Sono giorni di scirocco, a Pantelleria.

Da domani il vento dovrebbe andare a scemare, fino al cambio di direzione sulla Rosa dei Venti, che porterà sull’isola le brezze del Nord: prima la Tramontana e poi il vicino Maestrale.

Ma oggi, a partire dalle prime ore, abbiamo vissuto una giornata contrassegnata dal frastuono del vento negli interstizi delle persiane, il tintinnio dei vetri, l’avvilupparsi delle palme come possedute da una danza scatenata come la Taranta.

Così nella fascia centrale della giornata abbiamo raggiunto i 34 nodi, con folate fino a 47. Detta in termini terrestri: tra i 70 e i 90 km/h.

Del resto lo scirocco è uno dei due venti prevalenti dell’isola.

Esso, indicativamente, proviene dalla Siria, da lì il nome, e attraversando il deserto del Sahara si carica di calore e aridità. Ma poi deve fare i conti con il Mar Mediterraneo, attraversando il quale si gonfia di umidità.

Quando imbocca il Canale di Sicilia sa essere davvero impetuoso, rabbioso, per usare un aggettivo di Montale, nel raggiungere Pantelleria, poichè in mare aperto non trova alcun freno o ostacolo.

L’isola è avviluppata dai tentacoli caldi di quel vento tanto forestiero quanto seducente: anche nella sua nenia tra i rami di agrumi profumati di zagare; o nel fragore delle onde, dove poi arriva il numero uno dei fotografi, Mario Squitieri, che, immortalando il faraglione di Cala Levante, ti crea un capolavoro come la copertina di questo articolo.