Cronaca
Pantelleria, auto precipita dalla Strada del Cafaro. Tragedia sfiorata – Video
Ieri sera tardi, intorno alle ore 23,00, un’autovettura precipitava nel burrone adiacente la Strada del Cafaro.
Gli occupanti sono due turisti anziani, che stavano tornando a casa.
Al rientro dal Paese, per raggiungere Buggeber, necessariamente hanno dovuto precorrere quella strada, unica via di collegamento.
Giunti proprio nel punto in cui si vedono posizionati dei paletti di segnaletica, il conducente per schivare un masso che occupava la carreggiata, perdeva il controllo dell’auto (a noleggio), precipitando nel burrone, con un salto di almeno 5 metri e ribaltandosi più volte.


I due settantacinquenni sono stati soccorsi presso l’Ospedale Nagar e dimessi dopo un paio d’ore di accertamenti.
La strada del Cafaro è estremamente pericolosa e soggetta a frane, specie nei periodi di copiose piogge.
Per recuperare la vettura è stato necessario l’intervento della gru e, dalle immagini che vedrete, se la coppia è uscita praticamente incolume è un vero miracolo.
Ambiente
Pantelleria, al via realizzazione sede Protezione Civile, Scuola educazione ambientale e foresteria
Intervento di qualificazione dell’immobile comunale in località Buccuram per la realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria
il Sindaco comunica che la Giunta Municipale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di qualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione dell’immobile di proprietà comunale sito in località Buccuram, destinato alla realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria.
Il progetto prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile comunale mediante un intervento strutturale complessivo, finalizzato all’adeguamento dell’edificio alle esigenze operative della Protezione Civile e alle attività di formazione previste, nel rispetto della normativa vigente. L’intervento è inserito nell’ambito della programmazione dell’Ente ed è coperto da risorse finanziarie già individuate, come risultante dagli atti amministrativi approvati, con l’avvio delle successive fasi procedurali demandato ai competenti uffici comunali.
Ambiente
Pantelleria, cimice asiatica, avvistamenti e preoccupazione degli agricoltori. Ne parliamo con Giovanni Bonomo
La cimice asiatica appassionata del cappero pantesco
E’ già da qualche tempo che la cimice asiatica, nome scientifico halys halyomorpha, è sopraggiunta sull’isola, manifestando subito la sua nefasta essenza. Come le diverse specie aliene, o comunque tali per l’isola, essa rappresenta una preoccupazione per l’agricoltura, e visti i recenti workshop realizzati sull’isola, abbiamo voluto approfondire l’argomento.
Un riferimento prezioso da cui attingere nuove notizie è senza dubbio Giovanni Bonomo, agricoltore per professione e per passione, con quel piglio per la conoscenza a largo raggio che lo induce ad approfondimenti e studi continui.
Reduce dall’organizzazione del corso “Agricoltura Bionaturale”, realizzato con il Centro Culturale Giamporcaro, Bonomo ha avuto modo di farsi una idea sulla presenza della cimice asiatica a Pantelleria e possibili soluzioni per allontanarla dalle coltivazioni.
Signor Bonomo, questo insetto ha dei periodi in cui è più aggressiva e di cosa si nutre? “I periodi in cui la si vede più spesso sono le stagioni della primavera e dell’estate. Si nutre suggendo le piante, i frutti e le foglie dei capperi.
Prima avevamo la Bagrada Ilaris, che si era allocata a Scauri, Rekhale e zone limitrofe.
Qui a Pantelleria, invece, l’asiatica è stata vista dal professore Bruno Massa e un testimone l’ha vista in una pianta di cappero nel capoluogo. E non si limita ai capperi, ma aggredisce anche piante da frutta e tutte quelle piante coltivate e non, insomma quelle spontanee. Ed è attraverso proprio la frutta che deve essere arrivata, così come tanti altri insetti.”
Questa cimice non fa la schizzinosa, in buona sostanza. Come allontanarla, allora? “Esatto, le piace tutto. Per allontanarla, dobbiamo ricorrere a metodi naturali e il corso che abbiamo tenuto ad ottobre è stato illuminante. Luigi Rotondo ha spiegato che un buon “repellente” è il carbonato di calcio addizionato con un tot di mandarino ed è un composto a largo spettro, coinvolgendo diversi insetti. Un altro esperto suggerisce l’uso del sapone molle, come il Marsiglia, con cui fare trattamenti, per i quali ci vuole molto tempo e fatica. Ma la cosa urgente è cominciare ad organizzarci e forse il Parco e il Comune in sinergia posso vedere se si può trovare il sistema per una “lotta biologica”.
Siamo in pieno inverno, fine dicembre, ma la primavera arriva in un attimo e con essa il risveglio di tutta la primavera e dei suoi componenti, tra cui anche la cimice asiatica.
Ambiente
Lampedusa, riapre il Centro di Recupero delle Tartarughe
Sindaco Mannino “𝗨𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼”
Dopo circa due anni di lavoro, di sinergia e di collaborazione concreta, oggi possiamo finalmente annunciare una notizia che riempie il cuore di orgoglio: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗧𝗮𝗿𝘁𝗮𝗿𝘂𝗴𝗵𝗲, che avrà la sua sede nei locali dell’Area Marina Protetta di Lampedusa.
Un centro che in passato non era stato messo nelle condizioni di proseguire il proprio prezioso lavoro e che oggi torna finalmente ad essere operativo, restituendo al nostro territorio un presidio fondamentale di tutela, ricerca e cura.
Questo centro non è solo un luogo di scienza e protezione, dove ogni giorno si lavora per salvaguardare una specie simbolo del Mediterraneo come la Caretta caretta.
È anche un segno concreto dell’identità di Lampedusa: un’isola che difende il suo mare, la sua biodiversità e guarda al futuro con responsabilità.
La riapertura rappresenta inoltre una straordinaria opportunità turistica e culturale, un’attrazione di primo livello capace di raccontare ai visitatori il valore del nostro patrimonio naturale e l’impegno che mettiamo nella sua difesa.
Un ringraziamento sentito all’Associazione Caretta Caretta e a Daniela Freggi, al mio Assessore Pietro De Rubeis che ha seguito tutti i passaggi amministrativi, e a tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, lavorando con passione, competenza e visione.
Oggi Lampedusa compie un passo importante. Per il mare. Per le tartarughe. Per la nostra comunità.
Bentornato, Centro di Recupero delle Tartarughe.
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Salvatore Tomarchio
16:09 - Luglio 12, 2020 at 16:09
Gentile Signora Direttora Marina Cozzo, sono il Cittadino che da tempo condivide e commenta le Sue batteglie sul problema PUNTO NASCITE, Indegna
problematica, vergognosa della NOSTRA Italietta!!! Succede che sia anche – segno del DESTINO – la persona coinvolta, assieme ad una amica Svizzera, della TRAGEDIA, sfiorata l’ altra notte sulla strada COMUNALE via del Cafaro! Solo grazie alla mia presenza di spirito nel reagire alla situazione consentiva quasi nessun danno fisico, ma un forte danno impatto mentale! A complemento dei fatti importa segnalare che la vettura procedeva a km. 15 ora con molto prudenza e attenzione, e gli occupanti erano coscienti e lucidi!!! Leggendo il reportage del vostro inviato sul fronte, riscontro pessimo supporto tecnico e lacunosa esposizione degli eventi. Concludo con forte abbraccio e riconoscenza anche a nome della mia amica Svizzera, a Giuseppe Nicolosi, vero PANTESCO, che per trecento giorni anno dedica la sua giovine eta` al duro lavoro della terra di Pantelleria!!! A titolo di cronaca mi riservo azione civili e penale ai responsabili a qualsiasi titolo e livello responsabili della MITICA tragedia sfiorata! Grazie! Si prega di non usare censura preventiva e/o problemi tecnici che ne impedissino la pubblicazione. Sono disponibile per ulteriori commenti e chiarimenti, confidando sulla tanto sbandierata liberta` di STAMPA!!! Cordiali saluti. Salvatore Tomarchio
Paolo Amato
14:31 - Luglio 13, 2020 at 14:31
Abbiamo trascorso una bellissima settimana di vacanza a Pantelleria la scorsa estate io e mia moglie, ma devo dire che alcune stradine sterrate molto frequentate per raggiungere le calette più belle, sono pericolose perché prospicienti alti dirupi, senza guard rail oltre che ripide. Una per tutti, Balata dei Turchi.
Ho ancora le vertigini. Non aspettate delle vittime per sistemare.