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Cronaca

Pantelleria – Castello, l’amministrazione chiede al Parco accesso agli atti per sapere numero dei reperti e luogo di conservazione

Redazione

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L’Amministrazione Comunale ha inoltrato al Parco Archeologico un accesso agli atti per capire quali e quanti reperti archeologici rinvenuti a Pantelleria siano stati censiti in questi anni e dove si trovino attualmente

A seguito del Comunicato Stampa del 9 febbraio scorso in cui l’Amministrazione Comunale di Pantelleria sollecitava ancora una volta lo spostamento dei reperti archeologici presenti nel Castello per poter finalmente avviare i lavori di restauro interni allo stesso, ci sono stati vari sviluppi e, come promesso dal Sindaco Vincenzo Campo e dall’Assessore alla Cultura e Patrimonio, Francesca Marruccisi intendono informare i cittadini sugli stessi.

Andando in ordine cronologico, l’Amministrazione Comunale ha inviato in data 14 febbraio 2022 (prot. 2780) una richiesta di accesso agli atti al Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria per “poter avere accesso a tutti gli atti che indichino dettagliatamente quali e quanti reperti archeologici sono stati ad oggi rinvenuti sul suolo pantesco e dove risulterebbero conservati”.

Infatti, anche se i reperti ritrovati sull’isola sono patrimonio della comunità pantesca, il Comune non ne ha alcuna gestione, perché la legge delega la stessa agli Enti preposti, nel caso di Pantelleria addirittura tre: Soprintendenza dei Beni Culturali, Soprintendenza del Mare e Parco Archeologico che, ultimo ad essere stato istituito con D. A. 11-04-2019 (GURS 28/2019), è a tutti gli effetti l’Ente al quale la L. R. 20/2000 affida la gestione, la salvaguardia, la conservazione e la difesa del patrimonio archeologico.

Oltre all’accesso agli atti, abbiamo chiesto che tale elenco fosse ufficialmente inoltrato, con relativi aggiornamenti, a questo Ente per conoscenza.

Questo perché attualmente, se si escludono alcune cessioni per mostre fatte negli ultimi anni, il Comune non ha contezza di quali e quanti reperti ci siano in giro e soprattutto, escludendo quelli custoditi in sicurezza dall’Amministrazione Comunale, dove siano tuttora esposti o conservati.

Ad esempio, proprio qualche giorno fa abbiamo scoperto che i reperti ceduti con il permesso della Soprintendenza del Mare ad una università di Napoli nel 2019 non sono mai stati riportati sull’isola. Da un’interrogazione in proposito fatta dall’Assessore Marrucci alla stessa Soprintendenza, sempre estremamente disponibile e collaborativa, si apprendeva che, restituiti all’Ente, sono ora esposti in una mostra a Palermo, ma al Comune non è stata fatta alcuna comunicazione di questi spostamenti.

Questo è solo un esempio di quello che è successo nel corso degli anni, come anche alcuni degli archeologi che lavorano agli scavi ci hanno testimoniato. Da qui l’importanza fondamentale di questa richiesta di accesso agli atti, perché la comunità pantesca ha diritto di sapere dove sono i reperti trovati sull’isola.

Il 16 febbraio u.s. il Direttore del Parco Archeologico, Bernardo Agrò, è giunto in visita sull’isola per fare un sopralluogo dei reperti conservati nel Castello che dovranno essere spostati. Il Direttore ha comunicato che sarà necessario fare un inventario dei reperti e poi si provvederà allo spostamento, garantendo che gli stessi resteranno sull’isola come aveva richiesto sia l’Amministrazione Comunale, sia il Comitato Preziosa Pantelleria, che ha avuto modo di incontrare il Direttore insieme all’Assessore Marrucci e ricevere rassicurazioni in merito al trattamento del patrimonio pantesco.

Il Direttore ha stimato in 20-30 giorni il tempo necessario a procedere allo spostamento e alla registrazione di tutti i reperti. Il Comune ha dato disponibilità di ospitare in sicurezza parte dei reperti e il Direttore ha avuto colloqui con diversi soggetti locali per individuare altri luoghi adatti.

Lo stesso giorno la Soprintendenza del Mare ci informava che i reperti di sua competenza, però, sarebbero stati rimossi da un suo incaricato.

Il 24 e 25 febbraio, la Soprintendenza del Mare, nelle persone del nuovo Soprintendente, il Prof. Ferdinando Maurici, noto medievalista, e del Dr. Roberto La Rocca, ha provveduto alla rimozione di tutti i reperti di sua competenza che attualmente sono conservati al sicuro nella camera blindata del Comune, insieme ai pezzi più pregiati della collezione archeologica dell’isola, come le famose Teste Imperiali.

Il nuovo Soprintendente ha mostrato vivo interesse e apprezzamento per la struttura del Castello che già conosceva approfonditamente, essendo stato anche consulente del Dr. Ciriminna al tempo del restauro dello stesso.

Abbiamo ricevuto varie missive di cittadini in questi giorni che mostravano preoccupazione sul destino dei reperti e del Castello.

Torniamo a spiegare quanto già ampiamente scritto in questi mesi nel dettaglio.

Fino al 1° gennaio 2020 il Castello Medievale non era in possesso del Comune in quanto non vi era nessun documento che desse al Comune una titolarità. Solo l’impegno di questa Amministrazione ha portato ad avere una formale concessione con il competente demanio, anch’esso sbalordito per l’utilizzo del castello da parte del Comune senza concessione fino a quel momento.

Da lì la necessità di attuare tutte quelle azioni necessarie per renderlo fruibile e legittimare l’utilizzo di risorse dell’ente locale. La pandemia fa lì a pochi mesi ha cambiato le aspettative ed ha introdotto nuove emergenze.

Il Castello è rimasto chiuso in epoca Covid, e, nonostante i vari solleciti del Primo Cittadino e dell’Assessore, adducendo pretesti vari, non è stato in quel periodo oggetto della ordinaria pulizia e manutenzione da parte di chi aveva il compito di occuparsene. Su questa situazione il Sindaco ha avviato un’indagine interna sulle relative responsabilità.

Nel frattempo, abbiamo avuto rassicurazioni dalla Regione Siciliana riguardo ad un finanziamento di circa 200.000€ per completare le opere di ristrutturazione degli impianti necessarie a rendere il Castello fruibile secondo le norme vigenti, tanto che già a febbraio 2021 l’Ufficio Tecnico del Comune elaborava un progetto per i lavori di manutenzione.

Dallo scorso agosto 2021, il Castello è di nuovo stato oggetto della necessaria attenzione degli uffici.

Successivamente ai vari sopralluoghi effettuati anche con Soprintendenze e Parco Archeologico, si è addivenuti alla necessità di non poter più aspettare i finanziamenti promessi e mai arrivati dalla Regione, quindi, il Comune ha trovato i fondi per procedere alla manutenzione necessaria dirottandoli da altre necessità. Senza però sgomberare le sale dai reperti, non si potrà procedere, da qui l’esigenza di procedere ad un trasferimento in breve tempo e in sicurezza, palesata da parte del Sindaco Campo agli enti preposti.

È bene sottolineare, perché abbiamo letto asserzioni del tutto campate in aria a questo proposito, che il Comune non poteva e non può spostare i reperti di sua iniziativa. Possono farlo solo gli enti preposti alla gestione, quindi il Parco Archeologico o le Soprintendenze.

Per quanto riguarda le richieste di chiarimento in merito ai lavori che si faranno e le condizioni del Castello avanzate dalla D.ssa Valeria Silvia e dalla Signora Tiziana Ciriminna, sulle testate locali, è bene specificare alcuni passaggi che evidentemente sono sfuggiti, pur essendo pubblici e pubblicati con Delibera di Giunta n. 246 del 29/12/2021 sull’Albo Pretorio del sito del Comune.

I lavori di messa in sicurezza del Castello non riguardano la messa in sicurezza dei reperti, ma riguardano lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle aree in cui devono accedere i visitatori del Castello, così come da normativa in vigore.

I reperti sono chiamati in causa solo in funzione del fatto che devono essere spostati per consentire la serie di lavori di manutenzione assolutamente necessari periodicamente per una struttura che risente pesantemente della vicinanza del mare e delle condizioni ambientali isolane.

È necessario: ripristinare gli intonaci interni di vari ambienti, l’illuminazione di emergenza, la videosorveglianza degli accessi principali, il tavolato ligneo del ballatoio dell’ingresso principale che mostra cedimenti e rotture in varie parti, è necessaria una manutenzione generale degli infissi a volte pesantemente corrosi dalla salsedine, e altri lavori di genere tecnico-impiantistico, come dettagliatamente descritto nella delibera succitata.

Questo risponde anche a quanti hanno impropriamente criticato anche la scelta di un ingegnere dell’Ufficio tecnico per la stesura del progetto, invece di un architetto; un ingegnere esperto in impianti è stata la scelta migliore.

Infine, è bene sottolineare che non bisogna confondere la competenza e la gestione dei reperti archeologici con quella del Castello.

Il Castello non riguarda la competenza del Parco Archeologico, ma del Comune di Pantelleria a seguito di concessione e non può essere visto e concepito solo come deposito o museo di reperti archeologici.

Come ben sanno le associazioni e i professionisti che in questi anni hanno lavorato al suo restauro e recupero, con i quali cerchiamo di dialogare e confrontarci, il Castello è grande e offre tante potenzialità non solo per fare qualche conferenza o evento estivo, ma per diventare la vetrina della storia, delle tradizioni, della cultura e della memoria pantesca e così questa amministrazione intende renderlo fruibile alla comunità ed ai turisti.

È preoccupazione prioritaria del Sindaco, dell’Assessore Marrucci, ma anche di tutta la giunta che questo prezioso cuore dell’isola torni ad essere fruibile e diventi il biglietto da visita di Pantelleria. I lavori del Waterfront, altro successo di questa amministrazione, renderanno ancora più splendente, visibile ed autorevole questo monumento con, tra l’altro, l’abbattimento della palazzina verde.

Per questo stiamo operando, nel rispetto delle competenze terze dei reperti che nel monumento ospitiamo e nell’auspicio di poter finalmente avere contezza di quello che è l’effettivo patrimonio archeologico pantesco che negli anni è caduto progressivamente nel dimenticatoio. Già il fatto che la maggior parte dei panteschi pensava di avere un Museo nel Castello ed invece si trattava solo di reperti lasciati lì da due esposizioni fatte anni fa, ci dice molto sull’importanza che la tutela di questo patrimonio abbia ricoperto nei decenni scorsi.

Oggi, per la prima volta abbiamo chiesto che il Comune, seppur non abbia la gestione di questo patrimonio archeologico, sia a conoscenza dell’entità dello stesso e della sua collocazione, a partire dai primi scavi fatti sull’isola fino a quelli svolti ancora dalle università ogni estate. Questa conoscenza non è un capriccio o un dispetto, ma il rispetto di una comunità che vuole e deve sapere dove va a finire il suo patrimonio. In questo si sposano pienamente le richieste fatte dalle associazioni locali, che con l’Assessore Marrucci hanno un confronto continuo, e quelle fatte dall’Amministrazione Comunale.

Non si tratta quindi di indebita ingerenza, come qualcuno avvezzo a politicizzare ogni cosa, vorrebbe far intendere. Si tratta di essere vigili e edotti su un patrimonio che comunque resta proprietà dell’isola e dei panteschi, che hanno tutto il diritto di sapere come viene gestito.

 

Continueremo ad aggiornare i cittadini sul trasferimento dei reperti e sui lavori al Castello e apprezziamo e li ringraziamo per le domande che ci vengono poste in merito alle quali, compatibilmente con gli impegni di riservatezza impostici dalla norma, riteniamo sia importante rispondere, onde chiarire la situazione e non dare adito a ‘leggende metropolitane’ spesso strumentali e che non fanno bene a quella che dovrebbe essere una causa comune dell’isola

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Cronaca

Trapani, bimbo svenuto imbottigliato nel traffico. Carabinieri fanno da apripista fino in ospedale

Giovanni Di Micco

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TRAPANI: BIMBO PRIVO DI SENSI IMBOTTIGLIATO NEL TRAFFICO. CARABINIERI FANNO DA APRIPISTA A SIRENE SPIEGATE FINO

ALL’OSPEDALE

Nella mattinata di ieri i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Trapani hanno soccorso una famiglia che, imbottigliata nel traffico cittadino, cercava con grosse difficoltà di raggiungere l’ospedale per un’emergenza. L’equipaggio del Radiomobile, impegnato nel turno mattutino di perlustrazione, notava l’auto completamente bloccata lungo il Corso Piersanti Mattarella con l’autista intento a suonare il clacson e il passeggero che, con la mano fuori dal finestrino, gesticolava chiedendo di fare spazio. L’autista della gazzella, d’iniziativa, attivava i sistemi di segnalazione (lampeggianti e sirene) raggiungendo l’auto in questione notando l’agitazione dei coniugi e soprattutto un bambino privo di sensi in braccio alla madre. Considerata la gravità della situazione i militari dell’Arma facevano da apripista permettendo così al bambino di raggiungere l’ospedale nel più breve tempo possibile in modo da poter essere soccorso da personale medico. Avvisavano inoltre telefonicamente del loro arrivo in modo da trovare personale pronto ad intervenire. Fortunatamente lo sforzo complessivo di tutti è servito a dare assistenza al bambino così come riferito dai genitori che, oltre a ringraziare, informavano i Carabinieri degli aggiornamenti sulle condizioni del piccolo, fuori pericolo.

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Ambiente

Pantelleria – Escursioni, domani tra gli appuntamenti visita all’azienda Almanza

Matteo Ferrandes

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Terra Pantesca

Dalla Grotta di Benikulà a Piana Monastero
Venerdì 9 Giugno 2023

Unitinerario di esplorazione dei fenomeni di vulcanismo secondario e della terra fertile di Pantelleria. Un sentiero romano conduce al bagno turco naturale, la Grotta di Benikulà e, con uno sguardo sulle geometrie di vigneti, cappereti e uliveti di Piana di Monastero, si raggiungono i fortini militari di Fossa del Russo. Dal Passo del Vento s’intravede l’impressionante Favara Grande. Stupisce e affascina il forte contrasto fra natura e intervento umano. Cosa faremo: percepire l’attività del vulcano: camminare su un antico sentiero romano; sperimentare il bagno turco naturale.

Parcheggio di Benikulà ore 9.00
Durata 4 ore
E – escursionistico esperti; fondo del sentiero roccioso, strada sterrata.
Pantaloni lunghi; scarponi da trekking alti; giacca antivento; copricapo; bastoncini da trekking (consigliati), occhiali da sole; crema solare; zaino; 2 It d’acqua;

Info & Prenotazioni

Anna Maria Cusimano
+39 347 5935743; cusimanoannamaria@amail.com

Sapori panteschi

Racconti & Degustazioni
Venerdì 9 Giugno 2023

Una lenta passeggiata nel paesaggio agricolo pantesco, alla scoperta delle contrade di Grazia e Bukkuràm. Una narrazione appassionata racconterà le tradizioni e i sapori dei prodotti dell’isola. Un viaggio fra uva zibibbo, capperi, olio e miele nell’azienda Azienda Agricola Almanza dove si potranno gustare i prodotti panteschi. La passeggiata si concluderà al Circolo Cesare Battisti, il cuore della vita sociale della contrada di Grazia. Cosa faremo: passeggiata nel paesaggio rurale e nelle contrade ascoltare un racconto; degustazione di prodotti panteschi.

Azienda Agricola Almanza ore 15:30
Durata 4 ore
T – turistico, fondo del sentiero roccioso, strada sterrata
Pantaloni lunghi; scarponi da trekking alti; giacca antivento; copricapo, occhiali da sole: crema solare: zaino: 1.5 It d’acqua: snack
Info & Prenotazioni
Anna Maria Cusimano / Azienda Agricola Almanza
+30 347 5935743 – cusimanoannamaria@gmail.com

Trekking dell’alto lago

Il Lago dall’alto: un percorso tra natura e tradizione locale
Venerdì 9 Giugno 2023

Dal parcheggio del Lago di Venere, dopo aver scoperto gli endemismi della zona, muoveremo verso una mulattiera immersa nella macchia mediterranea e tra antiche fornaci e dammusi, circondati dalla natura, proseguiremo la salita in contrada sillumi per raggiungere il crinale di Zinedi e sfociare a Rukia. Successivamente scopriremo il Dammuso Scimmia e proseguiremo costeggiando il lago dall’alto per riscendere nuovamente al punto di ritrovo iniziale.

Parcheggio Lago basso – ore 8.30
Tempo di percorrenza 4 ore
E – escursionistico: fondo del sentiero sterrato: D +200/-200 metri
Si suggerisce un abbigliamento “a strati” comodo e informale. Scarpe chiuse; zaino (no tracolla); pantaloni lunghi da escursione; giacca antivento; 2 litri d’acqua; copricapo; occhiali da sole; crema solare; pranzo a sacco (extra).
Info & Prenotazioni
Nunzio Cafà
+39 348 0358078 – nunzio.cafa@gmail.com

L’iniziativa “Parco in cammino” è volta a promuovere le proposte escursionistiche che coinvolgono le Guide Ufficiali del Parco Nazionale Isola di Pantelleria. La prenotazione delle escursioni è obbligatoria e sarà effettuata direttamente al soggetto proponente, unico responsabile dell’organizzazione della proposta.

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Cronaca

Trapani, la DIA confisca beni per 6 milioni a imprenditore edile – Video

Direttore

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La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Trapani nei confronti di un imprenditore operante nel settore edile, ritenuto contiguo alle consorterie mafiose di Castelvetrano (TP).

Nel mese di luglio 2018 l’interessato è stato sottoposto a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo ed eseguita dalla DIA, a seguito della quale veniva condannato, in via definitiva, alla pena di 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso. L’imprenditore, peraltro, è stato individuato anche sulla scorta delle dichiarazioni rese da taluni collaboratori di giustizia quale espressione del sodalizio mafioso di Castelvetrano (TP) con il quale sarebbe riuscito ad imporsi nel tessuto economico locale riconoscendo al clan, contestualmente, ingenti risorse finanziarie.

Con il provvedimento odierno è stata altresì applicata la sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale per 3 anni, nonché la confisca dell’intero capitale sociale e del complesso aziendale di 2 imprese attive nella produzione e nel commercio di conglomerati cementizi e dei lavori edili in genere, 35 beni immobili e 32 beni mobili registrati, per un valore stimato di circa 6 milioni di euro. L’odierno risultato si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.

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