Canto: Giuseppe Li Causi; Canto corale e Solfeggio: Roberta Genna; Recitazione e Dizione: Enrica Crimi e Bruno Prestigio; Danza: Noemi Tedesco.
 
In particolare saranno attivati tre corsi: Junior: per bambini di 6/9 anni; Regular: dai 10 ai 13 anni e Senior per chi ha da 14 anni in su.
 
Sarà Marilena Colicchia ad insegnare “Primi Approcci Al Teatro” ai junior dai 6 ai 9 anni.
 
Spazio anche per gli adulti: “Nomea – spiega il direttore artistico – è anche laboratorio teatrale e musicale per adulti appassionati. Ci saranno corsi individuali di canto, danza e recitazione. Quello che a noi interessa è dare una formazione di base completa, per far accedere i nostri ragazzi ad importanti accademie di Musical Theatre nazionali, come la BSMT- DI BOLOGNA (che io stesso ho frequentato dal 2002/2006), fiore all’occhiello delle scuole italiane del Musical Theatre, che è anche valevole come un corso di Laurea a tutti gli effetti riconosciuta dal MIUR. Intendiamo qui formare artisti a tre dimensioni con una preparazione idonea a sostenere sia importanti accademie di fama nazionale che compagnie di performer professionisti e artisti sulle Grand Navi da Crociera. la Nomea Academy, proporrà molte occasioni di addestramento al palcoscenico, ossia spettacoli e occasioni di esibizione sia nel nostro Teatro (Nomea Don Bosco) che in teatri più grandi”.
 
La “N. Academy” aprirà ufficialmente i battenti i primi di ottobre e le attività formative si protrarranno fino a fine giugno 2025.
 
Le audizioni conoscitive per gli aspiranti corsisti si svolgeranno da sabato 28 a domenica e 29 settembre.
 
“Nomea – continua Li Causi – nel corso dell’anno accademico, oltre ad offrire borse di studio ad allievi meritevoli, organizzerà una vacanza studio a Londra dove gli allievi parteciperanno ad alcune Masterclass della scuola “Pineapple”.
 
Sono previste anche collaborazioni oltre che con la Pineapple di Londra anche con la BSMT Bernstein School of Musical Theatre, la prima accademia di musical in Italia, di Bologna.
 
Nella stessa giornata del 21 settembre la NOMEA PRODUZIONI presenterà due cartelloni teatrali che si terranno rispettivamente nel teatro Don Bosco e nel Teatro Impero.
 
 
 
In particolare queste le date e gli spettacoli che saranno messi in scena nel Teatro Impero:
 
8 Novembre – I Promessi sposi il Musical della Compagnia Ananche di Palermo
 
7 Dicembre – Natale in casa Cupiello della Compagnia Luna Nova
 
5 Gennaio – 8 donne ed un mistero della compagnia Nomea
 
30 Marzo – Fenomeni. Spettacolo di magia, mentalismo di Marco Bellantuono
 
Per info e prenotazioni è possibile chiamare il numero: 3285691414
 
Mentre nel teatro don Bosco si terranno:
 
– Saggi degli allievi della scuola di musical
 
– Concerti di Musical Theatre con artisti internazionali a partire da fine ottobre
 
– 11 Maggio in anteprima nazionale “La scomparsa di Pató”, spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Li Causi ispirato dall’omonimo libro di A. Camilleri.

Leggi la notizia

Ambiente

Pantelleria – Celebrazioni decennale Unesco, aperti i lavori con il Sindaco D’Ancona e Fumiko Ohinata

Direttore

Pubblicato

il

Celebrazioni del Decennale UNESCO della Pratica Agricola della Vita ad Alberello

Gli eventi proseguono stasera ore 21.00 a Khamma – Circolo Trieste

Oggi si è tenuto un importante evento per celebrare i 10 anni del riconoscimento UNESCO della pratica agricola dell’alberello!


La giornata è iniziata nell’aula consiliare, dove il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto i lavori con il suo discorso, seguito dagli interventi di figure di spicco come Fumiko Ohinata, Segretario Generale della Convenzione per il Patrimonio Immateriale UNESCO, Liborio Stellino, Ambasciatore e Delegato Permanente d’Italia presso l’UNESCO, il Commissario straordinario del Parco Nazionale Italo Cucci, e Pier Luigi Petrillo, Professore e Direttore della Cattedra UNESCO dell’Università Unitelma Sapienza.


A coronare questa giornata speciale, c’è stata la scopertura della targa celebrativa, un momento di grande emozione per tutti, che rende omaggio a questa tradizione agricola secolare, parte del nostro prezioso patrimonio culturale.

Le immagini sono tutte di Clara Garsia

Le iniziative proseguono a Khamma stasera alle 21.00

📢‼AGGIORNAMENTO‼

⚠ ORE 21.00 LOCATION EVENTO “CIRCOLO TRIESTE”- CONTRADA KHAMMA⚠
𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟏𝟒 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞
Serata istituzionale di presentazione delle esperienze sulla valorizzazione della vite ad alberello.

Leggi la notizia

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza